Non conoscevo il passato da Ebreo fuggitivo del mitico Marcel Marceau e sicuramente il pregio di questo film è quello di mettere in scena una vita davvero avventurosa, una storia, seppur non perfetta in ogni punto, coinvolgente. Infatti, una pagina poco nota della giovinezza di costui, che si può affermare senza tema di smentita essere stato il più grande mimo della storia della recitazione e uno dei più grandi performer di tutti i tempi, viene portata sul grande schermo in questa (buona) pellicola del regista venezuelano Jonathan Jakubowicz, appunto Resistance. La vicenda comincia in Francia nel 1940, quando a Strasburgo, città situata al confine con la Germania, un manipolo di giovani ebrei si prodiga per offrire un rifugio ai bambini ebrei tedeschi, orfani delle prime vittime dell'Olocausto. Il giovane Marcel Mangel, questo il vero cognome di Marceau, di giorno lavora nella macelleria kosher del padre, che non vede di buon occhio la sua passione serale, che è quella di esibirsi nei piccoli palcoscenici della città inseguendo il sogno di diventare attore. Oltre all'arte la sua passione è Emma una ragazza impegnata nella resistenza assieme ad Alain, fratello maggiore di Marcel, per far colpo sulla ragazza Marcel si unisce a loro. Dopo la fulminea conquista di Parigi da parte dell'esercito di Hitler, e il momentaneo trasferimento a Lione, nella parte di Francia in un primo momento non occupata direttamente dai nazisti, il gruppo perde ogni speranza quando anche quel lembo di territorio viene occupato dal Reich, e il capo delle famigerate SS è un certo Klaus Barbie, non a caso passato alla storia coll'infamante nomignolo di "Boia di Lione". L'unica via di salvezza per i resistenti e i loro bambini sembra rappresentata dalla fuga verso la vicina Svizzera.
venerdì 29 gennaio 2021
lunedì 25 gennaio 2021
I film del periodo (7-24 Gennaio 2021)
In questo inizio di stagione cinematografica le uniche note liete son venute dall'animazione, saranno riusciti anche altri generi ad iscriversi alla lista? Lo scoprirete vivendo, o semplicemente leggendo. Comunque ci sono da dire due cose, come detto l'Angolo Vintage è tornato, anche se per il momento tratterò di film da me rivisti per un po' di tempo, molti anche in previsione di progetti futuri. Ed a proposito di ciò, la seconda cosa da dire è che settimana prossima arriverà finalmente anche la mia di Promessa cinematografica, che quest'anno anticipatamente vi dico che sarà corposa, ma c'è tempo.
Doctor Sleep (Thriller/Horror 2019) - Dopo l'adattamento de Il gioco di Gerald per Mike Flanagan tocca confrontarsi con il seguito più atteso di sempre per gli amanti di Stephen King e dell'horror in generale. Se inizialmente restano le atmosfere e qualche bel richiamo al primo film successivamente si avverte un po' di fastidio e viene spontaneo chiedersi il significato di questo seguito. Anche perché più che di horror trattasi di un (buon) dark fantasy. Da Shining poi si prende solamente spunto, per raccontare una storia che si discosta quasi del tutto dal capolavoro di Stanley Kubrick, i cui elementi danno l'avvio e la conclusione alla pellicola. Questo determina una certa autonomia della trama rispetto all'ingombrante originale, mossa alquanto furba per evitare paragoni rovinosi, ma che comunque non dissipa lo scetticismo. Una bambina prodigio ed un ex bimbo prodigio (il nostro Danny, un Ewan McGregor alquanto in parte), ora adulto, combattono fianco a fianco una lotta magica contro un gruppo di malvagi cannibali spirituali, guidati da una fascinosa e bellissima Rebecca Ferguson. Per niente noioso, anzi particolarmente stimolante, le vicende sono narrate con buon ritmo, alternando momenti action ad altri di riflessione (le scene migliori sono quelle girate nell'hotel maledetto). Il risultato è un film che intrattiene, ma che sembra poter dare molto più di quello che effettivamente dà (il regista, che dal precedente pesca pure qualche nome, se la cava). Doctor Sleep lascia un ricordo piacevole eppure vago. Voto: 6
