giovedì 30 settembre 2021

I film del periodo (16-30 Settembre 2021)

E' da più di un mese che finalmente ho nel mio "carnet" anche Amazon Prime Video, ma solo ora c'è stata occasione di dirlo, di dire che dopo le prove gratuite mensili (poco tempo fa uno Speciale cinematografico di tale piattaforma) ho deciso di abbonarmi. Ma il cinema non è stato l'unico motivo, anche se è quello insieme alle serie televisive (tra l'altro due delle quattro serie di questo Settembre ho visto grazie ad esso) il principale di motivo, infatti c'entra pure il calcio, e le poche (ma importanti) partite di Champions che in esclusiva Amazon ha, tra l'altro proprio ieri c'è stata una che riguardava la mia Juventus, quindi sono stato costretto. Epperò, costrizione a parte, non mi è pesato affatto abbonarmi (annualmente), anzi (e comunque il costo non è esorbitante), come sapete infatti ci sono altri vantaggi. Innanzitutto per gli acquisti, e poi la possibilità di sostenere i miei streamer preferiti di Twitch, ma anche quella di leggere e giocare gratuitamente, libri da una parte, giochi dall'altra, e tanto altro. Tuttavia per il momento dal versante cinematografico sto vedendo pochissimo, però prossimamente ne approfitterò sicuramente, e ho visto (10 su 12) film andati in onda su Sky in queste ultimissime settimane. Vediamo perciò com'è andata, non male direi.

1917 (Guerra/Storico/Azione/Dramma 2019) - Gran bel war movie che pesca in parte da Apocalypse Now ed in parte da Salvate il soldato Ryan. Il piano-sequenza continuato sulle vicende del caporale, di due giovani soldati incaricati di consegnare un messaggio importante dietro le le linee nemiche, è davvero eccezionale: lo spettatore è immerso totalmente dentro lo schermo ed è partecipe di ogni momento di tensione. In effetti, non si riesce mai a prendere fiato durante la sua visione. Le ambientazioni sono perfette ma la lente del regista Sam Mendes (quello degli ultimi due film di James Bond) evidenzia anche il senso di responsabilità del protagonista, dei protagonisti, per il fondamentale compito che devono portare a termine, in condizioni quasi impossibili ma per un obiettivo di drammatica importanza. Egli con 1917 riesce insomma e con successo ad esporre (in maniera personale) le vicende sanguinose del primo grande conflitto mondiale (un'esperienza di vera e propria immersione nel fango, nel sudore e nel dolore del più cruento conflitto bellico). Filmando in questo modo la sua pellicola più convincente raccontando una storia semplice (ecco, questo il "difetto" maggiore) eppure coinvolgente, una pellicola anche poetica ed emozionante, di grande intensità. Molto potente il breve momento di calore che uno dei due vive riparandosi in una casa semidistrutta in mezzo alle bombe, all'interno della quale si nascondono una donna ed una neonata. Le esigenze di trama hanno posto in primo piano il solo George MacKay, alternandogli vicino vari attori nello svolgersi della pellicola, da Colin Firth a Benedict Cumberbatch, passando per altri, ma tutti perfettamente calzanti. Di pregevolissima fattura, il film merita il successo e i premi (Oscar ma non solo) ottenuti (di quelli importanti ben 3, tecnici sì, nel film fondamentali, ma di eccellente qualità). Ma Oscar/non Oscar, secondo me è comunque un film da vedere. Anche perché 1917 è davvero, insieme a Hacksaw Ridge e Dunkirk, uno dei migliori film di guerra degli ultimi anni. Voto: 7,5

