Un mese di gennaio (e d'anno) cinematografico (ricco come non mai) cominciato con una
sorpresa, con uno speciale, seppur personalmente visto da occhi di solo
spettatore e senza grande trasporto (la saga fantasy che amo di più è un
altra, che purtroppo non ha avuto Reunion), abbastanza bello ed
interessante. Una retrospettiva sulla magica storia che sta dietro alla
realizzazione di una delle saghe più famose al mondo: Harry Potter.
Attraverso le dichiarazioni inedite degli attori protagonisti degli otto
lungometraggi come Daniel Radcliffe, Rupert Grint ed Emma Watson, dei
vari registi come Chris Columbus, Alfonso Cuaròn, Mike Newell e David
Yates, e di vari documenti d'archivio provenienti dai set, scopriamo
questo mondo fatto di sogni, di amicizie e di problemi interiori, un
viaggio tra realtà e finzione. Harry Potter 20th Anniversary: Return to
Hogwarts (nato allo scopo di celebrare i vent'anni dall'uscita nelle
sale del primo capitolo e disponibile alla visione su Sky nei primi di
gennaio in versione originale sottotitolata e successivamente doppiata) è
infatti un interessante prodotto documentaristico che fa immergere il
pubblico entro il dietro le quinte della saga cinematografica mostrando
in maniera interessante il lavoro dei registi nell'intendere la storia e
di come abbiano affrontato i tre giovani attori la fama e la loro
identità, peccato però che l'emozione è per lunghi tratti fin troppo
assente anche a causa di una scena iniziale ben fatta ma priva di ciò
che serviva realmente per introdurre lo spettatore entro il magico mondo
della magia di Harry Potter. Al contrario di come aveva fatto (e
benissimo) la Reunion di Friends, che mi aveva decisamente coinvolto di
più, e non solo perché un mio must, ma nonostante questo e il
resto, ci si commuove e ci sono alcune scelte piuttosto azzeccate, che fanno di questo film/documentario un bel prodotto televisivo, ma destinato soprattutto, e forse troppo, ai fan.
Love and Monsters (Commedia/Sci-fi 2020) - Un'inaspettata sorpresa. Film distopico di mostroni in superficie e
umani ridotti ai bunker (praticamente una versione di "Benvenuti a
Zombieland" con creature mutanti e visto che io ho amato quel film non
ho potuto che apprezzare questa variante), ma con un enorme cuore in
sceneggiatura che fa affezionare ai personaggi e qua e là offre squarci
poetici che muovono alla commozione. Dylan O'Brien è qui al ruolo della
maturità, come il suo personaggio si scrolla di dosso il passato ed
entra nella sfera dei caratteri ben studiati e scritti a tutto tondo,
affiancato per un po' da un Michael Rooker particolarmente simpatico.
Bene gli effetti, non invadenti e ottima la tenuta del ritmo (diligente la regia di Michael Matthews). Nulla di
eccezionale, ma dal punto di vista dell'intrattenimento e del
divertimento compie il suo dovere, anche perché il tono è scanzonato.
Nel suo genere un buon film. Voto: 6,5
Un altro giro (Dramma/Commedia 2020) - Lavoro coraggioso che è al tempo stesso celebrazione e condanna di uno
stile di vita alcolico tutto danese (eppure assimilabile anche a tutte
le latitudini), i benefici sociali di una tradizione nazionale sono
messi in scena con simpatia ma non mancano i momenti di riflessione su
cosa stia a monte del consumo d'alcol e sui suoi effetti che non tutti
riescono a gestire. "Bevi responsabilmente", come dice un noto slogan,
ben incarnato da questa dramedy che gode di chiaroscuri emozionanti e
prove attoriali superlative, su tutte un Mads Mikkelsen straordinario.
Gran film che affronta un tema scomodo con umanità e senza demonizzare.
