lunedì 31 maggio 2021

I film del periodo (17-31 Maggio 2021)

Dovevo 4 giorni fa fare il richiamo, ma per (paradossali) ingerenze non è successo, spero in settimana, comunque ho da comunicarvi una piccola novità, inerente all'Angolo Vintage, semplicemente rubrica che dopo oggi (e l'ultimo film, film ultimo Pre 2000 della collezione Japan Animation) se ne andrà beatamente in vacanza. Non è un addio infatti, ma un arrivederci, presumibilmente all'anno prossimo. Durante questo primo scorcio d'anno sono stati così tanti i film Vintage, e tanti ancora saranno (la Promessa ne prevede parecchi), che vederne altri era decisamente troppo (ed alla fine dell'anno ne avrò visti più di 50). Cosicché chiudo temporaneamente e punto tutto sul resto, sulle pellicole recenti e prime visioni. Ed a proposito di ciò, ecco di nuovo e d'importante recentemente da me visto.

Volevo nascondermi (Biografico/Dramma 2020) - Il fresco vincitore di ben 7 David di Donatello nell'edizione di quest'anno (tra cui quello per il miglior film), è un film riuscito solo in parte. Fotografia e ambientazione campagnola contribuiscono sì a fornire la cornice più adatta al mostruoso lavoro di Elio Germano, che si trasfigura letteralmente nel pittore svizzero-emiliano (sicuramente meritati i Premi assegnategli, prima a Berlino e poi ai David), tuttavia il film viene un po' a fatica, perché, invece di tentare la via del racconto organico, traccia un ritratto per frammenti, incisivi, significativi, aderenti al personaggio quanto si vuole, ma confluenti in un insieme nevrotico, capace di mettere a prova. In sostanza un one man show attorno a questo malinconico, tormentato e folle genio, interessante soprattutto per chi ha amato (o perlomeno conosca) l'artista. Giorgio Diritti si concentra sull'uomo, sull'infanzia che ne ha turbato la psiche e sulla sua ricerca di un'accettazione da parte del prossimo. I fatti pedissequi destano poche emozioni in quanto manca la connotazione del periodo storico (dopotutto siamo a cavallo della Seconda Guerra) anche se a livello ambientale l'uso del dialetto ci riporta all'epoca dei fatti. La sceneggiatura non è un granché, i personaggi secondari non sono ben sviluppati e i salti temporali rendono molto confusionario il tutto, rischiando di rovinare un film che nel complesso non è male. Meglio è sicuramente la buona colonna sonora che accompagna dolcemente i momenti in cui si vive la natura in tutta la sua essenza. A conti fatti buono, ma non buonissimo. Voto: 6+

Minari (Dramma 2020) - Il quasi esordiente Lee Isaac Chung racconta una famiglia in cattività, dove ognuno è alla ricerca della propria realizzazione e fondamentalmente di una collocazione identitaria in una terra che non è ancora propria. La mancanza di collaborazione in questa ricerca porta ad un'ovvia crisi che rischia di far saltare definitivamente il già fragile equilibrio, ma è solo quando la crisi, letteralmente, esplode che i protagonisti ritroveranno ciò che è più importante per loro: l'amore famigliare. Minari è una storia insolita e delicata, intima, capace di emozionare e di far sorridere, che vede nella coppia nonna-nipote, il più grande il più piccolo del nucleo, il punto di interesse attorno al quale ruota la storia e che simbolicamente la rappresenta nel suo andamento. Minari è un film dolce e amaro che mostra la demistificazione del sogno americano, le aspirazioni, i sentimenti e le emozioni di una famiglia coreana emigrata negli Stati Uniti in cerca di fortuna. La prima sensazione che ho avuto era che fosse un reboot di Un affare di famiglia, poi passano i primi 10 minuti e il film cresce, ma non fa meglio di quel bellissimo film. Ecco, a mio avviso manca quel qualcosa in più che quel film aveva, ma comunque sia mi è piaciuto abbastanza. Minari infatti, sorprende ugualmente e in positivo per la sua leggerezza e sensibilità, non forzando niente per cercare di stupire. Si apprezza, inoltre, come è stata dettagliatamente rappresentata una famiglia emigrata (eccetto il piccolo David) con tutti i suoi problemi annessi, senza mai cadere nel melodrammatico. La regia è al servizio della storia, come lo sono le note del commento musicale. Quest'ultimo soprattutto ho apprezzato in particolar modo, bellissima è difatti la dolcissima colonna sonora originale. Bravi tutti gli attori: Yoon Yeo-jeong nella parte della nonnina fuori come un balcone ha vinto l'Oscar per la migliore interpretazione di non protagonista (l'unico a fronte delle 6 candidature), l'abbiamo già vista in The Housemaid (2010) e In Another Country (2012)Steven Yeun lo avevamo visto recitare la parte dell'amico ricco e viziato nel film Burning di Lee Chang-dong del 2018. La storia è proprio carina e lascia qualcosa al termine della visione, davvero un bel film. Voto: 7

mercoledì 26 maggio 2021

Le serie tv del mese (Maggio 2021)

