sabato 30 dicembre 2017

Le peggiori serie tv viste dell'anno (2017)

In attesa di scoprire le mie migliori, eccomi adesso a nominare il vincitore e le vincitrici delle peggiori serie, poiché anche in questo 2017 ho visto alcune serie tv non proprio soddisfacenti, anzi, in alcuni casi abbastanza mediocri esse sono state. E non solo perché la trama o le puntate non mi hanno coinvolto o divertito, ma anche per colpa di attori e attrici non proprio all'altezza, infatti in questa classifica si terrà conto di loro e di altro, come avrete letto o leggerete nelle recensioni (disponibili con l'immagine) di queste serie. Prima però le quattro serie che, nonostante abbiano raggiunto la sufficienza, mi hanno deluso un po' e non hanno soddisfatto le alte aspettative in cui in esse riponevo. E dopo ovviamente le peggiori serie viste quest'anno, tra sbiadimenti e cedimenti, e quindi al primo in classifica andrà il Saba Serial Razzie Awards 2017.
 
LE DELUSIONI
1. Tra disgusto e genialità la sesta stagione di AHS non convince fino in fondo (6,5) - 2. Minestra riscaldata bella ma non proprio soddisfacente la seconda di Scream Queens (6+)
3. Novità affascinante ma superficiale quella della serie Sky (6,5) - 4. Seconda stagione di Outcast più coinvolgente ma nuovamente per niente paurosa (6)

venerdì 29 dicembre 2017

I peggiori film genere per genere e le delusioni del 2017

Dopo i peggiori film in assoluto di ieri, qui, è ora di conoscere i peggiori film genere per genere di quest'anno, ovvero il meglio (si fa per dire) del peggio visto in questo 2017. Ma prima di sapere quali film (dal 5 al 5,5 di voto) faranno parte della lista in questione, e quindi di sapere di quei film che, nel loro genere si sono contraddistinti almeno in parte in negativo (e di cui comunque non consiglio o sconsiglio una visione, fate voi, anche se io vi ho avvisati del "pericolo"), una piccola schiera di pellicole che durante l'anno mi hanno deluso, ovvero tutti quei film da cui mi aspettavo di più e decisamente qualcosa in meglio rispetto alle (mie e non solo) attese. Perché anche se in alcuni casi, essi hanno anche raggiunto la sufficienza (solo la metà) ed in altri l'insufficienza piena (soprattutto gli ultimi quattro, American Pastoral, Focus, Ben-Hur e Gods of Egypt), tutti non sono riusciti a sfruttare il loro potenziale e a lasciare per strada i pezzi, non riuscendo quindi a fare del tutto breccia. Questi nella prima immagine, poi finalmente la lunga lista genere per genere del "meglio del peggio".

giovedì 28 dicembre 2017

I peggiori film visti dell'anno (2017)

Sembra passata una vita dall'ultima volta, ma è passato solo un anno da quando ho stilato le mie classifiche finali. Un anno, questo, ricco come sempre di tantissimi film che ho visto, e che ho altresì odiato (anche perché è difficile non trovarsi di fronte a certi film) ma anche amato, per questo però c'è tempo, per il momento è tempo invece di presentare la classifica dei peggiori film visti quest'anno, ed ovviamente al peggiore in assoluto verrà assegnato un mio personale Razzie Awards. In quest'occasione però il post verrà diviso in tre parti, per cominciare i film che, nonostante il buon cast si sono rivelati pessimi film, dopotutto a volte non basta una sufficiente interpretazione a salvare un film se questo è brutto per colpa della regia e della trama, poi la classifica vera e propria dei film più brutti anche per colpa dell'anonimo cast e delle insufficienti interpretazioni dello stesso, con prima dalla posizione 18 alla 11 ed infine i primi dieci posti (qui ci saranno anche i link). Vediamo quindi quali secondo me, e sempre personalmente parlando (poi decidete voi se ho ragione o meno), sono le pellicole in questione.

domenica 24 dicembre 2017

Cinevigilia: Santa Clause (1994)

Nel piccolo cinema del mio paese, che ora da anni non c'è più (quello più vicino e funzionale dista 20 km ed è un immenso multisala), avrò visto sì e no una dozzina di film, con la scuola più di tutti, con mio fratello due-tre volte e con mio padre due, una per La Vita è Bella e l'altra per Santa Clause, per l'appunto il film, The Santa Clause in originale (importante perché a tal proposito c'è un aneddoto), pellicola del 1994 diretta da John Pasquin, che ho scelto, soprattutto perché ho un ricordo davvero bello di quella visione e anche del film che sviscera in modo meraviglioso il rapporto padre/figlio (uno dei punti forti della pellicola), per la piccola rassegna denominata Cinevigilia (come da titolo) e istituita da quella sgangherata cricca di blogger che ogni tanto riprende vita. Questa pellicola (di Natale) infatti, distribuita da Walt Disney Pictures e Hollywood Pictures e interpretata da Tim Allen (che all'epoca adoravo grazie alla serie Quell'uragano di papà), l'ho visto appunto al cinema appena era uscito, proprio sotto Natale, e mi era piaciuto moltissimo, un po' come adesso che l'ho piacevolmente rivisto. Diretta dal regista John Pasquin (Da giungla a giunglaMiss F.B.I. - Infiltrata speciale), "Santa Clause" è difatti una pellicola, comunque sottovalutatissima e calcolata solo in era Natalizia, assolutamente gradevole, certamente con il classico spirito di Natale, seppur molto più commovente e cupo, ma con qualcos'altro in più da dire.

