venerdì 24 marzo 2023

Le serie tv del mese (Marzo 2023)

Sempre seguendo la continuità delle serie Marvel, che mi sta portando ad intraprendere, seppur con alcune defezioni, un piccolo viaggio a ritroso dalle serie ex Netflix in poi, ecco ritrovatomi con un piccolissima serie, una simpatica raccolta di cortometraggi ben realizzati con cui i Marvel Studios fanno (nuovamente dopo lo speciale natalizio uscito però successivamente) centro. Cortometraggi brevissimi, di tre minuti e mezzo, quasi completamente muti ma pieni di idee sfiziose. Generi diversi, tante risate e anche qualche momento emozionante, con una CGI davvero ben realizzata. Parlo (come se non l'aveste già capito) di I am Groot, serie di cinque corti dedicati all'amato personaggio della saga dei Guardiani della Galassia, in cui la tematica comune è la crescita, riprendendo ottimamente lo stile scanzonato della saga di James Gunn. Piccole grandi storie per un piccolo grande personaggio. Sono rimasto piacevolmente colpito dalla naturalezza con cui, grazie a pochi elementi, si lasciano intendere momenti di totale tranquillità in viaggio sulla nave o in sosta su qualche pianeta. Queste piccole grandi avventure di (Baby) Groot mi hanno stampato il sorriso in faccia per tutto il tempo, facendomi genuinamente esplodere in fragorose risate di tanto in tanto. Tra l'altro, mi fa sorridere anche solo il pensiero che sia sempre Vin Diesel a doppiare il personaggio. E tra slapstick e black humor, intrattenimento assicurato per una mezz'oretta, e in questo senso l'unica pecca è proprio questa, si consuma davvero in un batter d'occhio. Ma al di là di questo una serie semplicemente deliziosa, che ha bisogno di sole tre parole per convincere: I am Groot! Ne faranno altri di questi fantastici corti, e non ne vedo l'ora, ma intanto ecco la lista delle serie viste nell'ultimissimo periodo.

I delitti del BarLume (10a stagione) - La nuova stagione si fa in tre, anzi in quattro, c'è pure uno speciale di mezz'ora sui 10 anni della serie, una serie che cambia (al posto dei classici due episodi quest'anno ne abbiamo avuti ben tre: Indovina chi?, Resort Paradiso ed E allora Zumba!) ma che riesce a non mutare la sua natura, che da 10 anni riesce a coniugare brillantemente tradizione e cambiamento, mantenendo inalterata la propria discreta qualità. E I delitti del BarLume non cambia la propria formula di commedia/gialla sempre più comica e sempre meno "gialla", cosa che può far certamente storcere il naso ai puristi dei polizieschi come me, ma che riesce ugualmente a convincere ma soprattutto divertire. Dopo il finale della nona stagione, era lecito attendersi un ciclo di episodi incentrato sul triangolo amoroso fra Massimo, Beppe e Tizi. La decima stagione sterza invece in territori inaspettati, concentrandosi sui personaggi secondari e lasciando sullo sfondo questi tre personaggi, comunque fondamentali per le dinamiche narrative dello show. Un'operazione sulla carta rischiosa, ma che risulta, almeno in parte, vincente. Ormai I delitti del BarLume racconta le disavventure di un gruppo di amici di Pineta alle prese con situazioni criminali al limite, e va bene (ma non benissimo) così. Di conseguenza, fra fallimentari raccolte differenziate, elezioni comunali che si trasformano in vere e proprie faide private e future convivenze tutte da scrivere, ma anche intuizioni registiche e temi "corretti" affrontati col necessario tatto e con il giusto garbo, I delitti del BarLume fa ancora una volta centro, lasciandoci con la voglia di tornare al più presto a Pineta per divertirsi nuovamente con uno dei prodotti televisivi italiani più efficaci e longevi. Voto: 6+

venerdì 17 marzo 2023

[Games] Videogiochi del periodo (Gennaio/Febbraio 2023)

Nuova stagione, nuovi giochi, vecchi problemi, ovvero non tutti i videogiochi fanno per me e se pure fanno, devono soddisfare certi requisiti. E in questo senso, se n'era parlato molto bene del survival horror Darkwood, ma proprio la "nuova" prospettiva si è rivelata più che pregio, un difetto, perché non sono riuscito a proseguire. Ho provato anche il dungeon crawler City of Brass, ma la difficoltà abbastanza elevata fin dall'inizio mi ha impedito di andare oltre il primo step, e sarebbe stato poi anche peggio, di spendere energie inutilmente non mi va. Infine avrei voluto giocare a Spirit of the North, un gioco di avventura in terza persona ispirato ai misteriosi paesaggi mozzafiato dell'Islanda, però non consentiva la rimappatura dei tasti, resosi necessari perché troppo "spatriati" per me, ed ho preferito declinare, ma alla fine ho scelto questi giochi di oggi, che mi soddisfacevano in tutto e per tutto, e mi è andata abbastanza bene.

