E' forse uno degli attori più amati e conosciuti al mondo, giacché il suo stile unico, che nessuno riprende per rispetto, dopotutto quando ci provano tutti falliscono miseramente, ha da sempre divertito e intrattenuto con grande facilità grandi e piccini, nonostante i temi abbastanza adulti, ma mai sopra le righe della volgarità od altro (una "violenza pulita" insomma, che non disturba, anche perché i suoi film sono indirizzati ad un target di giovani, facendo sempre leva sulla comicità e sulle gag che lo vedono come protagonista), dei suoi mirabolanti film. Sto ovviamente parlando di Jackie Chan, il re dei Kung Fu Movies, un grande attore, regista, produttore cinematografico, artista marziale, comico, sceneggiatore, imprenditore, stuntman, doppiatore e cantante che il cinema cinese più che quello Hollywoodiano (anche se proprio con quest'ultimo si è fatto maggiormente conoscere), l'ha fatto diventare un mito, un'icona action e al tempo stesso comedy che ha rivoluzionato il genere dell'action movie. Lui che ha ha girato oltre 200 film, lui che praticamente ha forgiato uno stile unico davvero invidiabile. Lui è infatti e soprattutto conosciuto per il suo particolare stile di combattimento che fonde le arti marziali cinesi alla mimica tipica del cinema muto, con l'utilizzo di spettacolari scene d'azione in cui si mette in gioco in prima persona e l'utilizzo di armi improvvisate e non convenzionali, il tutto sempre stando attento a non sfociare nella violenza gratuita. Per questo il divertimento nei suoi film non è mai mancato, tanto che proprio alla spassosa e avvincente saga di Rush Hour è entrato definitivamente nell'Olimpo di Hollywood, lasciando anche le impronte delle mani e del naso nell'Hollywood Walk of Fame. Da lì e grazie ai suoi film, alcuni inediti tutt'ora, la sua popolarità è quindi cresciuta enormemente, non per altro proprio pochi mesi fa ha ricevuto l'Oscar alla carriera. Un riconoscimento tanto che atteso che ha finalmente reso merito ad un personaggio che ho sempre amato, perché i suoi film, in ogni caso difficilmente classificabili, ha divertito e intrattenuto sempre a dovere, cosa che però purtroppo non succede più da tempo. Il buon Jackie Chan infatti, di cui in un giorno ho visto due pellicole (che appunto in questo post parlerò), sta perdendo ahimè colpi, perché dopo il deludente Dragon Blade, sembra aver ingranato (forse colpa dell'età seppur ancora in splendida forma) la retromarcia.
Tuttavia e nonostante ciò, come al suo solito sforna l'ennesimo action-comedy simpatico e brioso. Poiché in Skiptrace: Missione Hong Kong (Skiptrace), film del 2016 diretto da Renny Harlin, prodotto ed interpretato da Jackie Chan, anche se non ci sono scene da grasse risate, lui e la pellicola riescono ad essere minimamente godibili, senza tante pretese e senza troppe banalità. Certo, delle sue acrobazie folli non c'è più traccia e, anzi, troppe volte le soluzioni per nascondere questo limite sono fin troppo evidenti, ma accanto ad un Johnny Knoxville buffone, come sempre, crea in ogni caso una coppia simpatica quanto quella con Owen Wilson. Giacché qualche momento ben riuscito in cui Chan riesce ancora a mostrare le sue capacità c'è comunque. Purtroppo quello che manca in Skiptrace, è la storia, non solo stravista ma anche tirata via oltre l'inverosimile. L'intero film è infatti una scusa per un giro del mondo (per proteggere ed aiutare la bella Fan Bingbing) dove gli attori faticano perfino a recitare. Seppur ed ovviamente e come detto si ridacchia ugualmente, ma è molto "cinese" sia nell'umorismo che in quelle parti che vorrebbero essere serie per farsi tanto apprezzare (soprattutto per il finale poco convincente), anche se nel complesso il film merita la sufficienza. Non tanto per Jackie Chan ma anche per Johnny Knoxville (star indiscussa degli esilaranti Jackass), che da comico praticamente nato, si diverte e fa divertire. Lui infatti fin dall'apertura, lo troviamo alle prese con una "cartoonesca" retata antidroga corredata di disastroso crollo e, addirittura, un'esplosione. D'altra parte, quando c'è di mezzo Jackie Chan è risaputo che le esagerazioni mirate al divertimento siano tutt'altro che assenti, e quindi lo shooter Renny Harlin (Die Hard 2 e Cliffhanger) ce la mette tutta per sfruttarlo il più possibile in uno spettacolo che fa della sequela di assurde situazioni (comprendenti scontri corpo a corpo con la formosa wrestler Eve Torres) il proprio ingrediente fondamentale. E, anche se in più di un'occasione l'insieme rischia di apparire fracassone, non annoia più di tanto lo spettatore e lo trasporta quasi in una atmosfera da cine-panettone in salsa action, ma senza però eccellere e non senza alcuni difetti.