Un altro giro non ha però la forza di una pellicola come Il sospetto, ma
il film di Thomas Vinterberg (vincitore dell'Oscar per il miglior film
in lingua straniera) è brillante e piuttosto brioso, allorché decisamente migliore del precedente visto del regista, ovvero La comune. Voto: 7+
Copshop - Scontro a fuoco (Azione/Thriller 2021) - Niente di nuovo sul tema dell'assedio a una stazione di polizia (che sia
nel vecchio west o nel Distretto 13) ma Joe Carnahan ha sempre avuto un
certo stile nel dirigere i suoi film (vedasi Smokin' Aces), così la trama scivola via senza
intoppi, tra qualche rallentamento nella prima parte e una buona dose di
sadismo nella seconda. Le sparatorie sono dirette con competenza e
sicuramente Gerard Butler è perfettamente in parte, da subito attira le
simpatie dello spettatore, così come Frank Grillo attira da subito i
sospetti. Non male, anche se pesano nel finale le ferite che si
rimarginano troppo in fretta ed alcune farraginosità nella struttura
narrativa. Certo, come credibilità non si può giudicare, va preso come
un mero prodotto ludico utile per passare una serata tutta action e
colpi bassi (e in questo senso il divertimento e l'intrattenimento è di buon livello), però meglio si poteva fare. Voto: 5,5
The Bleeder - La storia del vero Rocky Balboa (Biografico/Dramma 2016) - Biopic del pugile Chuck Wepner, che affrontò Muhammad Alì ispirando
Sylvester Stallone per Rocky. Discreta ricostruzione ambientale '70s nonché degli eventi salienti della vita del pugile, notevole la
prova del somigliante Liev Schreiber e buona la Ost in tema.
Le gesta del simpatico perdente Wepner vengono narrate con
verosimiglianza e senso del ritmo e gli incontri con personaggi come Sly
e Alì risultano spassosi. Tenace, estroverso, tenero verso la moglie e
la figlia, ma anche inguaribile donnaiolo, sbruffone, pronto a perdersi
nell'alcool e nella droga: un carattere contraddittorio ben reso
da Schreiber e ben supportato dal resto del
cast. Peccato che il film s'interrompa subito dopo il rilascio dal
carcere, che lievemente prolissa sia la parte finale (generando un
piccolo senso di noia), ma resta un lavoro ben fatto per
conoscere un personaggio a molti sconosciuto. Voto: 6
Lucky (Dramma/Thriller 2020) - L'idea di partenza è interessante e incuriosisce. Ben presto si capisce
che nella situazione reiterata della protagonista c'è qualcosa di
"altro", di non letterale. E verso la fine (se si è scafati anche prima)
si capisce cosa, ma il disvelamento anziché gettare una nuova e
positiva sulla pellicola, si rivela ferale per la riuscita della stessa.
Era proprio necessario colorarla di tinte femministe? Non era già pieno
il genere di final girl? Peccato, con qualche idea in più ed un twist
diverso, la riuscita del film sarebbe stata ben altra. Comunque, non un
disastro totale. Forse solo la colonna sonora, martellante e distorta, mi è parsa valida, seppur ripetitiva. Il film della Natasha Kermani non riesce a farsi apprezzare,
apparendo al contrario pedante, poco convincente, e neppure recitato
validamente dal mediocre cast, che vede nella
parte della protagonista, la bionda urlante Brea Grant, tutt'altro che
memorabile. Voto: 4,5
The Dark and the Wicked (Horror 2020) - Onestamente non mi ha detto niente questo film di Bryan Bertino, sceneggiatore di The Strangers: Prey at Night. Il cast fa il suo,
l'atmosfera è abbastanza malsana ma, se devo essere sincero, non mi ha né preso né convinto così tanto da
meritare la sufficienza. Sarà che ormai in ambito horror certe
storie lasciano poco e si fanno dimenticare in fretta. Gli riconosco il
merito di non essere il solito horrorino preconfezionato moderno tutto
Jumpscare e mostroni in CGI, vorrebbe essere una pellicola più
riflessiva e seria e quasi ci riesce, ma in sostanza quello che offre
sono le solite cose di presenze maligne in un contesto isolato e
bucolico. C'è qualche scena inquietante ed angosciante che a tratti lo porta a sembrare più un film
drammatico che dell'orrore (e lo dico come complimento), ma di contro la
sceneggiatura è lenta, quasi tutto quello che si vede è
prevedibile, c'è del solito paradossale, molte cose come i personaggi di
contorno vengono lasciate in sospeso senza alcuna spiegazione ed il
finale poteva essere molto più incisivo. Volenteroso ma non del tutto riuscito. Voto: 5,5
Wolfwalkers - Il popolo dei lupi (Animazione/Avventura/Fantastico 2020) - Davvero una bellissima favola, si resta rapiti da una narrazione
immediata, dinamica e subito coinvolgente, si fa presto ad entrare in
