Show Me a Hero, che letteralmente significa "mostratemi un eroe", è una miniserie televisiva statunitense di casa Hbo. Sei puntate trasmesse da Sky Atlantic dal 17 novembre al 15 dicembre 2015. La miniserie è incentrata sulla storia (veramente accaduta, a cavallo tra gli anni 80 e 90) di Nick Wasicsko, giovanissimo sindaco di Yonkers, che si trovò a dover applicare una sentenza federale per l'integrazione razziale. Ovvero: c'erano delle case popolari da costruire e andavano distribuite per la città, anche (anzi soprattutto) nei quartieri bianchi. Dal 1987 al 1994, si racconta l'infelice esperienza politica del democratico Nick Wasicsko, poco più che 28enne quando fu eletto, dovette fare i conti con la cittadinanza (che lo scelse solo perché non era il sindaco uscente, favorito da un clima di contestazione e malcontento popolare) e con la politica del compromesso, sullo sfondo di una pesante e sofferto dibattito sulla realizzazione di alloggi popolari nella città di Yonkers. Nell'immobilità degli amministratori, che non adempiono a quanto prescritto dalla legge, interviene il giudice Sand, che obbliga i politici a darsi da fare a meno che la città non voglia incorrere in pesanti multe e andare verso il default. Wasicsko quindi realizza il proprio sogno diventando primo cittadino e sobbarcandosi il carico della poltrona più importante nel momento più drammatico. La vicenda si dipana attraverso sette anni e sei episodi densi di avvenimenti e tematiche. Mentre seguiamo la storia di Nick, entriamo nei quartieri più poveri, facciamo la conoscenza con altri protagonisti, non minori ma ugualmente importanti. Una lezione di storia, sociologia, politica, umanità, dalla scrittura e realizzazione impeccabili che conferma Oscar Isaac come grandissimo interprete, protagonista assoluto della serie (affiancato da un camaleontico Jim Belushi). È perfetto nel ruolo di Nick Wasicsko: il suo sguardo cambia con il passare del tempo: da sognatore a realista, da insicuro a responsabile, ogni espressione è studiata, attenta e ponderata.
Appoggiandosi ad un grande cast, ad una signora storia e ad uno dei migliori autori televisivi americani, David Simon, Show me a hero racconta le persone, l'America e la loro vita. Non poteva esserci, poi, colonna sonora migliore: Bruce Springsteen, dall'inizio alla fine è qualcosa di eccezionale. Show me a hero è la storia di un uomo e di una città, si parla di politica (quella del compromesso, sporca e bassa, ma pure della politica alta, fatta di ideali e di diritti fondamentali come l'uguaglianza) e si parla di una tragedia, perché la storia di Wasicsko finirà così, in tragedia (non è uno spoiler, ma storia). Show Me a Hero non è il racconto fine a se stesso di una poco brillante parentesi socio-politica americana, è la fotografia del meccanismo decisionale dei centri di potere, delle psicologie di massa, delle contraddizioni del modello occidentale. C'è un'idea di esclusione, mista a diffidenza, dei gruppi più disagiati, che poi corrispondono fino a coincidere con certe minoranze etniche. Uno sconfortante quadro politico in cui gli esponenti di partito si appiattiscono e tengono solamente conto del consenso occasionale di una folla istintiva. Ma è solo la punta dell'iceberg di una vicenda ricca di sfumature e che ha molto da raccontare. Nick in tutto questo è l'eroe del titolo, soverchiato da interessi di vario tipo, frainteso, dimenticato, odiato, spezzato come individuo. Ha la verità, la ragione e l'innocenza dalla propria, ma che finisce stritolato dal sistema, non perché qualche "cattivo! dall'alto ha deciso così, ma perché la debolezza e le contraddizioni, sembra dirci il regista, fanno parte di noi e della nostra società, e dovremo imparare a confrontarci con esse o non sopravviveremo. Il razzismo, il problema principale, non viene menzionato (è sottolineato) ma come si sa era ancora dilagante ai quei tempi. La serie grazie a questo, senza pesare troppo ai problemi dei neri, trattando perlopiù di quest'uomo dimenticato, che dopo esser diventato sindaco perde due volte le elezioni, e come si sa dopo 2 volte si è bruciati, e a tante altre storie, convince. Demoralizzato si fa prendere dallo sconforto, allontana gli amici (Winona Ryder) e va in crisi. Argomento interessante, storia potente, anche se alcune puntate risultano noiose ma che consiglio ugualmente di vedere, nonostante l'argomento in sé leggermente pesante. Proprio ieri Oscar Isaac per questa sua incredibile interpretazione ha vinto il Golden Globe come migliore attore in miniserie, quindi una visione la merita senz'altro. Voto: 7+
Strike Back, nota in Italia anche come Strike Back: Senza regole, è una adrenalinica serie televisiva britannica, prodotta dal 2010, in co-produzione con la rete via cavo americana Cinemax, e tratta dall'omonimo libro di Chris Ryan, ex agente del SAS britannico. Anche se quest'ultima è la quarta stagione, in verità è la quinta, poiché la prima stagione, composta da soli 6 episodi, era più un pilot che avrebbe poi portato alla successive quattro stagioni (di 10 episodi ciascuno), ma con l'attore principale 'sostituito' da due altri interpreti. In Italia è stata trasmessa prima da FX (1a), poi su Sky Uno (2a,3a,4a,) e infine su Sky Atlantic (5a). Come forse si capisce è una serie a forti tinte action, tra sparatorie, inseguimenti, fughe, rapimenti, spionaggio, botte e mazzate, in giro per il mondo per fermare pericolosi criminali, terroristi o più semplicemente evitare una guerra. Per me una delle migliori in assoluto del suo genere, con una delle sigle ("Short Change Hero" del gruppo musicale britannico The Heavy), per me la più bella ed intrigante del momento, qui quella delle seconda, le altre identiche musicalmente ma con qualche cambiamento delle immagini. Per capire qualcosa è doveroso fare un salto nel passato, nella prima stagione (Chris Ryan's Strike Back) la serie segue le vicende di un sergente della SAS e un ufficiale della "Sezione 20" dei servizi segreti militari inglesi, impegnata in tutti gli scenari di crisi mondiale. Si dipanano tre storie diverse che si sviluppano durante i tre episodi della serie, nel primo liberare una prigioniera in Iraq, nel secondo aiutare a far evadere, da una prigione in Zimbabwe, un cittadino inglese e nell'ultimo, ambientato in parte in Afghanistan in parte in Pakistan, seguire un hacker responsabile della morte di alcune truppe americane. Ma in seguito alla morte di uno e il rapimento dell'altro alla fine della prima, nella seconda stagione (Project Dawn) entrano in scena due soldati, il sergente Michael Stonebridge (Philip Winchester) e un ex Delta Force americano, il sergente Damian Scott (Sullivan Stapleton) incaricati di liberare il sergente della SAS, ma niente fila liscio e muore. Comincia così una vasta caccia all'uomo (dall'Iraq in tutto il mondo, Pakistan, Kosovo, Cecenia, Ungheria) al terrorista colpevole, che sta tramando qualcosa di pericoloso. Dopo aver sventato questo piano i due faranno coppia fissa. Nella terza stagione (Vengeance) cambia il comando ma i non i due soldati che lotteranno contro terroristi internazionali che vogliono impadronirsi di armi nucleari in Africa. Nella quarta stagione (Shadow Warfare) la sezione 20, invece, è alle prese con l'inseguimento del pericoloso terrorista al-Zuhari e dei suoi partner del cartello. L'inseguimento si dislocherà tra diversi scenari e diverse paesi tra cui Colombia, Libano ed Europa. In questa quinta e ultima stagione (Legacy) la Sezione 20 si reca a Bangkok per l'operazione di salvataggio della figlia dell'ambasciatore britannico. Presto l'unità si troverà ad avere a che fare, però, con un gigantesco complotto