mercoledì 14 febbraio 2018

Il GGG: Il grande gigante gentile (2016)

Come ben sapete, o se non sapete dovreste assolutamente sapere, Steven Spielberg è il mio regista preferito in assoluto. Tanto che quando a fine mese scorso hanno fatto un canale di Sky dedicato a lui, e in cui hanno mandato in onda tutti i suoi film, ho rivisto alcuni dei suoi straordinari lavori, altresì ho anche visto il bellissimo documentario della HBO in suo onore, che vi consiglio assolutamente di vedere perché è davvero un viaggio straordinario nella sua mirabolante cinematografia, dai suoi esordi e fino ai giorni nostri, nel mezzo interviste, dietro le quinte e tanto altro. Per cui mi aspettavo dopo il gran ritorno col bellissimo Il ponte delle spie, vincitore non per caso della classifica dei migliori film visti nel 2016, di vedere un film più che discreto, appassionante e coinvolgente. E invece niente di tutto ciò, perché con Il GGG: Il grande gigante gentile (The BFG), film del 2016 diretto e prodotto dal grande regista americano, questa volta egli non riesce a fare del tutto centro. Certo, la confezione è bella da vedere, altresì tecnicamente perfetto, una bella storia volendo, ma la sostanza è decisamente risibile, anche perché il target a cui è destinato il film è quello del pubblico giovane...molto giovane, forse troppo. Certo, Spielberg si mostra ancora una volta sensibile verso le tematiche della sofferenza del diverso, riportando in auge un famoso romanzo del 1982 scritto da Roald Dahl (già portato sul grande schermo col film d'animazione del 1989 Il mio amico gigante, personalmente sconosciuto in verità) e facendo buon uso di effetti grafici che conferiscono quel tocco di fiaba e magia, alla fine dei conti gradevole, che regalano comunque una visione sufficientemente valida ma non paragonabile ai migliori lavori del regista di Cincinnati. Perché il film, il primo diretto da Spielberg ad essere prodotto e distribuito dalla Walt Disney, che usa fino in fondo le possibilità dell'animazione digitale (e della figura di Mark Rylance, grande interprete del suo precedente film, su cui il GGG è modellato) per regalarci un sogno ricco di meraviglie e avventura, una volta tanto scevro da sequel e da godere così com'è, è a tratti noioso, tutto è visto e rivisto.
La pellicola infatti, scritta da Melissa Mathison e interpretata altresì da Ruby Barnhill, Rebecca Hall, Penelope Wilton e Bill Hader (solo passabili le loro interpretazioni in piccoli ruoli), così come la storia (una fiaba per bambini, ma assai striminzita e con alcune parti fuori luogo), seppur ricca di particolari molto fantasiosi ed effetti speciali curati non decolla mai. Inoltre ha troppi buchi di sceneggiatura, in più non scatta la scintilla capace di coinvolgere anche gli adulti come sempre accade nelle pellicole di Spielberg, che di recente aveva diretto anche Le avventure di Tin Tin ma con risultati sicuramente migliori. Il GGG: Il grande gigante gentile difatti, è un film davvero troppo infantile dove non basta del tutto una sontuosa Computer Graphic per affezionarsi al gigante protagonista. A mio avviso insomma questo è uno dei peggior film di Spielberg (capita anche ai grandi come Lui, anche se qui c'è più mestiere che meraviglia, o per dirla in un altro modo, c'è più il produttore che il regista poiché nulla ha inventato in questo caso Spielberg), in effetti non sono abituato a film sotto la sufficienza per lui (per quel che mi riguarda ovviamente), perché sembra incredibile, ma stavolta capita perfino di annoiarsi. Perché anche se il film si lascia guardare senza troppe pretese, è decisamente un film riuscito a metà, che non riesce a far "sognare" lo spettatore, che si lascia appunto guardare ed infondo voler bene, ma le favole che fanno sognare sono un altra cosa.
Tuttavia il passaggio nel mondo dei sogni del gigante e la bambina ha comunque un profondo e coinvolgente fascino, anche perché la forza del film è chiaramente nelle immagini, ma molti momenti sono monotoni, ripetitivi proprio perché l'argomento non offre molto, in più particolarmente antipatica la piccola protagonista, una bimba insonne che alle 3 di notte perlustra ancora le grandi stanze dell'Orfanatrofio in cui è ospitata. In ogni caso si segue con leggerezza il film, cercando di ritornare bambini sforzandoci altresì di seguire la vicenda della piccola orfana Sofia, rapita nel suo collegio dal Grande Gigante Gentile e da lui condotta nella Terra dei Giganti. A differenza dei suoi colleghi assai più grandi di lui (è alto soltanto 7 metri e 20), cattivoni per davvero e per giunta ghiotti di carne umana, GGG è però un gigante mite, generoso e molto dolce. La sua passione è quella di catturare tutti i sogni di questo mondo, riporli in barattoli etichettati, per poi instillarli con il suo trombone sparasogni nella mente dei bambini che dormono, dopo aver scelto ovviamente quelli più belli. GGG durante lo svolgimento della storia finirà per condurre Sofia a una sorta di iniziazione alla vita, difendendola dalle grinfie dei giganti cattivi, i quali alla fine saranno sconfitti, pensate un po', "nientepopodimeno" che dall'esercito della Regina d'Inghilterra, conosciuta dal GGG e da Sofia durante un imprevisto, improvvisato e surreale happening nei suoi palazzi (sinceramente la parte più imbarazzante di tutte).
