No, questa non è la recensione dell'ultimo film di Giorgio Pasotti dall'omonimo titolo, che comunque non ho visto, ma parla di una cosa in comune, nel film infatti Pasotti interpreta un figlio di un attore di teatro che ritorna al paese natio con una gran voglia di riportare in palcoscenico il suo personaggio più riuscito, Arlecchino, l'unica mia maschera che portavo da piccolo a carnevale. A quei tempi (anni 90 o giù di li), anche se già esistevano costumi di supereroi ed altro, si usavano soprattutto costumi classici, più facilmente reperibili o da cucire, e di quello che ricordo del costume che indossavo (la foto più giù ne è una prova) uno è quello di Arlecchino, un personaggio bello, buffo, divertente e coloratissimo, ma soprattutto solare. Ricordo però di aver indossato una volta (ma i miei neanche si ricordano) un costume da pagliaccio, ma è un ricordo molto vago. Addirittura credo di essermi anche vestito, come mio fratello alcune volte, da punk, ossia da robe vecchie, jeans scritto e colorato, e maglione del nonno (quanto eravamo ingenui). Comunque passando ad Arlecchino, è una maschera-costume che mi piace tanto, a suo modo, a me adatta, perché dicono di me che rido sempre, ecco spiegato, il costume mi si è incastrato...no scherzo, rispecchia un po' il mio carattere anche se non mi piacciono per niente le feste, si perché fino a poco tempo fa, saranno passati 20 anni dall'ultima volta, andavo ai veglioni di carnevale, o il giovedì dei 'pcciaridd' (giovani) o il martedì grasso, ma non mi sono mai divertito granché. Le uniche volte erano alle sfilate dei carri in cui potevo indossarlo, per poi ritrovarmi coriandoli da tutte le parti. Non sfilate qualsiasi ma quelle del carnevale più vecchio d'Italia, di Putignano.

buon carnevale Pietro
RispondiEliminaGrazie, anche a te! ;)
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