venerdì 14 agosto 2020

I film del periodo (1-13 Agosto 2020)

In anticipo questo mese, di due-tre giorni, non solo perché domani è Festa, e in tal senso buon Ferragosto a tutti, ma soprattutto perché settimana prossima, e più precisamente giovedì, ci sarà lo speciale su H. P. Lovecraft, che sarà poi l'unico post ad essere pubblicato nelle prossime settimane, tornerò infatti a pubblicare il 27. Ho pubblicato 4 post negli ultimi 10 giorni, compreso quello della Notte Horror, mi sembra giusto allentare leggermente, anche perché in questo lasso di tempo molti saranno in vacanza. Comunque, in un periodo (d'inizio agosto) in cui sono tornato al catalogo di Sky dopo l'ennesima incursione del cinema "televisivo" (quello precedente), mi sono ritrovato a vedere soprattutto film di fantascienza ed azione, e con un film in meno rispetto al solito, ecco sorprese e alcuni inciampi, spettacolo e vivacità. In ogni caso vi ricordo che avete tempo fino al 30 Agosto (qui il post) per votare l'header e richiedermi un film.

SEMAFORO VERDE PER...
Soldado (Thriller 2018) - Il grande salto in terra americana non scompone Stefano Sollima, capace di estrarre dal suo background (soprattutto) televisivo (Suburra era comunque gran cinema italiano) una serie di accorgimenti mirati a rendere Soldado, sequel ufficiale del Sicario di Denis Villeneuve, un film intricato il giusto e soprattutto efficace nell'equilibrare gli aspetti più adrenalinici con gli indispensabili intermezzi votati alla definizione dei protagonisti. Orfano delle incertezze morali di Emily Blunt, splendida protagonista del precedente intermezzo filmico, il regista romano affronta una sceneggiatura (rispetto al lavoro di Villeneuve) meno brillante dal punto di vista intimo, più votata all'azione in cui messa in scena e tensione sono rese in modo apprezzabile. Tuttavia i momenti di stanca purtroppo non vengono totalmente azzerati, rendendo la storia a tratti farraginosa seppur mai banale nel porre l'accento su tematiche di scottante attualità. Strumentalizzazione, insabbiamenti e definizione di un confine inesistente tra obiettivo finale ed etica consentono al cast (Benicio del Toro, Josh Brolin e Jeffrey Donovan ricoprono nuovamente i ruoli che avevano già interpretato nel precedente film, affiancati da Catherine Keener e Matthew Modine, nonché dalla giovane e bella Isabela Moner) di creare ingannevoli artifizi con consumata maestria. In vista del probabile terzo capitolo si lascia qualcosa di troppo in sospeso, insistendo inoltre su colpi di scena alla ricerca di un sensazionalismo di cui non si sente il bisogno. Soldado si lascia comunque apprezzare per solidità e coesione narrativa (efficacissima la colonna sonora di Hildur Guðnadóttir, la vincitrice dell'Oscar per quella composta per il film Joker), cesellato su uno script non proprio scorrevolissimo ma dalle rare sbavature, dopotutto la sceneggiatura è ad opera di Taylor Sheridan, lo stesso del Sicario originale, ma pure responsabile dei suggestivi Hell or High Water, e Wind River, qui pure regista, non uno qualunque insomma. Voto: 7 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

