Genere: Ottavo capitolo della serie action/adventure Ubisoft, una delle serie di videogiochi più conosciute al mondo.
Trama: Nella Parigi ai tempi della Rivoluzione Francese, continua l'interminabile lotta tra Templari ed Assassini, questa volta ad opporsi ai primi un giovane ragazzo che, in cerca della verità (sulla morte del padre), si ritroverà ad essere reclutato nelle file dell'organizzazione per fare giustizia.
Recensione: Sembra passata un'eternità, ma sono passati solo quattro mesi da quando la cattedrale di Notre-Dame andò parzialmente a fuoco. In quei giorni tanti messaggi di solidarietà, e tante promesse di donazioni. Alcune infrante, alcune proprio no, anzi, solo pochi giorni dopo la società francese/canadese Ubisoft, non solo donò 500 mila euro alla città di Parigi, ma rese disponibile (per un periodo di tempo) gratuitamente su PC Assassin's Creed: Unity, in modo tale da permettere a tutti di godere del bellissimo monumento, anche solo virtualmente. Il gioco infatti, che prontamente scaricai, ambientato proprio a Parigi, permetteva al giocatore di entrare dentro e scalarla (cosa che ovviamente ho fatto, ed è stato bello). E così che ho recuperato il capitolo successivo di Black Flag (a cui ho giocato per la prima volta solo l'anno scorso), anche se tecnicamente il sequel diretto è Assassin's Creed: Rogue (com'è ovvio sarà il prossimo capitolo su cui mettere le mani) che, seppur uscito in contemporanea con Unity nel novembre del 2014, fu reso disponibile per PC, al contrario di questo che oggi recensisco, solo l'anno dopo. Un capitolo questo, l'ottavo (il settimo ex-aequo) che, dopo tanti episodi "fotocopia", doveva cambiare finalmente rotta. Infatti, la speranza che fosse finalmente arrivato il momento di una vera svolta c'era. C'era, perché la serie di Assassin's Creed aveva cominciato a scricchiolare già da qualche tempo, troppo ancorata ai suoi stilemi e poco coraggiosa. Assassin's Creed IV: Black Flag, allontanandosi un po' dal solito schema, era difatti ciò che ci voleva per spezzare la monotonia ormai quasi sfibrante. La sorpresa fu che il gioco, preso a sé stante, si dimostrò decisamente divertente e appassionante, ben più del controverso Assassin's Creed III. Con Assassin's Creed: Unity, Ubisoft abbandona i mari (che ritroverò comunque in Assassin's Creed: Rogue) e riporta le gesta degli assassini alle origini, confezionando così un'avventura classica, che sarà riuscito però a dare nuova (anzi, vecchia) linfa al franchise? La formula funziona ancora? Ebbene secondo il mio modesto parere sì, ma con riserva, anzi, con più riserve, perché in parte delude. Ma andiamo con ordine. Come tutti dovreste aver capito, Assassin's Creed: Unity è ambientato nella Parigi di fine 1700, ai tempi della Rivoluzione francese. Un periodo storico interessantissimo, ricco di materiale pronto per essere sfruttato. E invece Assassin's Creed: Unity lascia la Storia sullo sfondo, concentrandosi sulle sempre più noiose scaramucce tra Templari e Assassini. Non che in questo ci sia qualcosa di male, in fondo la secolare guerra tra le due fazioni è alla base della saga, ma purtroppo più si va avanti e meno sembra che questo conflitto abbia qualcosa di concreto da dire. Il plot è noioso e ben poco entusiasmante. È il solito pretesto per portare il giocatore da qualche parte nella storia. A essere sinceri, la trama (altalenante nella qualità e guidata dal desiderio di vendetta di Arno) di Unity non è riuscita a coinvolgermi in praticamente alcun modo. È trascurabile e poco importante.
