Ecco la lista dei film visti questo mese. Scelte o meno, pellicole visionate dalle piattaforme streaming a mia disposizione (a pagamento o meno), ovvero da Netflix, Sky e Prime Video, da Mediaset Infinity (compreso Plus), Paramount Plus e RaiPlay, a infine Disney Plus, TimVision e occasionalmente YouTube. Sporadicamente anche da Apple Tv Plus, Pluto TV e siti vari (anche non legali). Lo speciale cinematografico del mese è incentrato su Yasujirō Ozu, con quattro film della sua inedita filmografia.
Anora (Romantico/Commedia 2024) - Sean Baker, che continua a raccontare quegli interstizi sociali degli USA che avevano già precedentemente caratterizzato i suoi lavori, firma un film che mescola fiaba moderna, commedia pulp e dramma familiare. La protagonista, una lap-dancer coinvolta con il figlio di un oligarca russo, attraversa un viaggio tra eccessi, promesse e scontri generazionali. Nonostante la regia solida e una performance convincente di Mikey Madison, la sceneggiatura appare debole, i personaggi secondari più riusciti dei principali, e il tono altalenante tra ironia e serietà lascia perplessi. Il film è stato premiato, ma molti lo ritengono (a ragion veduta) sopravvalutato: una confezione curata che non riesce a nascondere la superficialità narrativa e l'assenza di vera profondità. Un'opera che intrattiene, ma non lascia il segno. Voto: 6
Un film Minecraft (Fantasy/Avventura 2025) - Film infantile e povero di idee, con una trama debole e personaggi poco sviluppati. Ricorda vagamente gli ultimi Jumanji, complice la presenza di Jack Black, qui impegnato anche in momenti musicali poco contestualizzati. Jason Momoa appare in un look anni '90 discutibile. Il mondo di Minecraft è appena accennato e non viene esplorato. Battute semplici, adatte a un pubblico molto giovane. Effetti speciali discreti e ritmo sostenuto, ma il film si regge quasi esclusivamente sul carisma dei due "ingombranti" protagonisti, per il resto è inconcludente. Curioso il doppiaggio di Malgosha affidato a Mara Maionchi. Voto: 4,5
Humane (Dramma/Thriller 2024) - Film distopico e grottesco sull'eutanasia incentivata come risposta alla crisi climatica. Una idea di fondo provocatoria e originale, che ribalta il concetto di controllo demografico. Seguendo solo in parte le orme parentali, Caitlin Cronenberg esordisce con una commedia nera che mescola satira sociale e conflitti familiari, tra momenti inquietanti e dinamiche psicologiche ben tratteggiate. La narrazione alterna spunti interessanti a qualche passaggio ripetitivo e un finale un po' confuso, ma il ritmo resta vivace e il cast ben diretto. Una pellicola che, pur non mordendo sempre a fondo, offre riflessioni pungenti e una visione coinvolgente. Voto: 5,5
Golda (Biografico/Dramma 2023) - Biopic intenso su Golda Meir, premier israeliana durante la Guerra dello Yom Kippur. Diretto da Guy Nattiv, il film segue i canoni del genere ma riesce a distinguersi grazie alla magistrale interpretazione di Helen Mirren, che restituisce con finezza il lato umano e politico della "lady di ferro". La narrazione si concentra sulle tensioni interne al governo e sulle scelte difficili in un momento cruciale, con un ritmo che alterna momenti statici a passaggi più coinvolgenti. Pur non innovando nella struttura, il film offre uno sguardo potente su una donna che ha saputo imporsi in un mondo dominato dagli uomini, lasciando il segno nella storia. Voto: 6+
L'orto americano (Dramma/Thriller 2024) - Tratto da un suo romanzo, il nuovo film di Pupi Avati si muove tra thriller, sovrannaturale e dramma processuale, ma fatica a trovare un equilibrio tra i generi. La prima parte ambientata negli USA si dilunga e rallenta il ritmo, mentre il ritorno in Italia riporta la narrazione su binari più familiari al regista, pur senza risolvere del tutto i nodi della trama. Il bianco e nero dona eleganza e mistero, valorizzando le location e le atmosfere. Tuttavia, la sceneggiatura appare debole e frammentata, e la scelta dell'inespressivo protagonista non aiuta a coinvolgere. Interessante per gli appassionati del regista, ma sbilanciato e poco incisivo. Voto: 5
