venerdì 24 ottobre 2025

Horror Challenge 2025: Parte III

Terza parte di questa ottombrina challenge a tema horror (di genere, sottogenere e varianti), anno 2025. Per questo segmento i principali protagonisti sono diavoli, cyborg/robot e killer assassini (mascherati e non mascherati), ma non mancheranno anche altri luciferini soggetti. Ricordo che la visione di suddetti film è avvenuta per la maggior parte tramite piattaforme streaming legali (e a pagamento), in alcuni casi tramite piattaforme streaming non legali. QUI il post della Challenge comprendente il Banner completo. PARTE I - PARTE II

Goksung - La presenza del diavolo (Horror/Thriller 2016) - Un horror coreano visivamente potente e narrativamente ambizioso, che intreccia dramma familiare, superstizione e inquietudine esistenziale. Il protagonista, inizialmente goffo e passivo, si trasforma in un padre disperato, offrendo un arco emotivo credibile e coinvolgente. L'atmosfera rurale e liminale amplifica il senso di smarrimento, mentre rituali esoterici e suggestioni folkloristiche arricchiscono la tensione. Tuttavia, il film soffre per un minutaggio eccessivo e una gestione dispersiva dei personaggi secondari, che indebolisce il ritmo e diluisce l'impatto. Il finale, enigmatico e aperto (con molteplici interpretazioni), lascia lo spettatore in uno stato di incertezza (amplificando il senso di smarrimento), coerente però con l'ambiguità che permea l'intera opera. Un film disturbante e magnetico, che avrebbe brillato ancora di più con un montaggio più asciutto. Ma resta, seppur ambiziosamente imperfetta, opera notevole. Voto: 7

Oddity (Horror/Thriller 2024) - Un thriller-horror irlandese sorprendente e ben confezionato, che mescola con efficacia elementi gialli, paranormali e folkloristici. La trama ruota attorno a una sensitiva cieca decisa a scoprire la verità sull'omicidio della sorella gemella, in un'ambientazione isolata e inquietante che amplifica la tensione. Carolyn Bracken è convincente nel doppio ruolo, mentre la sceneggiatura, pur semplice e non originalissima, riesce a gestire con coerenza Jumpscare (convenzionali ma funzionali), humor nero (nella gustosa parte finale) e suggestioni esoteriche come la figura del Golem. La regia di Damian McCarthy dimostra talento nel costruire atmosfera e nel dosare i colpi di scena, offrendo una visione appagante e diversa dalle solite ghost stories. Un'opera che, pur con qualche prevedibilità, riesce a lasciare il segno. Voto: 6,5

In a Violent Nature (Horror/Thriller 2024) - Slasher atipico, originale e disturbante, diretto con stile minimale da Chris Nash, che adotta il punto di vista dell'assassino per destrutturare il genere (riuscendoci). Ambientato in un bosco silenzioso e privo di colonna sonora, il film costruisce tensione attraverso lunghi silenzi e un ritmo compassato, culminando in omicidi brutali e visivamente potenti. La creatura protagonista, evocativa di Jason Voorhees ma con tratti propri, potrebbe diventare una nuova icona horror. Il finale criptico aggiunge spessore tematico, suggerendo riflessioni sul genere stesso. Un esperimento riuscito, imperfetto ma memorabile per gli appassionati. Voto: 7

Hardware - Metallo letale (Horror/Sci-fi 1990) - Esordio visivamente potente per Richard Stanley (quello di Color Out of Space per intenderci), che con pochi mezzi ma grande personalità, firma un cult cyberpunk. Ambientato in un futuro post-apocalittico sabbioso e radioattivo, il film racconta l'assalto di un cyborg autoassemblante in un appartamento blindato, dove la protagonista (una convincente, magnetica Stacy Travis) affronta una minaccia inarrestabile. La sceneggiatura è semplice e derivativa, ma compensata da un'estetica potente: fotografia monocromatica, colonna sonora industrial e atmosfere opprimenti. Tra suggestioni da Terminator e Blade Runner, Stanley sperimenta con luci, suoni e ritmo, creando un'opera imperfetta e limitata, nonché datata, ma affascinante, che ha giustamente conquistato lo status di cult. Voto: 6+

Smile 2 (Horror/Thriller 2024) - Il secondo capitolo di Smile conferma il talento visivo di Parker Finn, che alza l'asticella della regia con soluzioni più audaci e una fusione di generi ben orchestrata. L'inquietudine del primo film si affievolisce, ma viene compensata da un ritmo serrato e da momenti splatter efficaci, come l'invasione del corpo di danza. Il minutaggio è eccessivo e i Jumpscare, seppur funzionali al target teen, risultano abusati. La narrazione si appoggia su una struttura derivativa, con qualche spiegone di troppo, ma il cast è solido e il finale, pur tirato per le lunghe, regala una chiusura divertente e visivamente potente. Un sequel che intrattiene, senza sorprendere. Voto: 6

I Saw the TV Glow (Horror/Fantastico 2024) - Presentato (incautamente) come horror, in realtà più vicino al dramma psicologico, questo film si rivela un'opera ambiziosa e criptica che esplora l'identità e l'alienazione con uno stile visivo marcato. L'estetica neon, i silenzi disturbanti e le suggestioni Lynchiane creano un'atmosfera straniante, ma la narrazione frammentata e piatta, e il ritmo lento rendono difficile l'immersione. I protagonisti, poco espressivi, faticano a coinvolgere, e il messaggio allegorico sulla transizione di genere resta troppo implicito per emergere con forza. Originale nelle intenzioni, ma poco riuscito nella resa, è un film che divide e lascia perplessi. Voto: 4,5

Longlegs (Horror/Thriller 2024) - Un thriller-horror ambizioso che mescola investigazione e sovrannaturale con una confezione visiva curata e atmosfere cupe (richiamando Seven e Il silenzio degli innocenti, ma non solo). Oz Perkins costruisce un mondo inquietante, tra codici cifrati, rituali satanici e visioni disturbanti, ma la sceneggiatura fatica a mantenere coerenza e chiarezza, lasciando diversi interrogativi irrisolti. Maika Monroe è efficace ma emotivamente distante, mentre Nicolas Cage, irriconoscibile e dosato con parsimonia, regala un personaggio visivamente memorabile, anche se narrativamente sottoutilizzato. Il film promette molto e riesce a inquietare in alcuni momenti, ma non raggiunge le vette sperate (il migliore del regista rimane Gretel e Hansel), risultando più affascinante nella forma che nella sostanza. Voto: 6

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