Già due anni fa avevo intenzione, perché ne attendevo conclusione (forzata o non forzata), di vedere le serie Marvel di Netflix (ed alcune altre ma di diversa piattaforma), ma per una serie di circostanze (tra cui il fatto che è solo da 14 mesi che ho l'abbonamento a Netflix) ho rimandato, all'anno seguente almeno, sfortuna vuole che proprio lo scorso anno le suddette serie non siano state più rese disponibili e siano rimaste nel limbo per parecchi mesi, salvo ricollocazione estiva su Disney Plus. A quel punto non avevo scelta, la possibilità c'era, peccato che se avessi visto le serie stagioni per stagioni seguendo la linea temporale dell'MCU avrei impiegato tanti mesi per concludere il tutto, ho così deciso di cominciare da quest'anno e vedere le serie in blocco una dopo l'altra, tenendo solo conto della data d'inizio, soprassedendo anche al crossover finale dei "Defenders" che vedrò alla fine nonostante l'intramezzo delle serie tra prima e dopo. Davvero tante puntate e tanto tempo di visione, ma come ben sapete non mi faccio mai mancare niente, a tutto questo si sono infatti aggregate altre serie (per lo più complete) di diversa valenza e diverso genere (diverse piattaforme tra l'altro), e tutto appunto comincia oggi, l'inizio di un percorso tra "vecchio" e "nuovo/recente" intenso.
Winning Time - L'ascesa della dinastia dei Lakers (1a stagione) - Le vicende sportive e non solo di una squadra che ha segnato un'epoca nel basket professionistico americano, raccontate in una serie prodotta dalla HBO. Dieci episodi che raccontano non solo lo sport, ma anche le vicende razziali, sociali e politiche dell'America di quegli anni, con particolare riferimento (grazie a una sceneggiatura di grande qualità) alle storie personali degli atleti e dei diversi componenti del team dei Lakers. Una magnifica fotografia vintage, che ci porta dritto a quegli anni (che riflette la cifra stilistica del bravo Adam McKay, regista di Don't Look Up e Vice, produttore anche di Succession), e grandi interpretazioni di tutti gli attori a partire dal magnifico John C. Reilly (visibilmente dimagrito dai fasti di Stanlio & Ollio, ma sempre in forma). Non a livello dell'ottima docuserie The Last Dance, che raccontava (seppur differentemente e forse meglio) di un'altra dinastia, quella dei Chicago Bulls e della vita del suo Re Michael Jordan, ma un prodotto curatissimo e di assoluto valore, consigliabile non solo ai fan. Voto: 7
The Terror (1a & 2a stagione) - La ricerca del passaggio a Nord Ovest da parte di due navi della regia marina britannica (la Terror e la Erebus) nel 1845. Storia e fantasia si mescolano in un racconto umano e mistico. Parte bene e intriga ma purtroppo i dialoghi lunghissimi, e il fatto che non accada quasi nulla ne pregiudica la visione dopo qualche puntata. Se ho visto tutta la stagione è per i pregi che (per fortuna) equilibrano i difetti. Questi sono: un'ottima recitazione, un'atmosfera di tensione (più che di terrore), un certo coinvolgimento, una confezione generale eccellente con una cura per ogni particolare e con una ricostruzione storica e di costumi veramente ottima. Paesaggi convincenti. I lati negativi, come detto sono, i troppi dialoghi, la ripetitività dopo già 3 puntate. Buono il finale che tuttavia non spiega niente. Notevole, ma poteva essere molto migliore. Infamy è una stagione completamente diversa dalla precedente. In certi aspetti è più ambiziosa, mostrando tuttavia meno solidità rispetto alla prima stagione. In questo caso l'orrore è scomposto in due aspetti principali: un fantasma vendicativo che vuole vendetta da un torto subito e l'orrore storico dei campi di internamento della comunità nippo-americana. Ci troveremo quindi al cospetto della cultura nipponica e delle loro credenze sull'oltretomba. Una sceneggiatura