To Leslie (Dramma 2022) - La parabola di una donna alcolizzata che, dopo aver sperperato una vincita e abbandonato il figlio, torna nel suo paese natale per ricominciare da capo. La trama è tutt'altro che originale, ma viene trattata con sensibilità e realismo. La cittadina di provincia, ostile e malinconica, diventa lo sfondo perfetto per un percorso di rinascita che, pur nei suoi cliché, riesce a coinvolgere emotivamente. La regia esordiente è sobria e il cast offre interpretazioni solide, con Andrea Riseborough particolarmente efficace nel rendere la fragilità e la dignità della protagonista. Non è un film memorabile, ma ha cuore e sincerità, e questo lo rende degno di visione. Voto: 6
Per il mio bene (Dramma 2024) - Una donna di successo scopre improvvisamente di avere un tumore e, insieme, di essere stata adottata. Questo doppio trauma la spinge a intraprendere un percorso intimo e doloroso alla ricerca delle proprie origini. Il film affronta con delicatezza temi universali come la malattia, l'abbandono e il bisogno di appartenenza, senza indulgere in sentimentalismi. La narrazione è essenziale ma efficace, capace di evocare emozioni autentiche. Barbora Bobulova regala una prova intensa e misurata, sostenendo con forza il cuore del racconto. Un'opera sobria, che parla al pubblico con sincerità e rispetto. Voto: 6+
Maria (Biografico/Dramma 2024) - Pablo Larraín firma un biopic intimo e malinconico sull'ultima settimana di vita di Maria Callas, sola nel suo appartamento parigino, tra ricordi, visioni e interviste immaginarie. Il film si distacca dai classici ritratti celebrativi, scegliendo un tono elegiaco e introspettivo, ma a tratti eccessivamente luttuoso e lento. Angelina Jolie offre una performance sofisticata, seppur troppo costruita, mentre Favino e Rohrwacher restano in ombra. Visivamente e stilisticamente curato, affascina per atmosfera ma delude nel coinvolgimento emotivo. Meno incisivo rispetto agli altri ritratti femminili di Larraín, resta un'opera elegante ma anonima. Voto: 5
Itaca - Il ritorno (Storico/Dramma 2024) - Questa rivisitazione dell'ultima parte dell'Odissea abbandona ogni elemento mitologico per concentrarsi sull'aspetto umano del ritorno. Odisseo non è più l'eroe epico, ma un reduce segnato dalla guerra, tormentato dal senso di colpa e dalla paura di affrontare la famiglia che ha lasciato. Il film si muove in un'atmosfera cupa e realistica, dove la violenza e il dolore prendono il posto della gloria. Ralph Fiennes incarna un Odisseo vulnerabile e intenso, mentre Juliette Binoche è una Penelope austera e dignitosa. Il personaggio di Telemaco risulta meno incisivo, ma Antinoo emerge come figura sorprendentemente autentica. La regia sceglie un tono psicologico e riflessivo, con richiami alla brutalità delle guerre contemporanee. Un'opera ambiziosa, non perfetta (o emozionante), ma interessante. Voto: 6,5
Nella tana dei lupi 2 - Pantera (Azione/Thriller 2025) - Il film riprende la storia del duo Gerard Butler-O'Shea Jackson Jr., spostando l'azione in Europa per un nuovo colpo sulla Costa Azzurra. Pur mantenendo l'impianto da heist movie, il tono è più disteso e meno brutale rispetto al primo capitolo, con una dinamica da buddy movie che funziona grazie alla buona intesa tra i protagonisti. La narrazione alterna momenti più lenti a sequenze ben costruite, come la rapina e l'inseguimento finale, che mantengono alta la tensione. Il cast di supporto, con Esposito, Cerlino e Ahamdi, arricchisce il racconto senza cadere nella caricatura, e la regia si mantiene solida, puntando su un intrattenimento pulito e senza eccessi. Non ha la freschezza dell'originale, ma resta un sequel dignitoso e piacevole, capace di intrattenere con mestiere. Voto: 6
