Dopo aver per mesi e mesi cercato di far crescere e migliorare il blog, e dopo aver già fatto un post di questo genere, quasi un anno fa, per i giochi giocati nella scorsa estate, qui, tra cui la trilogia di Bioshock che nel frattempo è tornata in auge dopo la rimasterizzazione (a proposito uno dei videogiochi più cupi ma eccezionali mai giocati, Infinite poi è spettacolare), sono riuscito finalmente a tornare a giocare assiduamente, no che in questo anno non ho giocato, ma ho rallentato e giocato a titoli già nelle mie librerie online anche se già completati, come Borderlands 2, Dirt 3, Dead Island 1 e 2, Escape Dead Island, Metro Last Light, Dead Space 3, e tanti altri, ora durante quest'estate ho ricevuto, scaricato e comprato altri giochi a cui ovviamente ho giocato, ecco il perché di questo post. Come qualcuno saprà, o forse lo saprete adesso, per giocare e comprare i giochi non serve più andare al negozio, da parecchi anni esistono piattaforme online di varie compagnie, da Steam, quella più famosa, da Origin della Electronics Arts fino a Uplay della Ubisoft. Io ovviamente ho tutte e tre dove periodicamente acquisto (scaricando online e pagando ovviamente) i miei giochi preferiti, prevalentemente d'azione, di corse automobilistiche, avventura e GDR. Sono davvero tanti quelli che ho e quelli che vorrei avere, ma mi accontento di quello che riesco a comprare, soprattutto quando ci sono forti sconti, a tal proposito aspetto il Black Friday e il Natale con impazienza. Ma a volte i giochi, queste piattaforme, li regalano. Sì perché due dei 4 giochi che tra poco leggerete, sono, erano gratis tempo fa, ormai non più. Nel corso tempo sono stati anche parecchi gratuiti (oltre a quelli disponibili senza limite di tempo), anche se alcuni molti vecchi, degli ultimi a cui ho giocato c'erano (su Origin) Dragon Age Origins e Need for Speed Most Wanted (versione 2012 che ancora non ho cominciato), su Steam, Sniper Elite V2 (a proposito soprattutto su questa piattaforma ad alcuni giochi si può giocare per un periodo di tempo limitato, prevalentemente il weekend) e infine su Uplay da giugno (ogni mese) in occasione dei suoi 30 anni, ha messo a disposizione alcuni titoli gratuiti, da Prince of Persia: Le sabbie del tempo (che però già avevo), Splinter Cell (troppo vecchio e non di mio gradimento), Rayman Origins (a cui sto adesso giocando, ne parlerò in seguito) e per il mese di Settembre The Crew, eccezionale gioco sportivo di corse, che purtroppo ho riscattato ma non posso giocarci, la scheda video non sopporta, ma è mio e quando potrò cambiare pc ci potrò giocare. A proposito, se vorrete anche voi una copia gratuita del gioco, iscrivetevi (gratis) e scaricatelo, avete tempo fino al 11 ottobre, poi metteranno un altro, anzi tre fino a dicembre (quello di Ottobre sarà Beyond: Good & Evil). Ora che ho spiegato un po' di cose è tempo di scoprire i videgio-cati in estate per esprimere il mio giudizio personale e recensirli.
