Anche se è passato un po' di tempo (quasi un mese o giù di lì) da quando Mediaset ha mandato in onda questi quattro film di cui vi sto per scrivere, non potevo non cogliere la possibilità di unirli in unico post, dato che già sono ahimè 'tantissimi' quelli che mandano in onda. In ogni caso i film in questione, trasmessi su Italia1, tranne uno su Iris (totalmente diverso anche nel genere come si capisce dalla foto), da Ottobre a inizio Novembre contavano anche un quarto, ma Brick Mansions con l'indimenticato Paul Walker l'avevo già visto, e poi non è proprio un gran film perciò neanche l'ho rivisto. Comunque facevano, sia questo appena descritto e quelli tre che seguiranno, parte del ciclo action della rete televisiva di Cologno Monzese. Un ciclo discretamente interessante dato che a parte l'ultimo film sono tutti abbastanza buoni. Perciò ecco, in ordine di trasmissione, i 4 film che compongono questo post, che come in occasione di un precedente post di sei mesi fa più o meno (visitabile qui), hanno lo stesso titolo. Il primo è Bus 657 (Heist), film del 2015 diretto dallo sconosciuto Scott Mann, inglese di nascita, che riesce ad avere nel cast Jeffrey Dean Morgan (il freddo Negan di TWD) e il grandissimo Robert De Niro, di cui ultimamente si è parlato tanto in merito alle sue (giuste secondo me) dichiarazioni contro il neo eletto presidente statunitense Trump. Un film che racconta di un padre, Vaughn (interpretato in modo convincente da Morgan), disperato e senza mezzi economici che per far fronte ai costosi trattamenti medici di cui necessita la figlia, si unisce ad un avido individuo (Dave Bautista, ex-wrestler ma recentemente e costantemente attore discreto, già visto in Guardiani della galassia e tornerà nel secondo e Spectre) e alla sua banda nel tentativo di svaligiare proprio il casinò in cui lavora da anni. Il casinò di proprietà di un losco e senza scrupoli boss locale, interpretato discretamente da De Niro, che farà di tutto (proprio tutto) per avere indietro il bottino dagli scassinatori. Anche quando essi per sfuggirgli si ritrovano costretti a prendere in ostaggio il bus 657, un bus che sarà in prima linea.
Bus 657 è un discreto caper movie ("film del colpo grosso"), del quale possiede le tre fasi della struttura base, ma che tende poi ad implementare e a sviluppare in maniera più specifica solo la terza di queste, la fuga. E anche se non proprio eccezionale è un prodotto cinematografico di discreta qualità, visto il ridotto budget per i canoni statunitensi (15 milioni di euro). Un film certamente movimentato e accattivante, ma niente di così eccezionale per una pellicola se così si può dire, si sforza di essere originale riuscendoci in parte, ma che possiede un ottima regia e una buona sceneggiatura, sceneggiatura bilanciata 'se pur latente in alcuni punti', che anche con qualche forzatura nello script, risulta davvero interessante e godibile (in alcuni punti forse un po' cinicamente cruenta ma senza eccedere), come il film stesso, dal ritmo serrato, che grazie ai continui colpi di scena specie nel finale, rendono tale lungometraggio sufficientemente visibile. Film che anche e soprattutto grazie ad un ottima interpretazione generale fanno di questo film un opera gradevole, che ad un certo punto anche grazie ad un buon montaggio non cade troppo rapidamente nello scontato, anche se a voler essere critici sembra quasi una rivisitazione mixata di alcuni celebri film, il cult Speed e John Q con Denzel Washington, tanto per citarne un paio ma in realtà il tutto si regge abbastanza bene su se stesso. Infine come detto all'inizio buone le interpretazioni di tutti (tra cui Gina Carano, vista recentemente in Extraction), anche quella minore del grande De Niro. Bus 657 è indubbiamente perciò un filmino che merita senz'altro una piacevole visione. Voto: 6
