giovedì 21 maggio 2020

Parasite (2019)

Avevo intenzione di recuperare i film precedenti del regista Bong Joon-ho prima di vederlo (lo farò sicuramente dopo), ma aveva senso aspettare e perdere un film così? No, e infatti grazie a Sky il desiderio è diventato realtà, e grazie alla sua visione non mi sono perso un film davvero incredibile, totalmente fuori schema e non convenzionale come questo, un film eccezionale praticamente. Un film che ha fatto riscoprire a molti il cinema sudcoreano, come se ce ne fosse davvero bisogno di sottolineare come il cinema sudcoreano sia sempre stato, va bene più recentemente questo sì, un lido (a proposito di lidi, a quello di Cannes ha vinto la Palma d'oro) florido e valido. Ci si è già dimenticati (tutti questi film che elencherò li ho visti e, chi più chi meno, apprezzati) del superbo Old Boy anno 2003, di Ferro 3 - La casa vuota anno 2004, di Lady Vendetta anno 2005, di The Housemaid anno 2010, di Pietà anno 2012, di Snowpiercer anno 2013 (dello stesso regista di questa pellicola che agli ultimi Oscar ha sbancato) o del recente (anno 2016) Train to Busan, uno degli zombie movie più riusciti degli ultimi anni? Io spero di no, certamente io non ho dimenticato, e mai credo dimenticherò Parasite, che non so se è un capolavoro o meno, ma sicuramente è un grandissimo film, tra i top del 2019 (parrebbero meritati i quattro Oscar vinti) e al momento il migliore visto quest'anno. Gisaengchung (come da titolo originale), congeniato alla perfezione e senza reali difetti (a parte l'esasperazione di alcune scene e di forzature su alcune cose), è infatti un film che merita il successo ottenuto, giustificate le tante lodi ricevute. A tal proposito, è difficile scrivere qualcosa che non sia già stato detto, ma lo dico ugualmente, innanzitutto dico con certezza, che in questo caso ci si ritrova di fronte a un bellissimo film, una visione assolutamente piacevole, 123 minuti che scorrono benissimo. Di fronte ad un film che apparentemente racconta una storia semplicissima sullo "scontro" fra poveri e ricchi, in verità l'opera del regista Bong Joon-ho (che già ha avuto ampio modo di esercitarsi in passato sullo stesso argomento), è qualcosa di ben più interessante di un'opera di (sola) denuncia sociale. Una storia avvincente, e messa in scena in maniera suggestiva, che sa colpire lo spettatore.
Per fare ciò, per fare un film come Parasite si deve avere una visione nitida e totalmente disillusa delle condizioni della società in cui viviamo. E questa consapevolezza Bong Joon-ho ce l'ha, maneggiando alla perfezione la materia (che come detto conosce bene visto il suo percorso cinematografico), in questo caso una durissima lotta di classe di questo calibratissimo (ma non convincente del tutto) gioco al massacro che è questa pellicola (giacché codesto gioco cala nel finale ove lo si estremizza forse, in maniera esagerata e parossistica). Tutta la famiglia di Ki-taek è senza lavoro. Ki-taek è particolarmente interessata allo stile di vita della ricchissima famiglia Park. Un giorno, suo figlio riesce a farsi assumere dai Park e le due famiglie si ritrovano così intrecciate da una serie di eventi incontrollabili. Il fatto è che il regista (tanto abile quanto furbo, lasciandoci sempre in dubbio sulle sue reali intenzioni che ci collocano a metà strada fra la denuncia e il divertissement), sa il fatto suo anche nel campo più strettamente cinematografico. A piacere molto è però non solo la cura tecnica (eccellente la regia, splendida la fotografia), ma è soprattutto la capacità di cambiare registro più volte da un momento all'altro in modo naturale, senza alcuna pausa o senza alcuna (evidente) forzatura, tanto da toccare via via più generi. Si inizia (cercherò comunque di evitare qualsiasi svelamento di trama) come una commedia della disperazione, si entra poi nel meccanismo della truffa, poi da un momento all'altro durante il campeggio dei Park tutto precipita, l'ingresso nel bunker ha quasi una venatura horror, si entra nel pieno del thriller ma con un gusto sarcastico che ricorda la migliore black comedy. Tutto con un sostanziale retrogusto drammatico, che poi trionfa nel caos finale. Tante volte il voler toccare così tanti tasti rende i film indigesti, perché non sempre c'è il gusto che ha Bong Joon-ho nel saperli gestire: in questo Parasite è assolutamente un film da vedere come punto di riferimento. Apparentemente nulla è fuori posto, la vicenda intriga, appassiona e scorre benissimo. E le facce sembrano quelle giuste, su tutti mi hanno fatto impazzire le espressioni di Woo-sik Choi (il figlio dei Ki), ma anche un paio di smorfie facciali di Kang-ho Song (su tutte quando è in auto con alle spalle la ricca padrona di casa al telefono) diventano memorabili, mentre forse l'unico minimo difetto dell'intero film è il fatto che alla lunga la figlia dei Ki (che inizialmente è la fondamentale regina della falsificazione) finisca per eclissarsi un minimo prima dell'ambaradan finale.
La questione sulla critica sociale, che ho visto ripresa da tanti, per me lascia il tempo che trova (a mio parere, il film ha ben altri meriti, appunto una storia avvincente, dal gran ritmo, che ti conquista e diverte inizialmente come una buona commedia per poi trascinarti nell'abisso). Più che un tentativo di satira sociale, io penso che Parasite voglia descriverci una semplice contrapposizione tra povero e ricco, che in questo senso riesce in pieno. D'altronde è proprio la forza del film quella di lasciarci dentro la situazione più crudele senza perdere tempo in moralismi non convinti. Una curiosità: suona piuttosto strano in un film coreano sentire dal vinile la voce di Gianni Morandi cantare "In ginocchio da te". Peraltro pare che il regista avesse scelto questa canzone solamente per il titolo, per il fatto che in contemporanea i protagonisti si trovavano inginocchiati nel salone, non sapendo assolutamente nulla del testo. Una sorpresa all'interno di un film che però lascia molto più di questo nella memoria. Perché questo film, film dall'originalità spiazzante nel frullare diversi generi e nel sovvertire le aspettative, che lascia immagini e pensieri più interessanti del banale "uh i poveri sono poveri e i ricchi sono ricchi", ad esempio l'imprevedibilità della trama, non credo sia solo un espediente narrativo ma anche parte della poetica del film, con il discorso dei "piani" che percorre tutto il film, alcune "metafore" sono un po' ovvie, e ciononostante affascinanti per la loro messa in scena, è proprio memorabile. Grazie soprattutto al regista che strabilia (grande regia, forte impatto e suggestione visiva, e un finale emotivamente intenso), capace tra l'altro di fare la Storia con questo film, primo film sudcoreano a venire candidato ai Premi Oscar, vincendone quattro, tra cui quello per il miglior film, mai assegnato fino a quel momento a un lungometraggio non in lingua inglese (non considerando i film muti). Perché è proprio grazie alla sua maestria con la macchina da presa e con le logiche del racconto la conoscenza della materia che il tutto si trasforma in questo genio artistico (fresco vincitore di un David di Donatello per il miglior film straniero) che per tutta la sua durata ci martella, in una commedia amara e grottesca, che non manca di svelare tinte thriller con ben piazzati colpi di scena. Indubbiamente un gioiello, e forse anche di più, caspita che film, anzi, filmone. Voto: 8+ [Qui più info e più dettagli]

