giovedì 30 gennaio 2020

I peggiori film del mese (Dicembre/Gennaio 2020)

Qualcosa (tanto) sta per cambiare, domani saprete qualcosa di più, poi farò un post apposito (dove spiegherò il perché e il modo in cui tutto cambierà), ma sappiate già da adesso che questo sarà l'ultimo post con la dicitura "I peggiori film", anche se le pellicole "brutte" ci saranno comunque anche dopo.

Bushwick (Azione, Usa 2017)
Tema e genere: Un action diretto a quattro mani piuttosto bene, soprattutto nelle sue numerose scene action dalla coppia Cary Murnion/Jonathan Milott, con la star da blockbuster Dave Bautista che figura, oltre che come coprotagonista, anche in veste di produttore esecutivo, rivedibile però tutto il resto.
Trama: Uscendo da una fermata della metropolitana di Brooklyn, Lucy scopre che il suo quartiere è sotto attacco da parte di alcuni militari vestiti di nero. Stupe, un ex componente dei marine, la aiuterà a malincuore a sopravvivere alla guerra civile scatenata dal tentativo di secessione del Texas dagli Stati Uniti.
Recensione: Non mi è molto piaciuta quest'opera, che di fatto si limita a seguire i due protagonisti in fuga attraverso il quartiere sconvolto dai combattimenti, tra scontri a fuoco e incontri a volte positivi a volte negativi. Le sequenze d'azione sono accettabili, anche se scarsamente realistiche. La protagonista femminile (interpretata da Brittany Snow) acquisisce un'ottima mira in poche ore di uso delle armi da fuoco, e, insieme "all'energumeno" (appunto l'ex wrestler Dave Bautista), riesce per parecchio a sfuggire ai colpi sparati dai nemici, in numero molto maggiore, ed estremamente "professionalizzati". La trama sembra poco più di un espediente per sostenere quanto mostrato su schermo, anche l'intreccio è di scarso interesse. Un paio di colpi di scena (nel mezzo e nel suo finale) non salvano la situazione (non aiuta né lo scarso doppiaggio né la sceneggiatura poco originale). Gli attori interpretano con poca convinzione personaggi piuttosto stereotipati. Lei, da ragazza dolce ed indifesa, inizialmente sconvolta dal sangue che vede, diviene un cecchino implacabile, pronta ad uccidere. Lui è un ombroso ex militare con diversi drammi alle spalle che gli pesano sulla coscienza. Decisamente, sono rimasto deluso, nonostante qualche interessante sequenza d'azione, alcune battute azzeccate, ed una buona colonna sonora. Uno dei pochi punti a favore è il ritmo abbastanza disinvolto, ma per essere un action movie pare davvero poco per ambire a una considerazione minimamente positiva.
Giudizio in sintesi: L'inizio è promettente, con un incipit adrenalinico che, sorprendentemente apocalittico, può evocare, da distante e con le debite varianti e distinzioni, una sorta di Distretto 13, ma non solo poco convincente è la sceneggiatura, anche la scelta di concentrarsi maldestramente ed unicamente sulla sola azione e sulla sopravvivenza delle prede, tralasciando il resto, non convince. Un vero peccato, perché sciupa presto il buon pathos iniziale e trasforma le valide premesse in un action dozzinale al pari di tanti, troppi altri prodotti di pura routine commerciale.
Consigliato: Sì e no, sì se le aspettative sono basse, no se quest'ultime sono alte, perché potreste rimaner delusi, come me.
Voto: 5
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Un uomo tranquillo (Thriller, Dramma, Gran Bretagna, 2019)
Tema e genere: Specie di revenge movie, ma anche e soprattutto remake in salsa hollywoodiana di un film del 2014, ad opera dello stesso regista.
Trama: Quando Nels Coxman, pacifico autista di un mezzo spazzaneve, vede la vita di suo figlio stroncata da un'overdose, il suo tranquillo mondo va in pezzi. Incapace di rassegnarsi all'accaduto, l'uomo si mette sulle tracce dell'organizzazione criminale che gestisce il traffico di droga nel villaggio, eliminando uno a uno gli uomini che sono legati alla morte del ragazzo.
