Le scorie dello scorso si fanno ancora sentire, e non parlo del virus, che sicuramente per tutto l'anno ancora ci perseguiterà (e per l'altro forse ancora), ma delle serie tv che ho portato in dote. Nello scorso dicembre la sagra delle serie sfigate (qui), che continua in questo gennaio, con quattro serie misconosciute e una nuova produzione originale Sky. Da febbraio infatti inizierò con il carico pesante (stagioni conclusive o di intermezzo di serie che ho tanto apprezzato precedentemente, e nuove serie), mentre da Aprile con i grandi recuperi (le più iconiche delle piattaforme streaming attuali più importanti), ma per il momento mi devo e vi dovete accontentare di quello che c'è, purtroppo non tanto, qualitativamente parlando, però pur sempre qualcosa, anche di un qualcosa non del tutto bistrattabile.
Outlander (4a stagione) - Non ci giro intorno, la quarta stagione di questa atipica serie (dramma romantico e viaggi nel tempo) mi è piaciuta leggermente meno delle precedenti e i motivi sono tanti. In questa stagione, oltre a Jamie e Claire c'è un'altra coppia protagonista, che, onestamente, non mi ha convinto moltissimo. Quella formata da Roger e Brianna (figlia della coppia) già intravista nella terza stagione, che vivevano le loro vite negli anni '60. Tira e molla amoroso (e voglia della figlia di conoscere il padre) che alla fine (in questa stagione) portano entrambi nel passato, dove non bastano Jamie e Claire a far "danni" nel nuovo mondo (ossia l'America) ci pensano anche loro a far "casino". Ingenui entrambi, ma soprattutto lei, che si dimostra da subito davvero poco furba, per non dire di peggio. Alla povera Brianna, non per caso, le accadrà di tutto (come uno stupro, l'ennesimo della serie) in queste (13) puntate (l'unica nota lieta l'attrice che la interpreta, Sophie Skelton, comunque brava ma soprattutto molto bella), però anche a Roger non gli andrà tutto liscio. In questo senso la serie non fa altro che enfatizzare l'epoca in cui (tutti) essi trovano. E tutti e quattro (più Murthag che torna, fa piacere peccato che finisca sempre per far finire Jamie nei guai, come se già lui non ci si mettesse da solo) avranno un villain, lo stesso, Stephen Bonnet "la carogna", un villain ben interpretato ma troppo poco approfondito. In questa stagione Jaime e Claire si scontrano spesso anche con gli indiani con cui, a volte riescono ad avere dei rapporti pacifici, ed altre in cui arrivano allo scontro vero e proprio. Insomma in questa stagione c'è tanta carne al fuoco con il risultato che molte cose non sono approfondite come dovrebbero. Nel complesso anche questa stagione non mi è dispiaciuta (pur essendo la meno riuscita), ho apprezzato alcuni dei nuovi personaggi (soprattutto la zia Jocasta, ingiustamente trattata male, soprattutto da Claire, il suo rifiutare di adattarsi all'epoca in cui si trova è irritante) anche se sono dubbioso sul nuovo villain, la serie si guarda sempre con piacere ma mi ha coinvolto di meno rispetto alla terza stagione (e le altre). Gli attori sono tutti convincenti nei loro ruoli, i costumi come sempre sono curati (anche se, accidenti, potevano invecchiare Jaime e Claire un po' di più, sembrano quasi coetanei della figlia) e il cambio di location fa si che non ci si annoi mai, anche se mi manca un po' la Scozia. Eppure nonostante ciò ho cominciato a notare una certa ripetitività della storia (Jamie e Claire arrivano in una nuova città, si fanno un nemico potente, ci sono problemi con quest'ultimo, qualcuno viene stuprato), spero che nella prossima (spero anche l'ultima) stagione ci sia qualche cambiamento nella trama. Voto: 5,5