curata che ti immerge nelle loro tradizioni ed una messa in scena a tratti eccellente. Se da un lato viene mostrato uno spaccato storico "infame" dell'America, certamente poco visto su piccolo e grande schermo (lo stesso George Takei è stato un consulente storico di questa serie, in quanto lui stesso internato da bambino), mostra qualche limite nella dimensione dell'orrore puro, certamente legato più alla convenzionalità del J-horror, pur offrendo un personaggio molto forte e sfaccettato come la yurei Yuko. Non siamo ai livelli della prima stagione, però il risultato nel complesso non è certo da buttare. In definitiva bella serie, anche se a mio avviso si poteva fare di più. Chissà cosa si inventeranno la prossima volta/stagione. Voto complessivo: 6,5
Il metodo Kominsky (Serie Completa) - Serie molto particolare e insolita, questa di Netflix, interpretata (almeno inizialmente) da due grandi "vecchi" (più un terzo incomodo) di Hollywood ancora in ottima forma come Michael Douglas e Alan Arkin e scritta e prodotta da Chuck Lorre (quello di TBBT per intenderci) che ci regalano un prodotto dolceamaro capace di sfiorare in modo divertente (ma mai eccessivamente esilarante) e divertito diversi temi quali il lutto, la famiglia, l'amicizia e la solitudine, ma sempre filtrati attraverso gli occhi della vecchiaia, anche grazie a una narrazione sorprendentemente personale e mai prosaica o ridondante, anzi senza una vera e propria storia, costruita per lo più da tutta una serie di scenette, momenti e/o situazioni a volte drammatiche e a volte ironiche ma con idee molto chiare e lucide su dove andare a parare. Non esente da difetti (mai macroscopici) ma senza mai annoiare e soprattutto, grazie anche all'apporto sentito dei suoi principali interpreti, intimamente vera. Colpisce fin dal primo episodio (che per 3 stagioni 22 episodi non sono poi tanti), e in questo senso le puntate brevi permettono (soprattutto all'inizio ma anche successivamente) di non dilungarsi in inutili storie parallele per quanto qua e là faccia capolino qualche situazione non troppo originale e, in fin dei conti, un po' banale. Il ritmo tuttavia ne compensa. La 2a stagione narrativamente un po' più sfilacciata della prima, ma comunque di grande impatto non solo comico ma anche emotivo. Nella 3a stagione esce di scena Alan Arkin e conseguentemente cala il divertimento, ma si rimane su buoni livelli grazie alla verve inesauribile del protagonista e alla capacità degli sceneggiatori (l'introduzione di Kathleen Turner in primis) di rimanere sempre in bilico tra battute ciniche e piccole dosi di sentimentalismo. Non tutti gli episodi sono dello stesso livello ma si migliora verso la fine, con una chiusura degna, anche se lontana dalla 1a stagione. Gustosi i tanti camei sparsi nel tempo, per una serie davvero riuscita e sorprendentemente piacevole. Voto complessivo: 7+
Daredevil (Serie Completa) - Serie fatta molto bene rispetto alle altre sui supereroi, anzi, è una delle migliori viste negli ultimi anni e forse una delle migliori Marvel di sempre (tutto è al posto giusto, a partire dalla sigla), ogni episodio è coinvolgente senza fronzoli come avviene spesso in altre serie del genere. Narra di un avvocato che da bambino viene contaminato da sostanze radioattive diventando cieco, ma acquisisce una capacità sensoriale maggiore degli altri, soprattutto l'udito. Compito come ogni supereroe che si rispetti sconfiggere il male, a New York. Charlie Cox è un convincente Matt Murdock e non poteva esserci scelta migliore di Vincent D'Onofrio per il ruolo di Kingpin, personaggio di brutale violenza ma dalla personalità assai complessa. Il regista non risparmia (giustamente) scene sanguinolente, caratterizza bene tutti i personaggi e ridà dignità a un fumetto precedentemente maltrattato dal