Piccole donne (Romantico/Dramma 2019) - Settimo adattamento cinematografico dell'amato romanzo di Louisa May Alcott diretto da Greta Gerwig alla sua seconda regia dopo l'acclamato (forse troppo) Lady Bird. Non eccessivamente sdolcinato ma neanche particolarmente entusiasmante e toccante. Ricordo di aver visto almeno due versioni precedenti di Piccole Donne, la trama è oramai arcinota ed è difficile migliorare un prodotto così tanto sfruttato in passato. Tuttavia in questo caso la regista (che azzarda, non sempre riuscendoci, la carta dello scombinamento di piani temporali) ci dà la sua versione, più autoriale ma non per questo migliore, una storia familiare condita da buoni sentimenti che racconta le vicissitudini domestiche ed amorose delle quattro sorelle March nel Massachusetts degli anni 1860, Jo la ribelle, Meg la giudiziosa, Amy la viziata e Beth la fragile. Se non si è letto il romanzo o visto le precedenti versioni magari può essere più emozionante. In ogni caso è una buona occasione per vedere all'opera un cast che raccoglie alcune tra le migliori attrici delle loro rispettive generazioni (conferme di livello, in particolare, Florence Pugh e Saoirse Ronan, meno incisiva Emma Watson). Meno riuscita invece la rappresentazione dei personaggi maschili, in particolare di Timothèè Chalamet e Louis Garrel, che non convincono fino in fondo nel panni di Laurie e Fredrich Bhaer. In definitiva, non è male, è di gran classe, tecnicamente e non solo, però non sembra riuscito perfettamente. Ci si augura che la prossima volta andrà meglio, anche se sette possono bastare. Voto: 6,5
venerdì 22 gennaio 2021
Le serie tv del mese (Gennaio 2021)
Le scorie dello scorso si fanno ancora sentire, e non parlo del virus, che sicuramente per tutto l'anno ancora ci perseguiterà (e per l'altro forse ancora), ma delle serie tv che ho portato in dote. Nello scorso dicembre la sagra delle serie sfigate (qui), che continua in questo gennaio, con quattro serie misconosciute e una nuova produzione originale Sky. Da febbraio infatti inizierò con il carico pesante (stagioni conclusive o di intermezzo di serie che ho tanto apprezzato precedentemente, e nuove serie), mentre da Aprile con i grandi recuperi (le più iconiche delle piattaforme streaming attuali più importanti), ma per il momento mi devo e vi dovete accontentare di quello che c'è, purtroppo non tanto, qualitativamente parlando, però pur sempre qualcosa, anche di un qualcosa non del tutto bistrattabile.
Outlander (4a stagione) - Non ci giro intorno, la quarta stagione di questa atipica serie (dramma romantico e viaggi nel tempo) mi è piaciuta leggermente meno delle precedenti e i motivi sono tanti. In questa stagione, oltre a Jamie e Claire c'è un'altra coppia protagonista, che, onestamente, non mi ha convinto moltissimo. Quella formata da Roger e Brianna (figlia della coppia) già intravista nella terza stagione, che vivevano le loro vite negli anni '60. Tira e molla amoroso (e voglia della figlia di conoscere il padre) che alla fine (in questa stagione) portano entrambi nel passato, dove non bastano Jamie