Continua il filone fantascientifico di mondi distopici del cinema per 'ragazzi' tratti da romanzi, dopo Divergent/Insurgent, Maze Runner, Hunger Games è il turno di The Giver: il mondo di Jonas, film del 2014 diretto da Phillip Noyce, che a differenza degli altri ho apprezzato di più. Questo film è l'adattamento cinematografico del romanzo fantascientifico distopico The Giver: Il donatore di Lois Lowry (primo capitolo di una fortunata serie di cui fanno parte anche i romanzi La rivincita, Il messaggero e Il figlio). Da qualche parte nel tempo e nel mondo esiste una società che ha scelto
come valore l'uniformità. Immemori di sé e della loro storia, uomini,
donne e bambini vivono una realtà senza colori, senza sogni, senza
emozioni, senza intenzioni. Per loro decide un consiglio di anziani,
riunito periodicamente a sancire i passaggi evolutivi dei membri della
comunità. Durante la Cerimonia dei 12, che accompagna solennemente gli
adolescenti verso la vita adulta affidando loro il mestiere che meglio
ne identifica le inclinazioni, Jonas (Brenton Thwaites) viene destinato ad 'accogliere le
memorie' di una storia che non ha mai conosciuto. Figlio di madri
biologiche (tra cui Katie Holmes e padre Alexander Skarsgård) preposte allo scopo e assegnato successivamente all'unità
famigliare che ne ha fatto richiesta, Jonas è un adolescente eccezionale
con un dono speciale, quello di sentire. Preposto al ruolo di
accoglitore di Memorie, Jonas è affidato a un donatore, un uomo anziano e
solo che porta dentro di sé tutta la bellezza e la tragedia
dell'umanità. Tutte quelle emozioni negate alla sua gente perché il
mondo resti un luogo di pace e torpore. Intuita la sensibilità del
ragazzo, il donatore lo condurrà per mano dentro la vita, spalancandogli
la strada che conduce al libero arbitrio.
The Giver è un racconto di formazione ambientato in un futuro non troppo lontano e in una società 'evoluta' che ha sconfitto passioni e violenza (almeno in apparenza, perché non capiscono cosa stanno facendo in verità) votandosi alla conformità e all'apatia. (Auto)disciplinata da regole e iniezioni mattutine (proposte dal capo Elder interpretato da Meryl Streep), che inibiscono qualsiasi emozione, la normalizzata comunità trova in Jonas la differenza, perché ha nostalgia di tutte le cose, anche di quelle che non ha mai avuto e che adesso, nel nuovo ruolo di accoglitore, vede e vive nell'abbraccio del donatore (Jeff Bridges). Dentro un mondo piatto, controllato, (ri)pulito, che ha perso i suoi colori e quelli delle persone che lo abitano, Jonas è iniziato alle emozioni e a un processo di crescita, che finisce per cortocircuitarlo e disapprovare la realtà esterna. Tramite l'addestramento con il Donatore Jonas scopre una terribile verità sui bambini ritenuti non adeguati alle unità familiari, anche loro come gli anziani vengono congedati, ovvero uccisi qualche giorno dopo. E' quindi una realtà omologata in cui l'idea di purezza è un'aberrazione della mente che non ha consapevolezza dell'omicidio, che sopprime coi sentimenti i non validi, che porta inesorabilmente al rifiuto di ogni possibilità dialettica e sostituisce la vita vera con una proiezione pallida e un povero ripetersi di strutture replicative.