Ne hanno, se n'è parlato così tanto, che alla fine non ho resistito ed ho visto anch'io la prima stagione (dico prima perché a quanto pare ci sarà una seconda e chissà quante dopo) di LOL - Chi ride è fuori, il game show distribuito da Prime Video e condotto dal "chiacchierato" Fedez con la partecipazione di Mara "parolaccia facile" Maionchi che ad Aprile ha monopolizzato l'attenzione e l'ilarità generale. E giustamente direi, perché non mi sono proprio sganasciato dalle risate, ma ho riso bene e spesso, difficile infatti resistere al tutto. Dieci comici rinchiusi in una casa-teatro per sei ore consecutive con l'obiettivo di far ridere gli altri concorrenti con qualsiasi mezzo: battute, gag, oggetti. Si può quindi immaginare la baraonda (infatti è successo di tutto e di più come molti avranno visto), se poi tra i partecipanti alcuni dei comici nostrani più famosi e divertenti del momento, allora il gioco è fatto, divertimento assicurato. E così appunto è stato, tra un Elio (delle storie tese) in versione Gioconda-ballerino tip-tap-suonatore flautista e un Lillo (della coppia con Greg) in versione Supereroe-illusionista-mascherato, senza dimenticare Pintus e Matano, la Katia e il Ciro (dei Jackal), una gabbia di matti (non particolarmente spassosi gli altri). Ho riso così tanto che quasi mi faceva male la mandibola, anche perché per evitare di ridere per non essere eliminati, certe smorfie fantastiche facevano, io appresso. Penso che comunque non avrei resistito, come molti credo, neanche 5 minuti se tra loro ci fossi stato. In ogni caso, se qui tante risate, tra le serie di questo mese (le stesse di Aprile, il motivo sapete), questo ed altro.

BoJack Horseman (2a stagione) - Continuano le disavventure del cavallo più umano che ci sia. E no, non sto parlando di Pippo Baudo, ma di BoJack Horseman, l'ex attore televisivo con aspirazioni drammatiche che non riesce a farne una giusta: dal presentarsi a casa di una vecchia amica, senza considerare che lei nel frattempo ha messo su famiglia, fino a sputtanare suo malgrado il film sul suo mito di sempre, Secretariat. Seconda stagione sempre su alti livelli, ma un pelo sotto la prima. Non so esattamente il perché: sarà l'inevitabile scomparsa dell'effetto sorpresa, e del tratto e dell'ambientazione, sarà la convenzionale esplorazione dei personaggi secondari che da un lato amplia il respiro della messa in scena e dall'altro dà una sensazione di riempitivo, o forse sarò strano io. Quasi tutti hanno detto che dalla seconda stagione BoJack Horseman sarebbe esponenzialmente migliorato rispetto alla prima, io invece trovo che pur mantenendosi su eccellenti livelli non aggiunga moltissimo alla prima tornata di puntate, nelle quali avevo già trovato molte cose buone che questa serie ha da dire. Certo, si avverte una migliore "messa a fuoco" dei temi, una raggiunta maturità nella scrittura degli episodi ed in quella dei personaggi (che diventano ancora più sfaccettati, sempre più analizzati, sempre più destabilizzati, sempre migliori), anche in questa seconda stagione poi la carne sulla brace (carne di cavallo, ovviamente) è molta, ma si perde un po' del brio ammirato nella prima, risultando più riflessiva sui problemi della vita, visto che la depressione del protagonista è crescente. Non mancano tuttavia le gag che la rendono (nuovamente) ottima ed imperdibile, visto che la serie mantiene forte il proprio cavallo di battaglia: ironia e riflessione unite per un unico obiettivo, raccontare qualcosa in più sulla vita. Niente male, per una serie su un cavallo antropomorfo. Voto: 8