e Claire a far "danni" nel nuovo mondo (ossia l'America) ci pensano anche loro a far "casino". Ingenui entrambi, ma soprattutto lei, che si dimostra da subito davvero poco furba, per non dire di peggio. Alla povera Brianna, non per caso, le accadrà di tutto (come uno stupro, l'ennesimo della serie) in queste (13) puntate (l'unica nota lieta l'attrice che la interpreta, Sophie Skelton, comunque brava ma soprattutto molto bella), però anche a Roger non gli andrà tutto liscio. In questo senso la serie non fa altro che enfatizzare l'epoca in cui (tutti) essi trovano. E tutti e quattro (più Murthag che torna, fa piacere peccato che finisca sempre per far finire Jamie nei guai, come se già lui non ci si mettesse da solo) avranno un villain, lo stesso, Stephen Bonnet "la carogna", un villain ben interpretato ma troppo poco approfondito. In questa stagione Jaime e Claire si scontrano spesso anche con gli indiani con cui, a volte riescono ad avere dei rapporti pacifici, ed altre in cui arrivano allo scontro vero e proprio. Insomma in questa stagione c'è tanta carne al fuoco con il risultato che molte cose non sono approfondite come dovrebbero. Nel complesso anche questa stagione non mi è dispiaciuta (pur essendo la meno riuscita), ho apprezzato alcuni dei nuovi personaggi (soprattutto la zia Jocasta, ingiustamente trattata male, soprattutto da Claire, il suo rifiutare di adattarsi all'epoca in cui si trova è irritante) anche se sono dubbioso sul nuovo villain, la serie si guarda sempre con piacere ma mi ha coinvolto di meno rispetto alla terza stagione (e le altre). Gli attori sono tutti convincenti nei loro ruoli, i costumi come sempre sono curati (anche se, accidenti, potevano invecchiare Jaime e Claire un po' di più, sembrano quasi coetanei della figlia) e il cambio di location fa si che non ci si annoi mai, anche se mi manca un po' la Scozia. Eppure nonostante ciò ho cominciato a notare una certa ripetitività della storia (Jamie e Claire arrivano in una nuova città, si fanno un nemico potente, ci sono problemi con quest'ultimo, qualcuno viene stuprato), spero che nella prossima (spero anche l'ultima) stagione ci sia qualche cambiamento nella trama. Voto: 5,5
lunedì 18 gennaio 2021
[Cinema] Japan Animation
Son passati poco meno di sei mesi da quando ho (finalmente) finito di vedere tutti i film dello Studio Ghibli, prodotti e co-prodotti, che fino agli scorsi anni formavano la loro intera filmografia (che ricomincerà a breve a produrre), ma sapevo già all'epoca che il mio percorso non si sarebbe fermato, altri titoli da vedere, case di produzione da conoscere mi attendevano, dopotutto l'animazione giapponese non è mai stata soltanto Ghibli, solo ora però, dopo aver approfondito (consigli da un po' qui e un po' lì), sono pronto a ricominciare, anzi, ho già ricominciato, e per tutto l'anno vedrò (uno ci sarà sempre ad ogni "periodo" cinematografico) film d'animazione made in Japan. E sono partito riscoprendo la filmografia di alcuni vecchi registi (che in questo campo sono divenuti maestri) e nuovi registi (che in questo campo maestri aspirano a diventare, se già non lo sono) che con l'animazione si son fatti conoscere. Questo percorso che inizio oggi non è altro infatti che un viaggio alle origini della Japan Animation, ma non solo, difatti anche un viaggio che punta alla riscoperta di alcuni titoli (personalmente) "dimenticati" (per alcuni immagino invece sarà il contrario) ed alcuni altri recenti non ancora visionati, anche di registi parecchio conosciuti (ora come prima). Ed ecco cosa ho visto.