Per un capitolo che avrebbe dovuto gettare nuovi standard per la serie si sperava in uno sforzo molto, ma molto maggiore. Lo stesso Arno, che ricorda un po' Ezio Auditore, non riesce a rimanere scolpito nella memoria. È tutto scontato. Dall'inizio alla fine l'intreccio lascia quindi indifferenti, è fastidiosamente freddo e debole, se non per l'unico personaggio un attimino interessante: la bella Élise de la Serre. Tuttavia i colpi di scena non mancano, sebbene per approfondire di più il contesto è necessario rivolgersi alle quest secondarie della serie "Storie di Parigi". Narrativamente, insomma, Unity delude, ma non è l'unico aspetto dell'opera Ubisoft che non convince. Anche il gameplay mostra il fianco ad alcune lacune e imperfezioni, dimostrandosi, a mio avviso, complessivamente perfino più debole di alcuni capitoli precedenti. Assassin's Creed: Unity non è una svolta, un nuovo punto di partenza, è semplicemente un episodio che si perde tra gli altri. Se ciò sia un difetto o meno, ognuno è libero di deciderlo per conto proprio. Assassin's Creed: Unity è un'esperienza perfettamente in linea con il passato della saga. Chi ha amato le avventure precedenti probabilmente continuerà a farlo. Arrampicarsi sui tetti di Parigi è sempre divertente e ora è possibile scendere dagli edifici senza difficoltà grazie all'implementazione della comoda "discesa rapida". Arno è agilissimo. Una aggiunta indubbiamente gradevole e funzionale. Ma poi? La sostanza? La sostanza è che Assassin's Creed: Unity è sempre la solita solfa. Un piccolo passo in avanti è stato fatto per le fasi di assassinio, leggermente più libere e coinvolgenti grazie alla presenza di diversi fattori e possibilità di azione, ma la struttura non cambia in modo significativo. Veniamo ai combattimenti. Qui la questione si fa spinosa, perché da un lato siamo alle solite, dall'altro si sono fatti perlomeno più impegnativi, forse troppo (i nemici sono molto più precisi ed è frustrante), spesso e volentieri, ci si ritrova così a darsi alla fuga, è un bene, ma è tutto minimizzato dalla praticamente assenza di nascondigli, e quelli che ci sono non si riescono a sfruttare mai adeguatamente. Combattere contro un nutrito gruppo di avversari non è più così semplice, ma non è neanche così tanto spettacolare. Nonostante quanto detto, non si può definire però Assassin's Creed: Unity una brutta opera. Le missioni sono classiche, ma intrattengono in modo sufficiente e sono intervallate da piacevoli momenti in cui si viene catapultati in altre epoche. Sessioni che in sostanza sostituiscono le sezioni nel presente, di cui in Unity non vi è traccia. Un discorso a parte lo merita il comparto tecnico. Graficamente Assassin's Creed: Unity, anche se alcuni aspetti negativi ci sono comunque, è un bel vedere. Parigi è stupenda, gli interni realizzati con estrema cura e arrampicarsi su edifici come Notre Dame per ammirare il panorama (e la scia di passanti per le strade) è appagante, però alcune incertezze, bug e fastidiose cadute di stile, non aiutano, convincendo quindi a metà. Arriviamo a una delle parti importanti del gioco: l'online. Ma non il vecchio online multiplayer mal curato e sbrigativo. Parliamo qui di una vera e propria cooperativa, dove ci si ritrova a effettuare missioni con altri giocatori: missioni pensate apposta per questo. E devo dire che questa è una delle parti che più mi ha impressionato del gioco. Troviamo quindi missioni sparse dove, nel momento dell'accettazione, partirà una ricerca giocatori. Nelle missioni co-op inoltre si può condividere determinate abilità rendendo la squadra più potente del singolo assassino.
