martedì 20 febbraio 2024

Le serie tv del mese (Febbraio 2024)

Dopo la scorpacciata di gennaio con le serie di Sky, è tempo di tornare alla normalità, è tempo nuovamente di affiancare a serie e/o miniserie recenti, pacchetti completi di serie finite o cancellate di qualche annetto fa. Ma questo è solo un assaggio, ci saranno infatti altri 10 mesi per vedere le tantissime serie che la mia programmazione ha deciso di inserire mese per mese, però in questo periodo sono già usciti alcuni prodotti ed altri nel corso dell'anno usciranno, e cercherò di non perdermi anche quest'ultimi, anche se tutto dipende, e come sempre, dal tempo, lo spazio e le possibilità di visione. Ma intanto intenso è stato questo febbraio.

[Netflix] After Life (Serie Completa) - Pur mantenendo l'essenzialità delle serie britanniche, che non eccedono nel numero degli episodi, After Life riesce a renderci parte di un mondo intero. Un microcosmo di personaggi ispirati e memorabili esposti tanto nelle loro fragilità che nelle piccole grandi sfide quotidiane. Tra humor e dolore, follie e disperazioni, partecipiamo empaticamente a una grande storia di amore e umanità, qualcosa che lascia il cuore più aperto. Tra la commedia nera e il dramma, After Life è infatti una serie ben riuscita, scritta e interpretata da un Ricky Gervais al meglio di sé. Certo non c'è granché approfondimento dei personaggi, ma è poca cosa considerato che contribuiscono tutti, con le loro azioni, alla morale della storia: vivere un lutto è terribile ma le persone attorno, in un modo o nell'altro, possono aiutare in qualche modo. La forza e l'originalità di After Life stanno nel mostrare per quello che è, senza tanti fronzoli, una realtà nella quale tutti noi possiamo riconoscerci: la tristezza, l'insoddisfazione, la depressione fanno parte di chiunque, magari non sono una costante ma tutti prima o poi possono imbattersi in queste condizioni mentali. Ricky Gervais non voleva raccontare una favola di rinascita, di una nuova vita e di un nuovo amore. Perché, dopo un'esperienza come la sua, non è scontato, non tutti sono uguali reagendo allo stesso modo. Lui rifiuta la possibilità di un'altra relazione, ma nell'arco narrativo di tre stagioni conquista una nuova consapevolezza: raggiunge quella serenità che gli permette comunque di andare avanti. E chi lo dice che la serenità non sia meglio di una felicità che va e viene? After Life tuttavia, pur rivelandosi, nella sua totale interezza, una serie tv imperdibile, talvolta, scade in alcune cadute di gusto vistose e imperdonabili, smarrendosi in numerosi sketch, se non del tutto inutili, perlomeno non necessari, pecca inoltre di tanto in tanto di qualche buonismo retorico un po' fasullo, eppure nonostante ciò, ed ugualmente, rifulge di vita propria e assai eccelle lodabilmente, toccando financo alte vette d'alta poesia struggente. Dosa perfettamente cinismo e momenti agrodolci: si ride, ci si commuove e soprattutto si riflette parecchio, cosa desiderare di più?. Voto complessivo: 8