31 commenti:

  1. Uao, 8+! Decisamente promosso. Anche altri hanno sottolineato l'ottima costruzione della vicenda e il lato "thriller", piuttosto che il lato della critica sociale.
    In fondo, la guerra tra ricchi e poveri è tema non nuovo.

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    1. No infatti, eppure un tema che riesce in questo film pungente e stratificato a fare breccia ;)

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  2. Film discretamente geniale ma che si incarta alla fine volendo sorprendere all'infinito perdendo di vista l'ottimo meccanismo ad incastro che crea il connubio ricchi/poveri. E non parlo certo del finale tarantiniano, che ci stava pure, ma del trovare soluzioni ed escamotages forzati ed inverosimili che alla lunga offendono qualsiasi sospensione dell'incredulità...
    Franco Battaglia POSTODIBLOGGO

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    1. Ho notato anch'io qualche forzatura, però sulla credibilità non ci metterei la mano sul fuoco, in certi ambienti tutto è possibile..

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  3. Meraviglioso e perfettamente all'altezza dei suoi premi. Pungente, nero, perfino commovente nel finale. E la cosa bella è la sua universalità: il fatto che perfino mio padre, lontano dai film coreani e da quelli che piacciono alla critica, lo abbia apprezzato.

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    1. Forse perché poi tanto coreano non è? Nel senso che è molto più vicino al cinema nostrano ed americano, e calzante in tutte le latitudini.

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  4. Io l'ho visto tre volte, di cui due al cinema (quando ancora ci si poteva andare). Comunque momento clou quando la madre della famiglia povera dice: "non è ricca e gentile, è gentile perché è ricca", sta un po' tutto lì l'assunto relativo alla lotta di classe e alla disparità di condizioni sociali tra ricchi e poveri appunto. Il momento Gianni Morandi è un momento esaltantissimo, ma nel film ce ne sono parecchi.