Alita - Angelo della battaglia (Fantascienza 2019) - Questo è questa pellicola di fantascienza e d'avventura, ovvero il riuscito adattamento dell'omonimo manga (che sto riscoprendo adesso ed ora) di Yukito Kishiro, edito qui da noi nel lustro 90-95, che racconta attraverso una potente distopia la ribellione al sistema governativo partendo dal basso, dai cyborg e dal pianeta di ferro, la nostra terra, divenuta la discarica di Zalem, città futuristica sospesa nell'etere, e sogno irraggiungibile della feccia umana e non. Da qui la storia della cyborg Alita, ex combattente ora senza memoria, trovata in una discarica e riportata in vita dallo scienziato Ido, che proverà a ribaltare le cose. James Cameron produce affidando, dopo circa dieci anni in cui il progetto rimase in cantiere, la regia a Robert Rodriguez (di cui ho grande ammirazione per quasi tutti i suoi film) che se la cava egregiamente, seppur sviluppando un progetto su commissione. Alita è interpretata dalla giovane (e bella) Rosa Salazar, che attraverso la facial motion capture restituisce allo spettatore sentimenti ed emozioni rendendo quasi indolore l'impiego della CGI (Alita ha occhioni dolci e splendido corpo Cyborg e combatte come un samurai vecchio stile, facile è stato dunque simpatizzare per lei fin dai primi istanti, lei che da sola giustifica la visione). Ma in generale il livello tecnico è impeccabile e sorprendente, non solo nelle scene di azione. Quindi intrattenimento di pregevole fattura, ma non solo: Alita è un ibrido a cui è rimasta la coscienza, un robot che si pone domande sul proprio futuro, che prova sentimenti, piange e si innamora. Fantascienza etica perciò, in cerca di risposte su di se, un po' come Ghost in the Shell, altro manga prestato recentemente al cinema (vanno ricercate però le dovute differenze). Gli unici difetti l'aver voluto puntare più sul lato romantico (funzionale sì, ma poco coinvolgente se non nel finale) che sull'aspetto sci-fi, e il fatto che, essendo non previsti a breve seguiti, il finale aperto lasci un po' troppo in sospeso. Perché va bene che originariamente sia opera incompiuta, ma una chiosa un po' più decisa a questo bel primo capitolo, lo avrebbe reso ancora più bello. Tuttavia, sperando nell'episodio successivo, non posso che ribadire di essere stato soddisfatto dalla visione di un film che, ciliegina sulla torta, si avvale di un cast eccezionale e bene in parte, da Christoph Waltz alla sempre stupenda Jennifer Connelly, da Mahershala Ali ad Eiza González, da Ed Skrein a tanti altri. Voto: 7 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

SEMAFORO GIALLO PER...
Good Boys - Quei cattivi ragazzi (Commedia 2019) - Divertente ed innocua commedia adolescenziale (alla Suxbad, per intenderci) scritta e diretta da collaboratori abituali di Seth Rogen (il quale produce) che si caratterizza per l'assoluta genialità di talune trovate comiche e per la gestione dei tempi. La storia di questi tre ragazzini che dovranno affrontare piccoli intoppi in preparazione della loro prima festa del bacio poggia infatti su una sceneggiatura solida che non conosce sosta, con personaggi (eterogeneo il terzetto dei personaggi principali, Jacob Tremblay, Keith L. Williams e Brady Noon) quasi irreali per come caratterizzati, ma funzionali allo sviluppo di una (semplice) storia che propone scene e battute esilaranti, forse (anzi sicuramente) ingenue per certi versi (ingenui come questi ragazzini in età prepuberale che cominciano a fare e farsi certe domande, che prendono fischi per fiaschi e non hanno idea di quel che fanno), ma dannatamente efficaci nello strappare risate a tutto spiano. Una risata continua, lunga quasi 90 minuti difatti, è quello che suscita Good Boys, un film per ragazzi, fatto da ragazzi, ma capace di intrattenere e divertire come una commedia adulta, diretta e interpretata al meglio. Voto: 6 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