Recensione: Il senso di certe operazioni è incomprensibile, soprattutto quando Hans Petter Moland decide di rifare l'opera che l'ha reso celebre e fatto apprezzare, quando decide di ripetere abbastanza fedelmente il plot della pellicola originale, ma senza riuscire a farlo uguale, anzi, perché Cold Pursuit (anche in inglese, oltre a quello italiano, il titolo è più brutto in confronto all'originale) è un film annacquato se confrontato con il suo padre cinematografico. Questo remake infatti non possiede o perlomeno si vede solo a tratti, l'umorismo glaciale dell'omonimo norvegese. Di glaciale c'è sicuramente il paesaggio (nel primo film fondamentale ed indimenticabile, qui tuttavia riesce poco a farsi notare), ma l'alternarsi fra serio e commedia nera si amalgama male. Con l'intento di modificare la sceneggiatura con un humor meno nordico, Un uomo tranquillo finisce difatti per diventare una stonata via di mezzo tra un film dei Coen e la trilogia di Taken. Da una parte dovrebbe far ridere, con lo sketch ad esempio dei nomi dei vari personaggi che vengono fatti sparire man mano che muoiono, da qui anche il divertente gioco di parole del titolo norvegese (In ordine di sparizione), ma dall'altro siamo ben lontani dal gusto grottesco di Fargo. Allo stesso modo il personaggio di Nels Coxman, uomo duro e tutto d'un pezzo che non batte ciglio nell'uccidere a mani nude, non ci prova neppure ad essere sopra le righe quanto lo è un John Wick. Nasce in questo modo una sorta di continuo sbalzo di tono che porta Un uomo tranquillo a non essere né un action, né una commedia nera, né una detective story. Per di più ci sono personaggi persi per strada come quello di Laura Dern, o inutili come la poliziotta e lo sceriffo protagonisti di una sotto-trama che non conduce da nessuna parte. Inoltre Liam Neeson offre un personaggio troppo action, che va troppo di pilota automatico. Insomma, poco si salva in questo film, che quindi senso, decisamente non ha, che era meglio non produrre, giacché dalle stelle alle stalle.
Giudizio in sintesi: Un remake diretto in fretta e furia, senza la minima ispirazione o la voglia di ripetersi con la stessa verve che ha ispirato il dinamico regista norvegese Hans Petter Moland durante la direzione dell'originale.
Consigliato: Sì e no, dipende dai gusti, comunque a tutti il mio consiglio è quello di vedere, prima e soprattutto, l'originale.
Voto: 5
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Cold Hell - Brucerai all'inferno (Thriller, Germania, Austria, 2017)
Tema e genere: Thriller tedesco piuttosto inverosimile ma con una brava protagonista.
Trama: In Austria c'è una giovane tassista turca, scorbutica, sfiduciata e violenta, che si trova casualmente nel mirino di un curioso serial killer islamico. Siccome la polizia è più impegnata a cambiare pannoloni che ad indagare seriamente, lei decide di farsi giustizia da sola.
Recensione: Il regista austriaco Stefan Ruzowitzky è celebre per avere diretto Anatomy e Anatomy 2, due film dal taglio televisivo poco riusciti (e arrivati anche da noi in home video) che figurano tra i sui migliori titoli. Quindi c'era da aspettarselo che anche in questo caso sarebbe successo la stessa cosa, e infatti Cold hell (Die Hölle - Inferno), film dalle grosse potenzialità, purtroppo finisce per essere più simile a un tv movie Anni '90 (ovvero, in massima parte, noioso), penalizzato da una impostazione televisiva, priva di ritmo e vanificata (visto il tema) da una illogica forma di autocensura. La presenza di Tobias Moretti, ex Richard Moser (o commissario Rex) pur se a favore del film viene prontamente bilanciata (in negativo) dal ruolo di Violetta Schurawlow, attrice di talento, quindi non certo responsabile della parte designata da una sceneggiatura che proprio non funziona, riservandole un ruolo di fredda e inappropriatamente forzuta esperta di boxe. Debole anche la risoluzione dell'enigma e di come il commissario, con il supporto della ragazza, arriva ad identificare l'assassino. Restano interessante l'incipit e un paio di spericolate corse d'auto su strada, ma è un po' poco per giustificare un'attenzione di novanta minuti, che non riesce ad essere costante perché per nulla stimolata dal dozzinale risultato d'insieme. Una delle ultime fatiche del regista è stato Deadfall - Legami di sangue, che non riuscì a sfruttare benissimo suggestive location, risultando soprattutto banale, ebbene forse meglio quello che questo qui, un film decisamente anonimo.
