venerdì 16 giugno 2023

[Cinema] Speciale Italian Vintage

Un viaggio nel cinema italiano (d'altri tempi verrebbe da dire) ci sta sempre, ed eccomi perciò (anche questa volta) al cospetto di una lista di titoli, se non importanti di certo interessanti, che attraversano trent'anni di cinema nostrano, ma partendo tuttavia dagli anni '60. Ecco infatti bianco e nero, film di maestri di cinema vivi e purtroppo defunti, di artigiani e figli putativi. E tra esordi registici, cult, sequel, gotico e strani patchwork, film di diversi generi ed estrazioni divertenti, spaventosi e coinvolgenti, ma non solo. Sei film che si possono recuperare in tanti modi, se l'intenzione è quella di vederli o rivederli, difatti L'uccello dalle piume di cristallo trovate su RaiPlayL'altro inferno su Prime VideoAmanti d'oltretombaLa ragazza con la pistola su Youtube sulla pagina Film&ClipsDellamorte Dellamore sempre su Youtube ma a pagamento (io per fortuna trovato su un sito di streaming), infine Dèmoni 2 tempo fa c'era su RaiPlay, ma non più, cosicché l'ho dovuto recuperare in streaming, però su Youtube c'è, basta in ogni caso (per tutti i film) fare una ricerca su Google. Quindi buona visione e/o lettura.

L'uccello dalle piume di cristallo (Thriller/Giallo 1970) - Dario Argento esordisce alla regia con questo discreto giallo, avvincente e con adeguati e ripetuti colpi di scena, animato da cupa tensione e formidabili atmosfere "darkeggianti". I suoi cinquant'anni (e più) li dimostra tutti ma, va detto, se li porta molto bene. La trama è sviluppata a dovere (seppur non tutto è impeccabile, ed a livello di sceneggiatura ci sono delle forzature ed inverosimiglianze), la musica, come sempre (ma non sempre sempre) nei film di Argento, rappresenta un valore aggiunto, quasi un personaggio essa stessa, da cui lo spettatore difficilmente riesce a staccarsi, in questo caso poi si parla di Ennio Morricone, che ci propina una colonna sonora deliziosamente inquietante, come alcune scene del film. Forse il punto debole della pellicola è nella recitazione, nonostante gli attori fossero tutti di gran fama, pare quasi che il nostro regista (che aveva le idee chiare all'inizio, ma ultimamente non tanto, come dimostra l'orrido Occhiali neri) preferisse concentrarsi su altro (luci, atmosfere, zoomate, primi piani etc.) piuttosto che sulle inclinazioni ed inflessioni recitative degli attori. Ad ogni modo, film (più che buono, ma non eccezionale al pari di altri) che si vede e rivede assai volentieri. Voto: 7-

L'altro inferno (Horror 1981) - Allucinante horror ambientato in un convento fuori dal tempo. Uno strano intrigo di sangue, tra suore, riti di sangue che portano (senza non poco tedio) lo spettatore in un viaggio infernale tra sonni eterni, sbudellamenti, "argentiani" bambolotti appesi e... la sensazione d'un film in eterna necessità di minutaggio. Di buono c'è che Bruno Mattei (che chissà perché qui usa lo pseudonimo Stefan Oblowsky) conosce il mestiere, sicché l'assemblaggio musicato con i brani dei Goblin (seppur riciclati) e la fotografia, abbinata all'atmosfera e la cupa scenografia (del tetro monastero), salvano in parte un film altrimenti privo di contenuti e mordente. Un film con una valanga di cose che "non vanno" ma che inserite in un simile contesto di visionarietà allucinata trovano (tuttavia e paradossalmente) una loro sensata collocazione (al contrario per esempio del folle Riti, magie nere e segrete orge nel trecento). Verso la fine, grazie a scopiazzature da "Suspiria" assistiamo ad interessanti scene horror ed il film si riprende un po', ma per il resto, lacrime e risate. Voto: 4,5

Amanti d'oltretomba (Horror/Thriller 1965) - Sicuro e lineare non sono proprio i due aggettivi che si dovrebbero attribuire ad una storia di fantasmi, manieri, plagi e possessioni. Eppure sono quelli che vengono immediatamente alla penna guardando questo solido gotico, condotto da Mario Caiano senza lasciar spazio a svolazzi estetici ed avendo cura di riproporre luoghi, situazioni e canoni iconografici classici del genere con fermo polso registico d'antan. Molto ben giocato l'atout della morbosità grazie alla collaudatissima Barbara Steele e alla sorprendente Helga Liné, mentre Paul Muller innesca una melodrammatica teatralità. È ambientato in una sola location, un castello dagli interni lussuosi e i pochi esterni tetri, valorizzati da un adeguata fotografia in bianco e nero. La vicenda ha i suoi vertici all'inizio e nel gran finale, mentre nella parte centrale si possono ammirare alcune sequenze come quella dell'incubo. Atmosfera riuscita grazie anche alla musica per organo di Ennio Morricone. Non il massimo in termini di tensione ma storia che intrattiene in maniera valida. Forse datato, ma dignitoso. Voto: 6
Dèmoni 2... L'incubo ritorna (Horror 1986) - Pur sempre con evidenti limiti ma migliore del primo. Sarà forse per il fatto che le mie aspettative erano veramente basse, ma a me è piaciuto più di Dèmoni. Squadra che vince non si cambia e così Lamberto Bava usa gli stessi sceneggiatori ed alcuni membri del cast precedente per confezionare subito il sequel del suo film di maggior successo, ora la regia è più elaborata ed oserei dire raffinata, pure i trucchi migliorano e la musica è sempre all'altezza. Anche in questo caso non manca l'ironia come la sequenza di Nancy Brilli che combatte contro il demonietto (o meglio dire Gremlin) e Bava addirittura cita da maestro Alien, La Cosa e Videodrome (da antologia la scena del demone che esce dallo schermo mentre la stanza della prima vittima Coralina Cataldi Tassoni viene inondata di flash). La trama è sempre quella, solita epidemia, mostri e gente che tenta in ogni modo di sopravvivere, l'originalità è pari quasi allo zero ma il film riesce ad essere maledettamente divertente ed anche abbastanza coinvolgente. Azzeccata anche l'ambientazione, un'enorme palazzo. Buchi di sceneggiatura e situazioni insensate non mancano, ma i vari agguati sono ben gestiti e il film non annoia mai (e ci mancherebbe altro). Voto: 6+