In Darkness - Nell'oscurità (Thriller 2018) - Una pianista cieca assiste all'uccisione della figlia di un sadico politico bosniaco: trame che si intrecciano più o meno banalmente, mantenendo solo saltuariamente una buona tensione. Un thriller di intrattenimento (non particolarmente originale) che deve tutto a Natalie Dormer, lei regge l'intera sceneggiatura che non è priva di cali, anzi (i personaggi sono psicologicamente statici e per questo discretamente prevedibili). La confezione di certo non dispiace, ma il film non graffia, e soprattutto non decolla mai. Nella seconda metà del film si dipanano i colpi di scena ma, paradossalmente, è anche la parte più statica e con meno interesse. L'inizio invece prometteva cose migliori di quelle che poi effettivamente ha offerto. Per essere efficace, un twist deve sorprendere ma anche risultare congruente con quanto mostrato in precedenza, qui non accade e questo compromette la resa di un film che fino ad allora era risultato una variazione interessante sul tema della donna cieca in pericolo grazie all'innesto di risvolti complottistici su un retroterra drammatico con connesso piano di vendetta. Nell'insieme è un thriller action guardabile, soprattutto grazie alla prova della protagonista (il resto del cast è solo funzionale), ma a conti fatti si fatica a lasciarsi coinvolgere fino in fondo e il calo di intensità e di qualità si nota e si evidenzia con un voto non propriamente positivo. Voto: 5,5

sabato 25 settembre 2021

Le serie tv del mese (Settembre 2021)

C'erano già dei rumors sulla possibile presenza o ritorno dell'agente speciale Ziva David (colei che è stata per il "Capo" una seconda figlia) nella sedicesima stagione di NCIS (il mio breve commento alla quindicesima qui). Con l'ultima puntata della stagione questi dubbi, queste rivelazioni, vengono finalmente fugati, lei appare, anche se ciò avviene in circostanze ambigue, non è chiaro infatti se il suo è un ritorno reale o meno, dato che sembrerebbe essere un'allucinazione di Gibbs, che solo due secondi prima finisce di parlare con la sua defunta moglie. Tuttavia, se buona parte di questa sedicesima stagione spiana il terreno per l'entrata in scena dell'ex agente creduta morta da anni, è lecito anche credere che sia tutto vero, e che la sua chiamata in soccorso si risolvi nelle prime puntate della prossima stagione. A parte questo, niente cambia e niente muta, la serie rimane godibile, godibile come questa sedicesima stagione (vista sempre in modalità relax), nel complesso una buona stagione, anche se personalmente mi aspettavo qualcosa di più, ma credo che dopo 16 stagioni sia fisiologico il calo di contenuti e di verve nella serie e nella squadra. A tal proposito la sostituta forense nella sua prima stagione, si ricordi dopo l'abbandono di Abby nella scorsa la sua apparizione, sembra cavarsela abbastanza bene, certo, la differenza c'è e si vede, ma male non è. Detto questo il resto è nell'ordinario, la grande sorpresa arriva appunto alla fine, che (come di consueto accade) da lo spunto alla prossima stagione, vediamo cosa ne viene fuori. Ma in questo mese si continua con i recuperi, ecco le mie valutazioni.