Gratuitamente tramite Steam invece, la piattaforma ha regalato il primo episodio (di 5) di un gioco di cui avevo messo gli occhi, di cui il buon Frank R di Combinazione casuale (di tutti i 5 episodi completi però) ne aveva parlato benissimo e infatti Life is Strange è uno dei videogiochi più affascinanti del momento. Il primo capitolo di Life is Strange, Chrysalis, è difatti una sorpresa straordinariamente positiva che mi fa bramare per giocare gli altri capitoli, anche se aspetterò l'offerta giusta. Perché questo gioco è veramente spettacolare. Ci sono giochi che ci fanno capire quanto il videogame sia uno straordinario strumento per raccontare delle storie. Giochi che riescono a immergerti in un mondo, a fartelo vivere e sentire, e a creare un legame speciale con i personaggi che vivono al suo interno. Life is Strange, titolo nato dalla mente dei Dontnod, è uno di questi, un gioco che conquista sin dalle sue prime immagini e che coinvolge in un crescendo emotivo lasciandoci una splendida sensazione. La vicenda si svolge in una cittadina del nord ovest degli Stati Uniti chiamata Arcadia, dove la diciannovenne Max è tornata dopo anni di assenza. La ragazza ha speso l'infanzia nella cittadina, per poi spostarsi a Seattle per alcuni anni. Il suo ritorno coincide con l'inizio di un corso di fotografia presso la scuola superiore locale, Max ha talento e passione, ma è troppo svogliata e distratta per dedicarsi alla teoria. Durante un giorno a scuola, dopo un terribile incubo in cui la città di Arcadia viene distrutta da un tornado, Max si ritrova suo malgrado testimone dell'omicidio della sua amica di infanzia, Chloe. Nel momento in cui la ragazza cade a terra colpita da una pallottola, Max si accorge di avere il dono di riavvolgere il tempo e, di conseguenza, di cambiare il futuro. In Life is Strange infatti, ogni azione ha le proprie ripercussioni sul mondo del gioco, e le scelte compiute dalla protagonista nelle fasi di dialogo e negli avvenimenti più importanti della vicenda possono stravolgerne l'esito. Piccole cose, come la rimozione di una scritta da una lavagna o un semplice atto di gentilezza o negligenza plasmano il continuum spazio temporale, dando luogo a risultati spesso imprevedibili, o addirittura sospesi e indecifrabili nell'immediato, e grazie al potere di Max vi è sempre la possibilità di riavvolgere il tempo e ritornare sui propri passi. Come nella metafora dell'effetto farfalla, un'azione apparentemente innocua può portare a grandi conseguenze, che né il giocatore né la protagonista possono comprendere. Il poter riavvolgere il tempo apre ovviamente anche a paradossi temporali, con Max che si troverà ad affrontare più problemi di quanti ne abbia risolti tornando indietro, in un caos di realtà temporali. L'aspetto che rende Life is Strange particolarmente interessante è costituito dal costante dubbio in cui il giocatore si trova immerso, anche se abbiamo la possibilità di riavvolgere il tempo e cambiare le nostre decisioni, l'esito di queste si concretizza molto più avanti ed è impossibile per il giocatore capire anzitempo di avere compiuto la scelta giusta o sbagliata, dopo il primo capitolo infatti, la storia lascia un sacco di domande in sospeso e non ci permette di comprendere il reale peso delle scelte compiute nel corso dell'avventura. Tutto questo è reso possibile dalla sceneggiatura del gioco, che si è rivelata di qualità eccezionale. Il legame empatico che si stringe tra il giocatore e la protagonista ha una forza dirompente, e bastano pochi minuti per amare il mondo di Max e di chi le sta attorno. Ogni personaggio è caratterizzato in maniera eccellente, e le varie personalità emergono con veemenza dopo pochi minuti. I dialoghi sono scritti con maestria, e il mondo dei teenager americani è ritratto senza troppi filtri. Ma uno degli aspetti che più colpisce in Life is Strange è dato dalla sua capacità di