Il secondo film, come detto prima, è invece andato in onda su Iris, ed è un film di tutt'altro genere, tutt'altro spessore, d'altronde si parla di un film basato su uno dei più famosi musical di tutti i tempi, perciò ha un cast stellare e il risultato finale è più che discreto. Parlo ovviamente di Les Misérables, film del 2012 diretto da Tom Hooper, che prima di The Danish Girl, e dopo Il discorso del Re, entrambe grandissime pellicola, si è cimentato nel proporre cinematograficamente il celebre romanzo di Victor Hugo ma basandosi sull'omonimo musical, riuscendo in ogni caso ad uscirne vincitore. Non solo per le 8 nomination all'Oscar e le 3 statuette conquistate ma perché nonostante i film musicali sono un genere che poco apprezzo, bisogna ammettere che è difficile non emozionarsi difronte a questo film. Un film che rivolgendosi a tutti ci parla di speranza, perdono e amore (in tutte le sue innumerevoli forme). Un film che quindi non delude i fan del genere o del romanzo, anche se proprio il fatto che si tratta di un film musicale non mi ha del tutto convinto, probabilmente non fanno per me, ma è senza dubbio il migliore di quelli (pochi a dir la verità) visti finora, sicuramente migliore di Into the woods su tutti i punti di vista. Les Misérables infatti è un film completamente diverso, un film potente come la storia che segue le vicende (ambientate in Francia, nel 1815) di Jean Valjean che dopo 19 anni di prigione per aver rubato del pane si trova in libertà ma impossibilitato a ritrovare la propria dignità perché perennemente rifiutato per il proprio passato. Il suo alter ego è Javert, guardia del carcere e sua ombra anche quando, dopo aver ricevuto un gesto caritatevole da padre Myriel che nasconde un suo furto, Valjean cambia e si dedica a fare il bene della comunità, diventando sindaco di Montreuil con il nome di Madeleine. Qui incontrerà Fantine, costretta a prostituirsi per mantenere la figlia Cosette, e poco prima della morte di lei le promette di prendersi cura della bambina, e per far questo fugge ancora dal proprio passato, inseguito dall'ossessione di Javert. Gli anni passano, i moti rivoluzionari degli studenti agitano Parigi e Cosette di innamora di Marius, giovane manifestante, amato anche da Eponine, figlia dei due locandieri che avevano cresciuto Cosette. Sarà Valjean a salvarlo dalla battaglia e a riunire i due giovani prima di morire riconciliato con se stesso. Sorte diversa avrà la sua nemesi Javert, che dopo essere stato catturato dai rivoltosi e liberato proprio da Valjean, non riuscirà ad accettare la fine del proprio odio, al contrario di Valjean che muore dicendo "sono un uomo che ha imparato a non odiare". Proprio la trama è uno dei punti forti della pellicola, perché riesce a renderti partecipe, una trama che con la pressoché quasi assenza di parti recitate non cantate, non annoia bensì appassiona, coinvolge, ti trascina all'interno dei suoi personaggi. Personaggi che non conoscevo e che ho trovato però, come la pellicola ci fa vedere, troppo cupi per i miei gusti, nonostante tutti gli attori riescano a emozionare, grazie soprattutto alla grandiosità della musica, sia negli assoli sia nei duetti, che alza la temperatura emotiva, e porta sullo schermo le voci dolenti dei poveri, la redenzione di Valjean, l'ossessione di Javert, la passione di Cosette e la disperazione di Fantine con un crescendo visivo e sonoro che lascia senza fiato. Impossibile poi non rimanere incantati davanti alle scene corali, teatrali nell'impostazione ma totalmente cinematografiche nella realizzazione, impossibile non partecipare al crescente sussulto popolare e al dramma tutto intimo di un'uomo divorato dai sensi di colpa. E anche se non tutto funziona a dovere è un film davvero maestoso, forte, poetico e intenso. Intense sono anche le interpretazioni del cast, da Hugh Jackman che dimostra il suo valore, da un Russel Crowe bravo anche se leggermente impacciato, da Anne Hathaway essenziale e scarnificata che riesce nell'arduo compito di vincere un Oscar (forse eccessivo per soli 20 minuti di scena), da Helena Boham Carter e Sacha Baron Cohen, perfetti nei loro ruoli, interpretazione davvero strepitosa la loro, da Amanda Seyfreid (discreta e sempre bella) a Eddie Redmayne (attore davvero eccezionale, terza volta che lo vedo quest'anno dopo anche La teoria del tutto), da i due bambini semplicemente bravissimi, fino a Samantha Barks, sconosciuta per me, ma meravigliosa nel ruolo di Eponine, la sua canzone d'amore, sono una gemma di dolore sincero e puro, che tocca nel profondo, come il finale arioso, lirico, poetico e corale, magnifico come tutto il film. Un film che anche se non mi è piaciuto tantissimo riesce anche grazie alle maestose canzoni a rendersi indimenticabile. Insomma Tom Hooper regala un'altra gemma, una gemma che riesce a riscaldare anche i cuori più freddi e quelli che mal sopportano questo genere, come me, che lo reputo comunque discreto. Voto: 7