venerdì 21 maggio 2021

Speciale Cinema Italiano Anni '70

Il cinema italiano di adesso è abbastanza altalenante, anche se sono pochi gli alti e tanti i bassi, ma continua sempre ad essere fonte d'ispirazione, e pensare che negli anni d'oro del nostro cinema, dagli anni '50 ai primi degli '80 (sprazzi di '90) riuscivamo persino a vincere degli Oscar, per il migliore film, ora al massimo quelli tecnici, ma solo quando vogliono loro (quando l'Academy e il politicamente corretto non vanno a braccetto, purtroppo quasi mai). In ogni caso però, i grandi film restano, e i nostri grandi autori continuano ad ispirare, anche a 50 anni di distanza, molti i film degli anni '70 per esempio considerati capolavori e/o cult. I Settanta infatti, il decennio da me scelto per questo primo Speciale sul Cinema italiano, ci hanno visti protagonisti in tanti generi. Nel caso specifico (le mie mancanze soprattutto in ciò), spopolavano i gialli (ridefiniti all'italiana), e nell'horror, prima gotico poi generale, ci difendevamo bene. Ecco, tutto non ho visto, ho visto (persino rivisto) Argento e qualcun'altro, ho visto pellicole conosciute e meno conosciute, ma ora il bagaglio si fa più corposo con questi 6 film. Film di Maestri quali Bava, Avati, Fulci, Martino e di registi quali Lado e Bido, film simili ma diversi, però con un minimo comun denominatore, la bella "donzella", che mai può mancare. Davvero, complimenti per il buon gusto. A parte gli scherzi, ma non tanto, tutti film interessanti, che non hanno (troppo) deluso le aspettative.

Una lucertola con la pelle di donna (Horror/Giallo 1971) - Carol sogna quasi ogni notte di assassinare la libertina e provocante vicina di casa per la quale prova attrazione fisica e avversione al tempo stesso. Con sommo stupore apprenderà che le sue inquietudini oniriche si sono materializzate in quanto la dissoluta signora è stata realmente ammazzata. Le modalità dell'omicidio sono identiche a quelle del sogno e a complicare ulteriormente il tutto c'è il rinvenimento di alcuni suoi oggetti personali sul luogo del delitto. Un bel rompicapo che Lucio Fulci tiene in piedi fino alla fine con mestiere tra deliri allucinati e divagazioni a carattere horror. Notevole la scena con Florinda Bolkan aggredita da un branco di pipistrelli e soprattutto quando si ritrova in un laboratorio all'interno del quale alcuni cani vengono tenuti in vita in modo aberrante. Scena che cagionò a Fulci grattacapi di varia natura e una denuncia poi finita nel nulla perché il regista dimostrò la natura artificiale degli animali, nient'altro che trucchi ideati da quel genio di Carlo Rambaldi. La pellicola è un lungo gioco di specchi deformanti in cui la realtà viene manipolata di continuo. La capacità di sorprendere, l'inserimento di sequenze caricate di una psichedelia impetuosa sostenuta dalle martellanti note di Ennio Morricone, un intreccio compatto con sporadiche e perdonabili cadute di tono, fanno di Una lucertola con la pelle di donna un ottimo esempio di giallo all'italiana. Conquistano i vari depistaggi, intriga il modo composto con cui viene svelata l'identità dell'assassino, in modo non certo convenzionale per il genere e per l'epoca, in cui epiloghi brutali erano preferiti a spiegazioni verbali. C'è un sotto-testo pessimista facilmente individuabile che attacca certi ambienti borghesi denunciandone il falso perbenismo e l'ambiguità, allo stesso modo esce un ritratto giovanile deplorevole, perso tra droghe e assenza di valori. Il titolo bizzarro, ma non privo di logica, strizza l'occhio alla cosiddetta Trilogia degli animali di Dario Argento cercando di ricalcarne le fortune, in parte riuscendoci. In ogni caso gran thriller. Voto: 7

lunedì 17 maggio 2021

I film del periodo (1-16 Maggio 2021)

Dopo un mese interamente dedicato alle (tantissime) recensioni di film visionati da una sola "piattaforma", si torna alla normalità, seppur anche questa normalità avvenga ugualmente da una singola piattaforma, almeno per quanto riguarda la maggioranza dei film. Infatti, ho sfruttato per un mese (gratis) l'abbonamento a Prime Video, trovate Qui la seconda parte, ma ora torno a spulciare in quel di Sky (e non solo). Un "ritorno" tanto bello quanto non proprio entusiasmante, però è lo standard, e dipende sempre tutto dai film. Comunque non è detto che non ritorni a spulciare nel catalogo Amazon prossimamente, o in altre piattaforme (a pagamento o meno). Una cosa però è certa, a corto di film non resterò mai. Concludo dicendo una cosa personale che mi è successa, ovvero che (finalmente) sono stato vaccinato, la seconda dose la riceverò infatti tra 10 giorni. Un bene sì, tuttavia il ritardo, essendo paziente a rischio, rimane inaccettabile.