Gli uomini d'oro (Noir 2019) - Evitai senza esitazioni l'esordio alla regia di Vincenzo Alfieri, avvenuto con I peggiori, avevo perciò poche aspettative con questo suo secondo film, ed è stato per questo forse che il suddetto sia riuscito a colpirmi positivamente. Certo, c'è molta carne al fuoco (forse un po' troppa) in questo film del regista Salernitano che ripropone una storia vera ambientata a Torino a metà anni '90, il film infatti fa svariati riferimenti a pellicole made in USA (per atmosfera, modalità narrative ed argomento, a Tarantino, Kubrick ed altri), ma Gli uomini d'oro ha una sua consistenza narrativa e registica di un certo livello. La tensione del racconto, ben supportata dal montaggio dello stesso Alfieri, garantisce la presa sullo spettatore per le quasi due ore del film. La trama ruota sul classico tema del colpo miliardario (siamo nel tempo della lira) per riscattare vite fatte di delusioni e rimpianti con il miraggio di un futuro roseo senza più problemi. Naturalmente le cose non vanno sempre come si desidera e le sorprese saranno dietro l'angolo. Bello lo spunto del derby Juve-Toro del 1996 che serve da "fil rouge" narrativo in apertura di ogni capitolo, contribuendo inoltre con la rivalità calcistica tra i protagonisti ad aumentare la tensione del film. Discreto il cast con Giampaolo MorelliEdoardo Leo, Gianmarco Tognazzi e Fabio De Luigi, quest'ultimo nel suo primo riuscito ruolo da "villain" dopo una valanga di commedie innocenti (e poi Matilde Gioli, luminosa e bellissima pur se coinvolta in un ruolo da poche pose, mentre dirompente è l'appeal che promana dal fisico statuario della donna del Lupo, resa alla perfezione da una incandescente Mariela Garriga). In definitiva non sempre fluido, non assolutamente un capolavoro, ma buon thriller, praticamente noir, che coraggiosamente esce dai soliti, noiosi ed abusati cliché del cinema italiano e fa centro. Voto: 6+ [Qui più dettagli, Qui Scheda]

Fast Color (Fantascienza 2018) - Un film che si inserisce a pieno diritto nel filone dei supereroi, ma lo fa in modo del tutto originale e inaspettato, qua infatti si parla di donne (tre generazioni di donne, e tutte ben interpretate, nonna Lorraine Toussaint, figlia Gugu Mbatha-Raw e nipote Saniyya Sidney) che hanno quasi sempre dovuto nascondere i propri poteri per non essere oggetti di studio o fenomeni da baraccone (nel resto del cast da citare David Strathairn). Non solo, il film parla anche del rapporto profondo tra la capacità di portare grandi cambiamenti e la paura che accompagna questo grande potere, e lo fa utilizzando il linguaggio della maternità e della responsabilità di una nuova vita. Insomma qualcosa di diverso dal solito, ma neanche di così tanto riuscito, però certamente particolare è questa pellicola inizialmente confusa, si faticano a comprendere i poteri della donna, ma via via abbastanza lineare. Forse per questo prevedibile, ma comunque capace di coinvolgere. Giacché questo film di fantascienza è pure ambientato in un prossimo futuro devastato da una terribile siccità globale, e fa in qualche modo impressione (il senso di catastrofe imminente è dato da particolari sullo sfondo, come il prezzo altissimo dell'acqua, trasportata in contenitori di recupero). Gli effetti speciali sono limitati, dato il budget medio/basso del film (diretto da Julia Hart), ma quando vengono usati questo avviene con grande eleganza e con soluzioni visive assolutamente spettacolari. Niente di mirabile certo, anche nel complesso, ma discretamente apprezzabile sì. Voto: 6 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