Quando ho saputo che avrebbero mandato in onda Edge of Tomorrow mi sono sorpreso che nessuno ne parlava male, il rischio come ovvio in questi casi è la temuta classica americanata (che a me piace, tra l'altro), e poi c'era Tom Cruise, possibile che qualcosa non è andato storto? (anche se nei suoi due precedenti film, Mission Impossible: Rogue Nation e Oblivion fa la sua buona figura, è comunque un buon attore che apprezzo) anch'io infatti ho pensato subito ad un'ennesima variante di Robocop con armature biomeccaniche, o un Transformers dei poveri che sfruttasse qualche intreccio sentimentale tra soldati, e invece no. Perché anche se in effetti c'è anche questo nel film, il tutto è condito magistralmente da un curioso e geniale incantesimo che costringe il nostro eroe ad un'estenuante battaglia in stile videogame che ricorda tanto il geniale Il giorno della marmotta con Bill Murray, ma anche a Ritorno al futuro ed alle numerose varianti viste in tanti film, dalla dolente 'circolarità' temporale de L'esercito delle 12 scimmie, alla frenesia di Source Code, giusto per fare qualche esempio. Espediente qui usato invece in maniera principalmente 'giocosa' e per la prima volta, almeno a mia memoria, nell'ambito prettamente action di un campo di battaglia fantascientifico. Espediente in ogni caso usato magnificamente per raccontare la storia del protagonista, anche se in Edge of Tomorrow (film di fantascienza del 2014), il protagonista è sicuramente la trama, basata quasi esclusivamente sul protagonista del film stesso, il tenente Bill Cage (un credibile Tom Cruise, all'inizio non il classico soldato super fortissimo e intoccabile), che dopo una disperata battaglia contro degli spietati invasori e dopo averne ucciso un essere particolare della loro specie, si accorge di essere in grado di 'resettare' il giorno e tornare indietro nel tempo (lo si capisce dopo appena 10 minuti). Da qui il soldato inizierà un percorso di apprendimento e coscienza che sfonderanno il proprio io precedente per trasformarlo, grazie all'aiuto di una soldatessa (la straordinaria, sempre più bella e sempre più sexy Emily Blunt), che ha vissuto la stessa situazione, nell'eroe che rovescerà le sorti della guerra. Edge of Tomorrow è tratto da un romanzo del giapponese Hiroshi Sakurazaka ma il regista Doug Liman (Fair Game, Mr e Mrs Smith, The Bourne Identity) riesce a realizzare un film che malgrado la trama potrebbe sembrare ripetitiva (un soldato che rivive sempre lo stesso giorno) è invece piena di adrenalina ed incolla lo spettatore alla sedia perché i due protagonisti è come se viaggiassero in un labirinto dove ad ogni svolta cambia lo scenario. E tutto all'interno dello stesso identico giorno e ai ripetitivi movimenti ed azioni che vengono compiute. Il regista però è bravissimo a 'saltare' la ripetitività delle azioni, a volte ne privilegia alcune, poi altre poi altre ancora. Lo spettatore si rende conto di ciò che accade ma non è tediato dalla ripetitività ossessiva delle azioni, anzi, sembra addirittura strano che un film nato e creato con lo scopo di ripetere quasi all'infinito la stessa giornata possa invece creare nello spettatore tanta suspense, eppure è così. Ed è sicuramente questa una delle qualità maggiori del film che è sicuramente piacevole e da vedere (anche per le donne). Il film poi presenta un ritmo incalzante, veloce, un montaggio spettacolare e una regia pulita, chiara, perfetta, e non strafottente o desiderosa di strafare come capita spesso in lavori di questo tipo. Qui difatti niente è portato all'esagerazione e all'esasperazione, nonostante con una struttura del genere c'è il rischio di far perdere la pazienza allo spettatore, che