Assassin's Creed: Unity è insomma un'opera gradevole e divertente, anche se delude abbastanza. Non è infatti un grande Assassin's Creed. Oddio, è comunque in tutto e per tutto un Assassin's Creed, con i suoi pregi e i suoi recidivi difetti. Chi non è stufo di ciò, non avrà problemi a farsi un'altra scorpacciata. Non voglio certamente asserire che Assassin's Creed: Unity sia un brutto gioco, perché di fatto non lo è e perciò non me la sono sentito di assegnarli un voto inferiore a quello che potete vedere in calce al post. Chi vi scrive crede però che la serie abbia già dato e Unity ne è la conferma. Ma da uno che ritiene che il capitolo più lontano dallo spirito della serie, ovvero Assassin's Creed IV: Black Flag, sia anche quello più divertente e completo, forse non ci si può fidare poi molto. In ogni caso è innegabile asserire che Assassin's Creed: Unity non è quel salto di qualità che ci si sarebbe aspettati dal primo episodio di nuova generazione e di cui la serie aveva bisogno. Rimane un capitolo interessante, ma del tutto in linea con i precedenti (escludendo Black Flag).
Per un capitolo che avrebbe dovuto gettare nuovi standard per la serie si sperava in uno sforzo molto, ma molto maggiore. Lo stesso Arno, che ricorda un po' Ezio Auditore, non riesce a rimanere scolpito nella memoria. È tutto scontato. Dall'inizio alla fine l'intreccio lascia quindi indifferenti, è fastidiosamente freddo e debole, se non per l'unico personaggio un attimino interessante: la bella Élise de la Serre. Tuttavia i colpi di scena non mancano, sebbene per approfondire di più il contesto è necessario rivolgersi alle quest secondarie della serie "Storie di Parigi". Narrativamente, insomma, Unity delude, ma non è l'unico aspetto dell'opera Ubisoft che non convince. Anche il gameplay mostra il fianco ad alcune lacune e imperfezioni, dimostrandosi, a mio avviso, complessivamente perfino più debole di alcuni capitoli precedenti. Assassin's Creed: Unity non è una svolta, un nuovo punto di partenza, è semplicemente un episodio che si perde tra gli altri. Se ciò sia un difetto o meno, ognuno è libero di deciderlo per conto proprio. Assassin's Creed: Unity è un'esperienza perfettamente in linea con il passato della saga. Chi ha amato le avventure precedenti probabilmente continuerà a farlo. Arrampicarsi sui tetti di Parigi è sempre divertente e ora è possibile scendere dagli edifici senza difficoltà grazie all'implementazione della comoda "discesa rapida". Arno è agilissimo. Una aggiunta indubbiamente gradevole e funzionale. Ma poi? La sostanza? La sostanza è che Assassin's Creed: Unity è sempre la solita solfa. Un piccolo passo in avanti è stato fatto per le fasi di assassinio, leggermente più libere e coinvolgenti grazie alla presenza di diversi fattori e possibilità di azione, ma la struttura non cambia in modo significativo. Veniamo ai combattimenti. Qui la questione si fa spinosa, perché da un lato siamo alle solite, dall'altro si sono fatti perlomeno più impegnativi, forse troppo (i nemici sono molto più precisi ed è frustrante), spesso e volentieri, ci si ritrova così a darsi alla fuga, è un bene, ma è tutto minimizzato dalla praticamente assenza di nascondigli, e quelli che ci sono non si riescono a sfruttare mai adeguatamente. Combattere contro un nutrito gruppo di avversari non è più così semplice, ma non è neanche così tanto spettacolare. Nonostante quanto detto, non si può definire però Assassin's Creed: Unity una brutta opera. Le missioni sono classiche, ma intrattengono in modo sufficiente e sono intervallate da piacevoli momenti in cui si viene catapultati in altre epoche. Sessioni che in sostanza sostituiscono le sezioni nel presente, di cui in Unity non vi è traccia. Un discorso a parte lo merita il comparto tecnico. Graficamente Assassin's Creed: Unity, anche se alcuni aspetti negativi ci sono comunque, è un bel vedere. Parigi è stupenda, gli interni realizzati con estrema cura e arrampicarsi su edifici come Notre Dame per ammirare il panorama (e la scia di passanti per le strade) è appagante, però alcune incertezze, bug e fastidiose cadute di stile, non aiutano, convincendo quindi a metà. Arriviamo a una delle parti importanti del gioco: l'online. Ma non il vecchio online multiplayer mal curato e sbrigativo. Parliamo qui di una vera e propria cooperativa, dove ci si ritrova a effettuare missioni con altri giocatori: missioni pensate apposta per questo. E devo dire che questa è una delle parti che più mi ha impressionato del gioco. Troviamo quindi missioni sparse dove, nel momento dell'accettazione, partirà una ricerca giocatori. Nelle missioni co-op inoltre si può condividere determinate abilità rendendo la squadra più potente del singolo assassino.
