venerdì 4 novembre 2016

Film visti in questa settimana di Halloween (2016)

Durante i giorni che hanno preceduto e susseguito Halloween ho cercato di vedere quattro film a tema, ma nel mio mysky di attinente avevo ben poco, perciò a parte il primo che è un vero e proprio horror, anche se è più appropriato definirlo thriller dato che di pauroso c'è solo la locandina, ho visto altri tre che poco hanno a che fare, ma per cercare di farli entrare in questo post e poiché si è da poco concluso il Lucca Comics, patria dei nerd, ho visto proprio un film italiano di nerd, anche se il risultato nonostante l'idea geniale è meno che mediocre. Infine ho visto due interessantissimi film per ragazzi, un'avventura in chiave gotica e una divertente commedia con un simpatico fantasmino. Ma andiamo con ordine e parliamo di The Hoarder, un mediocre thriller-horror del 2015 diretto da Matt Winn, primo suo film horror e seconda regia dopo la commedia January 2nd (2006). Il film come detto in precedenza ha una locandina tutta particolare, che è già tutto un programma. Poiché in realtà, la locandina del film fa sembrare terrificante una pellicola che, invece, in fin dei conti non è così spaventosa o sanguinolenta, anzi, credevo di essere di fronte ad un film come Hostel o Non aprite quella porta, invece (fortunatamente o sfortunatamente, dipende dai punti di vista) mi sbagliavo. Tolte solo un paio di scene, per il resto, The Hoarder (semi, se non del tutto, sconosciuto) può essere tranquillamente classificato come un thriller/horror che tende a spaventare gli spettatori puntando più sui colpi di scena e sui cambi di ritmo. Comunque senza troppe aspettative, l'ho visto, perché la trama, piuttosto interessante (soprattutto per gli amanti del genere), mi aveva intrigato. In più il film vedeva protagonista la bella Mischa Barton, che già si era cimentata in ruoli del genere, anche se solo ne Il sesto senso aveva fatto una discreta figura, poiché se penso a 1303: La paura ha inizio, tutto viene messo in discussione dato che il film era peggiore anche di questo, comunque non esente da grossolani difetti. Difetti di cui parlerò dopo, per il momento ecco la trama: quando Ella scopre che il suo fidanzato banchiere di Wall Street ha affittato di nascosto un deposito, lei sospetta che lo stia usando per nascondere una relazione. Con l'aiuto della sua migliore amica Molly s'intrufola nella struttura solo per scoprire, in modo abbastanza 'fortuito', qualcosa di decisamente più terrificante. Ora intrappolata in un edificio buio con un gruppo di sconosciuti nevrotici (un detective della omicidi, una hippie diabetica, un futuro divorziato e uno dei residenti del deposito), che iniziano a scomparire uno dopo l'altro, Ella scopre ben presto che un orrore indicibile si cela nelle profondità. La sua battaglia per vita o la morte e per sfuggire alla schiavitù eterna sta per iniziare.
The Hoarder ha sicuramente quattro difetti che non le permettono di arrivare, a mio avviso, ad una valutazione sufficiente, anche se a differenza di altre pellicole simili, è di un livello superiore. Primo: il film sfrutta la medesima location, depositi a noleggio "self-storage" (non proprio il massimo di originalità) e un killer che ricorda molto da vicino la creatura del classico The Creep: Il chirurgo, anche se il vero mostro non è lui. Ma soprattutto gli attori del cast (che comprendono Robert Knepper, Andrew Buckley, Charlotte Salt e Emily Attak) e i protagonisti offrono recitazioni davvero scarse. In più la trama (già vista e rivista) come già ripetuto ha zero originalità. Infine i dialoghi sono pressoché inesistenti e inefficaci. Queste le grosse carenze che fanno sì che la pellicola abbia già perso in partenza. Però, due sono le cose che mi hanno permesso e mi darà il potere di dare un giudizio non completamente negativo e che fanno intravedere una fioca luce in fondo al tunnel e possono fare sì che un appassionato del genere (e ribadisco 'un appassionato del genere horror') possa cimentarsi nella visione di questo film. Infatti, The Hoarder presenta una colonna sonora davvero azzeccata per accompagnare le scene in cui la tensione sale, in cui lo spettatore fissa lo schermo in attesa di un qualcosa di imminente, inoltre, e questa cosa che sto per dire per un horror vale davvero molto, è che il film presenta un finale originale, che non compiace il pubblico ma che, al contrario, risulta essere