Waves (Romantico/Dramma 2019) - Trey Edward Shults ha dimostrato di avere indubbiamente talento in seguito ai suoi due primi film, Krisha e It Comes at Night, ed anche se nessuno dei due mi ha convinto, resto dell'idea che sia da tenere d'occhio. Cosicché ritengo un passo in avanti quest'ultimo film, un film diviso in due parti dove prima viene raccontato, in modo registicamente affascinante e originale, una storia di vita difficile piuttosto comune, già vista ma con occhi ben diversi e autoriali. Poi la scena rallenta per dare spazio, e si "apre" anche lo schermo come in "Mommy", alla love story dell'altra protagonista (sorella del primo, un ragazzo che in seguito ad un'incidente diverrà problematico e causerà dei problemi). Il tutto diventa più monotono e tecnicamente classico, un peccato perché il film nella sua originalità sorprendeva, anche se paradossalmente ho apprezzato quest'ultima parte di pellicola, esattamente la seconda metà. Il film, lodevole ma anche rischiosissimo, sembra naufragare quando si sofferma su personaggi che sfiorano la più abusata stereotopia (il padre-padrone orgoglioso ed inflessibile appare come il personaggio più a rischio tracollo, salvo poi riprendersi in parte con sfaccettature inedite e profonde). Di fatto l'interesse verso il regista rimane immutato e forte, anche se questa sua opera, per quanto certamente la più ambiziosa e strutturata tra le tre (anche a livello scenografico e di molteplicità di location), appare anche la più vulnerabile e rischiosa, ma paradossalmente è quella che mi è piaciuta di più. Valido il cast quasi interamente di colore (soprattutto Taylor Russell, la nuova "Zendaya", ma anche Kelvin Harrison Jr.Sterling K. Brown e Renée Elise Goldsberry, non dimenticando i "bianchi" Lucas Hedges ed Alexa Demie), ritmo altalenante causa eccessiva durata e il ripetersi di certe situazioni, finale agrodolce. Si poteva fare di meglio. Ma è un film valevole di una visione. Voto: 6+

Kin (Azione/Sci-fi 2018) - Deludente action pseudo-fantascientifico (alquanto diseducativo). Trama di per sé non originalissima in cui una misteriosa e potentissima arma viene trovata per caso da un ragazzino con fratello problematico e pericolosi creditori al seguito. Il problema è che l'arma stessa, invece di restare al centro dell'attenzione, diventa un inutile orpello al servizio di una sceneggiatura colabrodo che per tutto il film non spiega chi, cosa e nemmeno perché. Un barlume di luce arriva giusto a cinque minuti dalla fine, quando il legittimo proprietario dell'oggetto si degna di fare una specie di comparsata che però, anziché chiarire, si limita più che altro ad indicare un possibile percorso probabilmente in vista di un possibile capitolo due che probabilmente non arriverà mai. Ne esce fuori un film mediocre (diretto da Jonathan e Josh Baker) che si lascia guardare in maniera scorrevole, senza annoiare con effetti speciali low budget che riportano ai nostalgici anni ottanta (di cui Terminator è il riferimento principale). Il cast prometteva bene (oltre all'esordiente Myles Truitt ecco Jack ReynorZoe KravitzDennis QuaidJames FrancoCarrie Coon e Michael B. Jordan) e speravo in qualcosina in più, davvero un'occasione sprecata. Voto: 5

mercoledì 12 maggio 2021

Le mie canzoni preferite (Maggio 2021)

Le canzoni italiane ultimamente latitano, o sono io che cerco e voglio qualcosa di più o è solo il periodo (come detto la scorsa volta, Qui), ma veramente pochissime, per fortuna negli ultimi giorni una è riuscita a fare breccia, e in questo mese c'è, l'unica della lista (le altre 5 straniere). Ed a proposito di preferenze musicali mensili, ribadisco che ci sono anche canzoni così così, buone o brutte, di cui tuttavia preferisco non parlare, solo il meglio del meglio personalmente parlando, com'è giusto e normale che sia. Detto ciò ribadisco anche che alla mia pagina Youtube trovate tutte le playlist, e quella inerente al seguente mese lo trovate Qui.