Riverdale (4a stagione) - Già la terza stagione non aveva convinto per la sua confusione e ripetitività, poteva la quarta fare peggio? Sì l'ha fatto. Da salvare in questa travagliata (per gli addii, il virus ed altro) stagione ecco la prima e l'ultima puntata. Nonostante non mi abbia fatto piacere il ricamo (tramite alcune svolte narrative inutili, soprattutto successivamente, come la comparsa di un fratello) sul personaggio interpretato da Luke Perry, la prima puntata, proprio in suo ricordo, è stata emozionante sì, soprattutto quando tra finzione e realtà ecco palesarsi Shannen Doherty, la Brenda di Beverly Hills 90210, che con Luke aveva condiviso il set e una profonda amicizia. E veniamo all'ultima, che nonostante l'ennesimo cliffhanger finale (che comunque sembrerebbe fortunatamente più coerente di quello usato nel finale della terza e punto centrale della quarta, non ci credeva nessuno che Jughead anima e narratore della serie potesse davvero morire), ho apprezzato tanto, in particolare per il modo in cui il racconto di Jughead si fonde con la realtà, sottolineando come quel lato dark, enfatizzato nella finzione, abbia in realtà dei richiami alle vicende che i ragazzi hanno effettivamente vissuto, e per la guerra tra il Preside Honey e i ragazzi stessi. Il resto (delle puntate) tutto abbastanza da dimenticare, a parte l'interessante questione delle videotapes (che porterà al succitato cliffhanger), perché ci sono state talmente tante falle, questioni lasciate in sospeso e aspettative disattese, per cui è impossibile dire che non ne sia rimasto deluso. L'errore è stato principalmente nella gestione dei tempi. Oltre alle storyline nella Stonewall Prep che aveva lanciato degli spunti interessanti, che poi però sono finiti nel peggiore dei modi, diventando una sorta di parentesi auto-conclusiva che ha davvero fatto più danni che cose positive anche tutto il tempo sprecato sulla casa infestata dei Blossom e la malsana convivenza con la salma di Jason (che poi come facciano due neonati a vivere in quella casa è un mistero), e tutte le altre trame secondarie che hanno portato ad un nulla di fatto. E non parliamo della puntata "canterina", un'obbrobrio politicamente corretto (non bastava quello che già c'è?). Gli ultimi due episodi hanno riacceso la speranza, ma non sono stati sufficienti a risollevare l'intera stagione. Inutile recriminare, si spera solo che con del buon materiale di base ci si possa rifare nella quinta (speriamo ultima) stagione, perché credo veramente che il mistero dello stalker sia uno dei più interessanti fino ad ora proposti. Voto: 5,5
Cops - Una banda di poliziotti (Miniserie) - Dopo Petra e prima ancora I delitti del BarLume l'ennesimo tuffo nel crime per Sky, a metà tra la prima e la seconda, una serie leggera che cerca di connubiare il genere comico ed il poliziesco. Un'idea interessante (la storia è ambientata ad Apulia, la "Città più tranquilla d'Italia", il cui commissariato di polizia rischia la chiusura per inattività, per impedirlo egli e i suoi uomini hanno un'idea: commettere i reati) che però non viene realizzata in pieno finendo molte volte in battute che non riescono a far scappare il proverbiale sorriso, forse figlie di una comicità un po' arretrata. Quantomeno, i personaggi principali nella loro semplicità sono ben caratterizzati e riescono a tenere in piedi la serie nonostante la debolezza caratteriale degli antagonisti. Alcune scene mancano però di vero e proprio mordente nonostante il momento che stanno cercando di rappresentare. In generale, si parla di un prodotto che merita la sufficienza, ma che non riesce ad andare oltre. La miniserie infatti, di due film da 90 minuti, remake del film svedese del 2003 Kops (che penso d'aver visto, ma non ne sono sicuro, si dice che a livello mondiale sia un cult), si fa vedere ma non convince fino in fondo. Luca Miniero torna dietro la macchina da presa realizzando una commedia parodica vivace e divertente che oscilla tra Una pallottola spuntata e Scuola di Polizia, ma spesso indeciso su che strada prendere (tra il serio e il faceto), un po' delude. Nonostante ciò, il (doppio) film è godibilissimo e intrattiene dall'inizio alla fine. Nulla da dire ai reparti tecnici che si dimostrano ancora una volta all'altezza delle aspettative di questa produzione (bella la location, una vera cittadina pugliese dal nome inventato Apulia). E che dire degli attori, bravi e piaciuti tutti nel ruolo, anche Claudio Bisio e addirittura Francesco Mandelli (cast comprendente Pietro Sermonti, Giulia Bevilacqua e Guglielmo Poggi, più Stefania Rocca, Dino Abbrescia e Giovanni Esposito). Un tocco di originalità in più, però, non avrebbe guastato. Voto: 6
