mercoledì 9 maggio 2018

The Bye Bye Man (2017)

Non è certamente un buonissimo horror ma neanche sono d'accordo nel cestinare in toto la pellicola, prodotta dal produttore di Oculus e The Strangers, che non fa altro che aggiungere un nuovo Boogeyman (nonostante questa variante sia decisamente migliore di altri) alla sterminata schiera già esistente. Certo, mi aspettavo molto di più da questo nuovo titolo orrorifico, dato che il soggetto per il genere è davvero micidiale, ma The Bye Bye Man, film del 2017 diretto da Stacy Title e basato sul capitolo The Bridge to Body Island del romanzo The President's Vampire di Robert Damon Schneck, anche grazie alle capacità straordinarie dell'attore Doug Jones (famoso per i film di Guillermo del Toro e non solo) e alle "sue" inquietanti fattezze nei panni del nuovo "Babau", riesce comunque a rendersi sufficientemente godibile ed apprezzabile. Perché nonostante l'ambientazione non sia così originale in quanto si tratta di un luogo isolato e per certi aspetti inquietante già per sé, Stacy Title (di cui si ricorda solo Una cena quasi perfetta) da vita a un prodotto degno di nota che sarebbe più giusto definire un horror/thriller di stampo psicologico. Questo perché la presenza che perseguita i tre ragazzi (e non solo) è qualcosa che si avvicina a loro e diventa più pressante nel momento in cui si pensa alla creatura o semplicemente si dice il suo nome (l'aspetto certamente più innovativo ed interessante allo stesso tempo della pellicola). The Bye Bye Man infatti non è il solito film horror in cui c'è un cattivo che uccide, poiché in questo caso il cattivo (un'entità malvagia che si insinua nella testa dei personaggi, provocando in essi allucinazioni e pensieri negativi, e che quindi potrebbe essere sconfitta solo con la forza di volontà) è colui che spinge gli essere umani a uccidere per lui come se fosse un burattinaio che manovra i fili.
Perché questa volta il Boogeyman non è un mostro che viene dall'esterno, ma l'incarnazione di un istinto rimasto sopito per molto tempo, ben nascosto tra le pieghe della notte, che improvvisamente, senza una ragione ben precisa se non l'evocazione del suo nome (giacché il suo nome è un eco di morte, una maledizione che si propaga di bocca in bocca, annebbia i sensi, libera gli istinti omicidi più cruenti e trasforma le persone in mostri), esplode in una incontenibile sete di sangue. È come se "Bye Bye Man" appunto, sia la chiave d'accesso alle porte segrete dell'anima, il guizzo di follia che porta l'orrore nell'esistenza di persone apparentemente normali e le spinge a fare gesti talmente assurdi da superare ogni immaginazione. Dopotutto non è raro incontrare nella cronaca nera casi di omicidio che vedono protagonisti assassini insospettabili, persone comuni che in un momento di scarsa lucidità fanno a pezzi la famiglia o massacrano i vicini. Non a caso è proprio a casi come questi che si è ispirata la regista per imbastire il suo racconto dell'orrore, che parte dalla tipica situazione più normale che si possa immaginare per poi sconfinare come da copione nel surreale. Un copione che purtroppo, nonostante un concetto chiaro ed un'idea della malvagità intrinseca nell'essere umano che si prestava a diversi spunti interpretativi, si adagia sul sentiero sicuro dei cliché del cinema di genere, non riuscendo quindi ad imboccare una via più innovativa. The Bye Bye Man infatti, sembra scimmiottare il già visto più che esplorare i meandri più oscuri della mente umana. Un vero peccato per una pellicola che aveva la possibilità di svilupparsi in un racconto dai risvolti sorprendenti, portando la lotta per la sopravvivenza in una dimensione onirica in cui realtà e immaginazione si confondono e la ragione combatte per non essere assassinata dalla follia.
L'idea alla base difatti era ottima, ma poteva e doveva essere sviluppata meglio. Perché anche se interessante è il messaggio che il male (che grazie a Bye Bye Man viene fuori più facilmente) alberga dentro ogni persona (seppur è soprattutto la paura a rendere viva la presenza), il suddetto non viene appieno trasmesso dal film. Un film e una regista che svolge il compitino in modo mediocre buttando qua e là qualche jumpscares, facendo evolvere una storia già di per se banale e piena di buchi in modo fin troppo ordinario. Tuttavia l'atmosfera che si respira non è proprio da buttare e l'idea di base (anche se già vista e frutto di leggende metropolitane) ha un suo fascino anche se sfruttato solo in minima parte. Giacché il film, ispirato a fatti realmente accaduti, che racconta la storia di Elliot, Sasha e John, tre universitari che decidono di lasciare i dormitori del campus per trasferirsi in una casa nel bosco, disabitata da anni e dall'aspetto spaventoso, e che dopo aver "risvegliato" una brutale forza soprannaturale entreranno in un vortice di situazioni a limite in cui