Tema e genere: Dramma storico incentrato sulla figura di Maria Maddalena, descritta dai Vangeli e riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa (pochi anni fa), come l'apostolo donna di Gesù.
Trama: Maddalena lascia il suo villaggio di Magdala, in cui si sente stretta e costretta, per seguire Gesù e il suo rivoluzionario messaggio di amore. Un messaggio che la porterà a Gerusalemme e la vedrà diventare testimone della resurrezione di Gesù.
Recensione: La figura di Maria Maddalena è stata sovversiva e molto importante, anche se questo emerge con poca forza nelle scene più importanti del film, questo film, un film che, nonostante le buone intenzioni, appare un tentativo poco riuscito di rileggere in modo "rivoluzionario" e al passo con i tempi il messaggio evangelico, perché da una parte fraintende e banalizza la valorizzazione del femminile in atto da tempo nella Chiesa e dall'altra non riesce a trovare una chiave davvero interessante per dare rilevanza al mondo e ai personaggi che rivisita. Il film infatti, rifiuta le interpretazioni più note della figura di Maria Maddalena (che qui non è né la prostituta salvata da Gesù né una delle sorelle di Lazzaro) e si ispira al titolo di "Apostola degli Apostoli" conferito alla prima testimone della resurrezione, ma costruisce perlopiù un racconto "al femminile" che altro, un racconto che se nelle intenzioni del regista Garth Davis (al suo secondo film dopo il bellissimo Lion) voleva riabilitare la figura evangelica di Maria Maddalena (così come la Chiesa ha fatto nel 2016), e in parte ci riesce, non riesce invece a dare, a causa di una sceneggiatura incostante ed una regia eguale, spessore e profondità al personaggio della Maddalena (che è più uno stereotipo che una persona tridimensionale con cui creare empatia, anche se brava è Rooney Mara) e alla storia stessa (che non possiede la scintilla e la potenza adeguata). Per non parlare di tutti gli altri protagonisti, così come il film poco approfonditi. Facendo così risultare il tutto convenzionale. Siamo lontani anni luce dalle dissertazioni filosofiche adoperate da Martin Scorsese ne L'ultima tentazione di Cristo, dove era chiaro che il sacrificio finale rappresentasse l'unico significato alla venuta di Dio sulla terra. In Maria Maddalena, invece, non c'è alcun tipo di ragionamento di questo tipo. E' vero che la storia (gli ultimi giorni di vita di Cristo) ha un unico punto di vista, quello della Maddalena, ma al termine delle appesantite due ore di film, che destano un timido sussulto solo in alcune scene con protagonista Gesù, si ha come l'impressione che di questo film resti poco più che una superficiale storia di emancipazione femminile prendendo come esempio colei che nel Medioevo (ma anche ben oltre) fu tacciata di essere una prostituta da Papi misogini. Per veicolare questo messaggio non c'era però bisogno di rappresentare gli apostoli di Gesù come degli sciocchi, che attendono il Regno di Dio pronunciando parole poco credibili con espressioni del volto quasi ironiche. In tal senso, controversa per non dire di peggio (ma quasi sicuramente politicamente corretta), la scelta di affidare ad un attore di colore (Chiwetel Ejiofor) il ruolo dell'apostolo Pietro. Più interessante invece la figura di Giuda (Tahar Rahim), che tradisce Gesù non per denaro ma per disillusione, peccato che manchi un po' di complessità, che non avrebbe guastato per rendere il racconto (alquanto didascalico) un puro esercizio di stile. Il racconto infatti, insiste sulla poeticità delle immagini per compensare a una certa mancanza di sostanza. Non è un caso che la chiave del racconto (Maria è l'unica a capire il vero messaggio) risulti un po' annacquato nel tessuto di una storia che prima si sofferma a lungo sul tema del femminile schiacciato nella sua unicità, poi, quando mette in scena Gesù, si rifiuta di andare alle radici del suo annuncio eccezionale. Il Gesù di Joaquin Phoenix è un prescelto che sembra sempre un po' in trance, con lunghi momenti di "assenza", quasi sopraffatto dal suo stesso messaggio, che si oppone ai sacerdoti, ma non dice mai di essere Figlio di Dio e non offre il suo corpo e il suo sangue nell'ultima cena, non bene. Non bene come questo film, un film poco approfondito e molto patinato personalmente deludente, che solo in parte riabilita il personaggio di Maria Maddalena.
Regia: Senza trovare mai una strada che sia davvero la propria, il regista si concentra principalmente su campi lunghi e primi piani, vasti paesaggi e volti, animandosi soltanto nella raffigurazioni di scene di massa. Decisamente troppo poco. Egli nel complesso infatti, non va più in là del girare un film femminista, con alcune scene ben dirette, ma che alla fine risulta privo di un vero spessore e molto (forse fin troppo) patinato.
Regia: Senza trovare mai una strada che sia davvero la propria, il regista si concentra principalmente su campi lunghi e primi piani, vasti paesaggi e volti, animandosi soltanto nella raffigurazioni di scene di massa. Decisamente troppo poco. Egli nel complesso infatti, non va più in là del girare un film femminista, con alcune scene ben dirette, ma che alla fine risulta privo di un vero spessore e molto (forse fin troppo) patinato.
Sceneggiatura: Piatta e superficiale, dà vita a un racconto estremamente lineare e a tratti noioso, con personaggi granitici la cui evoluzione non è mai chiaramente mostrata quanto lasciata intendere a posteriori. Le trame degli Apostoli non è un caso, sono appena accennate.
Aspetto tecnico: Tutti pregevoli, location (Matera) e colonna sonora sugli scudi, ma manca un po' di fervore e intensità in alcuni momenti troppo evocativi e poco introspettivi. Un po' di coraggio in più non avrebbe guastato.
Cast: L'intensa interpretazione di Rooney Mara (anche se dopo un po' i suoi occhioni spalancati e i sorrisi misteriosi perdono efficacia), quella ispirata (ma francamente non indimenticabile) di Joaquin Phoenix, non bastano a fare di Maria Maddalena un buon film. Fa piacere la presenza di Hadas Yaron, funzionali Denis Menochet e Tcheky Kairo, ma niente di che.
Commento Finale: Penalizzato da un copione che non sembra sapere su cosa mettere a fuoco, Maria Maddalena è un dramma biblico piuttosto insipido e innocuo, che non racconta nulla di particolarmente innovativo e senza alcuna reale pretesa artistica a causa di una regia insicura che sembra avere troppa paura di osare. Probabilmente un soggetto eccessivamente ambizioso per quella che è soltanto l'opera seconda di Garth Davis.
Consigliato: Sì e no, difficile decidere, anche perché questa rivisitazione o riabilitazione può scontentare sia un pubblico di credenti (che faticheranno ad accettare le forzature degli autori: prima, ma non unica, la chiusura che ci lascia con gli Apostoli ben convinti di essere gli unici con "la verità in tasca") che quello dei non credenti (a cui la pellicola non sembrerà altro che un'ennesima e poco appassionante divagazione evangelica). Fate voi insomma, io mi scanso.
Voto: 5
Ma Maddalena manco nella Bibbia è la prostituta, non si è mai capito perché la gente abbia pensato questo.
RispondiEliminaCerto, poi ci si sono messi i romanzetti da supermercato di Dan Brown a confondere ancora di più le idee...
Moz-
Idee a parte, motivi a parte, questo film confonde ancora di più...è questo il problema.
EliminaL'hai già detto tu che è pessimo sia per i credenti che per..... me.
RispondiEliminaQuindi passo.
Perfetto.
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