Perfect Blue (Dramma/Thriller 1997) - Fulminante esordio per Satoshi Kon che, attraverso una contorta implosione a scatole cinesi, ci inchioda al cospetto di uno scenario a dir poco disturbante, decisamente allucinato (grazie anche al minuziosissimo design sonoro che contribuisce e molto alla creazione dell'atmosfera e della suspense). Impossibile non accostare questo film ad American Psycho o a Il cigno nero, impossibile non rimanere affascinati da un film maturo come questo (destinato solamente ad un pubblico adulto), non è infatti il classico film d'animazione (c'è praticamente di tutto, proprio tutto). Trattasi difatti di un thriller psicologico particolarmente cervellotico soprattutto nella parte conclusiva, il regista guarda palesemente a Hitchcock (ma anche a De Palma) e a sua volta fungerà da ispirazione per tanti registi e sceneggiatori Hollywoodiani che dall'intersecarsi dei piani narrativi, in particolar modo tra quello reale e immaginifico, ricaveranno le loro maggiori fortune (un nome su tutti, David Lynch). Protagonista è Mima, una cosiddetta Idol, la carriera musicale però sembra andarle stretta e su consiglio dei manager decide di passare al cinema. Dapprima piccoli apparizioni in una serie televisiva, ma ben presto il suo ruolo diventa centrale. Questo grazie alla pubblicità ottenuta per aver accettato una scena decisamente forte e per alcuni scatti di nudo finiti su parecchie riviste. Arriva la notorietà, però i fans restano spiazzati da questa svolta radicale, e la stessa Mima sembra perdersi tra l'identità casta e pura incarnata nella precedente vita professionale e questo nuovo mondo in cui per far carriera è disposta a tutto o quasi. Ad accentuare il suo disagio ci pensa un misterioso stalker che utilizza internet (ancora agli albori, interessante notare come la protagonista non sappia neppure come funzioni) per perseguitarla. Inizieranno a fioccare gli omicidi, tutti legati all'entourage della nuova stellina. E mentre gli indizi sembrano non lasciare dubbi il regista ci regala un epilogo inaspettato, decisamente avvincente e tutto sommato credibile. Insomma, un eccellente esordio per Satoshi Kon, il suo percorso sfortunatamente non sarà lungo (morirà prematuramente nel 2010), ma da qui in poi non si è fermato, per fortuna ho ancora da vederne. Perfect Blue è un film d'animazione (tratto da un romanzo di Yoshikazu Takeuchi) assolutamente originale, trattasi probabilmente del primo psycho-thriller della storia dell'animazione mondiale, brillantemente convincente, che sfrutta a perfezione il mezzo del cartone animato, non si sarebbe prodotto un risultato così valido in un film con attori in carne e ossa (chiedere al live action del 2002, che tuttavia non ho intenzione di vedere). Un piccolo gioiello. Voto: 7,5
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venerdì 15 gennaio 2021
Le mie canzoni preferite (Dicembre/Gennaio 2021)
Arriva un nuovo anno e si riparte nuovamente da zero, è cominciato l'anno cinematografico, quello seriale televisivo comincerà a breve, quello da videogamer arriverà più in là, ma oggi ecco cominciare quello musicale. Un anno musicale che si spera riserverà sorprese (e chissà anche tante conferme), come quelle che ha riservato (nonostante tutto) il precedente anno, la classifica finale, se non l'avete ancora vista, la trovate qui, ma son sicuro che ciò avverrà, anche perché nuovi artisti si affacciano, nuovi mood si mostrano. Nel frattempo negli ultimi due mesi, complice il periodo musical natalizio, poca roba ho apprezzato particolarmente, nessuna "nuova" canzone natalizia, ma qualcosina sì, anche qualcosa di non così recente. Come sempre la playlist la potete trovare anche sul mio canale Youtube.
Da quello che mi risulta è una canzone del 2017 che era all'interno dell'album natalizio di Sia,
ma solo ad ottobre scorso la suddetta è stata impreziosita dal video, e siccome non male era (ed è) la canzone ma soprattutto giacché davvero carinissimo è il video, non potevo non metterla, e così eccola qui l'unica canzone di quest'ultimo Natale che ho più spesso ascoltato (e visto) con piacere.
lunedì 11 gennaio 2021
I film del periodo (14 Dicembre 2020-6 Gennaio 2021)
Dovete scusarmi ma mi sono dimenticato l'ultima volta, in quella inerente ai film di Natale visti durante le ultime feste natalizie (qui), di comunicarvi un'altra importante novità concernente la nuova filosofia e le nuove modalità di organizzazione del blog, e nello specifico relativo alle recensioni cinematografiche. Infatti, come potete già notare, è sparito il semaforo, né verde, né giallo, né rosso. Difatti, a volte capitava che io dovessi vedere 30 film prima di trovare un film che potesse rientrare nella categoria del verde, e questa cosa mi scocciava. Così ho fatto la scelta più ovvia, eliminare questo problemino, e semplicemente recensire i film in ordine di visione, non tenendo conto dei voti migliori, come capita capita. In ogni caso oggi non c'è l'Angolo Vintage (visione o revisione di un classico o un cult), ma temporaneamente non c'è, tornerà infatti dal prossimo listone, per il momento accontentatevi di quello che c'è, che non è poco.