empatia con i protagonisti ed interesse per la loro avventura. Le
tematiche sono varie, prima tra tutte le intenzioni ambientaliste che
evocano un po' il cinema del maestro Hayao Miyazaki e dello Studio Ghibli,
impossibile parteggiare per la razza umana disegnata come mostri,
brutti, dai denti aguzzi e senza cuore benché spesso si professino
devoti a Dio ma con invece intenti distruttivi e cattivi nei confronti
della natura. Visivamente colpisce la cura dei disegni fatti a mano
realizzati come in un libro di illustrazioni dove si notano gli schizzi a
matita e le tinte pastello sono un qualcosa che impreziosisce ancora di
più il film, in un era dove la CGI fa da padrona è merce rara. In
definitiva una storia che parla d'amore, d'amicizia e rispetto per la
natura ben raccontata e visivamente affascinante (la colonna sonora, tutta in stile folk irlandese, è bellissima ed azzeccata). Dopo La canzone del mare, il regista Tomm Moore (qui affiancato da Ross Stewart) stupisce
ancora, e ci regala un altro gioiellino, anche più splendente del
precedente. Voto: 8
The Father - Nulla è come sembra (Dramma 2020) - Una rappresentazione della demenza senile di devastante potenza,
interpretata da un Anthony Hopkins assolutamente da Oscar (poi
prontamente vinto), supportato da un cast
a sua volta di grande bravura (su tutti Olivia Colman, che non è
un'attrice qualunque). Il merito del regista Florian Zeller (al suo
esordio alla regia) è di far
immedesimare lo spettatore nel degrado mentale del protagonista tramite
continui stravolgimenti della narrazione e dei ruoli dei protagonisti, a
simboleggiare il labirinto della malattia in cui progressivamente
l'anziano non riesce più a districarsi (lo straniamento di Anthony è il
nostro straniamento). La sensazione d'impotenza e
solitudine, nonché la sofferenza dei familiari, sono rappresentati con
grande empatia, realistico e commovente. Un drammone intenso, straziante
e a tratti anche abbastanza duro da digerire. Inutile dire che la
magnifica prova di Anthony Hopkins tiene in piedi totalmente da sola la
storia (la sceneggiatura "teatrale", anch'essa vincitrice di un Oscar),
una storia sì "banale" ma che ha il grande merito di farti comprendere
il dramma di chi ci passa. Il dramma del perfetto alter ego "maschile"
di Julianne Moore, protagonista in Still Alice di una problema
similmente debilitante. Voto: 7,5
Una storia senza nome (Dramma/Thriller 2018) - Una storia che mette tanta (forse troppa) carne al fuoco, tra malavita,
arte, politica e cinema, con non tanto velati riferimenti all'attualità
italiana dell'ultimo trentennio e un clima generale di torbido mistero,
sfumata dall'ironia della commedia nostrana. Interessante, ma la
sceneggiatura non è molto calibrata e il film, pur meritevole di
visione, soffre di una parte centrale troppo statica. Divisa tra
gialletto e commedia, l'opera di Roberto Andò regge perlopiù grazie alla
buona performance attoriale del nutrito parterre (in primis la bella
Micaela Ramazzotti, non dimenticando Renato Carpentieri), ma pecca per
il taglio televisivo che in taluni frangenti trasforma la pellicola in
una banale fiction per la televisione. Alessandro Gassmann, pur
nella
sua bravura, fa Gassmann. Resta in ogni caso un film persuasivo nella
descrizione della metamorfosi psicologica della protagonista. Una
commedia dai toni sofisticati che mai trascendono nella volgarità,
con qualche passaggio a vuoto, comunque superiore alla media delle
italiche commedie di adesso. Voto: 6
Possession - L'appartamento del diavolo (Horror 2020) - Film che ricicla tutto il repertorio sulle case infestate (nel territorio di infestazioni demoniache in un vecchio
appartamento sulla scia lunga di L'evocazione e Verónica, tra spiriti
vendicativi e una famiglia in pericolo) ma che
assolve al suo compito primario di spaventare dosando la tensione con
abilità per lunghi tratti, salvo poi sbracare (come spesso accade) in
dirittura d'arrivo. Gli spagnoli comunque questi film li sanno fare, e
infatti abbiamo una cura formale ineccepibile e anche l'ambientazione
anni '70 accresce il senso di inquietudine. Qualcosa si poteva tagliare
(la figura del nonno è abbastanza ininfluente), qualcos'altro aggiungere
(il "peccato" appena accennato), ma se non si è fissati con
l'originalità la visione la merita. Voto: 5,5
Come pietra paziente (Dramma 2012) - In mezzo al conflitto afghano una donna veglia sul marito in coma e ne
approfitta per dirgli tutte le cose che da vivo non poteva riferirgli.