terroristico con implicazioni globali, che la porterà ad operare in Europa ed Asia ed a confrontarsi con mercenari, criminali giapponesi, cyber-terroristi, nord coreani, mafia russa, ed altri pericolosi avversari. La serie secondo me è veramente stupenda, con i due protagonisti eccezionali, tra i due infatti nasce una grande amicizia, c'è una grande intesa, tra i due c'è rispetto e lealtà, ogni tanto una battuta, ogni tanto si punzecchiano ma sono due simpaticoni. Proprio questa affinità è il punto cruciale di tutto, in battaglia sono i migliori, fuori hanno i loro problemi che insieme risolvono. Una delle coppie action migliori in ambito televisivo viste ultimamente. Per gli amanti del genere è da non perdere. Voto: 6+
Appoggiandosi ad un grande cast, ad una signora storia e ad uno dei migliori autori televisivi americani, David Simon, Show me a hero racconta le persone, l'America e la loro vita. Non poteva esserci, poi, colonna sonora migliore: Bruce Springsteen, dall'inizio alla fine è qualcosa di eccezionale. Show me a hero è la storia di un uomo e di una città, si parla di politica (quella del compromesso, sporca e bassa, ma pure della politica alta, fatta di ideali e di diritti fondamentali come l'uguaglianza) e si parla di una tragedia, perché la storia di Wasicsko finirà così, in tragedia (non è uno spoiler, ma storia). Show Me a Hero non è il racconto fine a se stesso di una poco brillante parentesi socio-politica americana, è la fotografia del meccanismo decisionale dei centri di potere, delle psicologie di massa, delle contraddizioni del modello occidentale. C'è un'idea di esclusione, mista a diffidenza, dei gruppi più disagiati, che poi corrispondono fino a coincidere con certe minoranze etniche. Uno sconfortante quadro politico in cui gli esponenti di partito si appiattiscono e tengono solamente conto del consenso occasionale di una folla istintiva. Ma è solo la punta dell'iceberg di una vicenda ricca di sfumature e che ha molto da raccontare. Nick in tutto questo è l'eroe del titolo, soverchiato da interessi di vario tipo, frainteso, dimenticato, odiato, spezzato come individuo. Ha la verità, la ragione e l'innocenza dalla propria, ma che finisce stritolato dal sistema, non perché qualche "cattivo! dall'alto ha deciso così, ma perché la debolezza e le contraddizioni, sembra dirci il regista, fanno parte di noi e della nostra società, e dovremo imparare a confrontarci con esse o non sopravviveremo. Il razzismo, il problema principale, non viene menzionato (è sottolineato) ma come si sa era ancora dilagante ai quei tempi. La serie grazie a questo, senza pesare troppo ai problemi dei neri, trattando perlopiù di quest'uomo dimenticato, che dopo esser diventato sindaco perde due volte le elezioni, e come si sa dopo 2 volte si è bruciati, e a tante altre storie, convince. Demoralizzato si fa prendere dallo sconforto, allontana gli amici (Winona Ryder) e va in crisi. Argomento interessante, storia potente, anche se alcune puntate risultano noiose ma che consiglio ugualmente di vedere, nonostante l'argomento in sé leggermente pesante. Proprio ieri Oscar Isaac per questa sua incredibile interpretazione ha vinto il Golden Globe come migliore attore in miniserie, quindi una visione la merita senz'altro. Voto: 7+
