giovedì 9 maggio 2019

Ritorno al Bosco dei 100 Acri (2018)

Parto subito dicendo che nonostante io non sia un grande amante della serie di Winnie the Pooh ho apprezzato questo live action, un live action veramente ben realizzato e fedele all'atmosfera del lungometraggio animato originale, anche se forse un po' tedioso e fin troppo buonista perfino per gli standard del genere. In una Londra pre e post seconda guerra mondiale i personaggi reali "rendono" infatti perfettamente la grazia di cui si ammanta da anni una saga che oggi potrà sembrare anacronistica ma che riesce, nella sua semplicità e, a volte, banalità a piacere soprattutto ai più piccoli. Perché tra una scorpacciata di miele, il pessimismo cosmico dell'asino di pezza Ih-Oh (che perde continuamente la coda), le fughe della combriccola dai fantomatici Efelanti e Nottole, creati dalla fantasia più fervida dei paciosi personaggi, il regista Marc Foster crea un mondo magico, semplice e magnetico che grandi e piccoli vorrebbero condividere. Non bastasse che nonostante qualche caduta di tono nella sceneggiatura (che si può comunque perdonare poiché fedele allo stile infantile e sempliciotto dei personaggi della serie dell'orsacchiotto di peluche) risulti questa, una pellicola con buon ritmo e godibile anche per i più grandi. Una pellicola, Ritorno al Bosco dei 100 Acri, non male il titolo in italiano anche se quello originale, come capita praticamente sempre, risultava più appropriato (Christopher Robin), semplice ma efficace. A proposito di Lui (interpretato da Ewan McGregor), egli è diventato adulto e, nonostante la promessa fatta a Winnie The Pooh, ha dimenticato il Bosco dei 100 acri e i suoi simpatici abitanti. Ora è un grigio impiegato, responsabile del settore "efficientamento" della valigeria Winslow, tutto dedito al lavoro, per il quale trascura la famiglia composta dalla moglie e dalla figlioletta Madeleine. Un giorno Pooh ha bisogno del suo aiuto per ritrovare gli amici scomparsi e decide di cercarlo a Londra. Ma forse è Christopher Robin ad aver più bisogno del suo amico orsetto per riscoprire le cose importanti della vita.
Il 2018 è stato l'anno del revival cinematografico del celebre orsacchiotto nato dalla penna di A. A. Milne, visto che oltre a questo film, uscì precedentemente Vi presento Christopher Robin, incentrato però più sulla figura del famoso scrittore per ragazzi. Il film infatti (che stranamente in parte sovrascrive il precedente lungometraggio, all'inizio), a differenza di Goodbye Christopher Robin, uscito nel 2017 negli USA e vicino a Ritorno al Bosco dei 100 Acri per tematica e personaggi, sdrammatizza molto i toni e ci presenta i personaggi delle storie di Alan Milne in una splendida veste animata. Questo lo rende, senza dubbio, un film per famiglie, accantonando le drammatiche vicende della guerra e l'introspettività del personaggio interpretato lì da Domhall Gleeson, e concentrandosi sull'ironia dell'orsetto Winnie the Pooh e dei suoi amici, che il film raffigura tutti, senza dimenticarne nessuno. La tenerezza di Pooh, l'allegria sconfinata di Tigro, il nichilismo (ma sempre divertente) di Ih-Oh e il pauroso Pimpi sono tutti presenti in questo film, con un pizzico di autocoscienza e saggezza in più, in modo da far riflettere oltre che semplicemente divertire lo spettatore. Un film che immagina un Christopher Robin cresciuto e, come già accade al Peter Pan/Robin Williams di Hook - Capitan Uncino, dimentico della potenza della fantasia e del "fanciullino" che è in lui e del fatto che "il dolce far niente spesso porta alle cose migliori", abbruttito da un mondo di adulti (ha vissuto anche il dramma della guerra) e da un ambiente di lavoro che ne hanno logorato la spinta all'immaginazione. Si perché la nuova incarnazione delle storie di Winnie Pooh, che rientra nel filone di remake live action della Disney, un'ondata di riproposizioni di vecchi classici che sta conquistando un gran numero di spettatori, dopo questo ne sono usciti o ne usciranno 4 in totale, è la storia dell'eroe che passa dal bambino innocente all'adulto distaccato fino al padre ritrovato, in un inno ai valori fondamentali che si conclude con un tripudio di morale, come si confà in questo genere di fiabe. Dopotutto il nemico, ossia i temuti Efelanti, è racchiuso in sé stessi, nelle ricorrenti paure da combattere.
Ecco che Christopher deve fare i conti con le spaventose creature che, di fatto non esistono in quanto esternazione delle proprie fobie. Ecco che Ritorno al Bosco dei 100 Acri, è insomma operazione nostalgia: tutti coloro che hanno anche solo incrociato Winnie the Pooh nel corso della loro infanzia non possono che esserne toccati. Perché il film di Marc Foster (non nuovo alle fiabe sul potere dei sogni, si pensi a Neverland) è proprio il racconto di chi si è dimenticato di Pooh ed è costretto a ricordarsene nel pieno delle preoccupazioni e delle turbolenze personali. Christopher Robin, che ha perso l'innocenza e la capacità di meravigliarsi, è costretto suo malgrado a fare di nuovo i conti con la sua infanzia e a confrontarsi con un pupazzo che è ancora rimasto bambino ed è "tutto cuore e niente testa". Ritorno al Bosco dei 100 Acri è così un tenerissimo romanzo di formazione che culmina con la maturità del personaggio principale ed è raccontato con toni da far stringere il cuore. Una storia che, vista appunto il tipo d'operazione, è subito intuibile da parte dello spettatore, che però si impegna a non commuoversi di fronte all'adorabile Pooh. Pooh che in questo primo film (per il suo personaggio) a tecnica mista in CGI assume però un aspetto forse un po' lontano da quello che possiede nell'immaginario collettivo. Tuttavia l'interazione tra le due tecniche fa comunque funzionare il film, che ha tra i suoi punti di forza l'interpretazione di Ewan McGregor (davvero non avremmo saputo immaginare un Christopher Robin adulto migliore) e il cast che presta le voci (le voci dei vecchi cartoni animati) ai bambolotti di pezza, che nei libri originali costituivano i singoli stati d'animo del bambino (con la maturità si mischiano l'un l'altro, ce lo ha insegnato Inside Out). Un film con una storia ben equilibrata, senza apparire sdolcinata o troppo melensa. Segue piuttosto il corso delle vicende come un libro che viene letto a un bambino, riportando in vita i simpatici animaletti del Bosco grazie appunto alla computer grafica.
Tuttavia, anche se gli attori riescono ad immedesimarsi perfettamente in quello che deve essere un racconto di Casa Disney, se la moglie di Christopher, interpretata da Hayley Atwell, ha fin da subito un ruolo positivo, che sostanzialmente non cambia sino alla fine, McGregor è colui che compie il vero viaggio, alcuni punti della sceneggiatura sono obiettivamente deboli: una scrittura di qualità cede il passo a una serie di scelte, da parte dello sceneggiatore e del regista, che hanno solo la finalità di toccare lo spettatore, di commuoverlo e di coinvolgerlo sentimentalmente. Scenografie e costumi, molto di maniera, non aiutano, e i dialoghi sono quasi semplicistici. Come se non bastasse il film, dopo un (esageratamente lungo) preambolo sull'ingrigimento del protagonista, non riesca mai veramente a decollare e proceda senza grandi scossoni emotivi, risultando abbastanza prevedibile (certo l'argomento non è originale) e anche un po' spento. In questo non aiuta la fotografia, che appiattisce tutto su colori pastello tendenti al grigio anche dove (come nei paesaggi del Bosco dei 100 acri) ci si aspettano colori più sgargianti, almeno per fare da contrasto con la fumosa Londra. I personaggi "fantastici", ovvero Winnie The Pooh, Tigro, Ih-Oh, Pimpi e compagnia sono tutti realizzati (bene ma non benissimo tale da candidatura agli Oscar) in CGI ma non riescono nemmeno lontanamente ad avere la presenza scenica di un Paddington. Ma alla fine, nonostante gli evidenti difetti, Ritorno al bosco dei 100 acri ha una buona confezione, è portato avanti con mestiere da Ewan McGregor e riesce comunque a essere un innocuo film di buoni sentimenti, che si vede volentieri in famiglia e che i bambini, che spesso amano le cose semplici molto più di noi adulti (non è la morale del film?), mostrano di apprezzare. In tal senso, poiché il film ha il merito di farci riscoprire, così come al protagonista, chi eravamo davvero e cosa sognavamo da piccoli, salvabile nell'intento e nel complesso è questa pellicola. Voto: 6+