Dopo vent'anni il gruppo si ricompone, ed anche con solo due membri, i Sottotono ripartono, ed alla grande!

venerdì 7 maggio 2021

[Cinema] John Carpenter Filmography

Ha da poco compiuto 73 anni, tra i suoi film più famosi ci sono Halloween - La notte delle streghe (1978), 1997: Fuga da New York (1981), La cosa (1982), Grosso guaio a Chinatown (1986), Essi vivono (1988) e Il seme della follia (1994), è un regista, sceneggiatore, compositore, musicista, attore, produttore cinematografico, montatore (e chi ne ha più ne metta), lui è John Carpenter, Maestro di/del Cinema. Avrei voluto festeggiarlo prima, ma arrivo tre mesi dopo con le idee ancora più chiare, e quindi meglio così (e comunque per fare gli Auguri ci sono 364 giorni a disposizione). Ho rivisto infatti un paio di suoi film nello scorso anno, l'ultimo Christine, ed ho visto quattro suoi film che ancora mi mancavano (per l'appunto questi qui che oggi ho portato), quindi occasione più propizia di questa non c'era per omaggiarlo. Per celebrare il suo compleanno e il suo gran talento, di un regista caratteristico e fenomenale. "I suoi film sono caratterizzati da fotografia e illuminazione minimalisti, una macchina da presa non eccessivamente mobile, senza dimenticarsi però dei piani sequenza, e colonne sonore, spesso realizzate mediante sintetizzatore, composte da lui stesso o, alle volte, in collaborazione con altri. Le pellicole di Carpenter glorificano spesso degli anti-eroi, personaggi di estrazione proletaria in aperto contrasto con le istituzioni, e i suoi soggetti hanno spesso tematiche che riflettono una forte critica sulla società capitalistica americana: esempi di questo sono in particolare Essi vivono, 1997: Fuga da New York e Fuga da Los Angeles. Altre costanti del suo cinema sono l'analisi del rapporto fra il bene e male e un'inquietante messa in discussione della realtà che viviamo e dei valori della società moderna" (fonte Wikipedia). Da un lato influenzato, dall'altro influente, John Carpenter non si può non adorare, Cassidy de La Bara Volante lo ama, e in tal senso se volete sapere tutto quello che c'è da sapere su di lui, passate dal suo blog, mentre se volete sapere cosa ne penso io di quattro dei suoi film, continuate a leggere.

Dark Star (Sci-fi/Commedia 1974) - Il primo film del grande John Carpenter, una bizzarra e demenziale commedia di fantascienza, un prodotto a bassissimo costo dagli effetti speciali parecchio artigianali e in più di qualche occasione decisamente buffi, come l'alieno fatto con un pallone e un paio di zampe in lattice, comunque interessante nel parodiare la tanto decantata audacia yankee e pungente nello scagliarsi contro la corsa agli armamenti. L'opera è infatti una specie di parodia/versione "alternativa" di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, e presenta una serie di interessanti spunti, originali e divertenti, ed è non solo una riflessione umoristica sulla fantascienza anni '70, ma è anche un'acuta e irriverente satira del potere e dei miti tutti americani dell'eroismo e dell'amicizia virile. La Dark Star è un astronave cui è stato affidato il compito di far esplodere i pianeti instabili, il lavoro, essenziale e monotono, viene effettuato da quattro eccentrici astronauti, sicuramente degli alienati più simili a figli dei fiori fatti di qualche acido che a degli scrupolosi scienziati. Geniale l'idea delle bombe senzienti, dotate di una propria coscienza e quindi molto pericolose, i duetti tra queste e il computer di bordo sono impareggiabili, mentre all'interno della Dark Star l'equipaggio balla pericolosamente sul filo di una follia causata dal prolungato vagabondaggio spaziale. Qualche tempo morto rende non sempre armoniosa la visione, ma si viene ampiamente ripagati da alcune scene cult, come quella dell'ascensore o il finale tragicamente ispirato. John Carpenter debutta in modo lodevole dilatando un lavoro universitario, al suo fianco l'amico Dan O'Bannon, futuro autore degli script di "Alien" e "Atto di forza", per l'occasione attore, curatore degli effetti speciali e ovviamente co-sceneggiatore. La colonna sonora è ideata dallo stesso regista per quella che poi diverrà una graditissima consuetudine, brillante l'idea di alternarla con pezzi country davvero contrastanti con la malinconica solitudine trasmessa dallo spazio profondo. Mezzi molto grezzi ma il regista si mostra già pungente e predisposto alla trattazione di temi importanti. Per John Carpenter quindi un discreto debutto, non folgorante ma dignitoso. Voto: 6+

lunedì 3 maggio 2021

I film del periodo (12-30 Aprile 2021)