Far Cry 4 - Buon titolo tutto sommato, riprende le radici del suo predecessore presentando la stessa formula di gioco con qualche piccola aggiunta per migliorare il migliorabile, ma certamente le sensazioni di dejà vù per tutta la durata del gioco sono molte, ciò non vuol dire che sia un brutto gioco ma comunque la poca innovazione delle meccaniche del 3 si nota. La trama ci vede impersonare Ajay Ghale tornato nella sua terra natale per motivi personali, di fronte avremo il nuovo cattivo di turno tale Pagan Min che sarà l'antagonista principale per tutta la campagna, apprezzabile la scelta degli sviluppatori di inserire scelte e conseguenze con finali multipli, nel complesso è una trama abbastanza sottotono. Dal punto di vista del gameplay da Far Cry 3 è cambiato praticamente niente, gli sviluppatori hanno voluto andare sul sicuro, rimane comunque uno sparatutto molto divertente con tante possibilità di approcci, un arsenale enorme e persino la possibilità di giocare la campagna in coop con un amico. Tecnicamente è davvero ben fatto, le lande del Kyrat mostrano panorami mozzafiato, specialmente nelle location innevate fatte veramente bene, ma in generale il colpo d'occhio è di tutto rispetto, grande lavoro svolto sulla fauna presente nel mondo di gioco variegata e senza scrupoli, davvero niente male. Nel complesso giudico FC4 un buon titolo, non mi ha sorpreso come mi sorprese il 3 ma comunque resta uno sparatutto valido dal punto di vista del gameplay e pieno (parecchio pieno) di cose da fare. Ha infatti una grande mappa interamente esplorabile, un sacco di missioni secondarie (che alla lunga risultano però troppo ripetitive) e una valanga di collezionabili (quest'ultimi in verità inutili). E in tal senso e tuttavia, ho preferito fare l'indispensabile (le missioni più divertenti sono la conquista degli avamposti, quella delle torri, e la caccia per aumentare le varie caratteristiche), tanto che a sorpresa (e stranamente) mi sono ritrovato a concludere il tutto con il 30% di avanzamento. Mi aspettavo di più, ma va bene così, anche perché gratis vale tutto. Voto: 7

lunedì 13 marzo 2023

Happy Birthday To Me... For The Thirty-Eighth Time!

Anche quest'anno avrei voluto, dovuto e potuto (scusate il gioco di parole) trovare un modo per festeggiare insieme il mio (38°) compleanno, l'anno scorso per esempio vi chiesi di farmi una domanda a cui sarebbe ricevuta risposta (così feci Qui), ma quest'anno non l'ho trovato e vi dovete accontentare di questo breve messaggio. Beh sì, avrei voluto, dovuto e potuto (scusate ancora) parlare degli Oscar appena sfornati in quel di Hollywood, però non ho ancora avuto il tempo (peraltro poco a disposizione stamattina) di metabolizzare il tutto e di farmi un'opinione precisa, ma dopotutto non avendone visti due terzi il mio giudizio poco avrebbe avuto importanza, anche se qualcosa successivamente scriverò probabilmente. Cosicché non mi resta che informarvi sulla mia attuale situazione, che non è cambiata per nulla dall'ultima volta, a parte il fatto che alcuni acciacchi continuano ad esserci, a perseguitarmi, ma me la cavo, come sempre. Perché praticamente nient'altro è successo (sfortunatamente o fortunatamente) intorno a me. E' stato comunque un anno in parte movimentato, e per varie cose (che non stanno bene dire), ma di grande importanza nessuna. Il blog invece continua a navigare, seppure a vista, visto il momento delicato che sta vivendo la blogosfera, il mondo e tutto il resto. Meglio pensare quindi a questo giorno importante della nostra vita, che di fatto è uno dei giorni, se non il giorno, più bello dell'anno, soprattutto per me. La torta non mancherà, il buon cibo neanche, e gli affetti sentirò e/o leggerò. Ed a questo proposito, questo post è fatto anche per dare possibilità a chi non frequenta i social (dove sapere e vedere si può) di lasciare un messaggio (d'augurio in questo caso), che fa sempre piacere ricevere, perché la blogosfera è come una mia seconda casa e vi voglio bene. E ringraziandovi anticipatamente per tutto, mi accingo a spegnere le candeline, desiderio per un altro anno perlopiù senza tanti problemi.