mescolare con naturalezza elementi di cultura alta e popolare senza mai risultare tedioso o forzato. A tal proposito gli sviluppatori hanno infarcito i dialoghi e situazioni di cultura pop, citazioni di film e serie TV come Doctor Who, ad esempio. Tutto viene poi immerso in una colonna sonora da brivido fatta di brani indie e folk che sottolineano l'atmosfera malinconica in cui si specchia questo gioco. Lo stile grafico di Life is Strange infine è unico, il gioco è interamente texturizzato ad acquerello, e i morbidi colori caldi della cittadina di Arcadia si scontrano con la durezza di alcune situazioni in cui ci ritroviamo. Comunque la release episodica ha probabilmente punito il gameplay, il suo gameplay leggero e la durata molto breve potrebbe difatti non piacere a tutti, ma l'atmosfera in cui il gioco ci immerge grazie a una sceneggiatura d'eccezione è semplicemente straordinaria. Se devo pensare a un difetto, questo riguarda un aspetto puramente tecnico, la mancata sincronizzazione dei dialoghi, tutti ben recitati, col labiale. Dialoghi poi purtroppo rigorosamente in inglese, ma fortunatamente con i sottotitoli in italiano. Life is Strange si distacca quindi particolarmente da quello che di solito chiamiamo videogioco, ma proprio per questo emerge dalla massa per una storia raccontata egregiamente, ricca di colpi di scena e capace di tenere incollato il giocatore allo schermo. Life is Strange va perciò assolutamente giocato da tutti coloro in cerca di storie accattivanti e fresche, ma anche da coloro che pretendono qualcosa di diverso dallo sparare o saltare dalla sedia. 7/10
Quello delle avventure grafiche è un genere di indubbia importanza all'interno della storia dei videogames. Nato dalle avventure testuali, il genere ha conosciuto il suo periodo di massimo splendore negli anni novanta, titoli come Monkey Island (a cui ho giocato), anche se è innegabile che le avventure grafiche siano cambiate nel tempo. Se lo abbiano fatto in meglio o in peggio, questo sta solo ai personali gusti di ogni individuo, tuttavia sono in molti a rimpiangere quel glorioso passato. Intere generazioni di videogiocatori sono cresciuti con i punta e clicca, i quali andavano a costituire una sorta di battesimo videoludico. Oggi le avventure grafiche di stampo tradizionale sono decisamente poche, soprattutto se paragonate a quelle più moderne. Tuttavia esistono ancora e alcune di esse sono delle vere e proprie perle, capaci di rivaleggiare con i fasti del passato. Se precedentemente Runaway, Hollywood Monsters 1 & 2 e Syberia hanno rappresentato (tutti ovviamente giocati) un ottimo intrattenimento, ora grazie alla trilogia di Deponia (scaricata illegalmente, sì lo so non si dovrebbe ma non importa), realizzata dai Daedalic Entertainment, la storia si ripete, perché finalmente dopo moltissimo tempo siamo difronte ad un piccolo capolavoro, la cui lucentezza è più unica che rara. Anche se quello di Deponia non è esattamente un bel mondo dove vivere. Il pianeta ha quasi oltrepassato il confine dell'inabitabilità, essendo completamente inquinato. Le città non sono altro che enormi cumuli di rifiuti, mentre la flora è quasi del tutto sparita. Nonostante ciò gli abitanti di Deponia sono riusciti a trovare un modo per sopravvivere, utilizzando quella spazzatura, apparentemente inutile, come sostentamento principale per le proprie vite. Tra di essi però c'è qualcuno che rifiuta la monotona decadenza, rivolgendo i propri sogni verso l'alto. Nel cielo infatti è ben visibile Elysium, la terra promessa, in cui si dice abbondino prosperità e ricchezza. Rufus ha ormai compiuto da tempo l'irremovibile scelta di lasciarsi alle spalle il suo mondo spazzatura, arrivando così a compiere tutto ciò che è necessario per raggiungere quella terra delle meraviglie, tanto vicina quanto distante. Deponia: The Complete Journey ci conduce a vivere un'avventura tanto incredibile quanto