sabato 23 dicembre 2017

La guida tv per le feste 2017

Nei prossimi giorni faranno così tanti film che sarà difficile per la mia rubrica giornaliera #staseraintv e #stanotteintv, presenti ormai da più di un anno sulle mie piattaforme social, stare al passo e segnalare tutte le pellicole che andranno in onda. Ecco perciò che, prendendo spunto da altri, ho deciso quest'anno di fare un post apposito per segnalare i film in onda e quindi miei consigli spassionati per la serata di oggi fino a mercoledì 27, e lo farò spulciando ben bene tutte le reti, e linkandovi qualche mia recensione. Come ovvio se i canali cambieranno programmazione all'ultimo minuto non sarà colpa mia, ma non credo sarà un problema dato la grande mole di pellicole (di vario genere) a disposizione. E quindi ecco i miei consigli su cosa c'è e cosa vedere nei prossimi giorni.

SABATO 23 DICEMBRE 2017

Italia 1 - Ore 19.00 Stardust
Premium Cinema +24 - Ore 19.05 Godzilla (2014)
Sky Cinema Family - Ore 21.00 La spada nella roccia
Paramount Channel - Ore 21.10 Serendipity - Quando l'amore è magia
Rete 4 - Ore 21.15 Il dottor Zivago
Premium Cinema +24 - Ore 21.15 Blackhat
Premium Energy +24 - Ore 21.15 La mummia
Premium Cinema Emotion - Ore 21.15 Il piccolo principe
Premium Cinema Comedy - Ore 21.15 Loro chi?
Rai 2 - Ore 21.20 Ribelle - The Brave
Italia 1 - Ore 21.35 E.T. l'extra-terrestre
Rai Movie - Ore 23.00 Momenti di gloria
Premium Energy +24 - Ore 23.20 Ritorno al futuro

venerdì 22 dicembre 2017

Il Natale del passato, del presente e del futuro

Quest'anno non sapevo proprio come chiudere l'anno cinematografico in corso, congedarmi momentaneamente dal blog (anche se per la vigilia ci sarà una sorpresa e da mercoledì cominceranno le classifiche finali) e augurare a tutti un sereno Natale, fortunatamente in soccorso è arrivato il buon Riccardo de Il bazar di Riky, che ha proposto settimane fa un interessante Tag intitolato Il Natale del passato, del presente e del futuro, e io quindi colgo adesso al volo l'occasione, nonostante una sua non nomination, arrivata in ogni caso l'altro giorno dalla dolce Paola di A chi non è come neve, per continuare la "catena", in questo caso gradita come tante altre durante l'anno, e raccontare un po' di fatti miei. Ma prima le classiche regole del gioco, che prevedono altresì di nominare, seppur non obbligatoriamente, altri blog come infatti suggerito dal creatore: "Le nomination sono libere: potete anche non farle, ma devono essere al MASSIMO SETTE (25, 2+5 = 7. Ahhaahhaahah). Inoltre, a vostro piacere, potete pubblicare una foto di un vostro Natale. Ultima regola: linkare il blog che vi ha nominato e tornare qui pubblicando nei commenti il vostro link del post". Detto questo ecco che si comincia.

NATALE PASSATO

Inutile sottolineare come da piccolo il Natale era vero Natale, la magia di quel periodo si sentiva, eccome se si sentiva (come anche scritto 2 anni fa in questo post), perché anche se ho smesso presto di credere in Babbo Natale, seppur le classiche letterine le scrivevo ugualmente, era il momento più bello e atteso dell'anno. Tanto che aspettavo con ansia di ricevere e poi aprire i regali (pochi e neanche eccezionali a dir la verità, seppur non importava), di giocare e rigiocare a Tombola, carte ed altro, di cantare e ascoltare canzoni natalizie, di recitare la mia poesia, di mangiare dolci a volontà (anche più che all'Epifania) e quindi mangiare in famiglia, di comporre il presepe a casa (in campagna) di mia nonna (la foto di inizio post si riferisce proprio ad uno di quei "tentativi" di aiutare mia zia) e vedere i tanti film di Natale in tv, tra cui ovviamente i classici Disney, tra cui il mio preferito in assoluto, La Spada nella Roccia. Insomma era un periodo fantastico (felice e spensierato), e se poi nevicava lo era ancor di più. Perché davvero, tra recite a scuola, luci, addobbi e quant'altro il divertimento non mancava affatto.

giovedì 21 dicembre 2017

Le mie canzoni preferite (Ottobre/Novembre/Dicembre 2017)

So perfettamente che in questo periodo van per la maggiore le canzoni di Natale, ma di novità in merito non ce ne sono state, e quindi prima che quest'anno sia finito, ecco ritornare il mio consueto post bi-mensile, oggi tri-mensile, sulle canzoni preferite ascoltate in questi ultimi mesi. In ogni caso se proprio non potete farne a meno di canzoni natalizie, potete rinfrescarvi la memoria e le orecchie con La top 10 delle canzoni di Natale preferite e Natale con i Chipmunks. Tornando invece a noi, dopo aver ancora in testa l'ultima canzone di Caparezza, che trovate anche al post scorso, qui, ecco cosa ho ascoltato ultimamente di frequente, in una classifica di gradimento abbastanza corta, poiché anche in tal senso di grandi novità poco e niente.