martedì 7 marzo 2023

Le mie canzoni preferite (Febbraio/Marzo 2023)

L'effetto Sanremo colpisce ancora, sarà un caso o meno (forse semplicemente nessuna all'altezza o che è riuscita a piacermi particolarmente), ma anche quest'anno per "colpa" di un certo "sovraccarico" di canzoni italiane, dovuto ovviamente al Festival (su cui di ognuna canzone mi sono già espresso), nessuna (altra) canzone di matrice (espressamente) nostrana figura tra le preferite del mese, solo di marca straniera. Poco male, forse è anche un bene, poiché ho potuto ritrovare alcuni artisti affermati e in parte sempre piaciuti, più alcuni interessanti volti, anzi voci, nuove. Che tutti potete trovare, oltre qui, anche nella playlist (completa) da e su Youtube.

A tenere alta in ogni caso la bandiera italiana ci pensano i disc jockey Gabry Ponte ed Alex Gaudino,
che affiancano il britannico Sigala nella formulazione di un trio che ha portato a questo buon ed orecchiabile risultato.

Non tra le loro migliori, ma va bene comunque, anche perché mi fa davvero piacere ritrovare un gruppo
che ho sempre apprezzato fin dai loro straordinari esordi.

martedì 28 febbraio 2023

I film del mese (Febbraio 2023)

Un documentario che più che spiegare sarebbe meglio vedere, come ho fatto io, quello su di un regista che ha cambiato il cinema non solo di genere, e che ha influenzato coloro che sono stati suoi coevi ma anche chi, venuto dopo, si è avvalso delle sue intuizioni e visioni per sviluppare la propria visione della settima arte. Parlo ovviamente (soprattutto per chi ha Sky ed ha potuto vederne anche la pubblicità) di Sergio Leone, che nel documentario giustamente sottotitolato "L'italiano che inventò (aggiungo io, con due capolavori epici entrati nella leggenda) l'America" ci viene raccontato con dovizia di particolari e con una intensità che non cede mai alla retorica celebrativa. Il cineasta (dalla carriera sfortunatamente breve ma particolarmente intensa) è raccontato nel film (un omaggio a più di trent'anni dalla sua dipartita) grazie alle testimonianze di chi ha avuto modo di conoscerlo (tra questi Ennio Morricone, altra leggenda, il loro è stato un perfetto sodalizio artistico) e di chi è stato profondamente ispirato da lui (tra questi non poteva che esserci Quentin Tarantino, il suo figlioccio, come da lui stesso riferito, cinematografico). Un film/documentario che offre quindi un ritratto inedito di un uomo visionario e profondamente colto, che ha vissuto e respirato il cinema sin dalla nascita e la cui idea di cinema continua ad essere centrale nella fruizione e nel dibattito cinematografico contemporaneo. Perciò se avete possibilità non perdetevi l'occasione unica e rara di conoscere un gigante del cinema, e di restarne (come con i suoi film) ammaliato. Detto ciò, ecco le mie prime visioni di questo mese.

C'mon C'mon (Dramma 2021) - Un'America in bianco e nero dalla parte dei bambini, che sono invitati ad esprimere le proprie aspettative sul futuro. Intento lodevole quello di Mike Mills, che utilizza le interviste ai ragazzi come cornice per raccontare l'intenso rapporto che si instaura tra lo zio Johnny, il sempre intenso Joaquin Phoenix, e il piccolo Jessie, bambino sveglio, un po' petulante e viziato ma perfettamente in grado di capire la situazione. Il topos dell'introspezione on the road, inoltre, offre un sentito ed aggiornatissimo ritratto dell'America contemporanea e multiculturale. Qualche pretesa autoriale di troppo, ma lo stile è efficace ed originale, l'approccio delicato, la fotografia elegante. Un po' penalizzato da alcuni dialoghi che appaiono eccessivamente prolissi ed artefatti, ma nel complesso riuscito nella sua ragguardevole riflessiva autenticità. A conti fatti un buonissimo e bel piccolo film ingiustamente snobbato. Voto: 7