Community (6a stagione) - Una promessa è una promessa, assolutamente dovevo vedere l'ultima stagione di una delle serie comedy che ho più apprezzato nell'ultimo decennio, me ne ero dimenticato (sono passati 4 anni da quando vidi la quinta) fino a quando un'amica blogger me l'ha ricordato, e finalmente ci sono riuscito. Peccato solo che di memorabile in questa sesta ed ultima stagione sia solo l'ultima puntata, un episodio conclusivo che è una perla di malinconia. Un commiato riuscito, sincero, quasi commovente. Per due motivi, il primo è che sfortunatamente finisce, il secondo è che fortunatamente finisce. La sesta stagione infatti, nonostante alcuni colpi di genio innegabili, ha dimostrato che le cose sono/erano ormai arrivate alla fine. Si diceva di una nuova stagione o di un film, che non sono arrivati, ed è meglio così, Community è (ed era) arrivata al capolinea, ha dato tutto quello che poteva dare, ha alzato l'asticella una quantità impressionante di volte e adesso è giusto che sia finita. Per la verità, ero soddisfatto anche della chiusura alla fine della quinta stagione: tutto tornava, un equilibrio finale era stato trovato. Yahoo ha poi deciso di regalare ai fan una sesta stagione e qui le cose sono un po' cambiate: dopo un avvio decisamente buono, Community si è incartata, per quanto le storie delle singole puntate abbiano (quasi) sempre tenuto. Colpa dell'abbandono di alcuni protagonisti, sostituiti da innesti non eccelsi (ok Paget Brewster, del tutto avulso dal contesto Keith David). A cedere è stata l'atmosfera, il mood. La sesta stagione di Community è segnata da un senso incredibile di malinconia: tutti i personaggi perdono il proprio ruolo originario e diventano una versione sconfitta di se stessi. Nessuno riesce a crescere, a migliorare, anzi: tutti i protagonisti si trasformano in una copia stanca di quello che erano. Mi ha fatto male vederli così, cosicché fino gloriosa ed ingloriosa allo stesso tempo, un finale brutto (oggettivamente) e bello (soggettivamente), indeciso sul voto mi appello alla "politica". Voto: 6 (politico)
Empire (5a stagione) - Le premesse per una stagione piena di scintille a suon di musica c'erano tutte, ma purtroppo in larga parte disattese. La quinta stagione di Empire prometteva una nuova tornata di episodi ad alto tasso glamour e musicale, ma quello che ha dato è, e mi pare di ripetermi ogniqualvolta (anche per la quarta più o meno lo stesso), la stessa solfa, con un pizzico di sale in meno, ovvero canzoni meno entusiasmanti, svolte narrative ancor più prevedibili, l'abbondanza dei cliché, però quelli della serie, infatti stesso giro stesse montagne russe, spettacolarizzazione della malattia e del dolore, il potere e la delinquenza. Il primo dei 18 episodi si apre con un espediente ben noto alle serie tv che vanno parecchio avanti negli anni, ovvero con un bel salto temporale (due anni in questo caso), il meccanismo serve sì ai fini della trama, ma non sarebbe il caso di dire "ebbasta"? Che poi il colpo di scena che aveva chiuso la quarta sufficiente stagione è una bolla di sapone, quello aperto dal salto temporale (chi è morto?) crea suspense ma porta solo alla noia (la famiglia Lyon non cambia mai, cadono e si rialzano in un batter d'occhio, le storie personali sempre quelle). Empire continua sì ad attrarre, facendoti affezionare ai personaggi e alle disgrazie familiari a ritmo di hip hop e rap, ma il musical drama, nato dalla mente di Danny Strong e Lee Daniels, forse è giusto che giunga al capolinea, la sesta dovrebbe essere l'ultima, lo spero. Comunque la quinta per fortuna è godibile e veloce, e menomale che il cast è sempre all'altezza, altrimenti sarebbe stato peggio. Voto: 5,5
Offri una chance a Luther.. credo possa piacerti.. ;)
RispondiEliminaNon lo vidi quando potevo anni fa, e non penso che farò adesso, tuttavia visto i pochi episodi in futuro niente è impossibile..