Di Sia ho adorato Chandelier, ora ecco il suo ritorno insieme al personalmente sconosciuto ZAYN,
famoso forse per essere il fidanzato di Gigi Hadid

mercoledì 20 dicembre 2017

Tutti gli altri film visti durante il 2017: Commedia (Il fascino indiscreto dell'amore, Moglie e marito, Insospettabili sospetti & Masterminds)

Eccoci arrivati all'ultimo appuntamento della rassegna filmica istituita per non lasciare nessun film indietro, e per chiudere come si deve, ecco il genere commedia, che brillantemente quest'anno si è fatta discretamente valere. Come la protagonista anche io non sono indifferente al fascino del Giappone (e dell'estremo oriente in generale) ed anche se non ho quasi mai approfondito o assecondato il mio interesse, seppur ho visto tante pellicole, orientali più che giapponesi (animazione e wuxia), questo film del 2014 di Stefan Liberski ha avuto il merito di riaccendere questa passione dormiente, che ultimamente ha avuto altresì un picco per la visita, e quindi il racconto fotografico e non, di due blogger che ci sono state pochissimo tempo fa. Perché anche se Il fascino indiscreto dell'amore (Tokyo Fiancée), è una gradevole commedia romantica, forse adatta più ad un pubblico femminile, è comunque capace di accontentare tutti, mostrando sentimento e passionalità tali da rendere tutto molto scorrevole, coinvolgente e godibile. Denso di avvenimenti seppur al contempo un po' ridondante, questo è un film infatti ad ogni modo (e a suo modo) assai godibile, dato che si ride e ci si commuove in egual misura. Giacché il racconto, questo racconto (per niente stucchevole) tratto dal romanzo "Né di Eva, né di Adamo" di Amélie Nathomb, della singolare scoperta dell'amore da parte di una giovane donna belga in Giappone, tra le gioie e i dolori del toccante scontro culturale tra Oriente e Occidente, scivola via senza grossi problemi. Il film infatti, nell'ambito di una produzione Belgio, Francia, Canada, girato tutto in Giappone, che ha per protagonisti la giovane attrice belga Pauline Etienne, e dall'attore giapponese Taichi Inoue, è piacevole per la delicatezza con cui la storia sentimentale tra i due protagonisti viene raccontata e presentata, e pertanto essa risulta sicuramente piacevole.

martedì 19 dicembre 2017

Tutti gli altri film visti durante il 2017: Azione/Western (American Ultra, Criminal, Man of Tai Chi & The Salvation)

Nono e penultimo appuntamento con l'inossidabile genere action, a cui facile è affiancare il genere western, dopotutto sempre di sparatorie e mazzate qui si parla. Un po' Chuck, un po' MatrixAmerican Ultra è una commedia d'azione del 2015, per fortuna con più azione che comicità, che nonostante la poca originalità e la non eccezionalità della trama, senza infamia e senza lode, porta a casa il risultato. Anche perché la prima impressione guardando questo film, è che sia derivato da un fumetto, un po' come (il passabile) Scott Pilgrim o (l'ottimo) Kick Ass, il giovane e solitario Mike (Jesse Eisenberg) vive con la coetanea Phoebe (Kristen Stewart) e quando non lavora (ma anche quando lavora) in un market sempre deserto, passa il tempo a fumarsi canne su canne e disegnare fumetti di scimmie astronaute. Salvo essere preso da assurde crisi di panico ogni volta che cerca di allontanarsi dalla routine o dal paese tra i boschi della Virginia dove vive. Potrebbe essere l'inizio di una commedia alla Clerks, ma la svolta si fa interessante, e il tono più drammatico, non appena si scopre che in realtà Mike è un operativo della CIA cui è stata piallata la memoria e data una nuova identità. Il progetto che lo vedeva "dormiente" è stato annullato e un ambizioso capetto dell'Agenzia (Topher Grace) vorrebbe toglierlo di torno definitivamente, ma un'altra dirigente con scrupoli di coscienza (Connie Britton) decide di "risvegliarlo" perché possa difendersi. Mike è rappresentato come un tenero stordito che naturalmente non si capacita delle doti assassine che scopre di avere. E questo riesce però a rendere le situazioni più divertenti e la violenza meno realistica, specie in alcune scene dagli effetti speciali molto azzeccati (la prigionia nella cantina dello spacciatore illuminata da luci UV, l'uso di una padella come sponda per sparare stando nascosti, ecc.).

lunedì 18 dicembre 2017

Tutti gli altri film visti durante il 2017: Documentari/Dramma (Going Clear - Life, Animated - Una volta nella vita - Taxi Teheran)