Strike Back, nota in Italia anche come Strike Back: Senza regole, è una adrenalinica serie televisiva britannica, prodotta dal 2010, in co-produzione con la rete via cavo americana Cinemax, e tratta dall'omonimo libro di Chris Ryan, ex agente del SAS britannico. Anche se quest'ultima è la quarta stagione, in verità è la quinta, poiché la prima stagione, composta da soli 6 episodi, era più un pilot che avrebbe poi portato alla successive quattro stagioni (di 10 episodi ciascuno), ma con l'attore principale 'sostituito' da due altri interpreti. In Italia è stata trasmessa prima da FX (1a), poi su Sky Uno (2a,3a,4a,) e infine su Sky Atlantic (5a). Come forse si capisce è una serie a forti tinte action, tra sparatorie, inseguimenti, fughe, rapimenti, spionaggio, botte e mazzate, in giro per il mondo per fermare pericolosi criminali, terroristi o più semplicemente evitare una guerra. Per me una delle migliori in assoluto del suo genere, con una delle sigle ("Short Change Hero" del gruppo musicale britannico The Heavy), per me la più bella ed intrigante del momento, qui quella delle seconda, le altre identiche musicalmente ma con qualche cambiamento delle immagini. Per capire qualcosa è doveroso fare un salto nel passato, nella prima stagione (Chris Ryan's Strike Back) la serie segue le vicende di un sergente della SAS e un ufficiale della "Sezione 20" dei servizi segreti militari inglesi, impegnata in tutti gli scenari di crisi mondiale. Si dipanano tre storie diverse che si sviluppano durante i tre episodi della serie, nel primo liberare una prigioniera in Iraq, nel secondo aiutare a far evadere, da una prigione in Zimbabwe, un cittadino inglese e nell'ultimo, ambientato in parte in Afghanistan in parte in Pakistan, seguire un hacker responsabile della morte di alcune truppe americane. Ma in seguito alla morte di uno e il rapimento dell'altro alla fine della prima, nella seconda stagione (Project Dawn) entrano in scena due soldati, il sergente Michael Stonebridge (Philip Winchester) e un ex Delta Force americano, il sergente Damian Scott (Sullivan Stapleton) incaricati di liberare il sergente della SAS, ma niente fila liscio e muore. Comincia così una vasta caccia all'uomo (dall'Iraq in tutto il mondo, Pakistan, Kosovo, Cecenia, Ungheria) al terrorista colpevole, che sta tramando qualcosa di pericoloso. Dopo aver sventato questo piano i due faranno coppia fissa. Nella terza stagione (Vengeance) cambia il comando ma i non i due soldati che lotteranno contro terroristi internazionali che vogliono impadronirsi di armi nucleari in Africa. Nella quarta stagione (Shadow Warfare) la sezione 20, invece, è alle prese con l'inseguimento del pericoloso terrorista al-Zuhari e dei suoi partner del cartello. L'inseguimento si dislocherà tra diversi scenari e diverse paesi tra cui Colombia, Libano ed Europa. In questa quinta e ultima stagione (Legacy) la Sezione 20 si reca a Bangkok per l'operazione di salvataggio della figlia dell'ambasciatore britannico. Presto l'unità si troverà ad avere a che fare, però, con un gigantesco complotto terroristico con implicazioni globali, che la porterà ad operare in Europa ed Asia ed a confrontarsi con mercenari, criminali giapponesi, cyber-terroristi, nord coreani, mafia russa, ed altri pericolosi avversari. La serie secondo me è veramente stupenda, con i due protagonisti eccezionali, tra i due infatti nasce una grande amicizia, c'è una grande intesa, tra i due c'è rispetto e lealtà, ogni tanto una battuta, ogni tanto si punzecchiano ma sono due simpaticoni. Proprio questa affinità è il punto cruciale di tutto, in battaglia sono i migliori, fuori hanno i loro problemi che insieme risolvono. Una delle coppie action migliori in ambito televisivo viste ultimamente. Per gli amanti del genere è da non perdere. Voto: 6+
Pietro mio ma tu sei proprio un genio delle serie televisive..cosa che come sai io non riesco quasi mai a seguire per via del tempo o dei concerti o del lavoro in generale. Eppure dopo avere letto parecchi tuoi post che trattavano questo argomento mi ero ripromessa di seguire qualcuna di esse. Non l'ho fatto. Ora con la serie del magnifico
RispondiEliminaOscar Isaac ce la farò? Sperimao ..
Baciotto serale e grazie!
Beh guarda, se non riesci a vedere almeno questa con Oscar Isaac, con i brani di Bruce e con un'argomento potente, non so più che fare! XD
EliminaDai che c'è la fai.. ;)