Fleabag (1a stagione) - Una comedy-drama, un po' noir, che si è rivelata una vera sorpresa. Consigliata da molti, ma non mi aspettavo ciò, non mi aspettavo di ridere così tanto, e di gusto. Fleabag, british al 100%, che diverte, spiazza per il suo linguaggio libero e per l'introspezione esasperata ed espressa con feroce autoironia, specie da parte della bravissima protagonista, mi è piaciuta perché non è mai banale, anche se affronta temi già trattati ampiamente al cinema e in tv. Nel corso di soli 6 episodi (durata media: 25 minuti), la serie televisiva racconta le sfaccettature della vita instabile di una trentenne londinese senza nome. In teoria, il suo nome sarebbe proprio Fleabag, ma non è un nome proprio, è un soprannome che mi pare non venga neppure mai pronunciato. In sostanza, il termine inglese (che, letteralmente, potrebbe significare "pulce da borsa") indica una persona che cura poco la propria igiene e che, appunto, ha le pulci. La protagonista non ha di questi problemi: è lei la pulce. Come un insetto infestante ed emotofago, Fleabag urtica le persone con cui entra in contatto. Lo fa naturalmente, senza colpa. Inquieta chi la circonda, perché è troppo libera, schietta, senza filtri e la sua appariscenza non artificiosa la mette in competizione con il resto del mondo, quando lei, dal mondo, vorrebbe solo un abbraccio. Inizialmente, grazie anche al continuo sfondamento della quarta parete da parte della protagonista, Fleabag (disponibile su Prime Video) sembra una comedy anticonformista su una giovane donna emancipata, benché un bel po' incasinata. Strada facendo, si scoprono la sua spontanea capacità di complicare ogni cosa, anche la più banale, le sue debolezze e le sue profondissime paure. L'ultimo episodio, in questo senso, è straziante e alza l'asticella dell'empatia ad alti livelli. Bravi gli attori. Phoebe Waller-Bridge, che non conoscevo, ha un viso e una presenza scenica estremamente interessanti. Brett Gelman, interpreta bene il cognato ambiguo, in un ruolo particolarmente antipatico, c'è anche Olivia Colman, premio Oscar per la sua interpretazione ne La favorita di Yorgos Lanthimos. Una specie di BoJack Horseman, ma al femminile, che seppur non raggiunge il livello dell'originale, riesce a farsi notare. Voto: 7,5

martedì 21 settembre 2021

[Cinema] In memory of Rutger Hauer

E' la prima volta che omaggio con un quartetto di film un attore, recentemente o meno, scomparso, in questo caso parliamo dell'attore Rutger Hauer (olandese di nascita e deceduto all'età di 75 anni nel luglio del 2019), certo è già successo che commemorassi attori di un certo calibro quali Martin Landau e Sean Connery, ma mai in questa modalità. Comunque sia, in sua memoria eccomi qui, ad omaggiare un attore che paradossalmente non è mai stato tra i miei preferiti, ma di cui ho sempre avuto rispetto. Lui che, divenuto iconico con un monologo (tratto da uno dei più grandi film degli anni '80 e di tutti i tempi, dal capolavoro Blade Runner) altrettanto iconico, che tutti certamente conoscono o ricordano (Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi...), nella sua carriera ha partecipato a più di 100 film dal 1973. Non è stato infatti solo un replicante, un lupo od uno psicopatico (tantissimi ruoli diversi), è stato anche (sempre cinematograficamente parlando) un terrorista, un cieco, un detective e persino un vampiro, per l'appunto in questi quattro film con cui ne celebro sue gesta. Quelle di un attore e attivista olandese di grandi qualità, anche umane, forse ingiustamente sottovalutato ma capace di rendersi memorabile agli occhi dello spettatore. Ed anche lui ci manca.

Detective Stone (Azione/Fantascienza 1992) - Fanta/horror di vecchio stampo che purtroppo risente parecchio degli anni trascorsi, in cui bisogna ammettere che in realtà c'è ben poco da salvare. Tony Maylam, regista di cui si hanno ben poche tracce al di fuori di questo film, in effetti si lascia prendere la mano ed eccede nel mescolare il materiale (mischia fantascienza, poliziesco e horror, con ignoranza old school) in maniera non proprio omogenea, finendo per spiazzare lo spettatore, non aiutato peraltro da una sceneggiatura talvolta lacunosa. Peraltro di questa creatura (un ibrido tra un Alien e un Creepozoids) si capisce ben poco o niente, sembra che sia una sorta di ratto mutato che agisce per conto di Satana, mah. Che poi peccato per quest'ultimo, che a causa del basso budget non è il massimo in fatto di realizzazione e viene intravisto solo a cinque minuti dalla fine. Eppure nonostante questi difetti la pellicola riesce comunque a salvarsi, merito dell'affascinante ambientazione (davvero molto suggestiva: una Londra del futuro che l'effetto serra ha allagato rendendola simile a una Venezia allucinata e per nulla romantica) e merito anche di un calzante Rutger Hauer (iconico come al solito, Kim Cattrall è buona come il pane) che in un film non del tutto riuscito riesce comunque a piazzare una interpretazione invece assolutamente di qualità. Quindi, pur con qualche doveroso distinguo, Detective Stone risulta un film meritevole di una visione, seppur in maggior parte esso si rivolga soprattutto agli amanti della tensione intrisa di fantascienza e sfumata sull'horror. Talvolta si tocca il trash, ma quel trash piacevole, perfetto per il tipo di film, come perfetto a sua volta (e come detto) è Rutger Hauer, in forma e gigione. Perché in conclusione il film non si prende troppo sul serio e il finale è un po' affrettato e preso alla leggera, ma comunque il divertimento e il ritmo non mancano. Un pasticcio godibile. Voto: 6