cinema. Ogni stagione è un crescendo di azione e rivelazione senza annoiare lo spettatore, mai superficiale o banale. E in questo senso, ed entrando più nel dettaglio, bellissima la prima stagione, una stagione che raccoglie tutta l'essenza di questo personaggio tanto cupo quanto affascinante. In quanto agli sviluppi della trama principale, il ritmo è generalmente sempre buono anche se a volte un po' altalenante, ma nel complesso un fantastico primo giro. E dopo la prima buonissima quanto inaspettata stagione, il Diavolo scarlatto si ripete con una seconda stagione addirittura superiore per ritmo, qualità delle storie e personaggi (primari ma anche secondari). Manca forse un po' di poesia rispetto alla stagione precedente, e soprattutto si sente che l'impatto del villain per eccellenza Wilson Fisk non è fondamentale quanto dovrebbe, ma la presenza dei due comprimari The Punisher ed Elektra, senza contare le apparizioni di Stick e le prime battaglie con la Mano, permettono di alzare non di poco l'asticella del godimento. Il ritmo, infatti (che nella prima stagione era un po' altalenante, ma mai noioso) è costantemente eccellente. E poi arriviamo all'ultima stagione, terza che la si può considerare come una specie di "Rinascita", si torna all'introspettività della prima stagione, ma in modo ancor più incisivo. Atmosfere ancora più noir, meno ampiezza narrativa, ancora maggiore crescita dei personaggi. Il finale (allorché ben orchestrato) è la ciliegina sulla torta, difficile restare indifferenti a tanta poesia. E così si conclude (ma non definitivamente) nel migliore dei modi una saga straordinaria, una saga capace di farsi amare. Voto complessivo: 8
Felice che ti sia piaciuto Il metodo Kominsky..vero che senza Alan Arkin perdiamo verve.. e che per un teatrante come me, seppur amatoriale, gli spunti per appassionarsi sono molteplici.. ma intanto l'hai vista.. e sono già contento così!
RispondiEliminaVista e pure piaciuta, il ché non era scontato ;)
EliminaSì, anche se il meglio è già tutto qui ;)
RispondiEliminaIo e mio marito stiamo cercando una serie da guardare visto che abbiamo finito di rivedere Dr. House. Chissà, forse Terror anche se è difficile trovarci d'accordo sulle serie (che già guardiamo poco comunque).
RispondiEliminaNon saprei se consigliare o meno, ma in giro comunque si trovano sempre buone serie ;)
EliminaDi queste ho visto solo The Terror. O almeno la prima stagione di The Terror perché la seconda dopo due episodi mi aveva già perso.
RispondiEliminaE' completamente diversa in effetti, comunque non affatto dispiaciuto, forse perché apprezzo la cultura giapponese.
EliminaUn po' di tempo fa ho visto Terror e mi è abbastanza piaciuta. Mi hanno molto affascinata i contesti storici ricreati che onestamente non conoscevo bene. Cultura, fantasy e suspense... è stata una bella combo.
RispondiEliminaNon conoscevo neanch'io in effetti, sorprendente in tutti i sensi, e le due stagioni hanno saputo ben distinguersi.
EliminaDaredevil molto bella la prima stagione. È molto diverso dai fumetti, specie i primi, che erano abbastanza leggeri, mentre la serie è cupa, brutale e non fa sconti. La seconda stagione ho apprezzato molto la prima parte con Punisher, la seconda parte con Elektra , mi è piaciuta meno, per l'elemento mistico che stride col taglio realistico e urbano fin lì utilizzato. Adesso mi manca solo da vedere l 'ultimo episodio di Defenders.
RispondiEliminaNon fa sconti e mi piace, ed effettivamente l'elemento mistico un po' stride in quella parte, ma ci sta essendo appunto di base un fumetto.
EliminaNon sapevo che Michael Douglas avesse preso il posto di Terence Hill nel ruolo di Don Matteo! 😲😛🤡
RispondiEliminaEffettivamente un po' lo sembra, ma la serie è tutt'altra cosa ;)
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