potrebbe perdersi, in questo vortice di reset temporale continuo, ma la discreta sceneggiatura evita questo rischio facendo progredire la storia senza vuoti o incoerenze, fino ad arrivare ad un finale più che soddisfacente. In questo senso, vero punto di forza del film è la presenza di varie gag divertenti che strappano un sorriso, ammorbidiscono alcune situazioni e rendono più piacevole e scorrevole la visione (specialmente all'inizio). Questo perché il film, pur nella sua prevedibilità una volta acquisito il meccanismo del gioco, è godibile grazie ad un montaggio serrato ed i soliti (ma stavolta ottimi) effetti speciali che fortunatamente non invadono più di tanto lo svolgimento della trama. Ottimi sono anche i due attori protagonisti, Tom Cruise, credibile nelle vesti del soldatino immortale che usa muscoli e astuzia per trovare il bandolo della matassa in un incalzante "riprova, sarai più fortunato!", ci conferma che la figura di action-man gli sta cucita addosso ed Emily Blunt (attrice che si conferma eclettica nella sua carriera ancora breve ma intensa, fulgido esempio l'action Sicario) è bravissima nel caratterizzare la figura di una soldatessa forte, coraggiosa e umana. Insomma un film davvero avvincente e spettacolare, dove gli effetti speciali non debordano mai e il regista è bravo a fondere fantascienza e realtà creando un presente-futuro distopico molto reale ed efficace. Un film che senza dubbio sarà piaciuto ai fan della fantascienza, a quelli dell'action e forse per una volta a tutti, a me così tanto che lo reputo eccezionale. Voto: 7
L'ultimo dei tre film action e ultimo di questa 'rassegna' un mediocre film del 2016 diretto da Chuck Russell, Io sono vendetta (I Am Wrath). Mediocre e il più brutto di tutti perché già la trama è trita e ritrita ma soprattutto non suscita nessuna emozione, proprio nessuna, nonostante la stessa non è malaccio, ma quella di un filmaccio lo è sicuramente. La sensazione è infatti come quella delle pellicole con Charles Bronson o Steven Seagal, prevedibile in ogni passaggio, che mette addirittura un John Travolta ancora più imbolsito e con un parrucchino (comunque meno gonfio che nella serie Il caso O.J.Simpson: American Crime Story dove però risulta ottimo), che si ritrova vistosamente a disagio in situazioni d'azione che, sposando in pieno le tesi del vigilantismo e della giustizia "fai da te", e con una flebile 'moraletta' da cittadino risentito contro i politici corrotti, uccide tutti e tutto, anche la pazienza di ancora non capisce come un grande attore come lo è Travolta, (perché di recitare lo sa fare bene) si cimenti in film come questi. Uno scivolone notevole per una star che da troppo tempo non azzecca il film giusto, che probabilmente a Hollywood ha sempre difficoltà a trovare copioni e parti giuste. Pure il regista Russell ha avuto i suoi buoni giorni, vedi Nightmare 3, Blob e The Mask, ma sembra più specializzato a girare film di poco conto. Eppure Io sono vendetta, che non può certo definirsi un nuovo cult di genere, è comunque un piacevole action(b)-movie incentrato sul tema della vendetta che, a dispetto di una prevedibilità ormai consona al 99% delle produzioni a tema, tramite atmosfere azzeccate e una regia diretta e senza fronzoli garantisce la giusta dose di divertimento in questo percorso di giustizia privata ad ogni costo, come quella di Stanley Hill, un ingegnere disoccupato, che un giorno, in un parcheggio, assiste impotente all'omicidio della moglie Vivian. Sotto shock per l'evento, l'uomo, che è un ex-agente delle forze speciali, comincia così una personale indagine sull'accaduto, scoprendo che, invece della tragica conseguenza di un tentativo di rapina, l'omicidio della consorte era mirato, perché teneva l'amministrazione di un personaggio politico, e forse era venuta a conoscenza di qualcosa di gravemente illecito. Contattato un antico commilitone, scatena perciò una sanguinosa vendetta, eliminando ad uno ad uno i colpevoli. Come detto il film, nonostante le buone intenzioni è brutto, anche se non è una merda completa e negli anni ottanta sarebbe stato anche figo, ma ora come ora dice proprio poco questo film. E' un