martedì 25 ottobre 2016

Piccoli brividi (2015)

Finalmente, grazie a Sky Cinema e al suo speciale di Halloween, sono riuscito a vedere Piccoli brividi (Goosebumps), lo aspettavo da molto tempo anche perché come speravo e come è successo il film, che sulla carta avrebbe dovuto trattarsi di un ordinario "filmetto" per adolescenti, certo, il film in questione rientra in questa categoria, offre molto molto di più. E infatti, anche se è inutile ormai dire che i libri non li ho letti e che praticamente non conosco quasi niente di loro a parte qualcosina, Piccoli Brividi, film del 2015 diretto da Rob Letterman, che avvalendosi di un cast ben amalgamato, con protagonista un perfetto Jack Black (che dopo tanti anni di assenza ritorna in grande forma con la sua grande recitazione e comicità espressiva che sempre lo ha contraddistinto nel mondo dello spettacolo), si dimostra ottimo adattamento (anche se non diretto, dopo saprete il perché) di una delle serie di libri per ragazzi più vendute al mondo. Perché prima di tutto abbiamo a che fare con un gioiello di spettacolo pop e un raro esempio di intrattenimento che è in grado di soddisfare spettatori di ogni età. Pellicola inoltre dotata di una chiave intelligentemente vintage che può catturare l'attenzione anche del cinefilo esigente. Insomma un film che conquista. Il tutto come detto prende le mosse da un brillante successo editoriale, quello (conclamato) della serie omonima ("Piccoli Brividi") dello  geniale R.L. Stineche vanta milioni di affezionati giovani lettori in tutto il mondo. Ma il punto forte della pellicola, il grimaldello dell'operazione cinematografica è però la geniale idea dello sceneggiatore Darren Lemke di rendere protagonista lo stesso Stine dell'avventura qui narrata, il quale in prima persona vi appare come il mattatore alle prese coi personaggi mostruosi da lui stesso creati e che ora lo inseguono con cattive intenzioni, guidati dal pupazzo malefico Slappy. La pellicola perciò non è l'adattamento cinematografico diretto di uno dei libri dei Piccoli brividi, la serie di romanzi brevi scritta da Stine (che tra l'altro compare nel film in un piccolo cameo), ma racconta di un universo in cui protagonista è lo stesso Stine che racchiude negli stessi Piccoli brividi i mostri creati. Comunque la Mondadori ha pubblicato all'inizio dell'anno, il romanzo tratto dal film, col titolo Piccoli brividi: La storia. Una storia per ragazzini direte voi, certo, sì, ma se avete già visto o vedrete il film capirete presto che il fascino che lo spettacolo emana va ben oltre la bambinata. Diciamo che il regista (un cineasta di lungo corso come Rob Letterman) ha saputo davvero ricorrere ad estro e genio, disseminando ovunque tracce di un'intelligenza che unisce sapori differenti e crea un corto circuito efficacissimo tra gusto pop e gusto vintage generando uno spettacolo di grande presa emotiva. Situazioni esilaranti, certo indirizzate ad un pubblico adolescente ma di indubbia efficacia per chiunque (io per esempio mi sono divertito da matti).
La vicenda narrata ovviamente non è (volutamente) ne originale ne complessa, ma rientra nei binari di un gusto horror adattato ai giovani e giovanissimi, tuttavia impregnato di uno spirito citazionista che non sfuggirà al cinefilo militante. Si parla di un ragazzino (Zach) che si trasferisce dalla realtà urbana di New York alla provincia del Delaware, cambiando scuola, amicizie e quant'altro. E qui scopre di avere due vicini di casa che rappresentano una famiglia del tutto particolare. Una (carinissima) sua coetanea (Hannah) e il di lei padre, personalità sommamente burbera e scontrosa. Costui è proprio il suddetto autore della serie editoriale citata che vive in appartata solitudine in quanto ossessionato dai tanti mostri letterari protagonisti dei suoi best-sellers, i quali (vivendo in un loro mondo fantastico) gli si sono rivoltati contro, bellicosi e agguerriti nonché decisi a fargli del male sul serio. Essi vivono come rinchiusi in un incantesimo dentro i libri che parlano di loro e non aspettavano altro che (per un incidente casuale) di uscire da quelle pagine per materializzarsi nel mondo degli umani. E quando dico "mostri" intendo tutti ma proprio tutti i demoni descritti tra i suoi libri, dal Lupo Mannaro allo Yeti, dagli Insetti Giganti agli Zombie, dai Nani da Giardino Malefici a tutti gli altri del suo giovane immaginario mostruoso che prendono magicamente vita. Tra cui  BLOB ("Il fluido malefico") ma soprattutto un inquietante, antipatico e dispettoso Slappy, il pupazzo che odia esser definito tale e che con le sue sembianze inespressive da (appunto) pupazzo scatena gli attacchi più brutali e più violenti contro lo stesso Stine e contro i tre ragazzini che lo accompagnano (nel frattempo al giovane trasferito cui accennavo e alla graziosa figlia di Stine si è aggiunto un altro giovanotto impacciato e burlone). La guerra si fa sempre più aspra (tra i mostri e il loro creatore) fino ad un (prevedibile) duello finale senza esclusione di colpi. Quel che è meno prevedibile è un divertente colpo di scena assestato all'ultimo secondo, un colpo di scena che preannuncia un sequel (il ragazzo invisibile infatti rimane nella scuola e scrive il titolo della sua vendetta dinanzi al suo creatore, che urla capendo che l'incubo non è ancora finito), che già la Sony annunciò ancor prima dell'uscita nelle sale del film (confermando la presenza di Jack Black anche nei seguenti capitoli), dando così vita ad un franchise cinematografico. Ma quello che rende questo film davvero fantastico, in entrambi i sensi, la carta vincente, è il continuo richiamo ad un cinema e ad uno stile decisamente legati ai decenni '70 e '80, il che evoca una suggestione vintage irresistibile.
Come sono da non perdere poi le meravigliose immagini (e grafica) sui titoli di coda. Un valore aggiunto di grande efficacia è poi offerto da una amabilissima ed azzeccata colonna sonora, curata da quel Genio che si chiama Danny Elfman, come sempre, il suo contributo è fondamentale. I ragazzini protagonisti (Dylan Minnette, Ryan Lee e una splendida Odeya Rush) sono bravissimi. Ma il trionfo è tutto per un Jack Black gigantesco e gigionesco, davvero irresistibile. Io poi sono da sempre un suo fan (anche per i suoi noti legami col mondo del rock'n'roll) e questa è una delle sue prove fin qui migliori. Il film incredibilmente poi, gioca, in punta di matita, anche con la fortuna critica della serie editoriale e con l'extra-filmico, R.L. Stein, per esempio, noto come lo Stephen King della letteratura per ragazzi, ha qui un aperto complesso di rivalità con il creatore di "It", o ancora, nell'incontrare un fuggente personaggio lungo il corridoio di scuola, lo stesso Stein spiega trattarsi del signor Black, l'insegnante di recitazione, scherzando sul se stesso fuori di finzione (Jack Black). Il film di Letterman strizza così l'occhio ad un pubblico poco più adulto o anche solo più attento e informato, dopo aver già alzato l'età media dei protagonisti per andare incontro alle esigenze del nuovo (e commercialmente fortunato) romanticismo giovanile, che pare non poter fare a meno di zombie e vampiri. Piccoli Brividi quindi, mescolando la tradizione horror con uno humour facile ma efficace, e restando fedele ai pilastri della serie cartacea, quali il colpo di scena finale, fa bene il suo mestiere. In generale infatti il film, scorre molto bene riuscendo a divertire non solo i ragazzi ma anche gli adulti. Comunque non male la regia, che sorprende con movimenti di macchina e inquadrature geniali. Gli effetti speciali sono anch'essi davvero sorprendenti, non molto realistici ma quasi cartooneschi, che però aiutano molto il film. L'unica pecca è la fotografia a dir poco piatta e anonima. Insomma un film davvero particolare ma ben fatto e spettacolare, anche se nonostante la spettacolare presenza di mostri, di brividi tutto sommato se ne vedono e se ne sentono pochini. Ma il film comunque e in definitiva mi è piaciuto per tre motivi, primo perché Piccoli Brividi conserva un sapore artigianale che ricorda certi action movies anni '80 per ragazzi (basta vederlo, scommetto che vi verranno in mente Gremlins e Jumanji?); secondo perché i due giovani protagonisti, Dylan Minnette e Odeya Rush, posseggono il carisma necessario per sostenere il peso della narrazione quasi da soli e la loro storia d'amore che rischia di naufragare, viene ripresa in modo davvero ingegnoso, cosa che fa sorridere ed emozionare; terzo perché la presenza di Jack Black si distingue per misura, stavolta la scatenata star si mette al servizio della storia senza accedere nella maniera, e si dimostra perfetto. Insomma un film ottimo, che diverte e coinvolge anche se a conti fatti non fa per niente paura, ma mettendo da parte questo aspetto, il film vale il prezzo del biglietto (come si dice in questi casi) poiché riesce a intrattenere alla grandissima, il film di Halloween per tutta la famiglia. Voto: 7+ [Qui più dettagli]