Light of My Life (Dramma 2019) - Impegnato anche come regista, per la prima volta in un film di pura narrazione (l'esordio vero in regia avvenne alcuni anni fa con il genere documentario), Casey Affleck si prodiga anima e corpo nella realizzazione di una pellicola apocalittica dalle tematiche già ampiamente sviluppate in precedenza (basti ricordare The road o I figli degli uomini), aggrappandosi stavolta alla singolare variante dello sterminio femminile. Ma soprattutto concentrandosi sul profondo legame affettivo che unisce un padre alla adorata figlia (qui nel suo personale coming of age), ed i due assieme al ricordo doloroso ma anche salvifico, di una madre che (interpretata da Elisabeth Moss), pur vittima degli implacabili eventi, è pur sempre in grado di guidarli e dar loro fiducia tramite la potenza del ricordo. Il film si fa apprezzare soprattutto per l'intensità che contraddistingue la costruzione intima dei due affiatati protagonisti (Casey Affleck e la debuttante Anna Pniowsky risultano convincenti nei rispettivi ruoli di padre e figlia, oltretutto cercano di colmare, non sempre riuscendoci, qualche buco di trama), nonché per le apprezzabili ambientazioni cupe delle fredde zone montane in cui i due coraggiosi ed affiatati superstiti della famiglia felice che fu, si ritrovano a percorrere e ad affrontare. Elementi non da poco che aiutano un po' a dimenticare certe consuetudini ormai sin troppo viste e trite, che risultano inevitabilmente scontate (minacce esterne, personaggi enigmatici che ben celano il lato mostruoso che li muove), affrontate chissà quante volte nei molti disaster movie che hanno preceduto questa pellicola, parimenti incentrati su un imbarbarimento sociale da catastrofe senza controllo. Alcune scelte registiche sono più convincenti di altre (il ritmo non è sempre costantemente fluido), in alcuni momenti poteva osare di più, ma nel complesso buon film. Certo, le quasi due ore di  Light of my life forse sono eccessive ma è un viaggio "d'amore" interessante, pericoloso, devastante nell'anima, riuscito. Voto: 6,5 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

Little Monsters (Commedia/Horror 2019) - Per una comitiva di bimbi di 5 anni in gita ad un parco di divertimenti l'assalto da parte di un'orda di  zombi potrebbe rivelarsi traumatico se la loro maestra con l'aiuto dello zio di uno dei ragazzini non trasformasse l'esperienza in un gioco a livelli (un po' come in La vita è bella) in cui non bisogna farsi afferrare dai mostri ed in cui il sangue è marmellata andata a male. La demenzialità non manca ma, più che demenziale, si tratta di un horror amabile che si concede qualche scorrettezza (soprattutto nel linguaggio) e che ricorda operazioni come L'alba dei morti dementi. Insomma nulla di particolarmente originale in questa commedia (giustamente prevedibile) con spruzzi "horror", oltretutto non mancano sequenze tipiche del genere (l'immancabile assedio), ma memorabili sono alcuni personaggi e certe situazioni. Innanzitutto bellissima Lupita Nyong'o in giallo (che dopo Noi non smette di dare badilate a chi capita), simpatico lo zio Alexander England (sfortunatamente per lui era in Gods of Egypt ed Alien: Covenant), egoisticamente divertente Josh Gad, adorabile il Darth Fener in miniatura, forte il bambino che vuol giocare a minigolf, simpatiche le performance con l'ukulele, dissacranti gli zombi rabboniti dalla musica. E se ci mettiamo le discrete musiche, ecco che questa pellicola scritta e diretta da Abe Forsythe, attore e regista australiano, australiano come il film stesso, che per questo ha delle tematiche, dei tempi e delle situazioni tutte sue, a noi occidentali alcune scene potrebbero essere deliranti al limite del sopportabile, ma se si entra nel mood giusto questo film può divertire (gli preferisco comunque altri), può risultare "carina", e nel senso migliore. Voto: 6 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

