Alla fine ne ho visti 14 (numero personalmente mai così elevato, tra l'altro senza ricorrere a metodi non proprio legittimi) di film (come avevo già previsto) su i 34 (esclusi i documentari e cortometraggi) candidati agli Oscar 2022 (a tal proposito tengo a precisare che le recensioni dei 4 oggi presenti sono state scritte prima del 27), avevo la possibilità di vederne ancora di più (grazie a Sky e Disney) ma per scelta e per necessità (il mio "calendario" di visioni mensile era già pieno) ho preferito declinare l'occasione, che tuttavia ben presto coglierò, dato che questi (al momento) 8 film già disponibili vedrò per lo speciale cinematografico che farò a maggio. E li voglio proprio vedere, non fosse che tra questi ci sia il controverso I segni del cuore, film che come sappiamo ha vinto 3 Oscar, tra cui quello per il miglior film (o meglio quello con cui chiudere in modo mai visto prima la cerimonia) e la migliore sceneggiatura non originale, il che visto che si tratta di un remake (del già bellissimo La famiglia Belier) fa un po' ridere. Perché ribadendo che il problema non sia il film in sé (anche se per molti non è migliore dell'originale ma il contrario), è proprio che non doveva esserci (per questioni tecniche ma non solo, il film francese snobbato proprio), soprattutto se come per ruffiaggine l'Academy lo fa vincere. In tal senso decisioni strane hanno preso, nella serata che si ricorderà per molto tempo per quello che è successo che per il resto (peraltro ne Il meglio della notte degli Oscar 2022 l'episodio è stato censurato da Sky), con vincitori sparpagliati, quasi come per dare un contentino a tutti (prevedibili da un lato, anche se per i miei pronostici solo 9 su 23 ne ho azzeccati). La goccia che fa traboccare il vaso, ho fatto bene a non farne più (da quest'anno) un post apposito (non ci sono parole per descrivere il tutto), ormai ho perso fiducia in questa istituzione cinematografica, che fa come vuole lei. E tornando ai premi assegnati, perplesso e sollevato, contento per certi versi, ma comunque deluso dalle scelte fatte. C'avevo visto giusto però lo scorso mese, nel bene e nel male. E quindi contento per Dune e Crudelia, sollevato del fatto che non abbia vinto E' stata la mano di Dio (che al sopravvalutato Il potere del cane solo uno di premio), contrariato per la vittoria di Encanto e per la nessuna statuetta a Don't Look Up (il migliore dei 14 da me visti), perplesso dal resto, deluso nel complesso. Non c'è altro da dire, ovviamente vederli tutti (gli altri) è mio compito adesso, per confermare o smentire quello appena detto (propendo per la prima), ma intanto eccovi questi 18 film.
Antrum (Horror 2018) - Mettiamo subito le mani avanti, se sono qui a scrivere questa (breve)
recensione vuol dire che sono sopravvissuto, alla visione di questo
horror atipico nei contenuti quanto nella tecnica di narrazione: il
prologo-documentario lo introduce infatti come un film maledetto girato
negli anni '70 ripescato dopo decenni. La storia è ovviamente falsa, ma
contribuisce a creare quel clima di suggestione attorno al quale ruota
il plot dell'opera stessa (sono solo bugie quelle che la protagonista
racconta al fratellino?). Pervaso da un'atmosfera sospesa, fiabesca e
inquietante, fra The Witch e The Wicker Man, costellato di
immagini
subliminali con legami all'occultismo (tra l'altro si poggia su una
buona fotografia stile anni '70 e una colonna sonora incisiva), merita
una visione. Voto: 6
A proposito dei Ricardo (Biografico/Dramma 2021) - Difficile entrare in empatia con una storia così culturalmente lontana
(Lucy ed io è una sit-com sconosciuta in Italia), nonostante lo sforzo
di Aaron Sorkin (la cui genialità si vede solo a sprazzi) di
universalizzare le rotondità psicologiche dei personaggi. Formalmente
inappuntabile, con una discreta regia e una ricostruzione magistrale
degli anni '50, ma non si può assolutamente soprassedere sullo tsunami
di noia che inonda lo spettatore con situazioni narrative ripetitive ed
elementi che non stuzzicano mai la curiosità (nonostante gli accenni al
comunismo). Il cast fa il suo, inappuntabile J. K. Simmons, Nicole
Kidman invece ai minimi storici, mentre bene Javier Bardem nei numeri
musicali (nonostante le "differenze", tutti e tre candidati agli Oscar).
Mi aspettavo meglio, peccato sia andata così: aspettavo con ansia il
nuovo Sorkin dopo il più che discreto Il processo ai Chicago 7. Voto:
5,5