Da quando il DC Extended Universe è iniziato, non possiamo dire che siano usciti gran prodotti, anche se L'uomo d'acciaio a me piacque abbastanza, certamente molto di più di Batman v Superman: Dawn of Justice, forse meno di Suicide Squad, anche se quest'ultimo parecchio deludente, facendo così sfumare importanti occasioni per la semplice fretta di "raggiungere" gli avversari Marvel. Tuttavia con Wonder Woman, film del 2017 diretto da Patty Jenkins (che con il suo Monster ha dato la possibilità a Charlize Theron di vincere un Oscar) e da cui non mi aspettavo un granché, sono riusciti a fare un lavoro più che discreto. Questa pellicola infatti li supera nel comparto narrativo, dato che in questo caso ci troviamo di fronte ad un blockbuster con una trama molto studiata, ben approfondita ed elaborata, anche se con un po' troppo buonismo che rende alcuni dialoghi prevedibili e alcune scene già viste in molti altri film e che avrei preferito non vedere. Ma come sappiamo non è mai facile produrre un film così "importante" sui supereroi senza commettere errori, che qui in verità, come vedremo, abbondano. Importante perché Wonder Woman è sempre stata una figura supereroistica molto apprezzata (anche grazie alla serie cult con Lynda Carter, che ogni tanto ho visto anch'io) ma anche rispettata, soprattutto per il suo spirito "girl Power" (che si sta affermando ultimamente in molte pellicole) e non poteva che essere più attuale che mai in questo periodo cinematografico e sociale.
Al di là però di discorsi sociologici (sessisti) alquanto inutili e inopportuni secondo me, il film non è assolutamente ruffiano in questo. Non che la storia della principessa amazzone guerriera cresciuta in un'isola di sole donne demonizzi in assoluto l'elemento maschile, anzi, la dinamica tra la protagonista e Steve Trevor, l'ufficiale americano spia tra i tedeschi che lei salva e accanto a cui parte per compiere la sua missione, ha la comicità e l'atmosfera di certe commedie d'altri tempi, con una lei intelligentissima ma totalmente ignara dei meccanismi mondiali/mondani e un lui vagamente in difesa delle sue prerogative. Certamente invece, un tema fondamentale della pellicola è la contrapposizione tra un maschile bestialmente guerrafondaio e un femminile guerriero sì, ma votato alla protezione e alla salvezza (in modo forse un po' ingenuo e kitsch, Diana afferma di lottare in nome dell'amore contro la volontà di potenza di Ares) piuttosto che alla violenza e alla prevaricazione. Anche perché prima di essere Wonder Woman (che ritorna come protagonista in quella che in gergo si definisce origin story, il racconto di come diventa una supereroina a tutti gli effetti), Diana è la principessa delle Amazzoni, addestrata per essere una guerriera invincibile, finché l'arrivo di un uomo la spinge a intraprendere un viaggio per salvare il mondo dalla guerra voluta dal dio della guerra. Ed è così che, convinta di poter fermare la minaccia, scoprirà i suoi reali poteri e il suo vero destino, la sua missione, proteggere e salvare il mondo in tutti i modi possibili.
Appunto la guerra, che qui viene proiettata all'inizio del '900, la storia si svolge infatti alla fine della Prima Guerra Mondiale, nei fumetti originali era la seconda ma saggiamente i produttori hanno spostato lo scenario evitando così il confronto (ma non del tutto, perché ci sono molte similitudini) con le avventure di Steve Rogers/Captain America, con cui per altro Diana ha molto in comune (nel film difatti c'è almeno una citazione forse non del tutto volontaria delle sue avventure). Innanzitutto lo sguardo sulla realtà privo di cinismo (una vera novità specie nell'universo superomistico della Warner, che ha finora privilegiato i toni cupi anche su un campione del bene come Superman), che sfida anche l'insensata violenza delle trincee del fronte occidentale e ribadisce il primato della speranza nella possibilità di bene della natura umana contro il cupo pessimismo del suo avversario. Ma anche tanto altro in questa storia, storia che altresì soffre di un inizio un po' lento (e del resto c'è da spiegare le origini delle Amazzoni e del loro regno, forse visivamente non uno dei momenti più riusciti della pellicola) e non ha per la verità degli antagonisti davvero interessanti, mentre sul finale il solito scontro tra titani con macchine e carri armati gettati per aria ed esplosioni a go-go sembra ormai il dazio da pagare al genere. Ciononostante, pur rimanendo lontano dai migliori capitoli della Marvel il film si lascia vedere. E lascia sperare in un cambio di rotta anche per il futuro dell'universo fumettistico DC.