Copia originale (Biografico/Dramma 2018) - Un film che in fondo si basa sul principio di offrire ciò che è nei desideri dei nostri interlocutori. Come in un film dalle dinamiche simili come The Hoax, il falso diventa vero perché vogliamo che sia vero, lo desideriamo. E dalla mente e dal talento non riconosciuto di una scrittrice respinta dai salotti buoni di una New York infida e pronta a divorarti, ecco che parte un percorso di riscatto personale dove la sua arte e la sua arguzia da misantropa trova terreno fertile. Basato su una storia vera da cui è stato tratto il romanzo: Can You Ever Forgive Me scritto dalla stessa Lee Israel, il film di Marielle Heller ci mostra il ritratto di una donna irascibile quanto adorabile e biecamente fiera di essere solitaria ma soprattutto ci fa riflettere sul potere della scrittura e sulla capacità duttile di modificar la realtà, fittizia, grazie all'estro artistico che spesso non fa rima con fama. Una regia accurata disegna inoltre con efficacia i luoghi chiave della sua parabola discendente nel milieu letterario newyorkese. La sceneggiatura, candidata all'Oscar insieme ai due attori principali (in tal senso, Melissa McCarthy finalmente fa vedere il suo talento in una parte drammatica dopo tante commedie, alcune dimenticabili, la sua lingua è sempre tagliente, ma in maniera diversa, Richard E. Grant un buon compagno di viaggio), non è perfetta, ma una cosa fa bene, rende gradevole una truffa, anche se, più che il divertimento legato alla spudoratezza dell'impresa e alla suspense per il rischio che i due corrono ogni volta, ci fa sorridere la sotterranea soddisfazione con cui la protagonista, lavorando a questa attività truffaldina, valorizza (nel gioco della simulazione) la sua competenza di biografa e la sua capacità di scrittura, trascinandoci involontariamente dalla sua parte. E così non possiamo non essere dalla sua parte quando fa pagare un prezzo ad interlocutori non propriamente innocenti. Perciò al titolo originale "Can You Ever Forgive me?" vien da rispondere: Yes, we can. Lento, ma buon film. Voto: 6,5 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

SEMAFORO ROSSO PER...
Fast & Furious - Hobbs & Shaw (Azione 2019) - Dietro la direzione adrenalinica e tosta di David Leitch (uno che di ritmo ed action se ne intende eccome, se si pensa a John Wick e ad Atomica Bionda, sue regie precedenti assieme a Deadpool 2), il film, spin-off della serie di Fast & Furious, che si svolge due anni dopo Fast & Furious 8 (da quest'ultimo proviene l'accoppiata Hobbs & Shaw, che lì faceva faville, qui anche, ma non è quello il problema di questo nono capitolo), si districa tra coreografie perfettamente orchestrate ed una buona dose di ironia, almeno fino al punto in cui la vicenda ci conduce a Samoa, terra esotica e paradiso d'origine di Hobbs (e dello stesso gigantesco Dwayne "The Rock" Johnson). Qui la vicenda si caramella di intrusioni familiari invadenti e sdolcinate che, assieme alla immancabile svolta rosa (in questo caso tuttavia alla bellissima Vanessa Kirby non gli si può dire niente), contribuiscono a raffreddare non poco i motori di una vicenda di fatto grossolana, banale e prevedibile, ma visivamente garante di uno spettacolo piuttosto godibile. Tra i camei, oltre a lady Helen Mirren, simpatica madre ladra di Jason Statham/Shaw, è Ryan Reynolds che, spuntato fuori come dall'uovo, si rende protagonista di due interventi esilaranti e dissacranti, in grado di far perdonare almeno in parte tutta la ridondante retorica sulla famiglia entro cui rimane invischiato questo indiavolato e concitato nono capitolo della serie più tamarra (e fortunata) probabilmente di sempre (nel cast da segnalare comunque un corpulento Idris Elba, e poi Cliff Curtis, Eddie Marsan, Eiza González e Kevin Hart). Perché va bene che l'intrattenimento è importante, ma i limiti del concepibile e accettabile vengono ampiamente superati anche in ottica action-movie, la durata è poi francamente eccessiva. E quindi pellicola vivace ma obbiettivamente mediocre. Voto: 5+ [Qui più dettagli, Qui Scheda]