Migliori nemici (Biografico/Dramma 2019) - Negli anni '70 nella Carolina del Nord, un'attivista per i diritti civili e un esponente del Ku Klux Klan formano un'inaspettata alleanza. L'America delle segregazioni razziali fa da sfondo ad una vicenda ispirata ad una storia vera. Senza grandi personalismi, ma con una ricostruzione ambientale e dello spirito dei tempi corretta, il regista (l'esordiente Robin Bissell) racconta una storia interessante in cui i personaggi cambiano le loro prospettive mentali. E' un film infatti che sottolinea la potenza del dialogo tra opposte fazioni. Convivenza dapprima forzata, influenzata dall'impenetrabilità dei blocchi opposti, ma che gradualmente, per curiosità o convenienza, si arriva ad una conoscenza reciproca. Certo non un tema mai visto, tutto girato in maniera convenzionale, ma comunque credibile. Bene i due protagonisti, anzi, il film è anche una buona occasione per la performance di un grande attore come Sam Rockwell, che tuttavia supera in bravura la coprotagonista (Taraji P. Henson, già vista ne Il diritto di contare, in un ruolo analogo a questo), meno bene i personaggi di contorno, poco caratterizzati, in particolare l'ideatore di questi incontri. Ma nel complesso, un racconto interessante e coinvolgente quanto basta per meritare attenzione. Una visione discretamente tratteggiata, capace di offrire spunti di riflessione ed emozioni ben definite. Voto: 6
Il gioco di Gerald (Thriller 2017) - Per un gioco erotico finito male, una donna si ritrova ammanettata al letto in una casa isolata. Come è noto, non è per niente facile realizzare bei film basati sui romanzi di Stephen King. Questa volta ci prova Mike Flanagan, giovane autore di svariate pellicole horror, a trasporre in immagini l'omonimo libro, che io peraltro non ho letto. La prima parte l'ho trovata interessante e riuscita, con la creazione della situazione angosciosa della protagonista. Poi cominciano le ansie irrazionali e la riscoperta degli antichi sensi di colpa, fattori tipici della scrittura di King. Ed infine c'è pure la didascalica spiegazione finale che chiarisce l'incredibile realtà della situazione. La pellicola si poggia completamente sulla notevole performance attoriale della brava Carla Gugino, che riesce a ben manifestare il crescendo di orrori che la protagonista prova. Garantiscono un efficace supporto Bruce Greenwood ed il viscido Henry Thomas, in cui si fa veramente fatica a riconoscere il simpatico bimbetto di ET. Non convince molto a mio avviso la sotto-trama del serial killer che porta ad un finale bruttino e tutto sommato evitabile. Comunque visione tutto sommato valida, anche dal punto di vista registico, che risulta abbastanza scorrevole e senza punti morti, e per una pellicola ambientata dentro ad una stanza questa è una gran cosa. Una produzione Netflix abbastanza soddisfacente. Voto: 6+
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venerdì 8 gennaio 2021
Very Pop Blog - I miei anni 2000
Come sottolineato da Moz stesso, il creatore di questo contenitore di ricordi decennali (atta a riassumere parte della nostra vita in un specifico periodo), che ha pubblicato il medesimo a novembre scorso (qui), sono passati già tre anni dall'ultima volta che sia lui, che io e che molti altri (dato che si trattava, e si tratta, comunque di un TAG), ci siamo cimentati nel farlo, è stato prima con gli anni '80, dopo con gli anni '90 e adesso eccoci agli anni 2000. Un decennio non particolarmente memorabile (storicamente parlando), ma ricco di momenti particolari, che certamente ognuno di noi ricorda. Io ho preso la palla al balzo (mi piacciono queste cose), e nonostante sia passato più di un mese, ho accettato volontariamente. Si perché anche essendo un Tag, Miki non ha voluto taggare cinque persone (così faccio anch'io oggi), e mi sono offerto volontario nel voler proseguire. E così eccomi a parlare di me e di quel particolare decennio.