venerdì 17 settembre 2021

I film del periodo (1-15 Settembre 2021)

Finalmente l'estate è finita, metereologicamente parlando almeno, che del caldo di quest'anno non se ne poteva proprio più, sperando che d'ora in poi non sia sempre peggio, maledetto riscaldamento globale, Greta salvaci tutti. A parte gli scherzi, ma non tanto purtroppo, è stata un'estate, la mia, abbastanza sottotono, tra appunto l'asfissiante caldo e alcuni piccoli problemi di salute, forse derivanti dalla seconda dose di vaccino Pfizer, ma non lo si saprà mai, però comunque immune dal Covid sono adesso e va più che bene. E a tal proposito invito anch'io, e tutti, a vaccinarsi. Ora in ogni caso sto abbastanza bene (come sempre). Ma a parte tutto, in quest'ultimo periodo poteva mancare la mia dose bi-settimanale di cinema? Certo che no, infatti eccola concentrata qui oggi, con poche ahimè sorprese.

La vita straordinaria di David Copperfield (Commedia/Dramma 2019) - Il romanzo di Charles Dickens non l'ho letto perciò evito di fare paragoni. Il film è piuttosto particolare, soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi, tra il grottesco e il surreale, ed è in possesso di un ritmo narrativo discreto, una confezione particolareggiata nell'esporre colori, suoni ed emozioni ma anche leggermente pesante in alcuni passaggi che stentano a coinvolgere degnamente. Altalenante, c'è del buono e del meno buono (alcuni momenti British insopportabili ed altri invece geniali), ma sinceramente di "straordinario" c'è ben poco, nella pellicola e nella storia di questo personaggio ingenuamente pittoresco. Il film dura un due orette, si fa seguire volentieri ma manca di qualcosa, non bene definibile, forse omogeneità? Disavventure decisamente troppo episodiche. Perché okay, va certamente riconosciuto ad Armando Iannucci (di cui Morto Stalin, se ne fa un altro apprezzai particolarmente) di non essersi limitato all'ennesima riproposizione di un classico vittoriano tanto corretta quanto anonima: la sua è infatti una commedia brillante dai toni favolistici che smussa gli aspetti drammatici e punta molto sull'eccentricità di alcuni personaggi, se a questa impostazione si aggiunge l'incongrua multi-etnicità del cast, l'impressione è quella di trovarsi di fronte ad un Favoloso mondo di David ultra-politicamente corretto, approccio sicuramente originale, ma può lasciare più perplessi che affascinati, ed è quello che è successo a me. Il film è comunque fatto molto bene, benissimo ambientato, con un cast di livello e in ottima forma (dal protagonista Dev Patel, alla zia Tilda Swinton, a Hugh Laurie e così via), non è però un film che rivedrei volentieri. Voto: 6