Shazam! (Supereroi 2019) - No, non ci siamo proprio, dopo il piccolo passo in avanti compiuto con Aquaman, la DC ne fa uno bello indietro con questo film. Un film che, se confrontato al citato film supereroistico di prima perde ai punti, se confrontato (giacché questa ne sembra la risposta) con Deadpool (della rivale Marvel) perde per KO. Shazam! infatti, basato sul personaggio della DC Comics, che racconta di un ragazzino orfano che un giorno, per magia, diventa in grado di trasformarsi in un eroe da fumetti dall'aspetto di un aitante trentenne conservando però lo spirito di un ragazzino, rispetto al "Protettore degli oceani" non ha effetti speciali eccellenti (ma mediocri), non ha Amber Heard (ma un manipolo di attori sconosciuti, a parte Djimon Hounsou, e poi nessuna "bellezza") e non ha un attore carismatico come lo era Jason Momoa (Zachary Levi, l'amatissimo Chuck, non è male, ma risulta fin troppo caricato), soprattutto modesto nei dialoghi, banale e scontato nella rappresentazione della solita famiglia pazzerella in cui tutti si vogliono un gran bene (figuriamoci rispetto al mercenario chiacchierone cosa ha in meno). Eppure non che mi sia troppo dispiaciuto, anche perché momenti divertenti ci sono, riuscita è poi la parte dell'eroe alla scoperta dei suoi poteri (acquisiti peraltro, in modo totalmente diverso rispetto alle tradizionali storie di origini), e figo è senza dubbio Shazam stesso (personaggio dei fumetti che non conoscevo prima di vedere il film), per la sua capacità di trasformarsi solamente gridando il suo nome e per i grandi, tanti poteri a sua disposizione. La regia poi è diligente, anche se senza particolari contributi artistici, a cura di David F. Sandberg, noto per gli horror movie Lights Out - Terrore nel buio e Annabelle 2: Creation. Ma tutto il resto, dai toni molto infantili e dalla eccessiva linearità (le caratterizzazioni dei personaggi appena sufficienti), non convince. Non ha convinto me, io che probabilmente sono uno dei pochi ad averne dato un giudizio negativo. Mark Strong ci prova a fare un bel cattivo, ma forse è davvero indispensabile avere meno di 15 anni per apprezzare questo film. Un film che ha due memorabili momenti, il cameo finale dell'uomo d'acciaio e i conseguenti titoli di coda cartooneschi, ma che a dispetto del puro divertimento non giustifica un'idiozia come questa. Voto: 5,5 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

ANGOLO VINTAGE
Dune (Fantascienza 1984) - Il film doveva essere un kolossal fantascientifico ma non è riuscito pienamente nelle sue intenzioni. Nonostante questo risulta una pellicola godibile e alquanto spettacolare, tanto che la spettacolarità, alla fine, sarà l'unico aspetto che non distoglierà l'attenzione dalla visione di Dune: un prodotto tanto visivamente poderoso (bei costumi, effetti speciali un po' antidiluviani ma comunque di grande effetto, e fantastici i vermoni creati da Rambaldi) quanto manipolato con un procedimento filmico di dubbio gusto. Il peggior difetto del film è da ricercarsi in un svolgimento non sempre chiaro, discontinuo, confuso, troppa carne al fuoco per un solo film (discontinuo nel senso che se la prima parte è a tratti molto lenta, nella seconda parte acquista una velocità incredibile e molte cose nel film che dovrebbero essere narrate meglio vengono trattate in maniera molto superficiale). Sarebbe ingiusto dare troppe colpe al regista dato che questo ha dovuto confrontarsi con un romanzo come quello di Frank Herbert che non ho avuto occasione di leggere ma che a quanto dicono è estremamente complesso. Di certo non hanno giovato nemmeno i tagli fatti per ridurne la durata (questi infatti, voluti a quanto pare dalla produzione della famiglia De Laurentiis, rendono le battaglie finali, nonché la storia d'amore tra Chani e Paul Atreides, precipitosamente avventate e piene di buchi del racconto). Quindi rimane un film particolare di David Lynch (lo era pure lo strano Cuore selvaggio), prima di tutto perché forse per la prima e unica volta il regista si è dovuto adattare alle pretese del pubblico e non viceversa. Comunque si vede la sua mano in molte sequenze, e poi il barone Harkonnen è uno di quei cattivi che il regista tanto rende particolari nei suoi film. Il cast è straordinario ma Kyle MacLachlan è inespressivo per la maggior parte delle inquadrature e altri grandi attori (su tutti Max von Sydow, Jürgen Prochnow, Patrick Stewart e Silvana Mangano) assumono il semplice ruolo di comparse. Da notare l'utilizzo di molti attori che con Lynch lavoreranno molto successivamente (Jack Nance, Brad Dourif ed Everett McGill, ci sono pure Sean Young e Sting). Insomma, Dune non è un film così riuscito come ci si aspetterebbe, in certi punti (va detto) manca di spessore epico, ma non è comunque un film da buttare via completamente. Voto: 6 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