atipica. Ritrovandoci ad affrontare le situazioni più assurde, in un mondo distrutto, impersonando uno dei personaggi più eccentrici del panorama videoludico. Rufus può essere definito più che appropriatamente come l'eroe degli antieroi. Parliamo di un personaggio talmente egoista, testardo, scontroso, irragionevole, superbo, superficiale, insensibile, approfittatore, meschino (e la lista sarebbe ancora parecchio lunga) da essere il più insopportabile dei protagonisti, ma allo stesso tempo il più divertente. Per raggiungere i suoi scopi Rufus sarebbe capace di qualunque cosa, ma il suo comportamento non deriva dalla mera volontà di oltrepassare i limiti del senso comune, quanto piuttosto dall'inconsapevolezza totale della moralità. Rufus è fermamente convinto che le sue azioni e le sue attitudini siano quanto di più corretto e naturale ci possa essere, pertanto dubbi o ripensamenti non arrivano mai a sfiorare la sua coscienza. Nonostante questo le avventure che Rufus si troverà ad affrontare lo faranno maturare, ma senza mai modificare veramente la sua identità, mantenendosi coerente fino alla fine. E' un personaggio a cui difficilmente non vi affezionerete, arrivando perfino ad instaurare un legame empatico con lui. Il resto delle personalità che incontreremo a Deponia brillano proprio grazie a lui. Il tutto viene condito con una enorme dose di umorismo, tramite il paradossale, la commedia degli equivoci e persino lo humor nero. Sono molte le situazioni in cui un limite viene oltrepassato, in cui ci si rende conto dell'esagerazione degli sviluppatori nel trattare tematiche indubbiamente delicate. Questo potrebbe aver suscitato immancabilmente le proteste e le ire di molti, tuttavia mettendo da parte discorsi sulla moralità, tutto risulta perfettamente plausibile e giustificato in una realtà distorta come quella di Deponia, dove la parola limite non dovrebbe neanche esistere. Un ottimo videogioco per definirsi tale dovrebbe avere anche un ottimo gameplay, e in questo la trilogia di Deponia si mantiene sugli stessi standard qualitativi che contraddistinguono la sua narrazione. Stiamo parlando di un punta e clicca in 2D di stampo squisitamente tradizionale. Avremo quindi a che fare con innumerevoli puzzle ed enigmi ambientali, la cui risoluzione è spesso affidata all'uso dei tantissimi oggetti (che si possono anche combinare) sparsi per gli scenari. Come da tradizione per il genere non mancheranno le situazioni in cui un determinato oggetto viene utilizzato in una maniera del tutto diversa a quella che di solito ci si aspetta, suscitando spesso e volentieri lo sconcerto e l'ilarità del giocatore. Ma il vero punto di forza dell'esperienza interattiva offerta dalla trilogia di Deponia sta indubbiamente nella varietà. Ad un numero spropositato di enigmi si aggiungono infatti un numero altrettanto elevato di minigiochi, i quali offrono attività ben diversificate rispetto alla norma. Ovviamente come nelle vecchie avventure grafiche ci sarà da spremersi le meningi, tentare le combinazioni e le azioni più impensabili arrivando al punto di rimanere bloccati per ore poiché non si sa come procedere. In tal senso esiste un sistema di aiuti interno, la cui efficacia è tuttavia limitata, dando sempre al giocatore un indizio utile, ma mai completante risolutivo. Anche nei ritmi Deponia stupisce. Per essere un'avventura grafica la trilogia conserva una dose di azione particolarmente elevata, grazie a fasi decisamente concitate (soprattutto nell'ultimo capitolo), le quali, nonostante non necessitino di ristretti intervalli di tempo per essere completate, portano il giocatore ad avanzare di gran carriera. Comunque trattandosi di un titolo bidimensionale con sfondi disegnati a mano, la trilogia di Deponia non è certo un mostro computazionale, tuttavia vanta una direzione artistica eccelsa, riscontrabile in modo univoco in ogni suo elemento. Il