Fino all'ultimo indizio (Dramma/Thriller 2021) - Non mi ha convinto del tutto, un noir che sembra non decollare e appassionare mai, nonostante le buone premesse, date dal cast, dal nome in regia, e dal resto. Una trama intricata e che richiama nemmeno troppo velatamente il (ben migliore) Se7en di David Fincher. Poliziesco d'altri tempi che scava sotto la polvere dei ricordi e degli errori personali per trattare i classici temi del dovere e della colpa. Bella confezione ma personaggi abbastanza stereotipati: Rami Malek è (purtroppo) fuori parte, Denzel Washington resta (stranamente) a galla grazie al suo carisma. L'unico che si salva è l'ambiguo (fino alla fine ed all'ultimo indizio) Jared Leto. Passi indietro nella filmografia di un buon regista come John Lee Hancock (si ricordi di The Founder) che fidandosi troppo di un cast importante si limita a fare il compitino mostrando la solita storia della caccia al killer psicopatico. I rimandi al film di cui sopra sono palesi, anche per come finisce il film. Ecco forse il lato migliore della pellicola sta proprio nella sua parte finale, forse un po' diversa dal solito (non necessariamente in positivo), ma fino a quel momento più di un'ora di film con il pilota automatico. Perché sì, thriller psicologico che lascia incollati alla poltrona ma che purtroppo sa di minestra sapientemente riscaldata. Non lo butterei comunque, però difficilmente rivedrei. Voto: 5,5

lunedì 13 settembre 2021

Le mie canzoni preferite (Agosto/Settembre 2021)

Spero abbiate ascoltato la mia Compilation Anni 2000 dello scorso mese, anche perché non è stato un lavoro semplicissimo e qualche giorno ho impiegato per farla, ma se così non fosse, occasione di ascoltarla c'è e ci sarà sempre, e in questo caso ecco il link della Compilation. Ma intanto torniamo a lavori recenti, anzi recentissimi, degli ultimi due mesi, che ci e mi hanno tenuto compagnia in quest'ultimo periodo, periodo di tormentoni che in verità ha visto poco e niente, di buono s'intende, nel suddetto genere, personalmente vince Friday e i Kungs, che già in Giugno avevo "pronosticato" vincenti, e tuttavia al di fuori di ciò, a cavallo di Ferragosto musicalmente parlando tanto altro è uscito ed ho ascoltato, con piacere nel caso di queste canzoni di questa lista, di questa playlist che trovate anche Qui.

Continua il mio momento positivo con Lei, è nuovamente qui, sarà stata la sua pugliesità ad abbindolami ancora?

Capita spesso che alcuni brani rivivano (anche a distanza di anni) grazie a dei remix o a nuove riedizioni, è il caso di questa canzone, uscita nel 2017.
La sua edit quest'estate ha spopolato, credo giustamente e meritatamente, comunque a cantare sono gli australiani Shouse.

giovedì 9 settembre 2021

Speciale Cinema Italiano Anni '80

Per come l'avevo concepito, si chiude oggi, al suo secondo giro, lo speciale sul cinema italiano, e dopo quello su gli anni Settanta di maggio scorso, ecco gli anni '80. Anni non esattamente floridi per i nostri, dalla fine degli anni settanta si avvertono infatti i primi sintomi di una crisi che esploderà a metà degli anni ottanta e che si protrarrà, con alti e bassi, fino ai giorni nostri. Tuttavia qualcosa di buono c'è stato (per giunta con qualche exploit clamoroso), una piccola parte c'è pure qui, film di cui alla regia non solo nuove leve troviamo, ma anche alcuni grandi, che in precedenza hanno dato valore alle categorie del thriller e dell'horror, poi divenute successivamente marchio di fabbrica. Però di giallo all'italiana poche tracce, ecco che invece l'horror, peraltro sconfinante nello splatter e nel gore, rimane "vivo", dando vita a diversi sottogeneri, lontani per trame e ambientazioni ma equiparati dalla presenza di effetti grandguignoleschi dal grande impatto emotivo. Suscita interesse internazionale il genere cannibalistico (o cannibal movie), e tanti altri non sfigurano. Addirittura con l'allentarsi dei confini della censura ecco spuntare la commedia sexy all'italiana, che non farà felice la critica ma solo il pubblico, ma questo è un altro discorso, collegandomi a quello appena scritto/detto, vediamo come mi è andata con i film scelti per espletare questo Speciale e conseguentemente la mia Promessa cinematografica in corso.