Ecco infine i film scartati ed evitati del periodo: Il ladro di giorniUn fragile legame, Critters attack! - Il ritorno degli extraroditoriDead AntBold Pilot: Leggenda di un campioneIppocrateLa formula della felicità, Il peccato - Il furore di Michelangelo, The Adventurers - Gli avventurieri, A Tor Bella Monaca non piove mai.

20 commenti:

  1. Sai che non ho mai visto un solo film della saga Fast & Furious?
    E meno male, visto quanto è sfortunata . Ogni volta muore o si fa male qualcuno del cast. Comunque, al di là di questo, non è proprio il mio genere, nonostante ci siano diversi bellocci che possano essere un piacere per gli occhi. ;)
    Buon Ferragosto a te.

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    1. Beh uno solo purtroppo è morto, ma fortunata, e molto, al botteghino è questa saga, una saga con bellocci e gnocche :D
      Grazie e buon weekend ;)

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  2. Vorrei recuperare ormai da diverso tempo Copia Originale proprio per vedere la McCarthy in una veste diversa, mi sa che in questo periodo di voglia di film, lo guardo :D
    Buon ferragosto e fine settimana!

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  3. A me fast color è piaciuto molto, concordo con la tua recensione😉 buon ferragosto Pietro!

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    1. E siamo in pochi, pochi ne parlano benissimo, pochi che l'hanno visto, peccato. Ciao ;)

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  4. Di questi ho visto Alita (di cui ho apprezzato solo la spettacolarità di un paio di sequenze, ma che ho trovato un po' troppo banale dal punto di vista della sceneggiatura); Fast Color che invece mi è sembrato un film superomistico finalmente lontano dai canoni imperanti (che per carità a volte sono anche apprezzabili) e che fa un discorso sulla diversità come arma da utilizzare per rendere un posto migliore, indi per cui mi è piaciuto molto; Little Monster che prende molto dal filone di appartenenza, ma si fa apprezzare perché in maniera scanzonata e leggera, comunque intrattiene alla grande.

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    1. La sceneggiatura in effetti ha banalizzato un po' i concetti molto più poetici ed etici dell'originale cartaceo, ma nel complesso discreta realizzazione, e poi impossibile resistere a quegli occhioni giganti ;)
      Peccato che se ne parli poco di Fast Color, molto invece di Little Monsters, di cui in verità mi aspettavo di più.

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    2. Sì, sulla stessa scia di Fast Color anche Freaks è stata una bella visione ad esempio.

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    3. Visto anche quello ed apprezzato ugualmente ;)

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  5. Shazam l'ho visto al cinema e non mi ricordo se mi è piaciuto o meno, direi che però già questa è una risposta xD
    È da tantissimo che non vedo qualcosa, neppure alla tv. In compenso sto leggendo molto ed ora vorrei proprio incominciare qualche testo a cui poi si sono ispirati dei film, per esempio vorrei provare qualcosa di Stephen King -che non ho mai letto, mia vergogna :-O- ma devo valutare bene :-D

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    1. Purtroppo i film raramente sono stati trasportati dal libro bene e con successo, però so che i suoi libri sono eccezionali ;)
      Shazam ero indeciso a fine visione, ha prevalso però il mio lato critico :D

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  6. Shazam lo devo ancora vedere...oh, il fatto che non ci sia nessuna bellona può anche essere un pregio!
    Dune ammetto di non averlo mai visto..ma mi appassionai un po' al videogioco Dune 2!

