Questo mese di luglio è stato alquanto impegnativo, almeno per quanto concerne il blog, dato che per festeggiare in modo adeguato il mio secondo bloggheranno ho cambiato veste grafica, non un compito facile personalmente, anche se me la sono cavata egregiamente, nonostante questo stesso cambio stilistico ha avuto una programmazione di ben 6 mesi, ma per fortuna tutto è andato liscio. Impegnativo non lo è stato invece umanamente parlando questo mese, anche se il caldo si è fatto sentire molto e mi ha portato, ancora adesso, alcuni strascichi con cui convivere. In ogni caso di film ne ho visti tanti, e tra questi alcuni meno belli (8 per esser precisi), quelli che proprio ora sto per presentare.
Dragon Blade: La battaglia degli Imperi (Azione, Cina 2015): Paradossale e fallimentare è questo film con Jackie Chan, John Cusack e Adrien Brody. Paradossale perché nonostante il film racconti una storia vera e realmente accaduta, quella di una squadra incaricata di proteggere la Via della Seta da mire del folle console romano Tiberius, per colpa della regia (incolore e deleteria con passaggi ridicoli e imbarazzanti), del montaggio (con flashback buttati lì a casaccio), della sceneggiatura colabrodo (per non dire inesistente), della recitazione sopra le righe di tutti e soprattutto per le evidenti esagerazioni visive (con combattimenti alquanto ridicoli ed effetti speciali deficitari), non del tutto dettate dal classico stile cinese, ma da quello peggio del cinema americano, sembra un film fantasy palesemente inventato, poiché non ci si crede che tutto sia successo davvero. Insomma, dopo Outcast con Nicolas Cage, ecco un altro tentativo di mixare la storia occidentale con la cultura orientale che finisce miseramente nel nulla cosmico. Voto: 3
Timbuktu (Drammatico, Francia 2014): Arido e inconcludente seppur lodevole è questo drammatico film francese candidato all'Oscar come miglior film straniero nel 2015. Arido non solo per la psicologia estremista di alcuni jihadisti che impongono a Timbuktu la sharia, ovvero leggi che proibiscono la musica, il calcio e il fumo, e impongono un rigido codice di abbigliamento per le donne, ma anche perché la storia di una piccola vendetta (legata alla trama principale) che metterà in seria difficoltà il destino di una famiglia, è privo di quella "potenza" emozionale tale da riuscire ad appassionare o emozionare. Inconcludente perché non solo la storia rimane a metà, ma perché non c'è un particolare o un colpo di scena tale da interessare, nonostante la lodevole capacità o riuscita di raccontare una realtà triste, avvilente ed esistente, in modo quasi perfetto. Il film infatti colpisce certamente la coscienza, però la trama frammentaria noiosetta non aiuta l'attenzione per la visione, tanto che niente resta, niente rimane. Voto: 5,5