Assassin's Creed: Unity è insomma un'opera gradevole e divertente, anche se delude abbastanza. Non è infatti un grande Assassin's Creed. Oddio, è comunque in tutto e per tutto un Assassin's Creed, con i suoi pregi e i suoi recidivi difetti. Chi non è stufo di ciò, non avrà problemi a farsi un'altra scorpacciata. Non voglio certamente asserire che Assassin's Creed: Unity sia un brutto gioco, perché di fatto non lo è e perciò non me la sono sentito di assegnarli un voto inferiore a quello che potete vedere in calce al post. Chi vi scrive crede però che la serie abbia già dato e Unity ne è la conferma. Ma da uno che ritiene che il capitolo più lontano dallo spirito della serie, ovvero Assassin's Creed IV: Black Flag, sia anche quello più divertente e completo, forse non ci si può fidare poi molto. In ogni caso è innegabile asserire che Assassin's Creed: Unity non è quel salto di qualità che ci si sarebbe aspettati dal primo episodio di nuova generazione e di cui la serie aveva bisogno. Rimane un capitolo interessante, ma del tutto in linea con i precedenti (escludendo Black Flag).
Modalità di gioco: Nella versione single player, piacevoli gli intermezzi "Helix", in questi casi gli sviluppatori e gli sceneggiatori ci mettono di fronte a squarci temporali che attraversano tempo e spazio. Non mi dilungo oltre per non rovinarvi la sorpresa ma si tratta sicuramente di un'interessante innovazione per spezzare il ritmo della storia principale. Ovviamente presenti anche le varie quest secondarie, enigmi e indagini alla Sherlock Holmes, esplorazione alla ricerca dei collezionabili (no, niente piume e canzoni che scappano questa volta ma semplici e immobili coccarde e giornali) e la parte manageriale/gestionale già introdotta dai precedenti capitoli e amplificata in Unity creando un nuovo piccolo gioco all'interno del gioco: il Café Theatre. La cooperativa di questo capitolo invece, permette di affrontare online (migliorata decisamente questa modalità) determinate missioni affiancandoci a fino altri tre giocatori.
Gameplay: Il cambiamento più grande in Assassin's Creed: Unity lo si può notare soprattutto nella sezione dedicata al gameplay, infatti si vedono alcune trasformazioni. Sistema di combattimento estremamente semplificato in parte, è estremamente complicato colpa soprattutto del tempismo, non sempre puntuale. Grande personalizzazione per Arno grazie alla possibilità di poter acquistare equipaggiamento sempre migliore influenzando tutte le sue caratteristiche, che si può scegliere in base allo stile di gioco. Non è possibile acquistare solo oggetti ma anche le abilità e armi che Arno può utilizzare durante la sua avventura. Questa caratteristica ricorda moltissimo i GDR e i MMORPG. Divisone dell'area di gioco in quartieri basato sul criterio della difficoltà. Grazie a questa integrazione possiamo capire se avremo un livello sufficiente per affrontare i nemici e le missioni secondarie presenti in una determinata zona di gioco. I cosiddetti "diamanti" presenti che indicano la difficoltà sono presenti anche sui nemici e categorizzano anche gli oggetti e l'equipaggiamento che acquisteremo, dandoci la possibilità di capire se è di livello superiore o inferiore ciò che cerchiamo. Comunque nel complesso bene ma non benissimo.