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    1. Sì poteva, essere un pregio, ma il film di bello paradossalmente ha pochissimo..
      C'è pure un videogioco? E' strano ma credo che in chiave videoludica questo film ci starebbe benissimo.

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  7. I verità ne ho persi moltissimi, mi resta dolo Soldado di Sollima, e sarei in dubbio se dire che mi è piaciuto o meno.
    Per gli altri è buio pesto, ma qualcuno mi ha incuriosito. Ti faro' sapere
    Una buona notte mio caro Pietro!

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    1. Di sicuro brutto non è, certamente non al livello del primo, però godibile ;)
      Buonanotte, anzi, Buongiorno a te :)

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  8. Dune lo vidi decenni fa, non mi piacque per niente, ma l'ho recentemente preso in DVD per dargli una seconda chance.

    Soldado di Sollima lo voglio vedere, anche se mi sembra che il primo film (di Villeneuve) sia abbastanza sopravvalutato...

    E mi fa piacere leggere il tuo giudizio tutto sommato positivo di Alita, visto che coinvolge il mio mito Cameron e uno che mi sta simpatico come Rodriguez!

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    1. Diciamo che l'età in Dune si vede e si sente, ma è comunque meno spregevole di molti altri recenti, quindi non male.
      Personalmente Sicario resta gran film diretto da un gran regista, questo è meno impattante ma intenso, che soffre comunque del fatto che sia un sequel, e sappiamo bene dei secondi film.
      Sto leggendo anche il manga di Alita, che è davvero bello, come il film ;)

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  9. Come ti avevo anticipato in privato, ho visto Little Monsers e non mi è piaciuto.
    Né il lato horror che secondo me poteva essere gestito meglio e né il lato commedy che a parte il personaggio di Josh Gad (adoro gli stronzi e lui lo ha reso alla grande) mi ha spesso infastidito. Salvo lo zio solo perché è politicamente scorretto coi compagni del nipote ma la cotta che ha per la bellissima maestrina l'ho trovata nauseante.
    Probabilmente hai ragione tu, il mio problema è che non sono affine al cinema australiano.

    Degli altri ho visto Shazam! al cinema ma a me è piaciuto tantissimo. Al terzo posto tra i film del DCEU, subito dopo WW e Aquaman.
    Pensa che le parti che salvi tu, a me non sono piaciute 😝 ma solo perché conosco bene il fumetto e in quei momenti è stato stravolto.
    In realtà il suo nome è Capitan Marvel, il primo, il verso, il solo e unico ma per una questione di diritti (la Marvel lo ha registrato per prima), non può essere usato. Negli anni 90 e 2000 in copertina le serie si chiamavano sempre Shazam ma all'interno poteva essere chiamato Capitan Marvel. Ora mi sa che manco più all'interno lo usano, alla DC si sono arresi. Evitano di usare Shazam sia perché è il nome del mago e non quello di battaglia di Billy e sia perché non potrebbe mai dire come si chiama agli altri, se adottasse quel nome, altrimenti si trasformerebbe 😆 Un supereroe senza nome 🤦‍♂️
    Ti consiglio il fumetto Venga il Tuo Regno, capolavoro anni 90 in cui il Capitan Marvel viene usato alla grande!

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    1. Semplicemente credo tu non sia entrato nel mood giusto per la visione di Little Monsters, forse mi sbaglio, ma è comprensibile ;)
      Sul nome guarda, penso sia pure meglio Shazam, perché più consono, mentre Captain Marvel per me c'è solo Carol Danvers..
      Comunque sapevo di questa diatriba, tuttavia fumetti e nomi a parte, cinematograficamente è tutto altra cosa, e per me in questo senso Shazam! è poca cosa..

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