Ottavo appuntamento con un genere sempre fonte di tante cose importanti ed interessanti da scoprire e/o sapere, il documentario, qui altresì messo insieme praticamente a due docu-film. Un'inchiesta sulla storia e la struttura della Chiesa di Scientology (che in linea generale si conosce, ma che il regista ci fa conoscere più in profondità, riuscendo a comporre, descrivendo le particolarità pur in meccanismi già usati, semplici ma terribilmente efficaci, una descrizione a 360 gradi su tale fenomeno), attraverso le testimonianze di ex adepti che ne denunciano la natura manipolatrice e le pratiche illecite, questo è Going Clear: Scientology e la prigione della fede. Il film del 2015 diretto da Alex Gibney infatti (basato sul libro omonimo), che alterna le testimonianze di otto ex-membri di Scientology, tra cui il regista Paul Haggis (il suo Crash vinse l'Oscar nel 2006), l'attore Jason Beghe ed alcuni dirigenti dell'organizzazione (e tutti testimoniano di condizionamento mentale, sfruttamento del lavoro, coercizione, metodi di spionaggio e stalking, raccolta di dati personali a scopo di intimidazione) e la storia della chiesa, dalla sua fondazione da parte di L. Ron Hubbard, iperprolifico autore di racconti di science fiction già negli anni '40, che poi usò come basi "teoriche" per il suo culto, la sua dottrina (anche grazie alla sua "bibbia" Dianestic), continuando con la sua promozione da parte di star come John Travolta e Tom Cruise (che escono malconci da questo documentario), per finire coi primi scandali e polemiche, in particolare sotto la leadership del successore di Hubbard, David Miscavige, "dittatore" dal forte spirito imprenditoriale, che ha rafforzato la rete di protezione attorno alla setta e ha fatto sì che dopo aver rischiato una colossale multa dal fisco americano, improvvisamente quest'ultimo ha riconosciuto a Scientology lo status di religione (anche se lo status di religione è riconosciuto solo in alcuni Paesi ed è materia controversa, come viene ben spiegato nel documentario) che la esenta da ogni tipo di pagamento facendo così lievitare il patrimonio del gruppo.

venerdì 15 dicembre 2017

Tutti gli altri film visti durante il 2017: Fantascienza/Avventura Fantasy (Equals, Morgan, Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 2 & Warcraft: L'inizio)

Settimo appuntamento con l'avventura fantasy e fantascienza che, seppur alquanto diversi nei generi e nei temi, raccontano sempre storie interessanti, non sempre originali, ma simili. Ambientato in un presunto futuro in cui tutte le emozioni sono azzerate a favore di una compostezza e di un'uguaglianza fittizie, Equals, film del 2015 diretto da Drake Doremus e prodotto tra gli altri da Ridley Scott, è uno sci-fi a sfondo romantico che fa vivere l'amore vietato tra due ragazzi interpretati da Kristen Stewart e Nicholas Hoult, anche se al contrario dei classici young adult, si rivela essere qualcosa di un po' diverso. Anche perché seppur la trama analizza temi non nuovi al repertorio cinematografico ed anzi alquanto attuali come l'omologazione degli individui, la supremazia della scienza e dell'intelletto, la meccanizzazione del mondo, portando all'estero certe situazioni come il concepimento programmato o la conoscenza dell'universo come unico scopo di esistenza, esso è un prodotto che si distanzia dai suoi simili soprattutto perché, a differenza della frenesia, per esempio, di un Divergent, è un film che si prende i suoi tempi e sviluppa la storia senza fretta (come fosse una puntata di Black Mirror, ma senza la sua straordinaria profondità), tratteggiando con cura prima la società in cui si svolge la vicenda (dove in un mondo futuro privo di avidità, povertà, violenza e sentimenti, una nuova malattia minaccia di risvegliare emozioni sopite, instillando l'amore, la depressione, la sensibilità e la paura in chi ne viene colpito, prima di essere rapidamente allontanato dalla società e mai più rivisto), poi introduce i due "stars crossed lovers" protagonisti e racconta la loro storia d'amore che ricalca, per certi versi, quella classica di Romeo e Giulietta, dopotutto in tale contesto distopico, i giovani Nia e Silas vivranno sulla loro pelle i dilemmi generati da una relazione proibita. L'azione quindi, specialmente nella prima parte, è quasi azzerata, mentre nella seconda parte di film la tensione si fa via via più forte. E a ben vedere, il ritmo della narrazione rispecchia la storia stessa, all'inizio la ripetizione, l'automatismo, la staticità, poi, con lo sbocciare dell'amore fra Silas e Nia, il film si anima, si tinge di nuove sfumature, di quelle emozioni che i personaggi sono obbligati a reprimere.

giovedì 14 dicembre 2017

Tutti gli altri film visti durante il 2017: Biografico (L'Odissea, The 33, L'uomo che vide l'infinito & La vita immortale di Henrietta Lacks)