Basato essenzialmente sul dialogo (o meglio, monologo) e
sull'interpretazione della Golshifteh Farahani, è una storia per certi
versi struggente ma anche tediosa. Non si fa remore nel toccare temi
scabrosi e induce a ulteriori riflessioni su un tema, quello della
condizione della donna musulmana, già ampiamente dibattuto. Quel che nel film (diretto da Atiq Rahimi) ho trovato scostante è la scelta di un racconto in
forma di alternativo Kammerspiel che, pur sempre ben tenuto, in più
frangenti rischia il manierismo piuttosto che l'evidentemente ricercato
effetto straniante. Io di solito ho forti reticenze per questo tipo di cinema, preferisco
vedere piuttosto che sentire, ma in questo senso è anche un film potente
nella sua direzione psicologica, un po' patinato (involontariamente) nella delicatezza del
confronto tra amore e desiderio. Troppo "invitante" nel suo amaro
contesto. A conti fatti riuscito però risaputo, e decisamente non per tutti. Voto: 6
Lovely Boy (Dramma 2021) - Giovane musicista promettente affonda in un mare di droga, ce la farà a
riemergere? Si rimane un po' sconcertati di fronte alla limitatezza di
idee di questo film che (esclusa l'ambientazione moderna nel mondo della
musica trap, che comunque aborro) racconta la solita storia
col medesimo iter successo/dipendenza/recupero. Andrea Carpenzano
fornisce di certo una convincente prova ma, a parte il classico
messaggio incoraggiante sulla possibilità di uscire fuori dal tunnel in
qualsiasi momento, viene da chiedersi cosa ci sia di veramente
coinvolgente in una storia come tante. Regia (di Francesco Lettieri) che
cerca di fare qualcosa e si appoggia in prevalenza ai suoni, ma non
basta, anche perché questi (insieme ad insensate canzoni) irritano non poco. Voto: 4,5
La nostra storia (Dramma 2020) - Un dramma familiare che svela una storia di coraggio e
impegno sociale più forte della paura e della morte, sullo sfondo di una
Medellín violenta e preda delle orribili contraddizioni interne che
l'hanno agitata negli anni '70. Il dottor Abad Gómez si trasforma in una
delle tante (troppe) vittime dell'ingiustizia e della mostruosità
umana, un "uomo giusto" trasformato in un martire laico della scienza e
del progresso, della lotta sociale contro le atrocità meschine che la
vita troppo spesso infligge. Eppure, nonostante gli intenti nobili e la
volontà di ricordare il passato più recente immortalandolo sul grande
schermo, il film di Fernando Trueba finisce per risentire fin troppo di
un'eredità letteraria di partenza che aleggia sulla sua resa,
trasformando una narrazione per immagini in una trasposizione di parole
drammatizzate, corpi e volti che incarnano memorie abbattendo (al
contempo) il ritmo che sostiene e scandisce le coordinate
spazio-temporali della settima arte, dilatandolo fino a far smarrire la
concentrazione dello spettatore lungo il percorso tracciato dalla
storia. Voto: 5,5
Fast & Furious 9 - The Fast Saga (Azione/Avventura 2021) - Come un cartone animato, chi conosce il brand lo sa bene ed è abituato
alle scene impossibili e contro ogni legge fisica, svuotato ormai da
quello che doveva essere lo spirito originale la serie è votata a ogni
capitolo solo a strabiliare sempre più con scene assurde, esplosioni ed
esagerazioni di ogni tipo, come dice la Michelle Rodriguez al termine di
una delle scene più pazze: "Questa mi è nuova!". Ad ogni modo a sto
giro, tra macchine che vanno nello spazio e personaggi che resuscitano,
questo forse è il peggior capitolo della saga, esageratamente e
ingiustificatamente lungo, orfano della coppia Hobbs&Shaw che
avevano dato una ventata di freschezza al franchise (e pure uno
spin-off) oltre a dare più ironia cosa che in questo film manca del
tutto con dialoghi logorroici e stucchevoli. Si viaggia per inerzia e si