Il ritratto del duca (Biografico/Dramma/Storico/Commedia 2020) - Una commedia garbata e brillante, tratta da una (incredibile) vicenda realmente accaduta, dal "gusto" tipicamente britannico. Estremamente piacevole, divertente ma con un sottofondo amaro. L'idealismo del suo protagonista, molto attivo a livello politico con svariate ed a volte stravaganti rivendicazioni sociali. Un individuo che per il bene comune rischia molto a scapito di una situazione familiare caotica e conflittuale. I dialoghi sono la cosa migliore del film, in aula di tribunale si realizzano probabilmente i momenti migliori. La regia di Roger Michell (che ha diretto nel 2017 Rachel Weisz in Rachel), come è giusto che sia, non è mai troppo invadente. Ma dopotutto, con un cast del genere è difficile sbagliare film. Jim Broadbent e la Helen Mirren furoreggiano nei loro duetti, ma anche il cast di "supporto" è pienamente all'altezza. Un consigliabile, rassererante filmetto. Voto: 6+

martedì 21 febbraio 2023

Le serie tv del mese (Febbraio 2023)

Già due anni fa avevo intenzione, perché ne attendevo conclusione (forzata o non forzata), di vedere le serie Marvel di Netflix (ed alcune altre ma di diversa piattaforma), ma per una serie di circostanze (tra cui il fatto che è solo da 14 mesi che ho l'abbonamento a Netflix) ho rimandato, all'anno seguente almeno, sfortuna vuole che proprio lo scorso anno le suddette serie non siano state più rese disponibili e siano rimaste nel limbo per parecchi mesi, salvo ricollocazione estiva su Disney Plus. A quel punto non avevo scelta, la possibilità c'era, peccato che se avessi visto le serie stagioni per stagioni seguendo la linea temporale dell'MCU avrei impiegato tanti mesi per concludere il tutto, ho così deciso di cominciare da quest'anno e vedere le serie in blocco una dopo l'altra, tenendo solo conto della data d'inizio, soprassedendo anche al crossover finale dei "Defenders" che vedrò alla fine nonostante l'intramezzo delle serie tra prima e dopo. Davvero tante puntate e tanto tempo di visione, ma come ben sapete non mi faccio mai mancare niente, a tutto questo si sono infatti aggregate altre serie (per lo più complete) di diversa valenza e diverso genere (diverse piattaforme tra l'altro), e tutto appunto comincia oggi, l'inizio di un percorso tra "vecchio" e "nuovo/recente" intenso.

Winning Time - L'ascesa della dinastia dei Lakers (1a stagione) - Le vicende sportive e non solo di una squadra che ha segnato un'epoca nel basket professionistico americano, raccontate in una serie prodotta dalla HBO. Dieci episodi che raccontano non solo lo sport, ma anche le vicende razziali, sociali e politiche dell'America di quegli anni, con particolare riferimento (grazie a una sceneggiatura di grande qualità) alle storie personali degli atleti e dei diversi componenti del team dei Lakers. Una magnifica fotografia vintage, che ci porta dritto a quegli anni (che riflette la cifra stilistica del bravo Adam McKay, regista di Don't Look Up e Vice, produttore anche di Succession), e grandi interpretazioni di tutti gli attori a partire dal magnifico John C. Reilly (visibilmente dimagrito dai fasti di Stanlio & Ollio, ma sempre in forma). Non a livello dell'ottima docuserie The Last Dance, che raccontava (seppur differentemente e forse meglio) di un'altra dinastia, quella dei Chicago Bulls e della vita del suo Re Michael Jordan, ma un prodotto curatissimo e di assoluto valore, consigliabile non solo ai fan. Voto: 7