districarsi sarà compito arduo, anche grazie al ritmo altalenante che aiuta a rendere la storia raccontata decisamente più avvincente e che permette altresì di godere dell'imprevedibilità degli eventi che si verificano, riesce a coinvolgere quanto basta. Certo, nel film non assistiamo a scene splatter tipiche dei film horror e non ci si affeziona neanche ai protagonisti perché non sono abbastanza approfonditi, ma alcuni pregi il film li ha. Innanzitutto le scene prettamente horror, anche se non sono molte in realtà, sono state comunque realizzate bene (anche in termini di effetti speciali). La recitazione poi, anche grazie a curati dialoghi (seppur abbastanza scontati ma tuttavia credibili), non è da buttare. In primis Douglas Smith, che si sta lentamente ritagliando uno spazio tra le future promesse di Hollywood, ma anche Carrie-Anne Moss (anche se troppo monocorde come ai tempi di Matrix) e la rediviva Faye Dunaway, l'indimenticata Bonnie di Gangster Story.
Tuttavia tra i protagonisti della storia troviamo anche Lucien Laviscount, la bella Cressida BonasMichael Trucco, Jenna Kanell ed Erica Tremblay. Tutto il cast infatti è bravo, anche perché a farla da padrone sono la discreta forza espressiva e il buon tono di voce utilizzati dagli interpreti, i quali rendono giustizia ai loro personaggi. Non male sono altresì le scenografie all'interno e all'esterno della casa, ma soprattutto curioso e abbastanza spaventoso è il cattivo della storia, l'innominabile Boogeyman che incute abbastanza timore. Non tanto nell'aspetto, che comunque almeno per trucco e fisionomia fa il suo dovere (anche se parecchio inutile è il cane totalmente, e male, in CGI), quanto per il modo. Ciò che fa presagire l'arrivo di questo essere molto pericoloso è il rumore del treno, di monete antiche, ma soprattutto la pronuncia del nome e anche solo il pensiero di quest'ultimo, evocandolo e collocando la povera vittima in uno stato di morte imminente, o per mano propria o per mano di un altro sfortunato. E in questo aspetto la pellicola sa trasmettere molta tensione, da una parte per l'ossessività, vero fulcro della paura che vuole dare la storia, dei protagonisti, che ripetono "non dirlo, non pensarlo" fino allo sfinimento, al fine di evitare anche le solite visioni ingannevoli, dall'altra grazie alla colonna sonora, non eccezionale ma efficace. In tal senso colpisce l'attenzione al dettaglio per quanto riguarda tutti gli aspetti del film, dall'ambientazione alle allucinazioni (di grande effetto visivo), dai costumi (non disprezzabili) alla regia decisa (grazie a scene decisamente riuscite, come quella del volto del grandissimo Doug Jones che appare improvvisamente su un vetro o quella della bambina nel finale, che mi ha strappato anche un sorriso), dai colpi di scena (pochi ma buoni) alle musiche e molto altro. Altro però non sempre in positivo.
La prima parte della storia infatti è piuttosto lenta mentre è nella seconda che il film inizia ad ingranare ma senza spiccare comunque del tutto il volo. Questo perché per tutto il tempo si cerca di creare un'atmosfera inquietante e coinvolgente ma che poi alla fine non è mai abbastanza. Dopotutto The Bye Bye Man non mostra dei veri orrori, nel complesso difatti solo in poche scene riesce a spaventare un po'. Senza dimenticare la poco curata sceneggiatura che appunto non sviluppa benissimo l'idea di base, poiché si perde in momenti noiosi e convenzionali, inoltre c'è davvero un bel casino con tante cose non spiegate o campate in aria, dato che nonostante sia un filmetto basilare si capisce poco come fossimo dinnanzi a quale horror psicologico. Se non altro è aperta, e lascia la speranza che in un ipotetico prequel o seguito (che forse farà luce su certi aspetti) giunga in mani più abili a destreggiarsi nel genere, dato che è un vero peccato che il contenuto e il villain non siano stati sfruttati a dovere (in tal senso un budget un po' più largo non avrebbe fatto niente male). Tuttavia questo qui, un horror di certo imperfetto, è comunque e però godibile, leggero ma potenzialmente in grado di far venire qualche incubo. Il film infatti, che probabilmente ha il suo più grande difetto nella sua modestia, il non voler oltrepassare un certo limite, non è poi, sempre che stiate cercando un mero prodotto per passare una serata leggera, così osceno. Certo, questo nuovo uomo nero non è ovviamente alla pari dei suoi colleghi come Freddy Krueger o Babadook (ma magari in futuro ci riserverà delle sorprese), e nel mezzo del film c'è poco, ma se siete appassionati di horror questo è uno di quei progetti che vale la pena vedere. Anche perché in conclusione The Bye Bye Man non è uno dei soliti film horror, la storia infatti è abbastanza carina e alquanto interessante, tuttavia bisogna vederlo senza troppe aspettative, altrimenti la delusione potrebbe essere cocente. Voto: 6+ [Qui più dettagli]