Giudizio in sintesi: Film dalle grandi potenzialità ma reso televisivo dal taglio anonimo di regia e da una insensata forma di autocensura. La protagonista non se la cava male, in tutti i sensi, ma alcune trovate facilone e una serie di ingenuità di troppo, non aiutano affatto ai fini della resa finale.
Consigliato: No, poi se volete farvi del male è colpa vostra.
Voto: 4
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Il mio nome è Thomas (Dramma, Italia, Spagna, 2018)
Tema e genere: Un road movie drammatico che, dedicato a Bud Spencer, segna il ritorno di Terence Hill dietro e davanti la macchina da presa.
Trama: Thomas, arzillo anziano, in sella sulla sua moto verso la Spagna conosce la giovane scapestrata Lucia. Fra i due si crea da subito un legame di amicizia che viene cementato dalla forzata prosecuzione del viaggio insieme.
Recensione: Operazione nostalgia (giacché a prima vista sembrerebbe scritto su misura per il suo personaggio, sulla falsa riga di quello che fu il suo leggendario Trinità, solo aggiornato ai tempi nostri con una motocicletta al posto del cavallo, un incipit che è purtroppo però l'unica cosa interessante del film) per il buon vecchio Terence che dedica il film al compagno di tante, indimenticabili avventure, elaborando una storia che è una sorta di inno all'amicizia, alla libertà e alla vita con le sue tante strade da percorrere e i tanti luoghi da visitare nell'infinito cielo stellato. Una storia diretta però in maniera fredda, da fiction televisiva (un mondo a cui Hill sembra ormai assuefatto), interpretata in maniera ordinaria, dotata di dialoghi poco incisivi e scene che alternano banalità a poetica malinconia, senza avere il giusto fascino per meritare una considerazione maggiore. La regia di questo film, un film scritto dallo stesso Terence Hill in collaborazione con Luisa Tonon, e prodotto da Jess Hill (figlio dello stesso Terence), è infatti totalmente anonima, poco più che televisiva. La recitazione dei due protagonisti è piatta, la sceneggiatura, anche chiudendo un occhio sulle forzature più grosse (e sono parecchie...) non brilla di luce propria, ma ciò che più lascia perplessi è la costruzione del rapporto tra l'ottantenne Thomas e la ventenne Lucia, davvero non sono riuscito a trovare un nesso tra i due, che sembrano lontani anni luce sotto ogni aspetto, in ogni momento del film. Oltretutto ho trovato la Veronica Bitto davvero fastidiosa e irritante sia nella recitazione che nella caratterizzazione di Lucia. Mi dispiace, ma in questo lavoro non c'è proprio nulla che funziona. Terence Hill è un attore che ho sempre amato, e rispetto tutt'ora per l'impegno e la passione che ci mette, ma stavolta devo dire che proprio non ci siamo. L'operazione nostalgia non ha dato i frutti sperati, quindi non ci resta che tenerci il ricordo del buon vecchio Terence come piace a noi, assieme a Bud.
Giudizio in sintesi: Appurato che il cuore (le buone, meravigliose intenzioni) non basta per realizzare un bel film, Il mio nome è Thomas è comunque opera degna di nota e capace di suscitare qualche sorriso e qualche lacrimuccia, non poco, però non si può dare un voto più alto (o più basso) a questo film, un film che sembra ahimè il testamento cinematografico di Terence Hill.
Consigliato: Da fan ha deluso, agli altri potrebbe piacere, non mi esprimo.
Voto: 5
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Ecco infine i film evitati e scartati:
La famiglia von Trapp - Una vita in musicaKung Fu YogaTigri all'assaltoLa soffiatrice di vetroNon è Natale senza panettoneDin don 2 - Il ritornoIo sono Tempesta, Non sono un assassino, Baffo & Biscotto - Missione spaziale, Finding Steve McQueen, Il maestro di violino, Book Club - Tutto può succedere, Amici come prima, Halvdan Il Giovane Vichingo, Più denso dell'acqua, Trading Paint - Oltre la leggenda, Tulipani - Amore, onore e una bicicletta, Condorito missione spaziale, 10 giorni senza mamma, Smallfoot: Il mio amico delle nevi, Cold Blood - Senza pace, Nelle tue mani, Alì e il tappeto volante, Camper KillerTraffik - In trappola, Il grande spirito, Il viaggio di Yao, Wolf Warrior 2, Uno di famiglia, Parlami di teKickboxer: Retaliation, Grace - Ispirazione cercasi, Nureyev - The White Crow, Holmes & Watson, A Modern Family, Grupo 7.