Sesto appuntamento con il cinema biografico, che ci fa sempre conoscere storie importanti e personaggi di grande caratura che hanno cambiato la storia. Ho sempre saputo chi fosse Jacques Cousteau, il suo lavoro e i suoi traguardi raggiunti, qualcosa di lui scoprì anche nel film Le avventure acquatiche di Steve Zissou di Wes Anderson, poiché il personaggio dell'oceanografo e documentarista Steve Zissou, interpretato da Bill Murray era al tempo stesso una parodia del grande oceanografico e un omaggio alla sua memoria (il berretto rosso era il richiamo più evidente), ma di tutt'altro proprio non sapevo, ovvero che da regista di documentari vinse anche un Oscar e la Palma d'Oro, ma soprattutto non sapevo fosse un uomo "particolare", giacché con il film biografico L'Odissea (The Odyssey), film del 2016 di Jérôme Salle, il suo lato umano, ricco di pregi ma anche di molti difetti, viene a galla. La pellicola infatti racconta non solo la sua vita del comandante, i suoi successi, i suoi sogni ma anche le sue contraddizioni, le sue ossessioni, e, poi, il difficile rapporto con la moglie e i figli, in particolare con l'amato Philippe, morto nel 1979 in un incidente aereo alle Azzorre. Perché anche se grazie ai suoi filmati (e alle sue rivoluzionarie invenzioni) egli divenne un mito mediatico, un protagonista, una star internazionale, non era proprio un uomo perfetto, anzi, era pieno di debiti, in crisi esistenziale con la sua famiglia, con la moglie, che vendette tutto per costruire la sua Calypso, famigerata nave che lo affiancò in tutte le sue strabilianti avventure. Avventure che dal 1946 impegnarono la sua vita, tanto che, finiti sul lastrico, lui e sua moglie (i bambini mandati in collegio, cosa che rovinò il rapporto con i figli) furono costretti a vivere sulla nave. L'Odissea ritrae infatti il periodo storico che lo vede nascere come regista, come esploratore e accompagna la vita di Cousteau per un arco lungo 40 anni. Anni in cui, come detto, la sua natura irascibile lo portò a distaccarsi totalmente dal figlio Philippe, dapprima i due si affiancarono per realizzare i lungometraggi, ma per divergenze lavorative e visioni del mondo totalmente opposte si divisero per anni.

mercoledì 13 dicembre 2017

Tutte le altre serie viste durante l'anno (2017)

Come già anticipato all'inizio della rassegna filmica, un appuntamento sarebbe stato riservato alle serie tv, ed eccomi qui a recensire le serie che durante l'anno per voglia, tempo ed altro, non hanno avuto un loro spazio, anche perché nessuna di queste mi ha davvero entusiasmato, seppur tutte queste cinque le ho seguite perché loro fan. Senza dimenticare essenzialmente che di queste serie c'è ben poco da dire e scrivere, per cui potrete perdonarmi se ho deciso di concludere quest'anno "serial-televisivo" in questo modo. La seconda stagione di Empire (di cui qui trovate la mia piccola recensione), la famosa serie televisiva statunitense creata da Lee Daniels e Danny Strong per la Fox, che continua sempre a seguire le vicende di un'eccentrica famiglia nel mondo dell'hip-hop, ci aveva lasciato con il fiato sospeso, era infatti finito con Rhonda (che aveva finalmente ricordato chi era stata a farla cadere dalle scale e di conseguenza a farle perdere il bambino) e Anika (che astutamente si era fatta mettere incinta per ereditare) che litigavano sul tetto. La terza stagione si apre quindi esattamente dove era finita la precedente e (come potete anche notare dalla foto in basso) ha visto trionfare la furba Anika, che però successivamente, anche per colpa di Andre che ha assistito la scena (mandando altresì lui con problemi dissociativi a creare artriti con tutti) avrà grossi grattacapi, fino allo scioccante finale che gli rovinerà forse irrimediabilmente la vita. Come in verità a quasi tutti i componenti della famiglia, sempre costantemente in rivolta (anche troppa per via di scontri accessi e parole imperdonabili) tra loro, sempre poi (alquanto forzatamente e con tanta ipocrisia, che sta leggermente stancando) ricongiungersi a tarallucci e vino. Cosa che molte volte crea davvero ribrezzo e un po' di fastidio.

martedì 12 dicembre 2017

Tutti gli altri film visti durante il 2017: Dramedy (Eddie the Eagle, The Dressmaker, The Lady in the Van & Tommaso)

Quinto appuntamento con la commedia drammatica, la cosiddetta appunto Dramedy, che riesce molto spesso e decentemente a coniugare toni drammatici o a viceversa toni più leggeri, facendo sia riflettere che divertire. Una bellissima pagina di sport che per una volta non celebra un vincente ma un personaggio che segue alla lettera il motto "L'importante è partecipare" questo è Eddie the Eagle: Il coraggio della follia (Eddie the Eagle), film del 2016 diretto da Dexter Fletcher. Perché se c'è una storia che meglio incarna lo spirito di questo motto "decoubertiniano" è proprio quella di Eddie "The Eagle" Edwards. Dato che la sua è una storia che celebra la forza d'animo umana e la resistenza di fronte a straordinarie sfide e probabilità. Il film infatti è una commedia sportiva biografica che evidenzia la passione, la dedizione e la forza di volontà di un saltatore con gli sci britannico, il primo a partecipare ad una olimpiade invernale. Anche perché lui, ragazzo britannico goffo, impacciato e folle (anche se la sua follia è semplicemente quella di assecondare un sogno che coltiva dall'infanzia), senza abilità ma con un grande cuore, con una testardaggine sospesa tra autolesionismo ed ingenuità infantile, riuscì in un'impresa apparentemente semplice ma straordinaria. Dopotutto in questo film bello e commovente, che si ispira ovviamente a eventi realmente accaduti, e che vengono però raccontati in modo grottesco (seppur mai sopra le righe e con situazioni da commedia a sprazzi di drammaticità), si parla, a parte il lato puramente sportivo, di coraggio e di fiducia in se stessi, anche perché questa grande lezione di vita che Eddie ci da è che il percorso che si compie per raggiungere una meta è più importante della meta stessa. Lui infatti vuole portare a tutti i costi a compimento (nonostante i suoi problemi fisici ed economici) il suo sogno, e con un pizzico di furbizia ci riuscirà. Perché più che straordinario non è solo la forte determinazione e la tenacia quasi "eroica" della sua impresa, quanto nel modo in cui egli vi riesce.