Un'universo che deve sempre confrontarsi con alcune criticità, poiché i film sui supereroi le presentano, la difficoltà di mettere in scena sequenze acrobatiche straordinarie (appunto da supereroi), la riproduzione nello schermo di location irreali (mondi fantastici, città immaginarie etc), la necessità di restare fedeli alla storia dei fumetti, la difficoltà di trovare gli interpreti giusti, in grado di incarnare queste icone popolarissime, a cui l'attore/attrice scelto per rappresentarle deve anche necessariamente assomigliare per centrare l'obiettivo. E questo Wonder Woman (seppur nei limiti) riesce egregiamente a soddisfare questi parametri. La produzione molto ricca infatti consente buonissimi effetti speciali (le coreografie delle sequenze d'azione sono in linea, con tanto di slow motion, che indubbiamente aggiunge un tocco di spettacolarità in più), adeguate location, nonché ottimi costumi (sia nella parte ambientata tra le amazzoni a Temyscira, che nel resto del film con la bella trasposizione scenica dell'Inghilterra del 1918 e poi del fronte della Grande Guerra). La sceneggiatura ricalca in modo fedele (seppur con degli accorgimenti importanti) il fumetto, descrivendo bene e compiutamente le origini delle amazzoni e di Wonder Woman, il tutto con l'ulteriore pregio di fare discreto uso di strutture narrative ricercate (rievocazione di storie passate, narrate alla piccola Diana dalle sue istruttrici, o resoconti di accadimenti precedenti riferiti dalla spia americana catturata dalle amazzoni).
Infine anche il personaggio di Diana-Wonder Woman è azzeccatissimo, ben delineato dalla sceneggiatura e splendidamente messo in scena da Gal Gadot (convincente sia nei momenti d'azione che in quelli di alleggerimento comico) che lo incarna con notevole effetto scenico, perché non è solo bellissima ma anche brava. Molto azzeccati anche i personaggi di contorno, Steve Trevor, spia e gentiluomo dagli alti ideali, che da vita a gustosi siparietti con la protagonista, ma anche a scene eticamente impegnate e persino toccanti (per quanto sia possibile in un film del genere), è interpretato abbastanza bene da Chris Pine (recentissimamente apprezzato in Star Trek Beyond), la regina delle Amazzoni Ippolita (bene interpretata da Connie Nielsen, vista abbastanza recentemente in The Runner e The Following) e la valorosa guerriera Antiope (perfettamente ed efficacemente interpretata dalla sempre più gagliarda Robin Wright, che si è confermata anche quest'anno grazie a House of Cards tra le migliori attrici delle serie viste nel 2017), rispettivamente madre e zia della protagonista e i pittoreschi "alleati" di Trevor e Diana (la simpatica segretaria Lucy Davis, ed i tre improbabili compagni di missione, Ewen Bremner e Saïd Taghmaoui). E anche se come è giusto che sia nel primo film di una ipotetica serie, che deve essere dedicato a descrivere il personaggio dell'eroina (per un cattivo di livello ci sarà spazio nell'eventuale seguito), non ci sono cattivi indimenticabili (interpretati da Danny Huston, Elena Anaya e David Thewlis) tutto o quasi funziona.
Quasi appunto, perché anche se buona è la colonna sonora (le musiche, invece, potevano essere più incisive, a fine pellicola non si ricordano) e ben realizzate le ambientazioni, specialmente quelle ambientate sull'isola, e dialoghi buoni, fatta eccezione per alcune scene, e anche se a mio avviso si sarebbe potuto contenerne la durata di un quarto d'ora (per film del genere è consigliabile restare nelle due ore di durata), nonostante il film scorra comunque bene, la trascuratezza di molti particolari, rendono la trama (e la pellicola) meno avvincente di quello che sarebbe potuto essere, e questo è un peccato. Peccato per le sequenze finali, dove il film perde quello spessore che aveva faticosamente guadagnato, questo lo si deve ad un villain scadente (oltre che immensamente stupido), una battaglia ridicola, discorsi sentimentali nonsense (roba del genere manco nei cartoni per bambini) e la protagonista che è sottoposta ad un cambio improvviso e forzato, senza dimenticare che praticamente non viene spiegato niente, seppur sono comunque piccole cose che non intaccano lo scorrere del film, del perché (e qui parliamo di alcuni buchi di sceneggiatura) le amazzoni sono sopravvissute dall'antica Grecia sino al 1918, come fanno Steve e Diana a raggiungere Londra in barca dal mediterraneo e come fa Diana a conoscere tutte le lingue della terra considerando che le lingue mutano nel tempo e che le amazzoni sono confinate sull'isola dalla Grecia antica. Inoltre ci sono errori evitabili, come una prima guerra mondiale che sembra troppo la seconda.