Cannibal Holocaust (Horror/Avventura 1980) - Nel 1980 Ruggero Deodato partoriva questo film destinato a diventare una perla del genere cannibal e a generare delle polemiche per le vere scene di violenza a discapito di animali realmente riprese dal regista. Cannibal Holocaust, le cui vicissitudini post-produttive (tra cui processi, condanne, ritiro delle pellicole dai cinema e successive riabilitazioni, censure in svariati paesi del mondo) lo hanno reso ben più famoso che per le sue doti filmiche intrinseche, ha dalla sua il merito di aver anticipato di circa una ventina d'anni film come The Blair witch Project o Rec, basati sull'idea del Found Footage, cioè del ritrovamento di un (finto) documento filmato, celante storie raccapriccianti. Il film è diretto con mano sicura e buon senso del racconto da parte di Deodato e si avvale anche della bella colonna sonora di Riz Ortolani, dai toni melodiosi, che fa da contrappunto alle immagini, ma spesso eccede in sensazionalismi e sgradevolezze varie, perpetrate nei confronti tanto di animali quanto di essere umani. Omicidi, violenze sui malcapitati di turno che culminano in stupri da parte della spedizione formata da tre uomini e una donna, che, alla fine, verrà ripagata della stessa moneta, in un crescendo fatto di crudo realismo, dove l'occhio di chi guarda è messo a dura prova. Interessanti le trovate della pellicola graffiata e traballante, che suggerisce l'idea dell'effetto realtà e senza infamia e senza lode le tanto criticate prove recitative del cast, mentre la morale secondo cui sono i civili, gli abitanti delle metropoli occidentali ad essere i veri selvaggi e non gli indigeni delle foreste, appare un po' semplicistica e riduttiva rispetto ad un fenomeno così complesso come quello dell'Imperialismo. Ma bisogna dire che l'effetto su chi guarda, per questo e per il resto, è (sempre e comunque) a tratti devastante (a distanza di quarant'anni la pellicola rimane ancora impressionante e capace di far venire i brividi, soprattutto di disgusto, anche agli amanti dello splatter più estremo). Potrà piacere o non piacere, facendo anche ribrezzo, ma ciò che vuol dire è reso con estrema efficacia. Giustamente controverso, un film disturbante, osceno, astutissimo e ben diretto, probabilmente il cannibal movie per eccellenza. Voto: 7

...e tu vivrai nel terrore! - L'aldilà (Horror/Fantastico 1981) - A detta di molti il capolavoro di Lucio Fulci, ma dato che questo è solo il suo secondo film che vedo (il primo è stato Una lucertola con la pelle di donna), non posso dire niente. Di certo è ingenuo e carente in tantissime sue componenti, però è anche vero che delle scelte splatter da un lato "artigianale" sono ben fatte, così anche dei guizzi registici. Egli con L'aldilà raggiunse infatti un notevole livello artistico, con un prodotto altamente disturbante (soprattutto per l'epoca), realizzato in maniera artigianale ma dotato di uno spirito macabro non indifferente. Nonostante una sceneggiatura (appunto) piuttosto scadente e a tratti pasticciata, il regista romano riuscì difatti lo stesso a dare vita ad una pellicola morbosamente affascinante, riuscendo a donare alla sua opera uno stampo quasi onirico che appare evidente nel finale angosciante e disperato, di una potenza visiva inimmaginabile, un finale così tanto leggendario da essere stato spesso omaggiato, anche recentemente (vedasi The Void - Il vuoto). Il film presenta incubi d'ogni sorta partoriti dalle porte dell'inferno ed ovviamente abbonda in scene cruente e parecchio sanguinarie rese molto verosimili dagli ottimi effetti speciali. Bellissime alcune sequenze ed alcune inquadrature, impreziosite dagli eccellenti movimenti della macchina da presa, ottima la scena iniziale realizzata con un angosciante color seppia e tutta giocata su chiaro-scuri decisamente azzeccati, indimenticabili la maggior parte degli omicidi sui quali svettano per crudeltà quello iniziale del pittore, seguito da quello del malcapitato Michele Mirabella immobilizzato e alla mercé di tarantole carnivore. Buona la colonna sonora e le ambientazioni, peccato perché una trama meno approssimativa avrebbe fatto de L'aldilà non solo un opera di culto ma un vero capolavoro del brivido. Però tutto sommato un bel horror. Voto: 7