13 commenti:

  1. Non amo assolutamente l'horror...ma certe variazioni - come L'armata delle tenebre di Sam Raimi - saltuariamente mi riconciliano col genere. Da poco poi, ho avuto occasione di vedere Quella casa nel bosco, e devo dire che ove l'inventiva e l'originalità hanno la meglio sul solito splatter da quattro soldi, tendo a rivalutare il genere... purtroppo ho Premium e non so quando passeranno Piccoli brividi... ma farò in modo di vederlo. Mi hai piacevolmente incuriosito.

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    1. Quelli sono comunque horror puri, però sì ho capito a cosa ti riferisci e in effetti l'originalità è quello che si cerca e qui si trova, nuovo e fresco :)
      Io pensa un po' da quest'anno entrambi..Sky e Premium, comunque grazie della visita e spero che l'apprezzerai come ho fatto io ;)

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    2. Ora ho Sky...e cerco di recuperarlo...😂

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  2. Wow. Ammetto di non essere mai stato fan del telefilm (gli preferivo Hai paura del buio?) e di essere stato fuori tempo massimo per i libri (i miei fratello devono avere qualcosa, però). Ma il film, da come l'hai descritto, potrebbe anche piacermi!!

    Moz-

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    1. Si è vero c'era un telefilm, alcuni episodi forse li avrò anche visti, ma il film è un'altra cosa, comunque si, potrebbe piacerti ma non aspettarti un capolavoro, è bello sì, mi è piaciuto però di paura neanche l'ombra ;)

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    2. Vabbè, è adeguato al pubblico a cui si rivolge^^

      Moz-

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  3. Come film non è nulla di trascendentale, ma non è per nulla male, soprattutto se visto nell'ottica del puro intrattenimento. E di libro dei Piccoli Brividi ne ho letto soltanto uno!

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    1. No infatti ma intrattiene splendidamente, pensa che neanche una volta ho visto il minutaggio, comunque mi sarebbe piaciuto leggerli a tempo debito, quando ancora leggevo, peccato, però il film può bastare ;)

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  4. L'ho trovato gradevole, mi ha riportato alle atmosfere di Jumanji. Quelle atmosfere di "film per tutti"

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    1. Eh sì, proprio per quello ha sorpreso positivamente anche me ;)

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