arriva sfiniti con l'unica certezza, continua (malauguratamente). Voto:
4,5
Dune (Sci-fi/Avventura 2021) - Avevo aspettative alte viste le recensioni, l'hype generali e il resto
(avendo io visto il deludente Dune di David Lynch e confidando nel
bravissimo Denis Villeneuve una migliore resa), sono rimasto non deluso
ma un po' perplesso. Il regista dell'ottimo Blade Runner 2049 riesce in
questo: una grande resa estetica (contemplativa e avvolgente)
irrobustita da una gestione del sonoro che lascia attoniti (lo score di
Hans Zimmer, in tal senso, è davvero evocativo). Quello che mi ha
convinto meno sono la messa in scena, un po' troppo cupa, certe scene
d'azione un po' strane girate con approssimazione, non è facile entrare
in quel mondo, talvolta la pellicola manca di profondità, ho avuto
l'impressione che il tutto (attori compresi) fosse a servizio dello
spettacolo, dello sfarzo, del fare colpo a tutti i costi. Stessa fedeltà
al romanzo (di Frank Herbert) ma film di opposta natura: debordante ed
eccessivo quello di Lynch, essenziale e quasi ascetico questo, il cui
rigore si riflette nelle forme degli edifici e delle macchine, nei
costumi e soprattutto nella palette quasi monocromatica della
fotografia. Il risultato è visivamente appagante ma il racconto stenta
ad appassionare. Rimane comunque un buon prodotto, maestoso ed epico a
suo modo, anche se alla fine mi ha lasciato un senso di vago ed
incompiuto, dopotutto s'interrompe proprio sul più bello, il che è
giustificato dal fatto che questa è la prima parte (e per fortuna la
seconda parte verrà prodotta), ma ne ho ugualmente risentito. Nel
confronto col Dune degli anni '80 (invecchiato male), questo è
sicuramente una spanna sopra, con la prima trasposizione che
paradossalmente aveva il pregio di finire già, completando tutto il
percorso. Bello ma non bellissimo, mi aspettavo di più. Voto: 7
E noi come stronzi rimanemmo a guardare (Commedia/Dramma/Sci-fi 2021) - A Pif non manca certo
l'ambizione (vedasi Momenti di trascurabile felicità) e pur rifacendosi a modelli riconoscibili come Lei (Her) e
simili, questo film contiene delle buone intuizioni, però
sovraccaricando di tematiche che in certi aspetti rimangono abbastanza
schematiche. Il concetto stesso di lavoro declinato a schiavitù
legalizzata, come di schiavitù è l'atteggiamento collettivo di farci
influenzare le nostre esistenze da applicazioni e like. E tutto questo
con il nostro permesso e proprio per questo il titolo del film è
pienamente indovinato (bene gli attori). Non tragga in inganno il tono da commedia del
film, la storia lascia un senso profondo di solitudine e disperazione
che il finale, affatto consolatorio, fa trasparire. Meno compatto delle
sue opere precedenti, certamente non un film banale, a mio parere. Al
netto di un didascalismo superfluo e qualche sbavatura, il film diverte e
fa riflettere, risultando una sorta di Black Mirror all'italiana. Ritmo abbastanza fluido, per una visione gradevole e senza grossi affanni. Voto: 6+
ANGOLO VINTAGE
The Abyss (Sci-fi/Avventura 1989) - Il film, tra quelli di James Cameron, che si ricorda per la travagliata
realizzazione ed il costo spropositato. Il risultato è sicuramente
maestoso, di grande impatto e con,
addirittura, un messaggio di pace. In alcuni momenti un po' difficile da
seguire, ma questo non toglie nulla all'esito finale. La visione
richiede infatti pazienza, ma gratifica. In questo caso però, la
versione che ho visto è quella della director's cut, 2 ore e 40 minuti,
che non avevo (ancora) mai visto, che tuttavia non mi ha pienamente
convinto, lo ricordavo diverso, ma sempre grande film rimane. "Incontri
acquatici del terzo tipo", con una prima parte suggestivamente venata di
horror (il sottomarino russo pieno di cadaveri, le luci misteriose), una
lunga parte centrale d'azione avvincente e con sequenze ad alta