[Netflix] Tutta la luce che non vediamo (Miniserie) - Un prodotto che, pur non eccellendo particolarmente, rimane impresso per la forza del suo messaggio e per la semplicità con cui lo mette in scena. Tutta la luce che non vediamo è difatti il classico esempio di lavoro che non ha bisogno di chissà quante puntate o stagioni per lanciare un messaggio importante ed esprimere la propria essenza. Lo fa in breve tempo e con efficacia, lo fa con le parole giuste e dei dialoghi che non eccedono mai, lo fa con gli sguardi, il silenzio, con i flashback e con un insieme di personaggi perfettamente studiati per raccontare una storia che potesse arrivare dritta al cuore dello spettatore senza troppi fronzoli e lanciare un appello attualissimo contro ogni forma di guerra. Poesia, magia, speranza, sono infatti questi gli elementi principali di questa miniserie, un vademecum su come raccontare la Storia attraverso la potenza e la forza di alcune relazioni, di sangue e non, e quanto queste ultime possano incidere sulla prima. A risentire delle carenze narrative è a mio avviso soprattutto il finale, che appare raffazzonato, frettoloso e lascia alcune domande in sospeso. Tutta la luce che non vediamo lascia inoltre trasparire una profondità non del tutto esplorata dall'adattamento (dell'omonimo romanzo del 2014, vincitore del premio Pulitzer per la narrativa, scritto da Anthony Doerr), portando ad un prodotto con un grande potenziale che purtroppo non viene sfruttato pieno. Cionondimeno, la (mini)serie risulta la promessa di una parabola di speranza contro tutte le guerre, un inno a trovare una luce anche laddove gli occhi non arrivano. Alla fine della recensione di Tutta la luce che non vediamo quindi, mi sento di promuovere questa storia toccante e coinvolgente che tocca le corde giuste. Grazie soprattutto all'accoppiata insolita e inaspettata della scrittura di Steven Knight e della regia di Shawn Levy e all'interpretazione di tutto il cast, in particolare i giovani, la debuttante non vedente Aria Mia Loberti e il "ritrovato" (dai fasti di DarkLouis Hofmann. Per una miniserie non perfetta ma bella. Voto: 7
[Prime Video] Future Man (Serie Completa) - Fin dal pilot (dopo avere completato un videogioco, Josh viene raggiunto da due personaggi del gioco stesso, che vengono dal futuro e che lo reclutano per una missione) mi sono accorto che questa serie era piuttosto trash, ma che avrebbe potuto riservare anche molte trovate geniali, ma soprattutto Future Man era uno show genuinamente divertente, e così è stato, anche se alcune battute risultano troppo scurrili, senza quel tocco di brillantezza che permea tutta la serie. Una serie non travolgente ma gustosa e resa simpatica dall'ingegnosità di certe trovate e dalle numerose citazioni cinematografiche (tante davvero le citazioni, e rimandi a film leggendari come Easy Rider, Top Gun o Il silenzio degli innocenti riconoscibili nella serie). Future Man è infatti una delle tante comedy che, seguendo il filone di The Big Bang Theory, ha voluto omaggiare la cultura nerd. Prima di tutto la trama, che strizza l'occhio a due film cult degli anni '80, Terminator e Ritorno al Futuro. Inoltre nella terza stagione i tre eroi devono combattere per sopravvivere in un torneo televisivo dove i concorrenti devono affrontare molte prove mortali in un'arena (chiaro riferimento ad Hunger Games, dove guarda caso Josh Hutcherson era coprotagonista). La comedy è irriverente e piena di scene assurde e sopra le righe, impreziosite da dialoghi esilaranti e talvolta molto sboccati. La serie non si esime dal criticare la società contemporanea e dal trattare con la sua spiccata ironia molti temi sociali. Scorretta, surreale, esagerata e paradossale (interpreti adeguati), lo stile dei loro ideatori (tra questi Howard Overman, quello di Misfits e Dirk Gently) e produttori (tra questi Seth Rogen, già produttore di Preacher e The Boys) insomma si riconosce. L'epilogo chiude perfettamente il cerchio, inoltre ecco una gag esilarante (e geniale) nei crediti. Future Man è una serie strana, servono alcuni episodi per entrare in sintonia con la storia ma alla fine sa regalare divertimento e qualche spunto di riflessione (il minutaggio di 30 minuti rende gli episodi ancora più leggeri e a portata di binge-watching). All'interno delle tre stagioni accadono mille cose, i protagonisti cambiano, si evolvono e non sempre entusiasmano ma a conti fatti credo che questa serie valga la pena di essere vista, almeno, e in particolar modo, dagli appassionati del genere e/o nerd "addicted". Voto complessivo: 6,5