A partire dalla trama appunto, che seppur semplice, quella del detective Benny Chan (Jackie Chan), che per anni ha dato la caccia ed accusato un magnate cinese Victor Wong di essere niente altro che un criminale trafficante di droga che ha ucciso il suo compagno anni prima, che incrocia la sua strada investigativa con quella di Connor Watts (Knoxville), un truffatore americano che rimane coinvolto suo malgrado in un omicidio e diviene l'unico testimone disponibile per incastrare il magnate, risulta un po' forzata e ridicola. Perché da qui parte uno scatenato (e troppo scanzonato e sciocco) road movie attraverso numerose province della Cina, dove la coppia verrà braccata senza pietà dai cattivi di turno la banda di trafficanti cinesi a cui si aggiunge anche la mafia russa, a causa di una gravidanza provocata da Connor alla figlia del potente boss che lo cerca per vendicare l'onore violato. Insomma niente di nuovo, niente di originale, seppur in questo buddy movies, l'obbiettivo non è solo quello di raggiungere il pubblico occidentale attraverso la presenza di un star come Knoxville, ma anche quello di mostrare un lato paesaggistico della Cina poco conosciuto. Di conseguenza all'interno di azione battute e divertimento, non sempre perfettamente dosati dal comunque esperto Harlin, ci ritroviamo in una serie di location visitate per la prima volta da una troupe cinematografica con tanto di Jackie Chan in formato Wikipedia. Il risultato di questa commistione di genere e due diversi tipi di comicità decisamente funziona, lo scopo di intrattenere lo spettatore e al tempo stesso portarlo in luoghi sconosciuti e accattivanti funziona a dovere, ma purtroppo non basta. Il film infatti, contenente altresì richiami ad un certo cinema '80, decisamente ora molto in voga tra remake e reboot, non convince fino in fondo. Tuttavia e nonostante tutto si lascia però ben vedere (stando sempre nei limiti), dopotutto vedere Chan all'opera (che resta un vero proprio ponte tra Occidente e Asia, universalmente riconosciuto e adorato da schiere di fan in tutto il mondo) è sempre un piacere. Voto: 6
Al contrario del precedente invece, Chinese Zodiac, film del 2012 scritto, diretto, prodotto, scenografato, fotografato e interpretato da Jackie Chan, sequel del film del 1991 Armour of God II: Operation Condor, sempre diretto da lui, è da prendere con le molle, poiché anche se questo comunque spassoso e spettacolare film d'azione e d'avventura che, ispirandosi vagamente al filone archeologico e fanta-storico del celeberrimo Indiana Jones spielberghiano, che conduce lo spettatore in un movimentato viaggio tra Cina, India e Oceania, alla ricerca di dodici leggendarie statue scomparse e trafugate che, come da titolo, rappresentano lo zodiaco cinese ed erano custodite nel palazzo imperiale di Pechino, si lascia in ogni caso vedere, è troppo caotico (sembra di assistere a due film diversi perché diviso in due parti), troppo inverosimile (e realistico), abbastanza trash (le gag sono talmente infantili infatti da risultare subito stucchevoli), troppo lungo (2 ore in effetti sono decisamente eccessive) e deludente, in più la denuncia del commercio illegale di beni culturali non convince. Insomma un mezzo caos dove anche l'esperto Oliver Platt cade nell'esagerazione fine a se stessa. Perché anche se il film è infarcito di scene di azione acrobatiche davvero suggestive (alcune sequenze in effetti sono davvero spettacolari e mozzafiato) e ben costruite, non sempre la costante vena di umorismo (che sfocia più volte in venature demenziali) funziona. Il mix fra spettacolo e comicità difatti non funziona ed è sempre in bilico. Colpa soprattutto della sceneggiatura e della fotografia che fanno acqua da tutte le parti. Come ovvio c'è comunque un certo divertimento durante le coreografie action (con i tipici combattimenti di arti marziali) incentrate sulla figura di Jackie Chan (con scene discretamente buone in ogni caso, scene nelle quali del resto lui è maestro), ma tutte le altre fasi action con la sua assenza risultano noiosissime. A tal proposito la parte ambientata nella giungla dell'isola è di una scemenza terrificante, tanto che seppur la pellicola, che comunque va presa per quello che è, ovvero una action comedy "moderna" tuttavia logora, è meglio perderla che vederla. Giacché come detto, passaggi della storia, verosimiglianza delle situazioni e spessore dei personaggi, fanno sprofondare una commedia che, nonostante appunto la leggenda Jackie Chan, delude, irrita, non diverte e non intrattiene tantissimo, anche se gli amanti del genere, qualcosa di buono probabilmente e ugualmente troveranno, ma non aspettatevi comunque un granché. Voto: 5,5
Io sono cresciuta con i film di Jackie Chan e mi piacciono tutti tranne "Chinese Zodiac", è troppo lungo, dispersivo, la scena nella giungla con i pirati potevano pure eliminarla. I combattimenti sono le scene migliori!😊
RispondiEliminaSiamo cresciuti tutti con i suoi film, ed anche a me piacciono tutti i suoi film, però come hai ribadito tu, Chinese Zodiac nonostante i combattimenti è parecchio deludente, e quella scena è "imbarazzante" ;)
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