16 commenti:

  1. Devo ancora vederlo, il mio nome è Thomas (titolo assurdo, a voler richiamare un cinema che non c'è più). Lo farò perché sono fan di Terence Hill e con la piena consapevolezza che si tratti di un film purtroppo non memorabile. Guardando il trailer, devo dire che la protagonista femminile non mi ha affatto colpito ed è davvero enorme la differenza d'età. Poteva essere fatta un'altra scelta.
    Sì, è il testamento cinematografico di Terence, non memorabile appunto.
    Per me il suo testamento cinematografico, il suo e di Bud, rimane la stretta di mano nel finale di Miami Supercops.
    Perché tutti i film finivano con i due protagonisti "beffati" dal punto di vista economico (ma vincitori sui cattivi), che però proseguivano le loro avventure.
    In quel film invece si separano, per sempre.
    Bellissimo.

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    1. Paradossalmente le citazioni volontarie od involontarie (perché il titolo è solo uno dei tanti) sono le cose più belle e brutte della pellicola, giacché nostalgiche ma ormai fuori tempo.
      Sì hai ragione, bellissima conclusione quella lì e quel testamento, questo era meglio se non ci fosse stato, perché è solo per la stima che ho per lui che sul voto mi sono anche trattenuto.

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  2. Effettivamente la trama del film con Liam Neeson mi suona familiare, quindi probabilmente ne avrò visto l'originale.
    Peccato che questa pellicola non sia riuscita. Lui è un attore che mi piace molto.

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    1. Non so, tu dovresti saperlo, comunque Neeson è sempre lui, solo che qui serviva meno verve action, e invece è pure troppo facile.

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  3. Ciao Pietro! Magari proverò comunque a vedere il film con Terence Hill… gli altri non mi interessano, direi!

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    1. Ciao, sì, che poi è l'unico che si può associare ai tuoi gusti, comunque buon recupero, quando e se sarà ;)

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  4. A me ha sorpreso il finale di "Il mio nome è Thomas" e a dire la verità mi aspettavo un film diverso, comunque gli ho dato 6,5 come voto. :)

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    1. C'è quella vena di poesia e malinconia, non sono insensibile, però il resto prima non mi ha convinto, forse perché anch'io paradossalmente mi aspettavo un film diverso ;)

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  5. Le sole cinematografiche sono sempre dietro l'angolo. :-P

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    1. Quelle sempre, e non fai in tempo neanche ad accorgetene :D

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  6. Mi dispiace molto per il giudizio sul film di Terence Hill... mi aspettavo di più (dal film, non dal tuo giudizio).
    Peccato. Però lo vedrò ugualmente.

    Moz-

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    1. Mi dispiace anche a me, però in ogni caso bisogna essere obbiettivi ;)

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  7. Fiù! L'ho scampata bella anche questo mese, anche se fra la lista degli evitati mi sono vista Nureyev che è così elegante da finire per essere freddo, mentre Book Club leggero, spensierato, buffo com'è è stato perfetto per una serata senza troppo impegno.

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    1. Diciamo che entrambi hanno scontato il loro "target", io da non amante del balletto e dei libri, soprattutto se quest'ultimi sono pessimi come quello del film...

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  8. A me Un Uomo Tranqullo è piaciuto (anche alla mia lei). È il solito film di Neeson (un po' come quelli di Statham) ma a noi piace così.
    Non sapevo fosse un remake di un film dello stesso regista, che non ho visto, quindi non posso fare paragoni. Mi hai incuriosito per l'ambientazione dell'originale, perché un po' mi è piaciuta anche quella del remake.

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    1. Senza aver visto l'originale è ovvio che sia piaciuto, dopotutto è lo stesso film, però il paragone che ho fatto io ha dato questi esiti.

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