martedì 14 febbraio 2023

Le mie canzoni preferite - Speciale Sanremo 2023

Ed alla fine è successo, vero il detto "mai dire mai", che stavolta una delle mie due canzoni preferite di questo Festival Sanremese ha vinto. Nelle ultime edizioni infatti (Qui quella del 2022) non era successo, ma questa volta sì e sono abbastanza soddisfatto, anche di tutto il resto (più o meno almeno). Un'edizione (la settantatreesima) che anche quest'anno più che vedere ho sentito, soffermandomi più nell'ascoltare le canzoni (più e più volte) che vedere la Kermesse nella sua totalità, polemiche comprese, e su cui preferisco sempre soprassedere. Quindi le ho ascoltate tutte, e giudicandole tutte secondo i miei personali parametri ho stilato questo elenco, notando a sorpresa come il livello (rispetto al precedente) si sia leggermente alzato (tutte le canzoni potete ascoltare da Spotify Qui). Piccola nota finale, i video in allegato ad ogni concorrente non sono quelli dell'esibizione sul palco, ma quelli ufficiali per e della competizione. Dettò ciò ecco la mia classifica, in ordine numerico dalla 28 alla 1, e in ordine qualitativo da una a tre stelle.

28. Sethu - "Cause perse" (Video)

27. Shari - "Egoista" (Video)

26. Leo Gassmann - "Terzo cuore" (Video)

25. Anna Oxa - "Sali (Canto dell'anima)" (Video)

24. Will - "Stupido" (Video)

23. Rosa Chemical - "Made in Italy" (Video)
 

giovedì 9 febbraio 2023

[Cinema] Speciale Premi Oscar 2021/2022/2023

Erano già tutti film nella lista delle visioni (in buona parte almeno), così non solo si è rivelato facile, ma anche necessario riunirli tutti in un unico post/o. In occasione delle nomination agli Oscar 2023 ho preso subito la palla al balzo per verificare quali film potessi già vedere legalmente tramite piattaforme streaming a cui fossi abbonato, e con mia grande sorpresa una dozzina esatta, ovvero 12 su 34 totali (film candidati) tolti (come da prassi) documentari e cortometraggi. Tuttavia due li avevo già visti, ossia Red, un cartone animato carino ma niente di più, e The Batman, un bel restyling che se tecnicamente funziona (e non per caso le nomination arrivano da lì), narrativamente non tanto, comunque apprezzabile sforzo. Ne rimanevano quindi 10 (il numero "perfetto" era 9), fortuna vuole che dalle scorse (due) edizioni, di cui ne mancavano e ne mancano ancora 2 o 3 da vedere, ne sono usciti due su Sky, ne ho approfittato per accorparli, infatti uno del 2021 e del 2022 ci sono (peraltro non "vincenti"), e gli altri sette di quest'anno. E in questo senso i mancanti tre film, tutti di produzione e/o distribuzione Netflix, vedrò in questi giorni e saranno recensiti per fine mese, per il listone finale mensile. Al momento ecco alti e bassi, ma credo sia normale, poi chissà cosa mi riserveranno.

Quo vadis, Aida? (Guerra/Dramma 2020) - Di fronte a fatti così drammatici è difficile valutare la forma della narrazione indipendentemente da quei terribili contenuti, il cui peso è così vicino nel tempo e difficile da metabolizzare. La regista Jasmila Žbanić riesce in questa dolorosa impresa di ricostruzione del massacro di Srebrenica (e per la prima volta in assoluto) senza indugiare nei particolari più atroci ma affidandosi al calvario della protagonista Aida, nello sforzo terribile e vano di mettere al riparo marito e figli dalla furia del "macellaio serbo" e dalla forzosa impotenza del contingente ONU. Una bravissima Jasna Djuricic dà corpo e anima a una figura coraggiosa e tragica. Un film (candidato all'Oscar al miglior film internazionale nel 2021 poi vinto da Un altro giro) bello e doloroso. Voto: 7

La figlia oscura (Dramma 2021) - Un film che non mi ha lasciato tracce quello della Maggie Gyllenhaal, evanescente nello sviluppo e poco coinvolgente nella narrazione (eppure candidato nel 2022 a tre Premi Oscar, tra cui quello alla migliore sceneggiatura non originale). Il contatto fra una donna sola ed un gruppo di locali villeggianti è l'occasione per mostrare le profonde cicatrici della donna, fra presente e passato della sua esistenza. Sia pure dotato di una elaborata costruzione narrativa (è l'adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Elena Ferrante), la messa in scena mi è risultata fredda a livello emotivo e nemmeno la discreta prestazione degli attori (su tutti quella della sempre eccellente Olivia Colman, ma Jessie Buckley non scherza) riesce a lasciare qualche traccia. Eccessivamente verboso e lungo, appesantito da eccessive ripetizioni di situazioni e concetti ed affastellato di sotto-storie francamente inutili e fuori contesto. Errori forse anche plausibili e propri di un esordio, ma di fatto pesanti per riuscire a mantenere salde le valide premesse che la storia si portava appresso. Voto: 5,5

martedì 31 gennaio 2023

I film del mese (Gennaio 2023)