Vi ho fatto attendere parecchio (quasi 20 giorni) prima di presentarvi questa seconda parte dei Prime Video (la prima parte la trovate Qui), e me ne scuso, ma dovete capirmi, recensire tutta questa ulteriore lista non è stato facile, anche perché mai avevo recensito 17 (+1) film in una botta sola, è non per caso questo il post cinematografico più "corposo" mai scritto. Ma ce l'ho fatta, spero apprezziate tutto ciò, e spero anche non vi dispiaccia se vi parlo prima di un film che ho (sempre dal catalogo Prime) rivisto. Si tratta di Altered - Paura dallo spazio profondo (anno 2006) del regista Eduardo Sánchez, che l'anno scorso con l'innovativo segmento A Ride in the Park in V/H/S 2 mi divertì. Regista che qualche anno dopo il successo di Blair Witch Project realizza questo fanta horror a basso budget (il film si incentra su un gruppo di uomini che hanno a che fare con degli alieni in un bosco, diversi anni dopo aver già avuto a che fare con questi ultimi) ma piuttosto godibile, dimostrandosi molto abile nel sapere utilizzare al meglio le limitate location, riuscendo a dosare bene la tensione e regalando anche qualche momento splatter che male non fa (effetti speciali un po' rozzi ma efficaci). Non aiuta la sceneggiatura un po' grossolana ed il cast non è proprio il massimo ma la pellicola risulta ugualmente gradevole, risulta meritevole di una visione o, come nel mio caso, di una revisione. A tal proposito, se ne ho parlato in questo trafiletto iniziale è perché come per Lost in translation e Speed Racer (rivisti settimane fa per far contenti alcuni di voi), non conterà ai fini della classifica finale dell'anno in corso, solo i film visti in "prima visione" infatti contano e conteranno (discorso diverso invece per quelli Vintage). Detto ciò, buona ulteriore lettura.

Antebellum (Horror/Thriller 2020) - La classificazione horror è un po' ingannevole, a meno che non s'intenda l'orrore del persistere nella nostra società di mali atavici come il razzismo. Su tutto ciò ruota questo strano film, una sorta di social-thriller con sfumature da fantascienza (ma neanche troppo), che mescola passato e presente. Il consiglio è di approcciarsi alla visione sapendo poco o nulla della trama, per lasciarsi sorprendere dagli eventi e dalla crescente tensione. L'abilità dei registi (Gerard Bush e Christopher Renz) è quella di fornire certezze per poi sistematicamente smontarle attraverso piccoli particolari. E quando si riesce a comprendere quanto sta accadendo si rimane affascinati da come sia stata strutturata l'opera. Al netto di certe incongruenze e di alcuni difetti (tipo quando eccede nell'enfasi di alcune sequenze), è un lavoro tosto e avvincente, che non disdegna di lanciare messaggi (feroci e allo stesso tempo inquietanti) e denunciare soprusi, di ieri e di oggi. Un thriller che ti entra dentro marchiandoti a fuoco. Buona prova di Janelle Monáe, e di tutti gli altri attori coinvolti. Voto: 6,5

Eat Local - A cena coi vampiri (Horror/Commedia 2017) - B-movie a tema vampiresco che miscela, o tenta di farlo, il fattore horror (dettato dai vampiri) con lo humor di estrazione british, un po' grezzo e povero di vere grandi idee. Il risultato, nonostante tutto, appare abbastanza dignitoso e assicura una visione innocua, senza fesserie abnormi (a parte i visori termici che spariscono nel momento del bisogno) ma anche senza eccellere più di tanto. I dialoghi nonsense, volutamente demenziali, risultano abbastanza divertenti. Effetti e make up abbastanza riusciti (il resto del comparto tecnico idem). Cast niente male, Tony Curran riveste i panni del vampiro. Anche la regia è piuttosto buona e per questo non mi sento di stroncare questo esordio dell'attore Jason Flemyng (le basi sono discrete per un secondo film senza sbavature). Tra proiettili schivati a colpi di scenette comiche e la vecchietta che esce fuori sparando a colpi di mitraglia gridando "figli di buona donna", il film si rivela infatti un horror comedy dal gusto britannico tra freddure ed episodi divertenti, decisamente simpatico. Voto: 5,5