classico action duro e puro con tante gente sparata e numerosi combattimenti che non sono brutti, anche se non brillano di originalità. Insomma trenta anni dopo il film è sempre lo stesso, ma nessuno è veramente convinto in questo film che va semplicemente avanti, e anche le parti un po' comiche, alla Red senza nemmeno sfiorarne i fasti, sono solamente passabili e basta. La recitazione di questo film invece è pessima. Sono tutti scadenti, buoni cattivi, Travolta stesso è appesantito come lo è nel fisico e perfino il suo doppiaggio, non proprio sufficiente, anche se ho apprezzato il suo amico Dennis, interpretato da Christopher Meloni (attore di serie B visto in tanti film di serie B, come anche il deludente Sin City: Una donna per cui uccidere), qui omone palestrato e gigionesco ma pur sempre brutto il suo ruolo. Non c'è convinzione, non c'è esaltazione, non c'è dolore soprattutto. E' un film di vendetta per dei lutti, muore della gente, altri vengono feriti, non c'è mai vero dolore. Non si sente la perdita, il dispiacere, niente. Sembra un videogame (stavolta pessimo), che non lascia traspirare alcuna emozione. Le scene d'azione si capiscono bene, ma non esaltano. Gli effetti speciali sono tutti esplosioni che, a volte, sono anche esagerate, danno fuoco a un cassonetto e quello esplode, perfino gli attori sembrano rimanerci stupiti. Le musiche infine sono banali come tutto il film, così tanto nella media che non si può neanche offendere più di troppo, ma se voglio vedere un film di uno che ammazza tutti di sicuro non riguarderei questo, meno che mediocre. Voto: 5
Di questi ho visto solo (al cinema, quando era uscito) I miserabili: splendido, di una bellezza incredibile e con degli interpreti perfetti. Da vedere una volta sola tuttavia, perché sono arrivata alla fine con una lacrimazione tale da bastarmi per tutta la vita T__T
RispondiEliminaBello ed emozionante sicuramente, anch'io a tratti ho rischiato di lacrimare anche se è più la musica che emoziona, soprattutto nel finale, che il resto. Ottimo film ovviamente ma di un genere non proprio eccezionale almeno personalmente, comunque hai descritto benissimo e quindi in effetti una volta può bastare ;)
EliminaParadossalmente vedrei più quello con Travolta rispetto agli altri.
RispondiEliminaLes Miserables l'ho evitato come la peste quando uscì al cinema :)
Eviterei quello di Cruise e forse darei una chance al primo che descrivi, anche se non è proprio il mio genere.
Moz-
Secondo me faresti una cavolata, ma tant'è i gusti son gusti..
EliminaAnch'io l'avrei evitato ma non potevo, devo essere imparziale e vedere tutto a prescindere da tutto :)
Stranamente ti avrei consigliato proprio quello con Cruise, comunque anche il primo non è male ;)
Splendido Les Miserables. :)
RispondiEliminaAppassionante e coinvolgente, splendido splendente ;)
EliminaCredo che vedrei solo Les Miserables. Gli altri non sono il genere che preferisco. A presto Pietro!
RispondiEliminaFaresti comunque una scelta ottima e più che giustificata, a patto che lo vedi davvero, a presto, ciao ;)
Eliminaho visto "Les Miserable", che era l'unico che volessi vedere...
RispondiEliminagli altri hanno una trama che mal si confà con me...
però ultimamente, sto intensificando anche io i film su mediaset, anche le vecchie visioni, quelle che mi sono persa per un motivo o per l'altro, e che alle volte danno in orari imprevedibili
Si beh immagino, i film action non vanno per la maggiore tra le donne, anche se ti consiglierei Edge of tomorrow perché potrebbe sorprendenti, comunque ottima ugualmente la tua scelta :)
EliminaA volte io li perdo molti film in seconda serata, perché quasi sempre non dicono mai niente e poi mi dimentico pure di registrarli ;)
Con clamoroso ritardo vengo a celebrare con te il fantastico Edge of tomorrow... splendido esempio di "sintesi" cinematografica di almeno tre o quattro precedenti perfettamente connubiati in un solidissimo schema che acchiappa dall'inizio alla fine. ;)
RispondiEliminaGià, un film di certo non originale ma che riesce a rendersi originale grazie a intelligentissimi stratagemmi ;)
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