design di personaggi e delle ambientazioni è perfettamente adeguato al contesto tipicamente folle che contraddistingue il mondo di Deponia. Gli sfondi in particolare sono stati realizzati con cura certosina, arricchiti di tantissimi dettagli, anche nei fondali di transizione. Anche le animazioni sono numerose e ben curate, create appositamente anche per interazioni del tutto facoltative e marginali. Anche il comparto sonoro è molto valido, con tracce varie e ben implementate e con l'aggiunta ben gradita di diverse canzoni. Fortunatamente poi tutto è anche tradotto in italiano. Tra le aggiunte più rilevanti nella raccolta della trilogia è da segnalare il commento dello sviluppatore. Tanto spassoso quanto interessante, il commento non solo offre molti retroscena sullo sviluppo del titolo, ma anche numerose gag come canzoni e interviste ai protagonisti stessi. Insomma Deponia: The Complete Journey è davvero spettacolare, anche se poteva essere un'avventura decisamente migliore dal momento che non ha un vero finale, gli sviluppatori poi si sono intestarditi nel voler introdurre a tutti i costi battute in ogni riga di dialogo senza la brillantezza e la fine ironia di un grande commediante. Anche gli enigmi, spesso ispirati, soffrono un po' per le soluzioni bizzarre che in alcuni casi rasentano l'assurdo. L'idea di fondo è buona e ha molto potenziale narrativo, anche se bisogna giocare a tutti e tre gli episodi per goderne fino in fondo. Ma nonostante i suoi difetti Deponia rimane comunque un'avventura discreta che poggia su puzzle solidi e stimolanti. Se siete amanti del genere non perdetevelo. 7/10
Ultimo gioco a cui ho giocato è stata la Director's Cut di uno dei giochi più famosi nel genere Gdr Action, Deus Ex, tornato in auge con il quinto capitolo, uscito quest'anno. Questa volta comunque tutto è stato legalmente acquistato, tutta la saga completa (di 4 capitoli), da Steam. Anche se i primi due capitoli datati più di 10 anni fa, c'ho giocato poco e velocemente, troppo antiquati (anche se straordinari, dato che ebbero molto successo all'epoca), soprattutto nella grafica, al contrario di questo terzo, chiamato Human Revolution, graficamente eccezionale e molto più umano, sia nell'aspetto, sembrano davvero veri, sia nella narrazione. Comunque devo giocare anche al quarto prossimamente (The Fall) e spero non deluda le aspettative aumentate dopo il terzo. Un gioco che dopo i primi due capitoli, e dopo parecchi anni dal terzo, e il tempo trascorso senza novità rilevanti, ha inevitabilmente perso un po' di quell'appeal che l'aveva elevato come uno dei migliori giochi del 2011. Ma senza ombra di dubbio, Deus Ex: Human Revolution Director's Cut rappresenta il modo migliore e più completo di affrontare l'avvincente epopea di Adam Jensen, una valutazione resa evidente dai contenuti aggiuntivi, dalle limature al gameplay e dalle funzionalità quasi sempre interessanti. Deus Ex Human Revolution ed Eidos Montreal infatti non tradiscono, soprattutto i fan, il titolo è difatti in perfetta simbiosi con i primi due capitoli, e la sceneggiatura è all'altezza. Attraverso un buon protagonista e un contesto politico-sociale ben delineato e di tutto rispetto, il titolo riesce a rievocare l'atmosfera cyberpunk e di repressione che ha reso famosa la serie, anche grazie a storie parallele ed eventi vincenti. Giocabilità profondissima e che lascia spazio a diverse interpretazioni circa l'approccio all'area di gioco completano il quadro dei ragazzi di Eidos, poiché comunque si scelga tra l'atteggiamento stealth o action, il gioco riesce a supportare egregiamente il videogiocatore tramite vari espedienti, e anche chi ha intenzione di spulciare per bene ogni location avrà il suo bel da fare. Un'ottima implementazione dell'approccio sociale e il sistema di upgrade mirato poi, fanno di Adam Jensen un personaggio praticamente unico di tutto il panorama videoludico. In