Vi è poi un dettaglio personale, la differenza di tempo tra il "presente" ed il "ricordo" (cioè tutto il film) rende morti i personaggi (eccetto lei) prima ancora che compaiano, questo fatto limita l'interesse verso personaggi che sappiamo essere fine a se stessi sin dal primo momento. Cosa che se in Rogue One funziona, qui non tanto, anche se in ogni caso il film merita davvero di essere visto. In conclusione, Wonder Woman si rivela un prodotto riuscito, un indiscutibile miglioramento, ma con difetti decisamente evitabili, che lo rendono godibile la metà. Si tratta senza dubbio di uno dei migliori film DC, tuttavia assai lontano da altri della stessa casa di produzione (come la trilogia di Christopher Nolan), oltre che da parecchi film Marvel Studios e Twentieth Century Fox, che ancora dimostrano di saper gestire egregiamente i loro personali universi cinematografici, sicuramente meglio di quanto la concorrente abbia fatto finora. Diciamo che con questo film, una sorta di prequel, la DC sta mettendo ordine nel suo Extended Universe, che fino ad ora era un po' confuso soprattutto perché realizzato in fretta e furia per poter tenere testa al colosso Marvel che, invece, ha le idee chiarissime e sta espandendo sempre di più il suo universo con film di alto livello, non per altro adoro i loro film (marchio distintivo i fantastici fine titoli di coda, che qui però non ci sono). Quindi non resta che sperare che il prossimo non deluda (che segua questo sentiero apportando ulteriori migliorie) e che non rovini questo piccolo ma grande passo in avanti (anche grazie all'efficace e funzionale regia di Patty Jenkins, che dignitosamente assolve il compito), che la DC è riuscita a compiere dopo tanto tempo. Voto: 7,5
La mia Elena Anaya così imbruttita :D, peccato, non sono un esperto\fan di supereroi ma le belle donne qui non mancano.. :D
RispondiEliminaIo figurati che non l'ho neanche riconosciuta, e pensa che ho visto La pelle che abito e lei mi intrigava parecchio...in ogni caso qui in effetti ce ne sono tante, a partire dalla splendida protagonista ;)
EliminaNon ho visto questo film proprio perché mi attirava poco, ma magari gli darò una possibilità ;)
RispondiEliminaCome può non attirarti Gal Gadot? :D
EliminaIl problema non è Gal Gadot (anzi), ma è il fatto che di Wonder Woman non mi interessa nulla ahah
EliminaPerò per completezza lo guarderò :D
Esatto, per completezza almeno ;)
EliminaTu lo sai che noi (specialmente mia moglie) abbiamo molto amato questo film..
RispondiEliminaCredo di saperlo avendo letto il tuo post ;)
EliminaSe non fosse per il cattivo da operetta, imbarazzante a più livelli, e per un finale un po' troppo sborone sarebbe stato perfetto, perlomeno per gli standard di un cinecomic. Comunque mi è piaciuto parecchio e lei è una Wonder Woman divina! :)
RispondiEliminaIn effetti, come detto, sono i due punti più bassi di un film che comunque assolve al suo dovere ;)
EliminaNon l'ho ancora visto perchè non mi ispirava troppo.. non sono nemmeno una grande appassionata di questi super eroi, ma dato che cmq ho seguito gli altri, penso che prima o poi un'occhiatina gliela darò.
RispondiEliminaCome per Kiral qui sopra, almeno per completezza dovresti appunto vederlo ;)
EliminaPenso proprio che lo recupero.
RispondiEliminaE faresti una scelta giusta a farlo ;)
EliminaDi quello che circonda il film sinceramente non mi interessa, io ho visto una pellicola onesta, bella e interessante ;)
RispondiEliminaDevo dire che, inaspettatamente, mi è piaciuto molto. Aggiungo che ha avuto un involontario tempismo perfetto nell'uscire nei cinema in un periodo costellato da tematiche a tinte rosa molto delicate. Forse un po' per questo oltreoceano hanno fatto confusione tra messaggio e reale qualità del film che, per me, rimane comunque molto alta. Anch'io ho apprezzato Man of Steel e - lo ammetto! - pure BvS, a mio parere il fastidio che provano molti nei confronti del buon Snyder è esagerato. Wonder Woman, invece, osannata: sarà che non c'era un vero termine di paragone cinematografico in tempi recenti? Minori pretese?
RispondiEliminaUn saluto :)
Fede.
Accusandolo forse ingiustamente di femminismo è stato infatti snobbato dall'Academy, mentre in verità preso singolarmente e senza tanti "messaggi" è difatti un gran bel film ;)
EliminaConcordo su Snyder e su WW, in quest'ultimo caso credo abbia appunto pesato proprio il "non termini di paragone" :)
Boh, personalmente l'ho trovato un mediocre film di origini, con pure diversi problemi nell'aspetto visivo - alla Jenkins sembrano aver detto «Gira questa scena come la farebbe Snyder.»
RispondiEliminaSicuramente il meno peggio della DC. Ma come abbiano fatto a definirlo un film femminista rimane un mistero...
Già, ed è molto strano sta cosa del femminismo, anche perché l'America è ormai un paese "arcobaleno"...
EliminaPer me l'aspetto visivo è il pregio del film, ma ognuno ha una sua visione ;)
La penso come te.
RispondiEliminaSe non fosse per qualche ingenuità, sarebbe stato perfetto. Comunque è molto godibile.
Esattamente così ;)
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