EliminaCredo fosse già rivoluzionaria allora.. per fortuna Netflix me l'ha riportata, con aggiunta di nuova stagione..
EliminaIo oltre a Luther che suggerisce Franco rilancio con This is us, ho letto che in un precedente post l'hai definita troppo drammatica, ma credimi che è fatta veramente bene..e poi è vero che ci sono momenti commoventi ma pure momenti divertenti
RispondiEliminaPer quest'anno ho già scelto, e This is us non c'è, ma chissà l'anno prossimo..
EliminaEcco.. This is us, la stanno suggerendo in troppi.. ora mi ci dedico..
EliminaCops mi interessa..se la comicità poi è un po' arretrata, mi riporta ai film anni '90 che sto guardando alternandoli alle commedie cult degli anni '70: quindi devo vedere! :D
RispondiEliminaSì, ma siamo comunque su un altro livello, più basso s'intende ;)
EliminaIo ad un certo punto Riverdale l'ho mollato, ha una trama troppo dilatata, ogni stagione potrebbe durare la metà.
RispondiEliminaEffettivamente è così, in questa quarta stagione poi ne bastavano 6 invece che 19..
Elimina..che è un problema di tanti, troppi.. la Marvel ci va a nozze ad esempio.. episodi soporiferi di una lentezza mortale..
EliminaNon so a quali serie ti riferisci...ma quelle di Netflix dovrei comunque recuperare prima o poi..
EliminaIron Fist e Luke Cage, ad esempio.. soporifere..
EliminaOk, ti saprò dire quando le vedrò..
EliminaTra quelle che citi l'unica di cui ho visto qualcosa (ma molto poco) è Community, che però non mi piace: semplicemente non ne apprezzo l'umorismo per qualche motivo. Mentre se avessi Sky vedrei volentieri Cops, lo recupererò magari.
RispondiElimina10 anni fa quando cominciò era tutta un'altra tv, un'altra comicità, altro umorismo...ora per esempio non funzionerebbe, e infatti non funziona. Comunque ovvio che certe "scemenze" non possono acchiappare chiunque ;)
EliminaChe palle per Riverdale 4. Spero che dopo averla vista sarò in disaccordo con te ma la vedo dura, è più probabile che sarò più cattivo visto l'andazzo della 3 e ciò che scrivi.
RispondiEliminaEra meglio che non sapevi, purtroppo credo più cattivo sarai :D
EliminaNon mi ricordavo di averti letto e commentato 😆
EliminaAlla fine sono stato forse leggermente più buono di te, salvo qualche episodio/momento/trama in più di te ma condivido tutte le tue riflessioni.
Lo zio Frank ha fatto storcere il naso anche a me poi lo si rivaluta nella stagione seguente 😉
Lo vedrò...forse...
EliminaIo Outlander l'ho fermata alla terza stagione la trovavo piuttosto pesante e anche un po' cringe in alcuni punti, chissà magari prima o poi la riprenderò!
RispondiEliminaSì, avrei dovuto fermarmi alla prima, al massimo alla seconda, ma proprio non riesco a lasciare le cose a metà..
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