molto forte e che lascia un sorriso di sarcasmo (e rabbia) allo spettatore. Infatti, fino alle scene conclusive non si sa chi sia l'assassino...e poi, il finale sorprende. Soprattutto per quest'ultimo aspetto, credo che una visione se la meriti (però senza nessuna pretesa e senza troppe aspettative). Almeno, c'è stata nel regista e nei produttori la volontà di pensare ad un finale alternativo e originale che, di questi tempi in questi film, non è cosa da poco. The Hoarder quindi è un film mediocre ma in parte (solo in parte) approvato. Poiché anche se lo consiglio come horror non impegnativo è un film francamente evitabile, ci sono infatti molti buchi nella sceneggiatura, tanto che non si capisce il perché di certi comportamenti, tra cui perché questo orrendo personaggio uccide le persone anziché provare la fuga insieme a loro? Mistero e delusione. Voto: 5,5
Il secondo film visto è un interessante progetto tutto italiano, realizzato da una produzione italo-americana, che ha visto l'esordio cinematografico di famosi youtubers (tra cui FavJ, a proposito, alcuni di essi e tanti altri sono tornati su SkyUno con #socialface2, uno divertente game show dove giocano ai videogame, si scherza e si ride, un programma davvero simpatico) e di alcuni attori poco conosciuti, come il regista al suo esordio (almeno credo) Ryan Travis. Il film in questione è Game Therapy (2015) e gli interpreti sono: Lorenzo Ostuni, Federico Clapis, Leonardo Decarli e Daniele Sodano. Purtroppo però, nonostante le buone intenzioni il risultato è sconclusionato e quasi totalmente fuori dalla realtà, anche se l'idea di sottofondo l'ho trovata geniale, non tanto lo scorrimento dell'azione. Comunque sono rimasto doppiamente sorpreso, sia in positivo che in negativo. La prima sorpresa è stata per la buona realizzazione: la fotografia in particolare, ma anche gli effetti speciali sono discreti, e questo è davvero apprezzabile, così come potrebbe essere apprezzabile l'idea di imbarcarsi nell'impresa di un film 'importante' e si, perché no, fatto bene. Qui c'è la seconda sorpresa che, purtroppo, è negativa, ovvero, con i mezzi comunque buoni a disposizione si poteva fare decisamente meglio. Game therapy soffre infatti di tanti piccoli problemi, i due protagonisti che se da un lato risultano simpatici e sembrano a loro agio davanti alla telecamera, dall'altro non sono attori (si vede chiaramente in più occasioni) e per quanto si impegnino non risultano completamente credibili nei ruoli mal delineati che gli sono stati affidati. In secondo luogo, nonostante un'idea iniziale che potrebbe risultare intrigante e complicata, la trama è abbastanza insensata e per questo il film risulta mal scritto o mal concepito. Infine il finale è abbastanza insensato e incomprensibile. Eppure non ho trovato completamente negativo questo film. Un film che racconta la storia di due ragazzi, ambedue appassionati di videogiochi, uno è un hacker in difficoltà nella vita reale ed alla ricerca di un modo per evaderne, un altro, impacciato e timido, "sopravvive" alla realtà e ottiene successo con una ragazza. L'hacker scopre in uno scantinato segreto una macchina dedicata alla realtà virtuale (un macchinario in grado di trasportare la mente di chi "gioca" all'interno di ambienti virtuali simili ai più noti videogiochi, che non vengono nominati ma girano dalle parti di Assassin's Creed, Call of Duty, Uncharted, Dance Dance e GTA, comunque l'aspetto più spettacolare e divertente del film, davvero bello, come 'Lana' Croft, la bellissima Jennifer Mischiati, ma anche Elisa Piazza non è male), e, con l'aiuto dell'amico (simpatico e buffo ma intelligente), cerca di impossessarsi della "chiave" necessaria a trasferire la propria coscienza in un universo artificiale costituito da livelli di videogiochi. L'amico, lo asseconda ed aiuta, seppur con spirito critico, ma gli eventi prenderanno una brutta piega. Game therapy in ogni caso, nonostante l'assurdità della trama, introduce concetti interessanti, ovvero il dover scegliere tra vita vera e vita "virtuale", con l'ago della bilancia che non pende decisamente verso la prima opzione. Vuoti esistenziali, difficoltà quotidiane, incomunicabilità spingono le persone a rifugiarsi in effimeri ma consolatori mondi elettronici, popolati di avatar, nicknames dietro i quali non è chiaro se vi siano macchine o altri umani. Non un argomento semplice ma comunque ben esposto e ben studiato, come le scene d'azione. In conclusione però tutto non è credibile, anche se è un vero peccato, perché il film ambizioso e intrigante è realizzato bene, ma risulta brutto, mal concepito e mal recitato. Comunque sono d'accordo col fatto che il gioco è davvero un ottimo strumento di terapia, e lo dico da videogiocatore appassionato. Voto: 4,5