Spielberg quindi (che cerca di far breccia nel cuore del pubblico più giovane, non dimenticando però la sua vecchia schiera di affezionati, confezionando un prodotto in tecnica mista, tipico degli anni '70, con tanto della compianta Mathison, la quale curò la sceneggiatura di E.T., e di questo GGG), si rimette in pista tentando di ricostruire un intreccio paragonabile al suo memorabile film sull'alieno "telefono-casa", che ha segnato gli anni '80 e l'immaginario collettivo (oltre che più volte citato nel film stesso), peccato però che, nonostante la storia sia tratta da un libro di Dahl di quegli anni e i riferimenti contestuali siano quelli, siano passati nel frattempo i 30 anni in cui la storia ha corso più veloce di sempre, e gli spettatori non siano più gli stessi, o meglio gli spettatori possono essere gli stessi, ma non la loro sensibilità (parlo almeno per me). Forse non ero io il target dell'opera (in termini di pubblico), ma ho trovato appunto il film per gran parte noioso, con una incapacità di creare pathos nel senso più genuino del termine, nonostante la bella "apparecchiata" in termini scenografici e di impegno attoriale. Anche perché appunto, GGG è una di quelle pellicole per bambini stile anni '70, molto infantile e non adatto ai piccoli di oggi, decisamente più smaliziati, anche se a parte lo stile vintage del racconto che deriva da un romanzo, il vero limite è proprio la messa in scena. Bella la cura del mondo fiabesco ma tra i due protagonisti non si crea mai l'empatia necessaria.
Il momento più magico, lo riconosco, è la visione della "terra dei sogni", ma la carenza maggiore è proprio nella mancanza del dramma, vedi la storia della giacca appartenuta forse ad un altro bimbo che per qualche tempo visse col Gigante, che viene buttata lì e spenta senza alcun fervore. Non basta l'identificazione fra due solitudini sottoposte alle intemperie del mondo esterno (GGG fra le angherie degli altri giganti ignoranti, carnivori e Sofia fra le punizioni eccessive degli educatori dell'Orfanatrofio) o anche la tematica della diversità usata come bandiera di una integrità morale che non si piega, perché la scintilla non scatta. Tuttavia come detto, qualcosa di buono c'è, anche perché in ogni caso la regia è molto buona, così come la CGI del gigante che risulta fantastica nelle sue movenze e fattezze fisiche, senza dimenticare la fotografia con questa Londra che pare antica, ma invece è ambientata ai giorni nostri, che risulta davvero affascinante. Come pure la cura attentissima e sapiente nella rappresentazione dei luoghi, degli oggetti, dei mostri, dei colori, dei movimenti. L'affascinante camminata notturna del gigante per le strade di Londra, nelle quali si mimetizza usando il mantello, diventando invisibile agli occhi di qualsiasi urbano, in tal senso è spettacolare nonché divertente. Anche se è un po' troppo poco per quel che poteva essere.
Il film infatti secondo me per questo è guardabile una volta sola, semplicemente spinti dalla locandina e da Mark Rylance, che nel 2015 fu premiato con l'Oscar. Giacché qui e sempre secondo me, rimane di lui una prova accettabile (seppur sprecato in un ruolo così tecnologico), anche perché questo film, e di nuovo secondo me mostra un mix di situazioni e cliché triti, solamente più elaborato. Accurato, preciso ma per niente perfetto, anzi, perché oltre ad un livello di scrittura che fa leggermente acqua, oltre a dialoghi disarmanti, che forse non andrebbero bene nemmeno in una puntata di Peppa Pig, oltre ad una seconda parte mediocre con scene imbarazzanti, davvero fastidiosa è la piccola protagonista. Perché seppur bello è il suo personaggio da grandi occhi curiosi, grandi occhiali (perché lei legge tutta la notte per via dell'insonnia) capelli corti da avventuriera, le punte dei piedi rivolti sempre verso l'interno, come i timidi e gli introversi, la giovanissima attrice protagonista è invece insipida, non stiamo parlando della nuova Drew Barrymore, ma di una prova davvero piatta. Ed è abbastanza strano, perché Spielberg ci aveva abituati ad una grandissima direzione degli attori e cura nei particolari. Tuttavia per chi è sotto i 10-11 anni è un bel lavoro, semplice, colorato e con buoni principi. A tutti gli altri si para davanti invece una storiella striminzita, probabilmente adatta ad una fiaba corta ma decisamente non adatta a riempire due ore di pellicola. Una pellicola di cui resta la bella storia di amicizia e quei momenti magici in cui Spielberg sembra quasi evocare il mito del proprio cinema, ma è comunque un'occasione persa, dato che seppur sufficientemente carino mi aspettavo molto di più. Voto: 5,5 [Qui più dettagli]