lunedì 6 settembre 2021

[Games] Videogiochi del periodo (Giugno/Luglio/Agosto 2021)

Meglio tardi che mai aver scoperto, saputo, dell'Epic Games Store, altrimenti mi sarei perso l'occasione di ricevere gratis tantissimi giochi. A partire da Alien: Isolation, che bramavo, desideravo, ma non ancora in mio possesso, che ho riscattato insieme a tanti altri che ogni settimana è possibile riscattare. Ho cominciato questo "processo" solo ad Aprile, e pensare che questa "iniziativa" del negozio (negozio come Steam, Origin e Uplay da cui ogni tanto attingo per i miei videogiochi) cominciò nel lontano dicembre 2018, quindi un numero impressionante di titoli a disposizione che purtroppo non ho riscattato, alcuni della lista tra l'altro acquistati durante questo biennio. E tuttavia non crediate che tutti, anche gli ultimi, tutti giochi di primo livello, ma anche di secondo, di terzo, e non per tutti i gusti. Infatti alcuni non ho riscattato, perché semplicemente non facevano per me, alcuni riscattati ugualmente anche se mai ci giocherò, tra questi nondimeno NBA 2K21, ma purtroppo non il mio genere (sportivo), non nelle mie corde. Al momento riscattati una ventina, oggi di quelli ne porto tre (a parte Alien, The Lion's Song e The Pillars of the Earth), altri ne porterò prossimamente, sempre che mi piacciono e riesco a giocarci. In tal senso ho provato alcuni, ma per un motivo o per l'altro, ho rinunciato. The First Tree (avventura narrativa) non mi permetteva di cambiare comandi e di giocare così in modo più comodo in base alle mie esigenze, ricusato, Pine (open world di ricerca e sviluppo) semplicemente mi ha annoiato dopo un'ora (non bastasse una caterva di bottoni da spingere), anch'esso ricusato. Spero meglio prossimamente, anche se qualche cosa interessante già c'è e presto ci giocherò. Nel mezzo di tutto ciò qualcos'altro è pure successo, anche Steam si è messo a regalare giochi, due sì, ma molto appetibili. Uno è qui, Little Nightmares in versione standard, alcuni mi hanno consigliato la Complete Edition, ma occasione del genere non potevo sprecare, l'altro Tell Me Why sicuramente al prossimo "giro". Roba c'è. Per completezza dei sei che oggi recensisco, specie di DLC di DreadOut già portato precedentemente ed acquistato tempo fa, stessa cosa per Dirt Rally 2.0, per dire che soldini anche spendo. Bene o male, dipende, anzi vediamo.