lunedì 11 dicembre 2017

Tutti gli altri film visti durante il 2017: Animazione (Sausage Party, La mia vita da Zucchina, Trolls & Iqbal)

Quarto appuntamento con il cinema d'animazione, che ultimamente sta sempre più sorprendendo in positivo, giacché molto spesso (ma non sempre) riesce sapientemente ad unire divertimento a temi importanti. Spudoratamente crudo e offensivo ma al contempo intelligente, geniale e molto spassoso è Sausage Party: Vita segreta di una salsiccia (Sausage Party), film d'animazione 3D in CGI del 2016, diretto da Greg Tiernan e Conrad Vernon, che sicuramente non è il miglior film d'animazione dell'anno, ma è una divertentissima (seppur volgarissima) boccata d'aria fresca per chi è stanco di vedere sempre "i soliti cartoons". Questo film di animazione per adulti infatti (riassumibile in un ipotetico "crossover" fra la dissacrante ironia dei cartoon americani stile Seth MacFarlane e la fissazione provocatoria di un Rocco qualunque) è, nonostante la volgarità (che in effetti in alcuni momenti va forse troppo oltre diventando fine a sé stessa, ma non comunque disturbando troppo, dopotutto parliamo di cartoons), davvero ben fatto sotto alcuni punti di vista, la grafica per esempio (alcune realizzazioni poi sono davvero incredibili), il nutrito e notevole cast Hollywoodiano che presta la voce in lingua originale (Seth Rogen, Kristen Wiig, Jonah Hill, Michael Cera, Edward Norton, Salma Hayek, James Franco, Paul Rudd e tanti altri), ma su tutti l'ideazione. Perché se c'è una cosa che merita è la genialità della sua creazione, ovviamente però non fatelo vedere a dei bambini, sia per il linguaggio eccessivamente volgare (molto spinto, scurrile e volutamente scorretto), sia per dei riferimenti sessuali troppo espliciti. Il sesso infatti è parte integrante del film, vero "motore immobile" della pellicola, e non a caso la disturbante scena "orgia" finale del film diventa la risposta a tutti i quesiti esistenziali posti nel corso della trama.

sabato 9 dicembre 2017

Tutti gli altri film visti durante il 2017: Dramma (Il Clan, 100 Streets, Woman in Gold & The Sacrament)

Terzo appuntamento oggi con il genere drammatico, un genere che ogni anno regala grandi intensi ed emozionanti film, non a caso è uno dei generi maggiormente candidati all'Oscar. Vincitore per la regia del Leone d'Argento al festival del Cinema di Venezia del 2015, e vincitore del Premio Goya 2016 come miglior film straniero in lingua spagnolaIl Clan (El Clan), film argentino del 2015 scritto e diretto da Pablo Trapero, racconta la storia, apparentemente incredibile ma ahimè drammaticamente vera, della famiglia argentina Puccio, che all'inizio degli anni '80, e precisamente tra il 1982 ed il 1985, organizzava (sotto la protezione del regime) e perpetuava rapimenti e, dopo avere incassato il riscatto dai familiari dell'esponente rapito, lo uccideva a sangue freddo. Saranno poche infatti le vittime a salvarsi da un capo-clan luciferino e dai suoi fedeli parenti, fino a che non torna la democrazia e qualcosa necessariamente cambia. Davvero un grande film, che riflette su responsabilità individuale, etica di gruppo e, in maniera indiretta, memoria collettiva è questo qui. Il film difatti è molto ben diretto dal giovane regista argentino, con uno stile rigoroso, lucido e freddo, riflettendo adeguatamente le azioni e soprattutto il carattere e la personalità del carismatico capo famiglia, il quale costituiva la "mente" principale di tutti i misfatti in cui egli riusciva anche a coinvolgere, chi più chi meno riluttante, tutti i parenti. Giacché il regista, descrivendo appunto come anni di militanza al servizio della dittatura abbiano trasformato l'assuefazione al binomio violenza/impunità in assenza di rimorso e in indifferenza, l'orrore in ordinarietà, riesce bene a rappresentare (senza indulgenze e dove ad emergere è la storia di un paese in cui nessuno è veramente innocente) un'epoca cupissima. Un'epoca e un'opera questa, che ha comunque una sua innegabile originalità, in cui la violenza è però necessaria e funzionale al racconto.

giovedì 7 dicembre 2017

Tutti gli altri film visti durante il 2017: Thriller (Il caso Freddy Heineken, Premonitions, Möbius & Il Segreto del settimo piano)