Aspetto tecnico: Questo è il primo capitolo della saga realizzata di Ubisoft per le console next-gen ovvero PlayStation 4, Xbox One e ovviamente anche il PC. Fin dal primo momento si nota un grandissimo lavoro che è stato fatto per realizzare un'ambientazione di gioco estremamente realistica, così come il gioco di ombre in tempo reale di ogni singolo personaggio presente nell'area di gioco, così come per gli oggetti. Non passano di certo inosservati tutti i dettagli che arricchiscono il protagonista, realizzato ovviamente con delle texture di altissima qualità, ma anche i certosini dettagli della città, resa davvero stupenda. Buono invece il sonoro, con brani orecchiabili, alcuni capaci di insinuarsi nella mente, effetti discreti e un doppiaggio in italiano passabile.
Aspetto tecnico: Questo è il primo capitolo della saga realizzata di Ubisoft per le console next-gen ovvero PlayStation 4, Xbox One e ovviamente anche il PC. Fin dal primo momento si nota un grandissimo lavoro che è stato fatto per realizzare un'ambientazione di gioco estremamente realistica, così come il gioco di ombre in tempo reale di ogni singolo personaggio presente nell'area di gioco, così come per gli oggetti. Non passano di certo inosservati tutti i dettagli che arricchiscono il protagonista, realizzato ovviamente con delle texture di altissima qualità, ma anche i certosini dettagli della città, resa davvero stupenda. Buono invece il sonoro, con brani orecchiabili, alcuni capaci di insinuarsi nella mente, effetti discreti e un doppiaggio in italiano passabile.
Longevità: Esaurita la portata principale, in circa una ventina di ore o meno, Assassin's Creed: Unity offre tantissime altre attività da svolgere. Su tutte vanno segnalati i casi di omicidio, che sfruttano a dovere l'abilità dell'occhio dell'aquila. Si tratta di piccole indagini in cui bisogna raccogliere indizi e testimonianze per poi risolvere il caso accusando uno dei sospettati. Un'idea carina, anche se alla lunga ripetitiva. Anche gli enigmi di Nostradamus possono rappresentare una piacevole divagazione, malgrado si dimostrino spesso poco immediati. Di carne al fuoco ce n'è (ci sono anche due DLC, due posti da "visitare"). Le missioni secondarie sono tante e, come da tradizione, la location è ricchissima di collezionabili. E sì, ci sono anche le missioni co-op (giocabili tuttavia anche in solitaria). Insomma il livello di longevità è medio/alta, anche di più se si cerca di completare il tutto al 100%.
Commento finale: Riassumendo, questo nuovo gioco di Ubisoft ha compiuto un passo avanti e due indietro: la grafica è veramente di ottimo livello ma i problemi ci sono ugualmente, il gameplay non è più quello di una volta e la ripetitività delle azioni comincia a pesare. E forse il problema sta qui, Assassin's Creed: Unity è un gioco che tende alla noia. O forse, più semplicemente, chi vi scrive è davvero arrivato al punto di non riuscire più a reggere la struttura stessa della serie, a trovarla ormai insipida e blanda. Forse bisogna solo accettare il fatto che il notevole potenziale narrativo del primo Assassin's Creed, realmente affascinante e farcito di temi filosofici, profondi, portati avanti da dialoghi mai banali e in grado di far riflettere, è andato perduto per sempre, e che ludicamente la saga si è adagiata su sé stessa, non ha la voglia di maturare. È così e basta, non cambierà. Però di lasciarla non ho alcuna intenzione.
Consigliato: Il gioco, nonostante alcuni difetti si dimostra essere un prodotto valido per tutti coloro che amano giocare in compagnia e "disdegnano" i giochi in solitaria. Se amate il mondo degli Assassini e siete disposti a passare sopra a i problemi descritti, allora questo è il gioco che fa per voi.
Voto: 7
Something perfect for my fiance: D Regards
RispondiEliminaI really think so, bye ;)
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