Andiamo a quel paese è l'ultimo film (del 2014) dell'irriverente e spassoso duo comico siciliano, Ficarra e Picone. Cambiano i personaggi, storie e situazioni ma la sostanza non cambia, solite incomprensioni, gag e bizzarri intrecci. I due amici Valentino e Salvo, con sua moglie Donatella e la piccola figlia Adele,
senza lavoro e sfrattati, con l'unica speranza di un contatto con
l'onorevole La Duca per avere una raccomandazione, tornano al paese
natale di Donatella e Valentino (Monteforte) per farsi aiutare
economicamente dalla pensione della madre di lei. Il paesino, un tempo fiorente per il commercio delle arance,
è ora economicamente depresso e le pensioni maturate dagli anziani sono
ormai l'unica fonte di reddito: Salvo si trova quindi costretto a
convivere anche con la zia
Carmela. L'unico argomento che lo porta ad accettare la convivenza è la
scoperta che anche la zia percepisce una cospicua pensione.
Non contento comincia a 'reclutare' altri parenti anziani per farsi delegare al ritiro delle pensioni, il trucchetto funzionerà per un anno ma quando gli ospiti cominciano a morire tutto si complica e un vortice di situazioni grottesche li attende, con risvolti particolari. Usando come pretesto la famosa canzone di Sordi il film si gioca la carta della denuncia del malcostume politico e culturale italiano ma con un risultato si divertente, ma molto diseducativo. Nonostante qualche buona battuta e l'alto tasso di umorismo (ma anche cinismo) il film rimane scialbo, il finale sembra scontato e alla fine l'amore trionfa, come 'sempre' (troppo spesso) succede. Forse il peggior film dei precedenti del duo comico. Una frase che lascia il segno è della piccola Adele "le cose sono vecchie, le persone sono anziane". Voto: 6,5
Nel film Fratelli unici (2014), Pietro (Raoul Bova) e Francesco (Luca Argentero) sono fratelli, ma avrebbero voluto entrambi essere figli unici. Pietro è un medico affermato con un matrimonio finito alle spalle; Francesco fa lo stuntman ed è un eterno ragazzino che non si è mai legato a nessuna. Per colpa di un incidente Pietro perde la memoria ed ora è come se fosse un bambino all'età di quattro anni (con tutti i problemi che ne conseguono). Francesco se ne prende cura, un po' per dovere e molto per interesse, i due "fratelli unici" sono dunque costretti a fare di nuovo conoscenza l'uno dell'altro e alla fine torneranno ad essere veri fratelli. Ovviamente la storia d'amore non può mancare, saranno Carolina Crescentini e Miriam Leone a far battere il loro cuore. Forse farò un torto alle donne ma Bova non è adatto per queste commedie, film dove addirittura deve farsi passare per un bambino, non si può vedere e poi non è credibile come in parte anche lo è l'altro protagonista, al contrario delle due bellissime protagoniste molto più credibili nel ruolo. Sceneggiatura debole, regia standard con varie incoerenze logistiche e scarsa attenzione ai dettagli (ma costante attenzione agli sponsor). Fratelli unici sembra il lungo (e pasticciato) episodio di una sitcom televisiva, pieno di imprecisioni e incongruenze. Il miglior Bova è sparito dai tempi del ruolo del capitano Ultimo. Voto: 5
Non contento comincia a 'reclutare' altri parenti anziani per farsi delegare al ritiro delle pensioni, il trucchetto funzionerà per un anno ma quando gli ospiti cominciano a morire tutto si complica e un vortice di situazioni grottesche li attende, con risvolti particolari. Usando come pretesto la famosa canzone di Sordi il film si gioca la carta della denuncia del malcostume politico e culturale italiano ma con un risultato si divertente, ma molto diseducativo. Nonostante qualche buona battuta e l'alto tasso di umorismo (ma anche cinismo) il film rimane scialbo, il finale sembra scontato e alla fine l'amore trionfa, come 'sempre' (troppo spesso) succede. Forse il peggior film dei precedenti del duo comico. Una frase che lascia il segno è della piccola Adele "le cose sono vecchie, le persone sono anziane". Voto: 6,5
Nel film Fratelli unici (2014), Pietro (Raoul Bova) e Francesco (Luca Argentero) sono fratelli, ma avrebbero voluto entrambi essere figli unici. Pietro è un medico affermato con un matrimonio finito alle spalle; Francesco fa lo stuntman ed è un eterno ragazzino che non si è mai legato a nessuna. Per colpa di un incidente Pietro perde la memoria ed ora è come se fosse un bambino all'età di quattro anni (con tutti i problemi che ne conseguono). Francesco se ne prende cura, un po' per dovere e molto per interesse, i due "fratelli unici" sono dunque costretti a fare di nuovo conoscenza l'uno dell'altro e alla fine torneranno ad essere veri fratelli. Ovviamente la storia d'amore non può mancare, saranno Carolina Crescentini e Miriam Leone a far battere il loro cuore. Forse farò un torto alle donne ma Bova non è adatto per queste commedie, film dove addirittura deve farsi passare per un bambino, non si può vedere e poi non è credibile come in parte anche lo è l'altro protagonista, al contrario delle due bellissime protagoniste molto più credibili nel ruolo. Sceneggiatura debole, regia standard con varie incoerenze logistiche e scarsa attenzione ai dettagli (ma costante attenzione agli sponsor). Fratelli unici sembra il lungo (e pasticciato) episodio di una sitcom televisiva, pieno di imprecisioni e incongruenze. Il miglior Bova è sparito dai tempi del ruolo del capitano Ultimo. Voto: 5
Vivono in un luogo imprecisato e si muovono in un tempo indeterminato i due protagonisti di La buca, una favola scanzonata e leggiadra (del 2014) che rivela la propensione al compromesso del nostro Paese. Armando (Rocco Papaleo) è un povero diavolo che ha scontato incolpevole una pena lunga
trent'anni. Uscito di prigione cerca conforto nella madre, che in
seguito a un ictus non lo riconosce più, e nella sorella, che lo
considera adesso persona non grata. Sconsolato si accompagna con un cane
che diventa causa e (s)ventura di incontro con Oscar (Sergio Castellitto), un avvocato
misantropo che vede in Armando l'opportunità di arricchirsi. Circuito e
poi accolto a casa sua, Oscar lo convince a intentare una causa
milionaria contro la Stato per risarcire l'ingiustizia subita. Persuaso a
riscattare finalmente gli anni perduti, Armando ricostruisce le
dinamiche della rapina a mano armata e una vita con Carmen, la barista
gentile della porta accanto. Armando e Oscar sono due loser, due perdenti: il primo, dopo
una rapina mai compiuta, ha smesso di essere e attende invano che
qualche vecchio amico gli offra il lavoro che gli prometteva, il
secondo, animato da un vitalismo istrionico, rimpiange l'avvocato che
probabilmente non è mai stato e si presta a 'virtuose' esibizioni in
tribunale. La vicenda si struttura intessendo continui incontri e incroci tra i protagonisti che 'cadranno' diversamente nella buca, confermando la forma di una tragicomica fenomenologia della sconfitta. Nonostante tante divertenti gag ed altro, il film è grottesco e superficiale, le performance degli attori sono scadenti, soprattutto Castellitto, irriconoscibile. Nonostante un giudizio negativo, si lascia vedere e fa sorridere ma anche riflettere, le brutte abitudini non cambiano mai, un punto a favore invece all'introduzione animata, bella e divertente. Voto: 5,5
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