lunedì 4 gennaio 2021
[Cinema] Christmas Movie (Natale 2020)
Nuovo anno, nuove regole, da quest'anno infatti per evitare rimozioni inattese dei trailer non li metterò più, nell'Angolo del Cinema s'intende, e in tal senso da qui non metterò più rimandi linkati. L'Angolo difatti tornerà ad essere semplicemente un archivio, come doveva essere inizialmente. Altra novità, inerente alle recensioni dei film in sé, i film che raggiungeranno la soglia dell'otto non avranno una recensione singola (quest'ultima nel caso dei speciali cinema come la Notte Horror), ma saranno tutti allo stesso piano. Il resto non cambia, come non è cambiata la pubblicazione tradizionale, come primo post del 2021 ecco nuovamente i film di Natale, tutti quei film visti per la prima volta durante le ultime feste natalizie. Giacché oltre ai tradizionali appuntamenti televisivi, film che per la millesima volta ho rivisto (i classici del periodo), ho anche visto alcune delle ultime uscite e recuperato alcuni titoli che mi ero segnato precedentemente. Ed ecco quindi le mie (ultime) visioni natalizie, del Natale 2020 che nonostante tutto qualche bel momento ha regalato.
Il primo Natale (Commedia 2019) - Idea buona, belle location, sceneggiatura simpatica. Peccato che il film, benché non risulti mai noioso, non riesca quasi mai a far ridere (o, almeno, sorridere). Cento minuti che scorrono senza pretese e senza emozioni (e, per fortuna, senza sbadigli). Pure la recitazione, a parte un Massimo Popolizio sprecato, non convince. Insomma, un prodotto guardabile ma che non lascia alcun segno (tanti cliché e poche gag memorabili, ma soprattutto penuria di sentimenti, un pizzico di pathos emotivo in più non avrebbe fatto male). E comunque l'idea del viaggio nel tempo con interazione di personaggi storici si era già vista in Non ci resta che piangere (1984), con ben altra resa filmica. Non c'è riuscito il recente Non ci resta che il crimine, non riesce neanche questo, di cui resta tuttavia da ammirare la capacità del duo Ficarra & Picone di trattare argomenti religiosi col loro usuale humour anti-volgare, senza esagerare con la satira. Voto: 5,5
Last Christmas (Romantico/Commedia 2019) - Commedia romantica (d'ambientazione natalizia) che è una sorta di variazione del tema dickensiano, sviluppata intorno al testo di "Last Christmas" degli Wham! La Emilia Clarke (mai così convincente come questa volta sul grande schermo) è perfetta nel ruolo della giovane donna problematica (in alcuni tratti in termini di goffaggine ricorda Bridget Jones) che deve dare un senso alla propria esistenza. Discreta la sceneggiatura (leggera ma non troppo banale che non si prende sul serio fino in fondo, tranne che nel finale strappalacrime) della Emma Thompson (in veste di attrice si cuce addosso un personaggio curiosissimo) dal forte sentore britannico (soprattutto per il senso dell'umorismo). Le canzoni di George Michael sono un'ottima cornice per una buona commedia. Una commedia che inizia in sordina, con la sfigata di turno belloccia e combina guai, per poi prendere corpo pian piano rivelando una trama semplice, commovente e spiazzante. Il clima natalizio qui non è caramelloso come in certe produzioni americane, c'è una Londra che fa da sfondo in maniera poco appariscente ma, a suo modo, magica. E c'è anche qualche spruzzata di argomentazioni impegnate che non guastano. Un film passabile quello di Paul Feig (anche pelino migliore di Un piccolo favore, precedente a questo), una visione che a Natale (ma non solo dopotutto) ci sta benissimo. Voto: 6,5
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