tensione come quella dell'annegamento, un epilogo meno convincente
all'insegna del "volemose bene". A tal proposito, forse un po' troppo
svenevole in alcuni frangenti ma molto ben diretto da James Cameron, che
realizza un film sfruttando quella che è una delle sue grandi passioni,
gli abissi oceanici, e realizzando un film che servirà come prova
generale per i futuri che aveva intenzione di girare in seguito,
sperimenterà difatti le tecniche di ripresa acquatica per Titanic e
realizzerà uno dei primi tentativi di animare al computer dei liquidi,
difatti col senno di poi è impossibile non paragonare l'alieno liquido
che si vede in questo film col più famoso T_1000 di Terminator 2 (vinse
l'Oscar per gli effetti speciali non per caso). Lo fa senza tralasciare
nulla (belle anche le scenografie), seppur esagerando un po' in alcune
sequenze, ma ormai è risaputo, ad esempio la battaglia coi piccoli
sottomarini se la poteva risparmiare. Poi l'amore che trionfa sempre
anche sulla morte è troppo scontato e stucchevole. Detto questo la regia
è ottima, il cast è molto valido (anche se troppo carico Michael Biehn paranoico, bene Mary Elizabeth
Mastrantonio donna tosta, eccellente come al solito Ed Harris) e la storia è abbastanza bella (emozionante alla fine, l'incontro e non solo), anche se non proprio memorabile. Un film spesso "tralasciato" quando si parla di James Cameron che merita di essere riscoperto. Voto: 7
Adoro Gerald Butler. Mi piace proprio tantissimo.
RispondiEliminaQuindi, non ho visto il film, ma gli do nove a priori. 😅
Dici a me (del Beauty Awards), ma i tuoi di ormoni? :D
EliminaMa io sono una signora. A me gli attori piacciono vestiti! 😂😂😜
EliminaSì sì come no, Brad Pitt in Vi presento Joe Black era solo un'eccezione..
EliminaNonostante il mio amore per il genere horror stavolta mi incuriosisce di più The Bleeder.
RispondiEliminaE' interessante sì, soprattutto se non si è a conoscenza del fatto.
EliminaCopshop decente, peccato sia finito in caciara perché aveva tessuto una buona linea.. Father gran film, Pif non mi è dispiaciuto, Un altro giro è in lista, mentre di Fast & Furious mi sono bastati dieci minuti di assurdità.
RispondiEliminaLimite di assurdità che qui viene appunto ampiamente superato, purtroppo..
EliminaDi recente ho visto Dune e anche io ho trovato un qualcosa di piatto che non riuscivo a spiegarmi (e che invece tu hai spiegato benissimo). Resta cmq un film bello e aspetto di poterne vedere il seguito.
RispondiEliminaSì, sperando non ci facciano attendere troppo...
EliminaSu quello non ci spererei... pazientiamo! :s
EliminaSolo quello possiamo fare già, anche se prima o poi la pazienza finisce...
EliminaConcordo su tutto riguardo a The Abyss, una buona prima parte tesa e un epilogo invece troppo melenso: buone intenzioni nel messaggio pacifista ma noioso e stucchevole da guardare, anche se non ho visto le versione estesa (e complimenti a te per la pazienza).
RispondiEliminaIn verità vado pure in ritardo, era già uscita su Sky da tempo, ma alla prima occasione ho approfittato. Lo ricordavo diverso come detto, non so perché, in ogni caso non mi è affatto dispiaciuto.
EliminaHo trovato superlativa l'interpretazione di Anthony Hopkins, bel film, ottimo l'intero cast. Meritato il suo Oscar.
RispondiEliminaTra gli altri forse una chance la darei a Dune, se proprio non c'è nulla di meglio.
Come puoi bene immaginare ho apprezzato molto la reuinion di Harry Potter, del resto sono una grande fan;)
Indubbiamente meritato. Di meglio c'è sempre, poi dipende.
EliminaImmagino sì, è comunque una grande saga ;)
Che filmoni questo mese! The Abyss del mio amato Cameron, gli ottimi Druk e The Father (ma questo mi ha distrutto), e Dune (anche io avrei voluto qualcosa in più ma mi è piaciuto)! Alla faccia!