ogni caso mi aspettavo qualcosa in più, soprattutto dal punto di vista tecnico (comunque all'avanguardia e notevole), le location non deludono in quanto a level design e dettagli ambientali, ma una maggior cura nelle cinematics, nell'illuminazione artificiale e un mirato sfruttamento delle DirectX 11 avrebbe di gran lunga aumentato la qualità generale del titolo sotto l'aspetto puramente estetico. Conclude il quadro assolutamente positivo il comparto audio, dotato di un ottimo doppiaggio italiano e di una corposa quanto azzeccata soundtrack. Indubbiamente un titolo consigliato a tutti, a patto che non lo giochiate fucile in mano per tutta l'avventura, non stareste giocando Deus Ex, ma un ennesimo FPS riciclato dal mercato. Qui infatti, grazie a tanto lavoro, la Eidos ha infatti deciso di lavorare duramente anche su altri elementi di Deus Ex. L'IA, ad esempio, è stata ritoccata ed è a tratti sensibilmente migliorata. I nemici sono più aggressivi, hanno una vista da falco e, quando diventano ostili, chiamano un gran numero di rinforzi. Questo rende più difficoltoso giocare come dei ninja invisibili, ma è parzialmente controbilanciato dalla rigenerazione automatica di ben due batterie alla volta (solo alla massima difficoltà si torna a una singola batteria rigenerante), che con il potenziarsi delle abilità del protagonista facilita non poco le missioni. Non cambia invece la filosofia seguita, cioè quella della 'libertà totale', e che tutte le missioni possono venir approcciate in numerosi modi. Il protagonista è un super soldato, e può pertanto sfruttare il cover system del gioco per fare una strage con varie armi da fuoco, ma è anche un agente addestrato e un esperto di sicurezza con notevoli potenziamenti robotici, quindi non avrà problemi a muoversi tra i cunicoli come un fantasma, o a violare i sistemi di elettronici di una base nemica per ottenere ciò che desidera. Come arrivare ai numerosi obiettivi indicati nella campagna spetta solo alle vostre preferenze, e le mappe sono strutturate in modo spesso molto intelligente per assicurare più soluzioni. Comunque in questa Director's Cut Edition, gli sviluppatori di Eidos, hanno rimodellato le mappe in modo che gli scontri, anche con 'nuovi' boss battle, si svolgano in modo più 'facile', in modo da permettere ai giocatori di concluderli anche senza sparare un colpo, magari sfruttando droni di sicurezza da riprogrammare o bombole velenose sparse per l'ambientazione. Non ho parlato della trama, dove si vestono i panni di Adam Jensen, ex SWAT trasformato in un potente cyborg dopo essere sopravvissuto per miracolo a un attacco alle Sarif Industries, dove apparentemente anche la sua ragazza è stata uccisa. Il vostro compito sarà scoprire chi sono i mandanti dell'attacco, e svelare i tanti misteri che circondano l'industria dei potenziamenti cibernetici. Potrà sembrarvi una premessa semplice, ma è stata gestita molto bene dagli sviluppatori, ed è più interconnessa ai leggendari predecessori di quanto si possa credere. Forse è proprio per questo motivo che ha conquistato tanti vecchi fan della serie al momento della release. Insomma Deus Ex Human Revolution: Director's Cut è, senza dubbio, la versione definitiva del capolavoro di Eidos Montreal che riesce persino a nobilitarla ulteriormente aggiungendo interessanti meccaniche ad esso correlate, e velocizzando certi processi base del sistema di gioco. I singhiozzi tecnici non bastano di certo a sminuire il ritorno di uno dei migliori giochi degli ultimi anni. Davvero spettacolare, bello, adrenalinico e straordinario. 8/10
Il primo episodio di LIS è solo un antipasto. Fidati, è un gioco in crescendo, ti stupirà. Grazie per il quote :)
RispondiEliminaLo so benissimo, ecco perché era gratis :D
EliminaSo già che mi stupirà poiché è veramente eccezionale, soprattutto qualcosa di completamente diverso ma di bello, di niente, grazie a te, ciao ;)