12 commenti:

  1. Come per Dumbo, anche questo film disneyano è un buon film per famiglie. Con tutti i pregi e i difetti del caso. Non brilla per originalità in alcune parti, ma ha quel sapore nostalgico che noti anche tu che te lo fa apprezzare. Poi sì, nel mio caso anche la presenza di Ewan fa la differenza ;)

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    1. Ewan qui è perfetto, perfetto per questo carissimo film, e se anche Dumbo fosse come questo non mi dispiacerebbe ;)

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  2. Mi ritrovo abbastanza nelle tue parole. È un film volto più alla tenerezza che alla sorpresa, la storia è molto semplice e arrivi alla fine senza che comunque hai dovuto minimamente far fatica a capire quale sarebbe stato l'epilogo. Dall'altro lato, in un quadro generale devo dire che l'ho trovato un film pacificante.

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    1. Ma sì, è chiaro che sia scontato, però lascia una sensazione piacevole, ed è già qualcosa, e può bastare ;)

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  3. In effetti i personaggi hanno un che di realistico, ma allo stesso tempo sono un po' smorti (in generale, non per le esprssioni, come si evince dallo screenshot); idem i colori del bosco, come rimarchi giustamente.
    Forse è colpa dei fumetti che apparivano su Topolino che mi hanno lasciato un'altra idea relativamente al bosco dei 100 acri :)

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    1. Ma smorti non è un problema, anche perché questa è una storia malinconica più che divertente, però il problema è che anche nei momenti felici l'atmosfera rimanga la stessa...comunque dei fumetti c'è ben poco.

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  4. Facciamo progressi.
    L'hai visto apposta per me.. 😜
    Mi hai fatto venire voglia di dare un bacio al Winnie enorme che ho in salotto.
    Chiunque venga a trovarmi pensa sia di Lorenzo.
    Invece è mioooooooo!!! 😉😘

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    1. Era in lista, però effettivamente non ho potuto evitare di vederlo sapendo che ci tenevi :)
      Ah sì? Bello, una volta vorrei tanto vederlo ;)

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  5. Io non l'ho visto e se non incontrerò presto i nipotini, non credo che mi toccherà vederlo anche se Ewan McGregor mi piace come attore :)

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    1. Se ti piace Ewan e ti piace Winnie the Pooh dovresti invece recuperarlo, ma fa come vuoi ;)

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  6. Io co' sto bosco dei cento acri ci aprirei una decina de Ikea... ;)

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    1. A te queste cose zuccherose fanno proprio acidità, wow :D

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