Capisce che congederanno anche Gabriel, un bambino che faceva parte da breve tempo della sua attuale unità familiare (e che sembra essere suo fratello), quindi fugge col bambino per salvargli la vita, chiedendo a (Odeya Rush) Fiona (di cui è innamorato ma che all'inizio non ha coscienza) di seguirlo, ma la ragazza preferisce rimanere per aiutarlo a fuggire. Dopo essere riuscito a salvare Gabriel, Jonas capisce, grazie al Donatore, che tutti i ricordi perduti torneranno alle persone se riuscirà ad oltrepassare il "confine delle memorie", un profondo dirupo non lontano dalla casa del Donatore, per esplorare una zona sconosciuta e proibita, che custodisce i ricordi. Dopo un faticoso e durevole viaggio in mezzo a deserti bollenti e montagne ghiacciate, Jonas riesce a superare il confine insieme a Gabriel, facendo riaffiorare i ricordi a tutti. Al confine scorge una casupola in legno, identica ad una che il donatore gli aveva mostrato in un ricordo felice del tempo passato. Con questa immagine si conclude il film. In conclusione il film non è differente a tanti altri, racchiusi in un mondo strano e complicato, ma l'originalità di questo mondo è migliore, mi è piaciuto soprattutto per le immagini scelte, la fotografia stupenda e la sceneggiatura originale. In un mondo senza colori (il film è quasi in bianco e nero) lui riesce a distinguerli creando effetti stupendi. Certo le memorie sono di tutti i tipi, belle e brutte, ti fa pensare che forse non sarebbe male essere tutti uguali, stessa routine, nessuna guerra ma rinunciare a emozioni, sentimenti e all'amore, ma anche musica, agli animali, al clima fa rabbrividire. Saremmo disposti a rinunciare a tutto? ripensandoci forse no ma la guerra la toglierei ugualmente. Voto: 6,5
The Giver è un racconto di formazione ambientato in un futuro non troppo lontano e in una società 'evoluta' che ha sconfitto passioni e violenza (almeno in apparenza, perché non capiscono cosa stanno facendo in verità) votandosi alla conformità e all'apatia. (Auto)disciplinata da regole e iniezioni mattutine (proposte dal capo Elder interpretato da Meryl Streep), che inibiscono qualsiasi emozione, la normalizzata comunità trova in Jonas la differenza, perché ha nostalgia di tutte le cose, anche di quelle che non ha mai avuto e che adesso, nel nuovo ruolo di accoglitore, vede e vive nell'abbraccio del donatore (Jeff Bridges). Dentro un mondo piatto, controllato, (ri)pulito, che ha perso i suoi colori e quelli delle persone che lo abitano, Jonas è iniziato alle emozioni e a un processo di crescita, che finisce per cortocircuitarlo e disapprovare la realtà esterna. Tramite l'addestramento con il Donatore Jonas scopre una terribile verità sui bambini ritenuti non adeguati alle unità familiari, anche loro come gli anziani vengono congedati, ovvero uccisi qualche giorno dopo. E' quindi una realtà omologata in cui l'idea di purezza è un'aberrazione della mente che non ha consapevolezza dell'omicidio, che sopprime coi sentimenti i non validi, che porta inesorabilmente al rifiuto di ogni possibilità dialettica e sostituisce la vita vera con una proiezione pallida e un povero ripetersi di strutture replicative.
Capisce che congederanno anche Gabriel, un bambino che faceva parte da breve tempo della sua attuale unità familiare (e che sembra essere suo fratello), quindi fugge col bambino per salvargli la vita, chiedendo a (Odeya Rush) Fiona (di cui è innamorato ma che all'inizio non ha coscienza) di seguirlo, ma la ragazza preferisce rimanere per aiutarlo a fuggire. Dopo essere riuscito a salvare Gabriel, Jonas capisce, grazie al Donatore, che tutti i ricordi perduti torneranno alle persone se riuscirà ad oltrepassare il "confine delle memorie", un profondo dirupo non lontano dalla casa del Donatore, per esplorare una zona sconosciuta e proibita, che custodisce i ricordi. Dopo un faticoso e durevole viaggio in mezzo a deserti bollenti e montagne ghiacciate, Jonas riesce a superare il confine insieme a Gabriel, facendo riaffiorare i ricordi a tutti. Al confine scorge una casupola in legno, identica ad una che il donatore gli aveva mostrato in un ricordo felice del tempo passato. Con questa immagine si conclude il film. In conclusione il film non è differente a tanti altri, racchiusi in un mondo strano e complicato, ma l'originalità di questo mondo è migliore, mi è piaciuto soprattutto per le immagini scelte, la fotografia stupenda e la sceneggiatura originale. In un mondo senza colori (il film è quasi in bianco e nero) lui riesce a distinguerli creando effetti stupendi. Certo le memorie sono di tutti i tipi, belle e brutte, ti fa pensare che forse non sarebbe male essere tutti uguali, stessa routine, nessuna guerra ma rinunciare a emozioni, sentimenti e all'amore, ma anche musica, agli animali, al clima fa rabbrividire. Saremmo disposti a rinunciare a tutto? ripensandoci forse no ma la guerra la toglierei ugualmente. Voto: 6,5
Pietro vedo con piacere che scrivi con costanza il blog. E tra l'altro scrivi davvero molto bene. Pensato mai di scrivere un libro?
RispondiEliminaDai, invitiamo un pò di appassionati come te di cinema, a passare dal tuo blog?
proviamoci dai
Si...ho sempre tanto tempo libero ;)
EliminaUn libro...magari, forse un giorno..
Certo, sto conoscendo tanti ottimi blogger sul cinema e tanto altro, io già ci provo se vuoi aiutarmi non ci sono problemi :)