Dirt Rally 2.0 - C'è voluto un po' di tempo, ma dopo essermi ripulito da tutto il fango accumulato barcamenandomi tra foreste e ripide scoscese con la prima iterazione del titolo, era giunta l'ora di sedermi di nuovo al tavolo della simulazione gustando un menù di alta classe a base di ghiaia, terra ed asfalto, accompagnato da un buon sorso di adrenalina con un tocco di eccitazione isterica. Ma per problemi logistici, e non solo, mi è stato quasi impossibile godermi appieno questo secondo giro e sfruttare al massimo il gioco. Con Dirt Rally Codemasters dimostrò di saperci davvero fare con le simulazioni, lanciando sul mercato un prodotto decisamente fatto bene. Dirt Rally 2.0 migliora sotto ogni punto di vista (tecnico e qualitativo) il precedente capitolo, apportando migliorie e mitigandone i difetti, tuttavia aumentando la difficoltà, e la frustrazione derivante, fa un'operazione decisamente troppo azzardata, almeno per gli standard (miei, e non solo) dei racing game, da riservarsi cioè solo agli esperti, al massimo appassionati, astenersi neofiti, livello che purtroppo causa perdita d'allenamento e di abilità ho raggiunto. Certo, il sistema di controllo delle auto è regolabile a piacimento consentendo, di fatto, a qualsiasi tipologia di giocatore di personalizzare il sistema di guida adattandolo a quelle che sono le sue esigenze e abilità, ma questa volta il livello di sfida è ancora più elevato. Dirt Rally 2.0 è infatti ancora più cattivo, tanto che potrebbe chiamarsi Majin Dirt Rally. Ed a causa di ciò, non solo non ho raggiunto un punto considerevole nella carriera, ma ho dovuto concludere anzitempo la sfida intrapresa. Di conseguenza la decisione di personalmente interrompere la "relazione" soprattutto con il mondo dei Rally, ma anche dei racing game (nonostante dopo DiRT 4 ben speravo per il futuro della serie che avrei probabilmente toccato con mano). Ad ogni modo, Dirt Rally 2.0, un gioco completo, con moltissime auto, moltissimi tracciati, molte modalità e molto belle, comunque non perfetto, rimane un solidissimo esponente della categoria fuoristrada ed una delle simulazioni di rally più intriganti e spietate dell'ultimo decennio. Un acquisto imprescindibile per chi può e vuole intraprendere questo tortuoso percorso. Voto: 7+

DreadOut: Keepers of The Dark - Un gioco horror di sopravvivenza autonomo che si svolge nell'universo di DreadOut. Ambientato infatti alla fine del secondo atto del precedente capitolo, poco prima dello scontro finale. La protagonista è sempre Linda, una studentessa delle scuole superiori che durante la classica gita scolastica si ritrova a vagare per le strade di una cittadina infestata da oscure presenze. Cosa cambia quindi dal precedente episodio? Che questo DLC, o dir si voglia espansione stand-alone, offre (semplicemente) 8 regni infestati da esplorare e 13 nuovissimi spettri da sconfiggere. E nonostante sembri per questo motivo più facile da giocare, e invece molto più complesso di quello che è, tra backtracking, cose opzionali e Jumpscare a tradimento (letteralmente). Gli enigmi sono molto difficili da risolvere e non sarà facile scacciare tutti i fantasmi. La musica si fonde molto bene con il gameplay spaventoso (bisogna ammetterlo), anche se la grafica sembra un po' datata. A proposito di ciò, delle pecche insite, nonostante un diverso approccio il gioco è ancora estremamente carente praticamente di tutto, gli stessi difetti che mi avevano ostacolato la prima volta, ritornano anche questa volta (certo il "limbo" non c'è più, almeno quello). Ho resistito un'ora (bug o meno non riuscivo) e poi non ho potuto fare altro che vedere un walkthrough per vedere come andava a finire, tra l'altro nuovamente a schifio (non si capiva prima e non si capisce dopo, un pastrocchio pazzesco senza capo né coda). Rari scorci di un design o di qualcosa davvero intelligente o di riuscito, un gioco molto spaventoso che solo i fan dell'horror di sopravvivenza della vecchia scuola possono adorare, ma che i comuni videogiocatori possono probabilmente odiare. Soldi, per fortuna pochi, buttati, però peccato (che anche il fumetto all'interno del pacchetto fosse in inglese). Voto: 5,5