Il terzo film come già detto all'inizio è una interessante avventura gotica, poiché si parla di streghe, pozioni e poteri mistici. Ma quello che potrebbe sembrare detto così come una ragazzata di fatti non lo è, perché La figlia della sciamana, (film scandinavo del 2015) basato sul primo libro della serie per ragazzi "The Shamer Chronicle", è un film non a misura di bambino ma di adulto, infatti nonostante alcuni propositi adolescenziali è comunque un film leggermente violento e diverso per gli standard, poiché a me ha ricordato molto la prima Aria Stark (per il fatto di essere sola almeno per un breve periodo, di dover fuggire e travestirsi da ragazzo per non farsi scoprire) e la serie non è proprio una ragazzata. Anche se come è ovvio i buoni sentimenti non mancano come gli esiti finali piuttosto scontati, per un finale ovviamente positivo anche se, punto decisamente in meno, un vero finale non c'è, poiché siccome è solo il primo libro il sequel è scontato, però se non ci fosse, il fatto che il regista decida di lasciare tutto a metà è indice di poco rispetto nei confronti dello spettatore, dato che lascia davvero scontenti, anche me. Il film in ogni caso parte da un presupposto e un'idea davvero carina, nuova e intrigante, ovvero il potere soprannaturale che Dina, ha ereditato da sua madre, cioè quello di vedere dentro l'anima delle altre persone e di farle vergognare di loro stesse, rivivendo con loro ciò di cui si vergogna (anche se non tutti si vergognano di quello che fanno, anzi, se ne compiacciono, ma la verità prima o poi viene fuori). Un'abilità pericolosa che spesso le costringe a fuggire, come se fossero delle streghe. Quando però un giovane principe viene ingiustamente accusato di aver assassinato la sua famiglia, Dina (che con un falso pretesto viene attirata a Dunark e da colui che invece è il vero mostro) dovrà ricorrere a tutti i suoi poteri per salvare l'erede al trono e scoprire la verità sul delitto, ma finirà coinvolta in una pericolosa lotta di potere che metterà a rischio la sua stessa vita e quella della madre. La figlia della sciamana ha un trama molto bella, anche se molto debole, nel senso che oltre ad esser, alle volte, molto inverosimile, ci sono punti "forzati" ed altri non approfonditi, soprattutto in momenti "chiave". Comunque lo svolgimento non è proprio male, anzi, alcuni momenti fanno commuovere e altri innervosire, anche se come ripetuto prima ha un finale che non ha finale. In ogni caso i dialoghi non sono del tutto banali, i risvolti non tanto superficiali, gli attori tutti sconosciuti abbastanza in linea col genere (il minimo indispensabile) e il pathos come la tensione è a livelli discreti. In più è fatto bene con vari effetti speciali più che sufficienti. In definitiva però qualcosa non funziona a dovere, ed è non solo l'assenza di finale quanto per la sensazione di incompiutezza che lascia troppe porte aperte, comunque più che mediocre film per ragazzi e non solo. Voto: 6+
Anche il quarto e ultimo film è per il mercato pre-pubertà ma grazie a interessanti spunti ed elementi e piccoli stratagemmi è una commedia fantascientifica per tutta la famiglia. Il film in questione è Ghosthunters: Gli acchiappafantasmi, folle avventura del 2015 (di produzione tedesca in collaborazione con la Warner Bros) fatta di tanta azione, pericolo e adrenalina. Film che uscì in occasione della festa di Halloween lo scorso anno e che quest'anno Sky ha proposto ai suoi abbonati. Film che ricorda molto, anzi, tantissimo, Ghostbusters: Acchiappafantasmi di Ivan Reitman (soprattutto per la somiglianza del fantasma a Slimer), ma più che una risposta tedesca a quel capolavoro è una simpatica variante per bambini di Men in black, altro piccolo capolavoro. Per questo e altro può rendere felici gli spettatori più giovani, ma nemmeno gli adulti si annoieranno a vederlo, dopotutto il film diretto da Tobi Baumann è tratto da parte di testi creati da Cornelia Funke, scrittrice tedesca per ragazzi da 20 milioni di copie vendute nel mondo, la creatrice della saga di Inkheart (portata al cinema più