8 commenti:

  1. Non sapevo cosa vedere stasera, quindi grazie!Andro a cercarmi questo film.
    Alla prossima.

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    1. Grazie a te, spero non resterai deluso e l'apprezzerai come ho fatto io ;)

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  2. Devo dire la verità, non mi è dispiaciuto ^_^

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    1. Anche a me, perché forse non sarà un granché ma quel poco di buono basta eccome ;)

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  3. Infatti, dalla descrizione mi ha vagamente ricordato qualcosa vecchio stile, anche se non compete con i mostri (ahah) sacri del genere. Che brutto quando fanno le cose, male, in cgi.

    Moz-

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    1. Già, la cgi se deve essere fatta bisogna farla bene ;)
      Non andando a scomodare mostri sacri questo film tuttavia tra vintage e modernità fa bene il suo lavoro :)

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  4. Ma sai che ho visto la trilogia di Boogeyman proprio lo scorso weekend? Il primo lo avevo già visto, passabile fino alla fine che rovina tutto, gli altri due bocciati a parte le chiappe della figlia di Saw all'inizio del terzo film (è stato chiappamore a prima vista!).
    Con "horror thriller di stampo psicologico" hai catturato la mia attenzione. Nonostante tutti i difetti che citi, soprattutto che poteva essere sviluppato meglio (il difetto della maggior parte degli horror) ma i lati positivi mi hanno deciso a recuperarlo, d'altronde per me la sufficienza in un horror è un gran voto dato che il 90% sono da bestemmia per il tempo che hai perso (e nonostante ciò continuo a dare possibilità per l'amore che il genere mi ha impresso tra gli anni 80 e i primi 90).
    Ripasserò per dirti la mia, tanto non penso che ne farò un post mio 😉

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    1. Io comunque di Boogeyman intendevo il mostro in generale, perché dei film ricordo solo il primo di aver visto, gli altri due credo evitati, anche perché me ne ricorderei di certe chiappe :D
      Non a caso quest'anno degli horror da me visti solo la metà s'è salvata...

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