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    1. Beh sì, tanti momenti esaltanti con colpi di scena davvero strepitosi, e dialoghi proprio perfetti.

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  5. Imprevedibile e molto poetico, lascia lo spettatore frastornato da una marea di emozioni diverse. La scena della città lavata dalla pioggia è una delle più belle viste l'anno scorso.

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    1. Già, perché qui la commistione di generi è genialmente congeniata da trasmettere tante cose, che ovviamente rimangono impresse.

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  6. Come sai, anche io l'ho apprezzato moltissimo.
    Peraltro... ultimo film visto al cinema per ora XD
    Molto particolare, un nuovo modo di raccontare le cose.

    Moz-

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    1. Sì particolare, come il regista stesso, un tipo imprevedibile non per caso ;)

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  7. Io ero rimasta incuriosita dalla bellissima recensione di mia sorella Pia, per cui appena è passato su sky, non me lo sono perso.
    Ti spiazza parecchio, passando dai momenti di ironia e cinismo a quelli di pura poesia.
    Davvero notevole.

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    1. E' vero, locandine davvero stupende che ora comprendo meglio avendo visto questo film rilevante e sono perciò ancor più fantastiche ;)

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    2. Grazie Mari. 😘
      Grazie Pietro, condivido la tua completa recensione. Bravissimo.
      Io non potevo spiegare più di tanto quando lo vidi al cinema, quindi ho cercato di far comprendere in modo diverso.
      Le locandine poi sono di una bellezza esorbitante, almeno per me. Ciao!

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    3. Beh sì facesti benissimo, alcune di quelle locandine poi potrebbero servirmi come sfondo per un futuro nuovo header ;)

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  8. Mio fratello lo ha visto ora che lo hanno trasmesso su Sky e ne è rimasto affascinato ed entusiasta e mi ha detto che devo assolutamente vederlo. Di contro, mia cognata e mio nipote diciannovenne che lo hanno visto insieme a lui me lo hanno sconsigliato perché secondo loro noioso, pesante, sconclusionato.
    A chi devo credere? 😒🤔😅
    La tua recensione mi spinge ad ascoltare mio fratello e vederlo appena possibile 😊

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    1. Credi a me, quindi vedilo, perché molto probabilmente potrebbe piacerti ;)

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  9. Guarderei questo film anche solo per la colonna sonora di Gianni Morandi che, su Fb, mi fa morire dal ridere.
    Comunque, scherzi a parte, sembra proprio una bella pellicola.
    I giudizi che leggo in giro sono quasi tutti positivi.
    Quindi ok, lo guarderei.

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    1. E' solo una la canzone, comunque sì, mai come per questo grandissimo film unanime è il giudizio ;)

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  10. A quanto pare la cosa che abbiamo notato quasi tutti noi è stata la canzone di Gianni Morandi.
    Ma in Corea devono proprio amare molto la cultura italiana, ricordo che in un altro film di quel paese , "Phone" uno dei personaggi ha in camera un libro di Susanna Tamaro.

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  11. Davvero ottimo, grandissimo film, per me importante l'aspetto sociale, la contrapposizione tra classi ma anche, e forse ne ho parlato poco anche io nel mio pezzo, la guerra tra poveri, in fondo la famiglia dei protagonisti toglie lavoro ai diretti rivali più che danneggiare la famiglia Park, poi c'è l'escalation finale, ma la guerra tra poveri resta...

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    1. C'è tanta carne al fuoco sì, ma cotta a temperatura giusta, eccellente lavoro ;)

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  12. non posso non vederlo Pietro, già il titolo mi intriga, ma dopo la tua descrizione l'ho andrò a cercare subito. Non ho altre parole. Grazie di cuore amico mio

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  13. Ho letto la tua recensione venerdì scorso e visto che il film c'era su Sky, sono andata subito a vederlo. Concordo sul fatto che è un bellissimo film, è infatti scorrevole e non mi ha annoiato affatto. Ha tanti spunti e piccole filosofie di vita molto interessanti e utili. È un manifesto molto apprezzabile, discute in maniera elegante e concisa problemi di vita e società però, e adesso artiva il mio però, non è il primo. Ce ne sono stati tanti film manifesto sociale fino ad adesso, tanti premiati a Cannes o a Berlin che però l'Hollywood ha ignorato completamente. Non dico che non si merita i premi Oscar ricevuti, se li merita eccome ma vorrei per una volta non individuare una motivazione politica nelle assegnazioni e le premiazioni che fanno gli americani.

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    1. Sarà stata un'assegnazione politica non saprei, le probabilità ci sono, tuttavia per una volta che tutti sono d'accordo critici ed appassionati li si possono perdonare ;)

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  14. Davvero una bomba questo film, e ottima la tua recensione, come sempre!

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