No, non mi sono dimenticato del Giorno della Memoria, che infinitamente dovrebbe esserci, semplicemente quest'anno ho preferito inserire i film, che per l'appunto stavolta sono ben due, in questo post mensile che racchiude tutte le visioni del mese (il primo Addio, signor Haffmann, ambientato nella Parigi dell'occupazione nazista, il secondo Harry Haft: Storia di un sopravvissuto, un racconto straordinario su un uomo che ha superato ogni previsione per rimanere in vita), post che da quest'anno non avrà il suo Angolo Vintage, ci penseranno gli speciali Cinema (come quello su Stephen King giorni fa) a rimpinguare il "settore", il 2023 è ancora lungo, lunghissimo. In ogni caso, e come detto, ben due film della Memoria, entrambi visti su Sky (ed entrambi ho inserito a fine lista). A proposito di Sky, come per le serie tv di venerdì scorso, è stata quella "piattaforma" l'unico fruitore cinematografico per questo mese (e non sarà l'unica volta, o l'unica piattaforma). Sedici film tra diversi generi e diversi valori, poche sorprese ma tante cose vedibili.

La scuola cattolica (Dramma 2021) - Un film (tratto dall'omonimo romanzo) che mira a ricostruire l'ambiente alto borghese in cui avvenne il celebre omicidio del Circeo. Il regista (Stefano Mordini) scava nelle psicologie dei personaggi partendo da un ipotetico ruolo nella genesi del delitto dovuto all'ambiente malsano dal punto di vista morale (di certo far ricadere la colpa alla dottrina cattolica è sbagliato ed inesatto, giacché erano per lo più universitari, e in questo senso fuorviante è il titolo), ma alcuni personaggi sono decisamente pleonastici e i continui salti temporali non giovano alla "compattezza" della pellicola. Sono invece pregevoli la ricostruzione ambientale e la prova del cast, con attori giovani assai credibili (tra questi la buona Benedetta Porcaroli). C'è qualche lentezza, qualche sotto-trama inutile, ma il film si lascia guardare e gli ultimi venti minuti colpiscono con discreta crudezza, seppur rimane la sensazione a fine visione, assai amara per la verità, di un racconto che volesse dare una spiegazione e/o addirittura una giustificazione a ciò che di terribile e inenarrabile successe. Voto: 6

Chi è senza peccato - The Dry (Dramma/Thriller 2020) - Tra dramma e poliziesco, The Dry si avvale di una forza narrativa su due piani paralleli, presente e passato, che sono destinati ad essere legati. Il protagonista (un poliziotto), che dalla città torna nella cittadina di provincia natia, non è un elemento nuovo, ma il regista Robert Connolly riesce ad amalgamare benissimo una vicenda coinvolgente insieme ad altri aspetti come l'ambientazione particolare e flashback determinanti (certo la sceneggiatura prevede che a distanza di poche ore si risolvano 2 casi di omicidio distanziati di 20 anni, ma pazienza). Il microcosmo di questa piccola cittadina australiana sembra un po' quello di Cane di Paglia di Sam Peckinpah, tra ubriaconi, bifolchi e personaggi che hanno qualcosa da nascondere. Valido il finale, dove tutto bene o male si viene a collimare, ed anche la "siccità" del titolo si rivela importante. Bravo Eric Bana e bene il resto del cast. Un film ben confezionato, un "giallo" interessante dove tutto è al posto giusto, ma per essere un thriller naviga su un mare piatto, noioso a tratti, nonostante ciò buono. Voto: 6+

venerdì 27 gennaio 2023

Le serie tv del mese (Gennaio 2023)