Secondo appuntamento oggi con il genere thriller, che quest'anno ha regalato sia alcune perle ma altrettanto delusioni, a cui sembrerebbe porvi rimedio questo post. La Heineken è un marchio consolidato, in molti abbiamo bevuto, almeno una volta, una birra prodotta dall'azienda olandese. Quel che non tutti sanno, è che il fondatore della casa, Freddy Heineken, nel 1983, venne sequestrato per chiedere un ingente riscatto, e che riscatto, è tutt'oggi la più alta mai versata per una persona di pubblico interesse, 50 mln di dollari (circa 35 mln di corone danesi). Il film Il caso Freddy Heineken (Kidnapping Mr. Heineken) infatti, film del 2015 diretto da Daniel Alfredson (regista scandinavo, che abbiamo conosciuto grazie ai due ultimi capitoli della trilogia Millenium da lui firmati) ci informa di questa incredibile vicenda (di cui è stato scritto un libro e ne è stato tratto questo lungometraggio), un fatto di cronaca molto conosciuto, in cui un gruppo di insospettabili ragazzi precari di Amsterdam (con a capo Jim Sturgess), decidono di mettere a segno (giacché il loro obbiettivo, interpretato da Anthony Hopkins, è uno degli uomini più ricchi al mondo) quello che in seguito sarebbe stato definito il crimine del secolo. Peccato che come spesso capita, anche se il finale apre a scenari diversi, così da distinguersi da molti altri (e far sì che sia più originale, perché è successo davvero), non tutto andrà come previsto. Anche perché narrativamente parlando, il film si perde a metà apparendo a tratti incerto e a tratti scialbo, non sapendo se voler seguire lo stile narrativo di un vero e proprio (thriller) poliziesco in perfetto stile anni '70-'80 o se osare di essere un action movie misto ad un docu-film che percorre fedelmente le tappe del rapimento e le relative conseguenze.

mercoledì 6 dicembre 2017

Tutti gli altri film visti durante il 2017: Horror (Tag, Wolf Creek, The Visit & Cub: piccole prede)

Nonostante un mio piccolo rallentamento nel vedere tantissimi film, anche questo 2017 è stato un anno pieno zeppo di film da me visti, così tanto che prima di quasi congedarmi e darmi perciò la possibilità di stilare le immancabili classifiche finali (in cui torneranno i Saba Awards), ho deciso di chiudere la mia stagione cinematografica con tutti quei film (differenziati per generi) che durante l'anno (ma più precisamente degli ultimi quattro mesi) ho visto e di cui una recensione singola era difficile (per mancanza di tempo e spazio) da programmare o pubblicare. Ecco quindi la mia idea, una piccola rassegna che in 10 puntate più 1 di bonus per le serie tv, che da oggi vi accompagneranno fino quasi a Natale. E ho deciso di cominciare da uno dei generi miei preferiti, l'horror, che quest'anno sembra essersi finalmente svegliato, con alcune sorprese e alcune novità (una la troverete anche qui), dal torpore degli ultimi tempi, almeno personalmente è stato così, seppur in alcuni casi certi altri film hanno comunque deluso. Ma ce n'è uno (di cui non vi ho parlato, anche per rispetto al genere) che mi ha fatto davvero schifo (che forse non avrei voluto e dovuto vederlo), perché la denuncia contro la violenza che questo film vorrebbe probabilmente fare è più violenta di ciò che voleva forse denunciare, si tratta infatti di un film (con rispetto a chi invece l'ha trovato eccezionale) osceno, orribile, malsano e ripugnante, in più non fa paura e le scene splatter e non, sono da manicomio. Alcuni avranno già capito, perché sì purtroppo mi è capitato per caso di vedere A Serbian Film e sono rimasto scioccato. Non per le scene crude, brutali e violente, quanto per l'inutilità di un film "malato" che a discapito del tema (perché se è vero che "bisogna sentire la violenza per capirla" come dice il regista, è anche vero che non bisogna mai scadere nella bestialità), ha solo infastidito, innervosito e indignato (praticamente una m**da). Al contrario questi sufficienti e più, 4 film qui ivi da presentarsi, sono contento di aver visto, e quindi eccoli qui, nel primo post della rassegna Tutti gli altri film visti durante il 2017.

martedì 5 dicembre 2017

[Games] La Terra di Mezzo: L'Ombra di Mordor

Durante il Black Friday, che ancora una volta ha riservato ben poche sorprese, dato che da quando è esploso nel mondo questa folle corsa agli sconti le tre piattaforme più importanti, soprattutto in ambito PC, ovvero Steam, Origin e Uplay, non hanno "offerto" al pubblico eccezionali sconti, a parte nel mio caso che ho comprato solo Deus Ex: Mankind Divided ad un prezzo incredibile da Steam solo perché avevo già comprato il pack completo. Fortunatamente tra una ventina di giorni ci saranno i sconti invernali, per cui spero bene, anche perché ho ancora tanti giochi in lista da comprare. In ogni caso non sono rimasto senza giochi, perché sto adesso finalmente giocando alla nuova versione di Need for Speed Most Wanted da Origin, poi giocherò a Watch Dogs da Uplay (in regalo dalla suddetta piattaforma) ed ovviamente giocherò a quest'ultimo Deus Ex. Ma prima di questi, e negli scorsi mesi ho giocato ad un gioco veramente straordinario, tanto che oggi sono qui (come ultimante capita spesso, qui l'ultimo post sui videogiochi) a parlarvene, non solo perché mi è piaciuto, ma perché prende spunto dall'universo fantasy più meraviglioso di tutti, sto parlando ovviamente de La Terra di Mezzo: L'Ombra di Mordor (la versione GOTY, ovvero "Games of the year", con tutti gli DLC, che qui sono parecchi, anche se due in particolari sono i più importanti), un action RPG ispirato appunto all'universo fantasy trattato nei romanzi di J.R.R. Tolkien. Di cui questo è però il primo, perché proprio in queste settimane è già uscito il suo sequel La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra, a cui ovviamente giocherò quando le mie tasche lo permetteranno. Ma per quello ci sarà tempo, intanto parliamo del gioco del post che, annunciato piuttosto in sordina (firmato dalla Monolith Productions) si era già guadagnato le mie attenzioni da tempo, e dopo averlo completato posso affermare che si tratta di una convincente ed eccellente prova superata, dopotutto non facile era proporre un gioco di una saga fantastica com'è quella di Tolkien.

