sabato 12 dicembre 2015

Non lamentiamoci dopo ma indigniamoci prima

Non lamentiamoci dopo se all'estero vedono l'Italia come il paese della pizza (questa è vera, siamo i migliori), del mandolino (ma chi lo suona più il mandolino...) e sopratutto della mafia, perché se il cinema italiano produce film sulle mafie e sulla politica dei corrotti è naturale che ci vedano così (tutti mafiosi e moralmente disdicevoli). Basta un dato, la serie tv Gomorra è una delle più apprezzate all'estero e in Italia ha avuto tanto successo, e solamente negli ultimi anni le tantissime produzioni cinematografiche hanno espresso quasi tutti lo stesso iter, ossia parlare di mafiosi (camorra, n'drangheta e mafia) o immischiati nella politica o contro le forze dell'ordine. L'ultimo esempio al cinema è stato Suburra, la storia di un politico corrotto, dai modi disdicevoli e la potenza della mafia a Roma e in Italia, un cliché del tutto italiano. Certo di cosa dovrebbero parlare i film allora, se in Italia funziona così? se le commedie italiane fanno schifo? e le notizie sono sempre o di omicidi, alluvioni e corruzione? Questo non lo so neanch'io, però non gridate subito al capolavoro di questo o l'altro regista di film drammatici che parlano di questi argomenti. Certo non credo che tutti siamo come ci rappresentiamo nei cinema, ma all'estero ci vedono da sempre così. Ma non tutto gira attorno al cinema, basti pensare ai funerali del boss a Roma, gli inchini della processione ai clan e ai suoi capi, cose riprovevoli e indegne, il Papa ha espresso il suo dissenso e li ha anche scomunicati i boss ma nessuno fa niente e ha fatto poi niente. Dovremmo indignarci di certe situazioni, e dovremmo essere noi i primi a capire che qualcosa deve cambiare, se noi non cambiamo, niente cambia, se aspettate che senza fare niente qualcosa cambi, fidatevi, non succederà mai.

Questo è il meglio di cui siamo capaci? siamo più di questo. In Italia ci sono tanti di quei problemi, e comunque secondo me sono le persone che si comportano male (ce ne sono poche veramente brave e oneste), che non cambieranno mai, le loro brutte maniere, i loro modi e l'avidità che acceca molti. Il proverbio dice: 'Chi più ha più ne vorrebbe' (in generale, che riguardi il denaro, il potere o il controllo, così funziona in tutto il mondo purtroppo). Non tutti ovviamente si comportano in mal modo, qualcuno c'è di giusto anche in Italia (e si trasferiscono anche all'estero) ma il singolo non riuscirà mai a fare la differenza se intorno a lui il paese va sempre più giù, nell'orgoglio e nel morale. Non lamentiamoci dopo se quando le cose vanno male ce la prendiamo con i politici che non fanno niente, chi li ha votati allora? I politici dicono solo bugie e non hanno il coraggio di fare qualcosa di veramente concreto. Se le persone hanno sempre due facce come ci si può fidare? Uno che se dice una cosa lo fa, se promette lo fa, c'è o no? manco uno? Se io avessi la possibilità, scenderei in politica, e quante cose cambierei...così tante che ci vorrebbero 20 anni, ma io non ci andrò mai e anche se dovessi son sicuro che i poteri forti impedirebbero a chiunque oltre a me di fare del bene, pensano solo ai loro interessi e a fare sempre più soldi. Gli sprechi per costruzioni mai finite o mai aperte, scuole od altro come abitazioni abusive, immondizia da tutte le parti, spendere soldi dopo un'alluvione e non prima, insomma tantissime le cose che andrebbero fatte, ma da chi? Non lamentiamoci più dopo (in generale), delle scelte che facciamo, se prendi una strada non puoi tornare indietro come se nulla fosse, troppo facile parlare dopo, accettare la scelta che si fa in tutta coscienza, pensare prima di agire, esserne sicuri e non lamentarsi se hai sbagliato, perché quando va tutto bene tutto fila liscio e i problemi spariscono. Basta lamentarsi sempre o quando ormai è tardi, lottare senza mollare. La soluzione ai nostri problemi e quelli del mondo, è solo una, cambiare definitivamente l'animo umano, più civiltà e solidarietà, ma i brutti vizi purtroppo non finiranno mai, è una vergogna. Non lamentiamoci dopo ma indigniamoci prima.

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