[Netflix] The Good Place (Serie Completa) - Una sitcom originale e divertente, che aiuta anche a riflettere. Perché quello che all'inizio sembra un classico show all'americana (mancano solo le risate preregistrate) si trasforma in una riflessione tutt'altro che scontata sull'etica umana. Senza mai scadere nel sentimentale, senza cedere al facile richiamo di un approccio religioso, si riflette su cosa significhi agire eticamente, se e come sia possibile farlo nel mondo odierno, che è costituito da catene causali tanto complesse da rendere pressoché impossibile evitare che le nostre azioni, seppur guidate dalle migliori intenzioni, abbiano impatti negativi in qualche tempo e luogo. Nelle quattro stagioni di The Good Place si rimane insomma stupiti dalla quantità di cose che si possono apprendere sulla filosofia morale, sulla bellezza dei difetti e sugli sguardi sulla vita visti dall'aldilà. Il tutto tra una risata e l'altra. Tra situazioni comiche e surreali, tra episodi divertenti ed eventi paradossali, i protagonisti (sono quattro, in tutto, gli eroi di questo improbabile viaggio in paradiso: a Eleanor e Chidi si aggiungono Jason, anche lui finito lì per sbaglio sotto le mentite spoglie di un monaco buddhista, e Tahani, giovane miliardaria filantropa) si interrogano infatti continuamente su alcune delle domande più profonde della riflessione umana. E quanto più la trama si fa inverosimile, con colpi di scena inaspettati e a tratti esilaranti, tanto più ci immedesimiamo nei personaggi, che portano alla ribalta problemi etici con i quali si sono misurati, nel corso della storia del pensiero, i più grandi filosofi. La prima stagione è, secondo me, semplicemente geniale e si divora in poco tempo. L'idea da Black Mirror di Michael Schur (creatore della serie), nella prima stagione, è infatti spassosa per l'espediente della cattiva ragazza nel posto sbagliato, ovvero un  luogo idilliaco dove, per il bene profuso, si è premiati anche con l'anima gemella. Un sano gusto sadico pervade il deturpamento del paradiso e della sua affettata perfezione da parte di una simpatica canaglia, egoista e bastarda nei flashback "in vita" (Kristen Bell, che è sempre in ottima forma). Copiose le idee buffe, su tutte parolacce automaticamente storpiate/censurate. Il colpo di scena finale è spiazzante e riuscito. Le due stagioni centrali calano leggermente di ritmo, ma la quarta torna brillante e divertente ai livelli della prima, in generale, comunque, tutte le stagioni meritano e regalano momenti di grande divertimento. L'ultima puntata, invece, mi ha commosso e non me lo aspettavo, strappandomi una lacrimuccia a tradimento come solo le comedy (migliori) sanno fare. E' The Good Place, scivoloni e difetti a parte, strana e straordinaria serie. Voto complessivo: 7,5

6 commenti:

  1. Avevi iniziato Future Man, ma mi sono resa conto molto presto che quel tipo di umorismo, così scurrile, non faceva per me, e ho subito abbandonato. Riconosco però che avesse del potenziale, dei buoni presupposti e delle buone idee alla base, ma non mi faceva proprio ridere.

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    1. Beh sì, in certi casi anche oltre il limite, ma a parte la volgarità, ci sono tutte le nozioni di fantascienza, il che è un pregio.

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  2. Adoro Mark Ruffalo ma, come sai, detesto le serie (anche mini).
    Quindi passo solo a lasciarti un saluto. :-*

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    1. Che a volte neanche mini sono...ma questa in 4 ore si finisce...comunque ricambio il saluto ;)

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  3. Ho visto 2 di queste serie (colpa di Netflix che al momento piace più di Amazon e Sky), una è Tutta la luce che non vediamo e l'ho trovata molto interessante e bella da vedere. La seconda, che abbiamo scelto per via del cast, è stata Future Man. Beh, in realtà non dovrei dire abbiamo perché mio marito già dopo un paio di episodi ha perso interesse perché non sono per niente il suo genere. Al momento non penso che vedremo altre serie per un po' visto che abbiamo un nuovo abbonamento per un altro canale di streaming.
    Mi segno comunque The Good Place, che probabilmente vedrò sempre da sola ma va bene.

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    1. Io non faccio distinzioni tra piattaforme, quello che mi interessa vedo, ed appunto mi interessavano queste, come per esempio la seconda, che viaggi nel tempo, loop e multiversi mi sono sempre piaciuti e quindi non potevo non vedere ;)

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