che discretamente nel 2008 da Iain Softley). Il film, una storia d'amicizia ironicamente immersa nell'universo delle presenze ultraterrene, è comunque la trasposizione in liveaction-3d della Squadra Cacciafantasmi di Funke, un'action-comedy pensata per le famiglie, ricca di citazioni, oltre ai due citati anche Casper (altro bellissimo film), preso anche lui come riferimento, anche se il risultato non è proprio eccezionale a quei livelli. Comunque protagonista della storia è Tom (Milo Parker), 11enne ricco d'immaginazione e un po' solitario, preso dal panico quando scopre nella cantina della sua casa, Ghosty, un fantasma verde e gelatinoso, burlone e simpatico. Ma superato il terrore iniziale, realizza che questi, oltre a essere del tutto innocuo, ha un disperato bisogno del suo aiuto. Nella fattispecie, Ghosty non può tornare alla sua casa stregata a causa di un pericoloso fantasma di ghiaccio (un potente e gigantesco spettro, un Afg, antico fantasma del ghiaccio, capace anche di entrare nei pensieri) che, nonostante sia estate, sta diffondendo ovunque un gelo polare. Per risolvere la situazione, Tom e il suo amico ricorreranno ai servizi di Hetty Cuminseed (Anke Engelke, che nel film mette in atto tutta la sua bravura comica), esperta acchiappafantasmi licenziata da poco dal Cgi (Central Ghosthunters Institute, organizzazione segreta che si occupa di catturare e sconfiggere gli spiriti presenti sulla Terra, cui a capo c'è una poco capace direttrice Hopkins, interpretata però dalla bella Karoline Herfurth, vista recentemente in Fuck you, prof!), perché considerata 'antiquata' nei suoi metodi e non certo amante dei bambini e degli spettri. Così il bambino, il fantasma verde, che diventa suo inseparabile amico e Hetty si lanciano insieme nel tentativo di sconfiggere Gregory, lo spirito malvagio (interpretato da Christian Tramitz). Ghosthunters: Gli acchiappafantasmi pur riprendendo in parte alcune pellicole simili, non ha però una sceneggiatura originale di per sé e non riesce totalmente a convincere, soprattutto per la scelta di usare come potere l'amore e niente più, un po' banalotto come i dialoghi, in parte superficiali e leggermente ridicoli. Anche se con un buon insieme di ironia, avventura e buoni sentimenti, il lungometraggio diretto da Tobi Baumann intrattiene senza stancare e la struttura narrativa semplice, comunque piuttosto prevedibile, non impedisce di lasciarsi coinvolgere dalle avventure dei protagonisti. Avventure che tra buoni effetti digitali, il buon ritmo e le battute divertenti si fanno apprezzare, come il fantasmino, davvero carino, simpaticissimo ed esilarante. Un film che sospeso tra Casper e Ghostbusters appassiona, e anche se non esente da problemi, che non inficia il comunque non bocciabile risultato finale, dallo spessore di un cartoon in live action, si lascia vedere, ma senza pretendere troppo, è pur sempre un film per ragazzi, anche se fatto bene per gli standard del genere. Una pellicola in definitiva bella, ironica e davvero simpatica. Voto: 6+

6 commenti:

  1. L'orrido Game Therapy era troppo, pure nella notte di Halloween :-P

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    1. Si lo so, non è granché però non mi è dispiaciuto ma almeno era in tema ;)

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  2. io mi sono persa l'occasione di sfruttare al mille per mille il canale sky dedicato al 31 ottobre...
    dei film da te proposti, io non ne ho visto manco mezzo... però recupererò ora, non questi, perché proprio non me ne ispira manco mezzo

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    1. Su questo ti do ragione perché in fin dei conti non sono granché, e di certo non attirano affatto perciò va bene così, comunque domani ci sarà un altro che ho visto e quello è decisamente migliore ;)

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  3. Se Game Therapy fosse stato realizzato diversamente, sarebbe stato anche passabile. Ma non parlo di sceneggiature o altro... Secondo me non dovevano realizzarlo come film, ma dovevano optare per qualcosa come una web series.

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    1. Si in effetti sarebbe stato meglio, sia perché l'idea è buona sia perché molto probabilmente sarebbero riusciti a concludere con un finale migliore rispetto a questo, confuso è dir poco perciò dici bene ;)

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