lunedì 4 dicembre 2017

Stranger Things (2a stagione)

Recensire una serie come Stranger Things 2 non è compito facile, data l'intricata trama ricca di colpi di scena e di situazioni incredibili e spiazzanti, principalmente per la paura di incappare in spoiler importanti sparsi qua e la tra i vari episodi. Ciò che funzionava nella prima stagione (QUI la mia altrettanta intensa e complicata recensione) però è rimasto invariato, ciò che il pubblico ha amato è stato ampliato, le domande hanno avuto le loro risposte e il tutto fila (abbastanza) via liscio nei 9 episodi di questa seconda stagione a ritmo di pezzi storici anni '80, di horror ben dosato, di fantascienza, situazione al limite del meta-fumetto e un piacevole effetto nostalgia. Stranger Things 2 infatti, pur non riuscendo a riservare l'effetto sorpresa avuto con la prima serie (anche perché la scelta di rispolverare i meravigliosi anni '80 e i temi nerd tipici di quegli anni portarono l'anno scorso al concepimento di una delle serie TV migliori mai realizzate) e nonostante la stessa a tratti abbia dei cali, a volte anche bruschi, e non sempre le vicende narrate siano di così grande impatto, si pone come uno dei migliori prodotti televisivi e curati dell'anno che sta per concludersi. Un prodotto che aveva sulle spalle una grossa responsabilità, giacché la prima stagione, hit indiscussa del 2016, alzò parecchio l'asticella qualitativa di molte serie (e di questa ovviamente). Lungo tutto il 2016 infatti altre serie ebbero un esordio esplosivo, Westworld tanto per citarne una, tutti prodotti che hanno introdotto nel mondo televisivo un livello, e di conseguenza un'aspettativa, davvero difficile da eguagliare o migliorare. Non facile, quindi, riuscire a portare avanti e bissare, da parte dei The Duffer Brothers, il successo del loro piccolo capolavoro, ma la seconda stagione dell'horror sci-fi targato Netflix ha fatto clamorosamente centro ancora una volta. Stranger Things 2 infatti, mantiene (almeno per buona parte) inalterato il livello di originalità, freschezza e bellezza generale della prima stagione, anzi, sotto certi aspetti, si è addirittura superata, anche se non del tutto.

venerdì 1 dicembre 2017

Vizio di forma (2014)

La settima fatica (e il suo terzultimo film prima del documentario Junun e del nuovo film in uscita l'anno prossimo in Italia) del quarantasettenne Paul Thomas Anderson è la prima pellicola mai tratta da un libro di Thomas Pynchon, l'omonimo Vizio di forma, ed è un film bello e (o ma?) complesso, pienamente nell'ormai riconoscibile, tanto venerato da alcuni quanto disprezzato da altri, stile del regista statunitense. Egli è infatti famoso per la coralità dei suoi film, e questo non è da meno, la pellicola è colma di personaggi, tutti funzionali alla costruzione del quadro di un'epoca, quella dell'America anni '70, rappresentata con un pizzico di nostalgia e devozione. Ne esce un paese a due facce, da una parte lo Stato che va in Cambogia a controllare il traffico di droga, i suoi funzionari (i poliziotti) intolleranti e ottusi e la borghesia bene (i dentisti) con i suoi vizi privati e pubbliche virtù, dall'altra quei ragazzi che non si riconoscevano in quel tipo di paese, gli hippy appunto, che per evadere sperimentavano droghe e che predicavano l'amore. Le prime tre categorie sono rimaste, la quarta no, e con questo il regista vuole avanzare anche una riflessione sull'America di oggi, un paese che "ha perso la sua innocenza" e lo ha fatto proprio a cavallo di quegli anni, quando Charles Manson (deceduto pochi giorni fa) commettendo i suoi delitti ha svegliato gli Stati Uniti dal quel sogno che erano stati gli anni '60. Assistiamo perciò, attraverso il personaggio principale, a questo ristagno generazionale, e seguiamo quindi una trama sotto i fumi della "maria", un (strano, quasi incomprensibile) viaggio psichedelico con visioni di un futuro prossimo aberrante ma vestito in doppiopetto. Anche perché Vizio di forma come The Master è un'opera estremamente complessa e stratificata, fin appunto dalla storia stessa ascrivibile ad un vero e proprio trip.