Per avviare la missione recupero serie tv (in partenza a febbraio) è stato necessario calendarizzare il tutto nel tempo (in buona parte nell'arco di quest'anno), ma non solo, togliere un po' di "zavorra" era altrettanto utile, cosicché ho riunito, in questo primo post dell'anno sulle serie tv, alcune di quelle di "marca" Sky per una necessaria quanto utile "pulizia". E in questo senso, poiché tutte da Sky sono (ancora) disponibili, l'occasione di vedere la diciottesima stagione di NCIS non mi sono fatto sfuggire. Ed a tal proposito, la diciottesima stagione non si è rivelata come una delle migliori: i misteri sembravano più facili da risolvere del solito, gli archi narrativi primari non hanno fornito conclusioni molto soddisfacenti, nessuna storia o scelta che sia riuscita ad avere l'impatto emotivo di altre stagioni precedenti. Ma nonostante una stagione ridotta a causa della pandemia, non mancano certamente i drammi, anzi, ne succedono più in questa stagione che nelle ultime 3-4 stagioni, tra un giro di droga, COVID-19, Gibbs sospeso e un killer che prende di mira proprio Gibbs. Quest'ultimo che sembra fuori gioco ma difficilmente lo sarà nella prossima, dove al contrario potrebbero non far più parte Maria Bello che interpreta il dottor Sloane ed Emily Wickersham che interpreta Ellie Bishop, entrambe figure partenti chissà per quanto. Si vedrà, intanto nuove aggiunte allo show in questa stagione (mi è piaciuta l'aggiunta del personaggio di Pam Dawber e spero che resti nei paraggi), un'altra stagione sorprendente ma non troppo, dopotutto è come la storiella di quella vecchia coppia sposata che mangia ogni settimana nel loro ristorante preferito e che sa esattamente cosa aspettarsi dal menu. Nonostante ciò continuerò ad andarci, anche se solo una volta tanto.

Yellowstone (4a stagione) - Il dualismo tra il vecchio e il nuovo e la difesa dei valori della tradizione avverso l'imminenza della modernità: Taylor Sheridan fa centro anche alla quarta stagione di Yellowstone (dove tra l'altro lo si vede nuovamente con le vesti d'attore), la gemma di Paramount Network che continua a conquistare tra tensione, colpi di scena, cupezza e misteri (terza qui). Una quarta stagione che punta tutto su alcuni dei protagonisti, finendo però per appiattirne altri e soprattutto proponendo alcune storie secondarie non sempre convincenti. Nonostante questo, la straripante Beth e alcuni colpi di scena ben gestiti riescono a tenere alto il valore della serie, che anche a dispetto di alcuni limiti riesce sempre ad essere coinvolgente e ben strutturata. In questo caso una stagione (quasi di transizione) che sembra anche il preludio (volente o nolente) per uno scontro su larga scala che potrebbe dominare le prossime stagioni. Voto: 6,5

Raised by Wolves - Una nuova umanità (2a stagione) - Mi accorgo solo ora di essere stato (tra i pochi che l'hanno vista) uno dei pochi a non aver apprezzato la prima stagione, di conseguenza questa seconda, di cui avrei sinceramente fatto a meno, almeno nel vederla, forse speravo che calibrasse il tiro, e invece non succede. Non ho odiato apertamente questa stagione (purtroppo già assicurata nonostante la mia reticenza), ma sono deluso ed amareggiato. La prima stagione ha creato un bel carico di misteri, che qui nella seconda più che vedersi sbrogliare si accumulano ancora di più, facendo perdere alla stagione completamente la bussola. La trama s'infittisce (già un dannato serpente volante era troppo stavolta) e ne succedono un sacco di stranezze (ed amenità varie), che invece di essere semplici pezzi di un puzzle da ricomporre, diventano invece semi per ulteriori misteri che mai probabilmente verranno svelati (cancellata a questo giro la serie potrebbe non avere futuro). Il problema più grande della seconda stagione è che non è all'altezza della premessa e promessa che anche la sigla d'apertura (evocativa di un incombente senso di fine dei tempi) proponeva. Una ripartenza umana era possibile o è inutile provarci? Gli umani saranno sempre umani e sempre li stessi errori faranno. Il senso di tutto si perde, rimane la banale definizione degli androidi esseri più umani degli umani stessi. Una stagione inconcludente e mediocre. Voto: 5

lunedì 23 gennaio 2023

Le mie canzoni preferite (Gennaio 2023)

In primis ricordo a chi non ha ancora avuto il grande piacere di conoscere i vincitori dei Saba Music Awards 2022, che i suddetti (se volete) trovate Qui, in secundis che nessuna delle ultime poche "nuove" canzoni di Natale (del mese scorso appena trascorso) ho apprezzato particolarmente, ed è un peccato, infine che queste sono le prime (sei) canzoni preferite di questo nuovo anno/stagione musicale appena cominciato. Ed ovviamente playlist completa sempre su Youtube, Qui.