Dellamorte Dellamore (Fantastico/Horror 1994) - Simpatica commedia/horror diretta da Michele Soavi (La setta uno dei suoi non tanti film) tratta da un romanzo di Tiziano Sclavi che a sua volta ispirò lo stesso scrittore nella creazione della serie di Dylan Dog. Malgrado certa fantasia nella sceneggiatura ed una certa illogicità nello sviluppo (qualche guizzo si alterna a svariati momenti veramente trash), Dellamorte Dellamore è una pellicola divertente, che si ricorda con piacere e che è stata diretta con estro da un Soavi in gran forma. La storia è molto creativa e non si fa mancare proprio nulla: abbiamo zombie che risorgono in un cimitero di un paesino, un guardiano molto in stile Dylan Dog (bravo Rupert Everett) tenebroso e solitario, tanto black humour, una Anna Falchi in un triplo ruolo che non nasconde le sue grazie notevoli e degli effetti splatter di buon livello. Inoltre mi sembra doveroso menzionare fra le note liete del prodotto le scenografie ed il finale, forse un po' pretenzioso ma certamente inaspettato. Un mix quindi di elementi e ingredienti per un titolo molto amato ma anche molto odiato per, appunto, la sua anima alquanto bizzarra e fuori dagli schemi (molte le pause e le incertezze, luci e ombre, un po' un pastrocchio, ma apprezzabile è almeno il tentativo di fare qualcosa di originale). Nell'insieme dunque una pellicola divertente che intrattiene a dovere, peccato alcune pecche, che ahimè incidono sul voto finale. Voto: 6

La ragazza con la pistola (Commedia/Dramma 1968) - Cinico e beffardo, Rodolfo Sonego scrive questa commedia affidandola alle mani esperte e sicure di Mario Monicelli (tutto molto caricaturale ma nel complesso funziona, il ribaltamento di prospettiva iniziale è divertente, ma anche nel prosieguo non mancano i guizzi, le battute salaci, le situazioni comiche, ottima colonna sonora). Due mondi completamente all'opposto, l'onorata Sicilia e l'Inghilterra libera e moderna, capace di modificare e rimodellare i caratteri delle persone. Una splendida Monica Vitti è la protagonista appassionata di questa storia, una donna che parte con l'intento di ripulire l'onta al suo onore e finisce con il trovare l'emancipazione e la consapevolezza di decidere del proprio destino (siamo sul filone di "divorzio all'italiana", dove tutto si sviluppa tra i paradossi tragicomici dei costumi siciliani dell'epoca, qui affiancanti dal tema interculturale). Un bel film, gradevole nei toni ma anche amaro nelle riflessioni. A tratti davvero esilarante (il racconto delle situazioni che fanno compiere alla ragazza un balzo culturale di secoli in pochi giorni è davvero gustoso), conserva tutt'ora una freschezza d'insieme che quasi ci si dimentica dei più di cinquant'anni che si porta sulle spalle. Voto: 7+

10 commenti:

  1. Dellamorte Dellamore è davvero passata una vita da quando l'ho visto (andavo ancora al liceo), le due scene che mi ricordo perfettamente sono quella degli zombie-scout e quella in cui "si porta avanti col lavoro" (quest'ultima, assieme alla scena del vedovo risorto che punisce la fedifraga, erano anche presenti nel cameo che fa in Orrore Nero, terzo speciale di Dylan Dog, uscito nel 1989).

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  2. La ragazza con la pistola rivela una Monica Vitti davvero eclettica in una delle migliori esibizioni..

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  3. Oh caro Pietro, confesso la mia ignoranza per quanto riguarda il vintage italiano. Mi segnerò qualche nome e cercherò di vederlo, le tue valutazioni saranno sempre molto utili in questo senso. Ti ringrazio e ti saluto.

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  4. Demoni 2 è uno dei miei film horror italiani preferiti della mia infanzia, con Bava vero maestro, altro che quel sopravvalutato di Argento! Però non l'ho mai rivisto da grande. Mentre 6 anni fa circa ho visto il primo e... mamma mia che monnezza! 😝 Seppure col suo fascino anni 80. Decisamente meglio il palazzo al cinema visto ne primo. La scena che più mi affascinava e che mi è rimasta più impressa era quando i demoni uscivano dal televisore 😍

    Concordo totalmente con quanto scrivi su Dellamorte Dellamore. Per me è un capolavoro di b-movie, un must!

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    1. Per me non lo è un capolavoro, però Dellamorte Dellamore non è certamente brutto.
      Il cinema degli anni '80 lo si apprezza a prescindere ;)

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  5. Ho visto L'uccello dalle Piume di Cristallo ma l'ho visto dopo Profondo Rosso, di cui a posteriori si può dire che sia una sorta di prova generale, con una trama dallo sviluppo simile, una musica significativa, una recitazione discutibile ma una bella tensione e un po' di brivido. Molto meglio però, a mio gusto, Profondo Rosso.

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    1. E' molto meglio sì, e in effetti sembrerebbe una bozza per quel film, comunque iniziare così bene non è da tutti!

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