September 5 - La diretta che cambiò la storia (Dramma/Thriller 2024) - Il film ricostruisce il massacro delle Olimpiadi del 1972 dal punto di vista delle redazioni televisive, evitando sensazionalismi e concentrandosi sull'impatto umano e giornalistico/mediatico dell'evento. La tensione è palpabile, e il senso di sgomento vissuto dai giornalisti si riflette nello spettatore, che rivive l'impatto di un evento senza precedenti: il primo atto di terrorismo in mondovisione. Ottima ricostruzione d'epoca, cast efficace e sceneggiatura precisa e ritmata. Un'opera umanamente intensa e rispettosa, non cerca risposte né giudizi politici, che racconta la tragedia senza spettacolarizzarla. Voto: 7
Il seme del fico sacro (Dramma/Thriller 2024) - Un film iraniano intenso e coraggioso che racconta lo scontro generazionale e ideologico all'interno di una famiglia: il padre, giudice fedele alla legge islamica, si oppone alle figlie che aspirano a libertà e cambiamento. La prima parte è un dramma sociale potente, arricchito da veri video di protesta, che poi si trasforma inaspettatamente in un thriller teso e claustrofobico. La sparizione di una pistola innesca infatti una spirale di sospetti e interrogatori, con risvolti clamorosi. Si arriva così ad una resa dei conti, in stile western che ammicca a una autorialità che però in questi film di denuncia c'entra poco. La soluzione lascia difatti perplessi a livello di logica, e il finale convince a livello allegorico, simbolico, meno a livello viscerale. Ma nonostante la durata impegnativa, resta cinema di qualità. Voto: 7
ANGOLO VINTAGE
Inizio d'estate (Dramma/Commedia 1951) - Con una eleganza senza pari, Yasujiro Ozu racconta la vita familiare giapponese attraverso Noriko, una giovane donna divisa tra le aspettative sociali e il desiderio di libertà. Il film procede con ritmo lento e contemplativo, privo di una trama tradizionale, ma ricco di sfumature emotive. I dialoghi misurati, gli interni silenziosi e la musica armoniosa creano un'atmosfera intima e riflessiva. La bellezza del quotidiano emerge nei piccoli gesti e nei sacrifici, mentre il finale, delicato e luminoso, suggella una visione affettuosa e malinconica del cambiamento. Setsuko Hara è radiosa. Un'opera da assaporare con calma. Voto: 7,5
Viaggio a Tokyo (Dramma 1953) - Il film più compiuto di Yasujiro Ozu, un capolavoro che racconta con sobrietà, malinconia e delicatezza il distacco generazionale nel Giappone del dopoguerra. Due anziani genitori visitano i figli a Tokyo, ma trovano solo gentilezze formali e freddezza affettiva. Solo la nuora del figlio morto in guerra mostra sincera empatia. Con il suo stile minimalista, fatto di inquadrature fisse e dialoghi misurati, il regista descrive il cambiamento sociale senza giudicare, lasciando che siano i gesti quotidiani a parlare. Un'opera universale, profonda e ancora attuale, che riflette sul tempo, sulla famiglia e sull'ineluttabilità del cambiamento. Voto: 8
Crepuscolo di Tokyo (Dramma 1957) - Uno dei film più cupi di Yasujiro Ozu, dove il pessimismo permea ogni gesto. Dopo un avvio lento, si delinea il ritratto di un padre abbandonato dalla moglie, costretto a prendersi cura delle figlie in crisi: una lascia un marito violento, l’altra affronta una gravidanza inattesa. La madre, emotivamente distante, rappresenta una rottura definitiva con il passato, difficile da comprendere per una sensibilità occidentale. Non ci sono soluzioni né consolazioni, solo frammenti di umanità e gesti che rivelano dolore, rinuncia e un desiderio di ricomporre ciò che resta. Ozu, anche nella sua cupezza, lascia il segno con momenti di grande cinema. Voto: 7
Fiori d'equinozio (Commedia/Dramma 1958) - Primo film a colori di Yasujiro Ozu, segna una svolta visiva nel suo cinema, con l'uso di tonalità vivaci per accentuare il contrasto tra tradizione e modernità. Al centro della storia c'è Hirayama, padre conservatore che si oppone al matrimonio d'amore della figlia, pur dispensando consigli progressisti agli altri. Il film riflette con ironia e delicatezza il cambiamento sociale del Giappone postbellico, dove le donne appaiono più pronte al futuro rispetto agli uomini. Con il suo stile sobrio e rigoroso, Ozu costruisce una commedia sofisticata, malinconica e luminosa, che si chiude con un finale poetico e pieno di speranza. Voto: 7+
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