22 commenti:

  1. Non è certo il suo lavoro più ispirato, ma uno Spielberg da 5,5 da comunque pastina ad un sacco di colleghi. Personalmente questa favoletta mi ha intrattenuto, certo i capolavori di Spielberg stanno ad anni luce di distanza. Cheers!

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    1. In effetti è certamente molto meglio questo che certe cavolate ;)
      Anni luce è proprio il termine giusto, comunque anche a me un pochino ha intrattenuto :)

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  2. Questo non mi ispira proprio..sarà per il target di età molto bassa..

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    1. Forse anche troppo bassa, ed è abbastanza strano per Spielberg, che ha fatto sempre film per tutte le età..

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  3. L'ho evitato come la peste, francamente non se ne sentiva il bisogno di questo film.
    Dahl ci sa fare, il racconto fu già portato sullo schermo, e non è come per la fabbrica di cioccolato che a rimetterci le mani è Burton. Spielberg, pur essendo un mostro, è troppo accademico.

    Moz-

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    1. Comunque non credo sia colpa di Spielberg, perché la regia è buona, ma è la sceneggiatura forse troppo fedele che non funziona...
      Non sapevo che Dahl avesse scritto anche I Gremlins, certo che ci sapeva fare ;)

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  4. Gesù, che due marroni di film, odiato con tutta me stessa. Non tanto per Spielberg, sempre bravo dietro la macchina da presa, ma proprio per la natura di pittime dei due protagonisti, uno più detestabile dell'altro.

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    1. Sarà stato il doppiaggio ma soprattutto la bambina a volte l'ho davvero odiata :D

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  5. Per me, fra i film peggiori della sua annata.

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  6. Sto dalla parte di Bara.
    Pur coi suoi difetti, mi ha fatto tornare bambino per due ore.

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  7. Non sono riuscito a finirlo... mi ha sfinito prima lui... ;)

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    1. Posso immaginarlo, anche se io finisco sempre di vedere un film ;)

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  8. L'ho visto tempo fa ma credo che non sia così male.
    È per i giovanissimi non dimentichiamolo.
    A me è piaciuto molto.
    Anche se a tratti sembra che le scene non siano legate tra loro, diciamo che appare dispersivo.
    In realtà ho trovato i disegni mooolto belli e la fantasia ben distribuita.
    Se fossi un bimbo avrei fatto molte domande ed avrei chiesto molti perché ma ne sarei stato davvero affascinato. Ciao e grazie.

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    1. Non è certamente peggio di altri, non per caso il mio voto non è proprio una bocciatura, anche perché visivamente è affascinante ma purtroppo a parte le immagini io ho visto ben poco di coinvolgente ;)
      Tuttavia in questo caso il target la fa da padrone, per cui è giustificato che ai bambini possa piacere :)

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  9. Per i bimbi è perfetto, per noi grandi mi aspettavo qualcosina in più.

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  10. L'ho visto di recente anche io ma a me è piaciuto molto.
    Non amo i prodotti troppo per piccoli e questo mi è sembrata sì una fiaba ma per tutti (anche ai miei genitori sessantenni è piaciuto), non solo per i più piccoli. Pensa che non sopporto i bambini, soprattutto quelli chiacchieroni come la protagonista ma stranamente mi è stata simpatica.
    Mi ha emozionato e mai annoiato.
    I buchi narrativi non li ho notati (non per smentirti, sicuramente ci sono), meglio per me.
    Comunque sei spietato riguardo i dialoghi 😆

    Oh, ora non pensare che per me sia un capolavoro! Per me è da 3 stelle, forse 3 e mezzo. Non lo rivedrei una seconda volta neanche io, forse giusto con un eventuale figlio.

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    1. I dialoghi perché sinceramente il gigante non era Yoda...
      Non lo penso che per te sia un capolavoro, altrimenti non ti avrei più rivolto la parola :D

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    2. Ah ti riferivi al modo di parlare del GGG... su quello concordo, sembrava un rumeno sbarcato in Sardegna. Non so come è in inglese ma in italiano potevano fare sicuramente meglio, anche se molte storpiature/invenzioni di parole mi hanno fatto ridere.
      L'ho scampata allora 😆

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    3. In parte mi riferivo a quello ovviamente, non in tutto però, perché alcuni dialoghi sono oggettivamente ridicoli..
      "Un rumeno sbarcato in Sardegna" già :D

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