RispondiEliminaCi sono stati anche dei bassi, ma buonissimo mese sì, un inizio (come era finito) "promettente" ;)
EliminaConcordo per Fast & Furious 9, non se ne può più! E il bello è che ogni volta ci ricasco :D
RispondiEliminaE ci ricascheremo mi sa :D
EliminaUn Altro Giro direi che è il film perfetto per me! 😂
RispondiEliminaCopshot solo perché adoro Gerardo Maggiordomo e ogni tanto fa bene guardare film cazzoni.
The Bleeder non lo conoscevo... se mi capita me lo guardo volentieri.
Mi segno anche Possession, è il genere che ci vediamo in coppia qui in casa.
Oddio, The Abyss lo avevo completamente rimosso. Eppure da ragazzino lo adoravo, a differenza di altre pellicole blasonate ma che non mi hanno mai detto nulla (vedi: Alien).
Già, proprio perfetto :D
EliminaBeh sì, in Copshop c'è tanta "cafonaggine" ;)
Non mi nominare il capolavoro Alien, e quindi esattamente il contrario per me, anche se come vedi non disprezzo affatto :)
Un altro giro è uno dei pochi film candidati e vincitori all'Oscar dello scorso anno che ancora ricordo molto vividamente (assieme al bellissimo The Father, una devastante sorpresa, con un Hopkins tornato ad essere grande), forse perché la sua girandola di emozioni, tra il divertito e il malinconico, mi aveva avvinta dall'inizio alla fine.
RispondiEliminaLucky lo avevo visto durante il TFF 2020 e non mi aveva convinta più di tanto. L'idea di base è bella, ma l'esecuzione è caotica nonostante la fondamentale "banalità" del messaggio di fondo. Molto meglio The Dark and the Wicked, uno dei film migliori di quell'anno, anzi, forse il migliore a livello di horror, mi spiace davvero che non ti sia piaciuto. Mi dispiace anche che non ti abbia convinto Dune; in questo caso, a mio avviso, film simili andrebbero visti solo ed esclusivamente al cinema, perché sonoro, fotografia e regia vengono penalizzati da qualunque schermo meno che gigantesco ed impianto audio della Madonna. Io sono rimasta letteralmente ipnotizzata e non vedo l'ora che esca il seguito.
The wolfwalkers delizioso, ma non mi aspettavo di meno dall'adorato studio Cartoon Saloon, che prima o poi meriterebbe anche un'Oscar, perdiana.
Beh sì è un bel film, e Mads è proprio perfetto nel far trasparire tutto il turbinio.
EliminaIn Lucky la metafora, o come la si vuol chiamare, schiaccia il resto, fondamentalmente rimane poco.
Spiace anche a me, sarà stata la base vista e rivista tante volte..
Purtroppo mi devo accontentare, ma comunque il problema non è la tecnica, mi aspetto meglio dal seguito.
Indubbiamente sì, ma lo meriterebbe anche il regista ;)
Il remake di Dune non l'ho visto, ma ho visto l'originale di Lynch e a me personalmente era piaciuto, detto da uno che ha letto (2 volte) il romanzo e anche i primi 3 seguiti della saga. Sicuramente non è una storia semplice da portare sullo schermo, per la filosofia e la climatologia ecologica di cui è intriso, assieme a tanti dettagli sfuggiti dal romanzo (ad esempio il jihad butleriano, che segna la profonda differenza di Dune dalla maggior parte delle opere SF). Un'impressione che ho avuto del film di Villeneuve dal trailer (ma mi potrei sbagliare) è il tentativo di ficcarci qualche momento di battutismo a-la Marvel/Star Wars/Disney, che su Dune sarebbe imperdonabile. Ma appunto, non avendolo visto, non giudico.
RispondiEliminaNon è propriamente un remake, è un po' diverso, comunque non ci sono battutine sceme. Il romanzo mai letto, giudico solo l'aspetto cinematografico, che in questo caso è tecnicamente migliore.
EliminaAnche se come Claudia il mio nove va a Butler, vorrei decisamente guardare The Father. Mi sembra una trama molto interessante ed il fatto che ci sia Hopkins è solo un motivo in più per darci un'occhiata.
RispondiEliminaAssolutamente sì, Anthony è indubbiamente il migliore attore vivente.
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