La fa facile Lei, che difficile è respirare quando la si vede...

Una interessante collaborazione tra due eccellenze, e il risultato non può che essere positivo.

giovedì 19 gennaio 2023

[Cinema] Speciale Stephen King

Per cominciare un nuovo anno che si spera essere speciale, e non solo cinematograficamente parlando, ecco uno speciale, su una persona decisamente speciale, perché certamente Stephen King non è uno qualunque. Non lo era infatti H.P. Lovecraft, genio ispiratore, e non lo è neanche il "Re del brivido", genio della letteratura horror-fantastica, tra i più prolifici scrittori viventi, e tra quelli che più hanno ispirato cuori e menti di milioni di persone (e registi del calibro di Stanley Kubrick, John Carpenter o J.J. Abrams), pochi scrittori hanno difatti avuto l'impatto che ha avuto King nel ventesimo secolo, un impatto che non si misura soltanto nella quantità di libri venduti, ma nella pervasività dell'immaginario che ha creato, replicata in innumerevoli trasposizioni cinematografiche e televisive (negli ultimi quarant'anni probabilmente viste una ventina). A tratti brillante e per altri no, ma tutti dalla impossibile sottovalutazione. Tra i titoli più celebri: "L'ombra dello scorpione", "Il Miglio verde", "Shining", "Misery", "Carrie", portati sul grande schermo (e non per caso) da registi di chiara fama, quali Stanley Kubrick e Brian De Palma (e in questo caso con risultati eccellenti). Ispirato da fobie e traumi vissuti in età infantile (la sua figura pubblica suscita simpatia ma uomo turbolento è sempre stato), Stephen King (che come ogni bestsellerista, e forse anche come ogni scrittore, è un marchio, un brand) fin da studente ha iniziato a scrivere racconti che avevano come elemento comune il rapporto tra paranormale e infanzia. Se diciamo King, ci immaginiamo (non a caso) una certa atmosfera, una placida cittadina del New England disturbata, prima a poco a poco e poi in un crescendo apocalittico, da mali innominabili. Ha prodotto icone memorabili del terrore come Pennywise, creato ambientazioni o personaggi che sono diventati poco meno che figure del senso comune, come l'Overlook Hotel. Insomma una leggenda, che ho voluto appunto omaggiare con alcune trasposizioni cinematografiche, che venute bene o meno, influenzeranno il genere horror. Proprio l'horror uno dei comuni denominatori di questi quattro film (diversi ma simili tra loro), insieme agli anni '80 e il fatto che tra i protagonisti ci siano bambini. E mettendo in conto che nessuno di questi libri omonimi ho letto, ecco com'è andata, ecco cosa ne penso di questi per metà rivisti, altri alla prima visione.

Cujo (Horror/Thriller 1983) - Se ho sempre avuto paura dei cani, in special modo di grossa taglia, ci sarà un perché, e il perché "è colpa" di Cujo e di conseguenza del film, ma al di là di questo, un thriller/horror semplice ma efficace. Un buon prodotto tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King (che non ho letto, come del resto non ho letto nulla dell'autore ma solo visto film), un prodotto che ha quasi quaranta anni ma fa ancora la sua sporca figura, si prova empatia per i protagonisti e l'atmosfera è carica di tensione con alcuni punti "horror" davvero riusciti ed inquietanti. Ottimo il trucco di Cujo nella sua metamorfosi da cagnolone sornione a belva rabbiosa ricoperta di sangue, bave etc, molto d'effetto e realistico. E' infatti lui il miglior interprete del film e non so quanto bravi siano stati a fargli fare certe scene di cattiveria così realistiche. Molto bella (all'epoca) e davvero brava/professionale Dee Wallace che entrava di diritto tra le più brave e prolifiche attrici dell'horror anni '80 (e non solo). La regia di Lewis Teague è di buon livello, pulita, precisa, ingegnosa e realistica, insomma da vero esperto del settore e si avvale di una buona fotografia e di una bella colonna sonora, che sottolinea la tensione e dona un'aurea da puro horror alla pellicola. Peccato che il film si perde un po' troppo nel raccontare aspetti famigliari che possono appesantire la visione all'inizio, ma poi l'assedio finale è così realistico (bravo anche il dolce bambino) che si perdona qualche lungaggine di sceneggiatura. E tuttavia non un film trascendentale, ma un film seppur semplicistico affatto evitabile o disprezzabile. Voto: 6,5