Questa volta ho preso una bella cantonata, fortunatamente compensata da pellicole non sorprendenti ma consigliabili, vedibili ed interessanti. Tutte comunque e come sempre di generi diversi, per andare incontro ai gusti di tutti (voi), dopo quelli miei ovviamente.
The Bad Seed (Thriller 2018) - Dopo il mediocre The Prodigy eccoci nuovamente dalle parti del genere "ragazzino diabolico", anche se in questo caso si tratta di una ragazzina e anche se in questo caso si torna al classico, né possessione né reincarnazione, ma una bambina criminale con "il diavolo in corpo". E sorprendentemente la classicità paga, e non solo perché il film essendo un remake di un classico del genere, quel Il giglio nero da molti considerato un cult capolavoro, ha già dalla sua una base di un certo rilievo, ma perché questo film thriller americano è ben fatto (seppur questo sia di stampo prettamente televisivo). Un film cattivo al punto giusto e che non si risparmia in crimini delittuosi, che fa più paura di un horror moderno qualsiasi. Perché se non si può negare che la regia di Rob Lowe (autentico mattatore dell'opera, produce, dirige ed interpreta) mostri ampiamente la propria inadeguatezza, con una dipendenza eccessiva dai droni (che sovente confondono la geografia spaziale delle scene) e con una goffa organizzazione delle conversazioni, è innegabile non accorgersi che l'ambientazione fredda e asettica, tutta pareti bianche e ordine compulsivo, contribuisca alla buona resa "psicologica" del prodotto. Un prodotto impreziosito non solo dalla presenza nel cast di Cara Buono e soprattutto di Patty McCormack (la protagonista del film del 1956), ma dall'interpretazione della little psycho Mckenna Grace (già ampiamente apprezzata in altre pellicole), molto in parte e capace di risultare al contempo snervante, dolce e occasionalmente divertente (peccato solo per il doppiaggio che ne svilisce la portata). Un prodotto che pur senza raggiungere il livello dell'originale, si fa (nonostante poi una sceneggiatura non del tutto convincente) apprezzare, risultando al fine passabile. Voto: 6+
Un'avventura (Romantico/Musicale 2019) - L'esperimento (quello di prendere spunto dalla e dalle canzoni di Lucio Battisti e da altre della coppia Battisti-Mogol e farne un film) sembrava interessante (ma forse il tempo dei musicarelli all'italiana è finito). Le bionde trecce c'erano e anche un'interpretazione di Laura Chiatti al di sopra di molti dei suoi ultimi film, peccato che il suo personaggio sia imbevuto di stereotipi, e la sua storia finisca presto per affogare tra canzoni bellissime (e ben interpretate) ma che qui si ritrovano a perdere tutta la loro poesia. Una trama un po' stucchevole e prevedibile. Forse l'unico colpo di scena sono i tradimenti, perché arrivano all'improvviso e all'inizio senza motivo, poi ho pensato che in fondo è uno stereotipo anche questo. Lui interpretato da un Michele Riondino poco appassionato, è fiacco in ogni cosa che fa (la chiosa finale di lui che dovrebbe essere Lucio Battisti fa rabbrividire). Bella la fotografia, ecco, che effettuata utilizzando lenti anamorfiche d'epoca, è efficace nel riprodurre la luce ed i colori degli anni '70, tutto il resto, compresi arrangiamenti improbabili, no. Non funziona soprattutto l'evanescente sceneggiatura (che è di Isabella Aguilar), giacché la storia d'amore tra i due riesce ad essere solo un pretesto per proporre le canzoni di Battisti, non c'è un nesso (tappe incomprensibili negli sviluppi). E così il regista Marco Danieli, dopo l'apprezzato La ragazza del mondo, con Un'avventura, un quasi-musical (perché qui ci sono, fortunatamente, anche dialoghi a prescindere dalle musiche, peccato tuttavia che siano pessimi), fa flop (insensata poi l'ambientazione pugliese, dato che poco c'entra con l'indimenticato Lucio). Che poi sinceramente, la storia è molto banale ma pazienza, quello che ci interessava era ascoltare le canzoni, ebbene, poche (paradossalmente alcune mancano e soprattutto una non c'è), sparpagliate tra un bacio e un paio di corna. Non c'è altro, pessima amalgama assolutamente. Voto: 4
The Party (Commedia 2017) - Janet è stata nominata Ministro ombra della sanità, dà una festicciola in casa con alcuni colleghi e amici, ignorando però che suo marito Bill ha non una, ma due rivelazioni scioccanti da fare. The Party, la nuova commedia della regista Sally Potter, ruota tutta intorno, appunto, alla festa organizzata da un'esponente del partito laburista in seguito alla propria nomina al Governo. Vi partecipano, ovviamente, i suoi amici più stretti che durante il festino, si congratulano con lei. Ma nel corso della serata si verificheranno degli avvenimenti che contribuiranno ad accendere maggiormente l'atmosfera generale, già di per sé abbastanza "elettrica", ed emergerà, svelandosi piano piano, ciò che ogni invitato nasconde della propria vita. Insomma, un inaspettato gioco al massacro vero e proprio. Strutturato come una pièce teatrale, con un numero ristretto di attori (in tutto 7), ambientato per lo più in un'unica stanza (più precisamente nel salotto), e svoltosi nel solo arco di qualche ora, The Party si rivela come una commedia "nera", intrisa, pertanto, di "English humour" dove il dialogo costituisce il centro di forza di tutto il film. Ben girato e soprattutto ben interpretato da ottimi attori quali, Kristin Scott Thomas, Bruno Ganz (in una delle sue ultime interpretazioni), Timothy Spall, Cillian Murphy, solo per citarne alcuni, l'opera della regista britannica risulta un film ineccepibile, ma per nulla originale (e sicuramente non migliore) rispetto a numerose altre commedie precedenti. Vi è da riconoscere tuttavia che l'atmosfera in generale di nevrosi crescente e culminante all'ennesima potenza viene molto ben rappresentata dalla regista inglese, ed è talmente realistica da irritare quasi i nervi dello spettatore stesso. Come le bambole "Matriosche" una rivelazione ne reca un'altra e così via sino al finale estremo, ma nell'insieme, ripeto, la pellicola non presenta alcunché di nuovo nel suo genere se non essere un esercizio di stile ben eseguito e perfetto in tutte le sue parti, breve durata compresa. Con il colpo finale che appare però come una ciliegina su una torta discretamente riuscita. Voto: 6+
La prima pietra (Commedia 2018) - In una scuola multietnica, una sassata contro una finestra da parte di un ragazzino provoca un caso e scontri tra tutte le parti in causa. Premesso che La prima pietra è un film minore, resta da chiarire se Rolando Ravello (attore ma già regista da anni) abbia voluto scientemente incitare all'odio o ridicolizzare la violenza e l'intolleranza etnica e ideologica mettendole di fronte a una farsa piena zeppa di personaggi altamente irritanti, indisponenti e arroganti. Si salva, per il rotto della cuffia, in questo marasma di gente arrabbiata (tra un'indispettita Kasia Smutniak ad una conciliante all'apparenza Lucia Mascino, tra un impuntato Valerio Aprea ed una inconciliabile Serra Yilmax) il preside della scuola, interpretato da un ottimo (e finalmente) Corrado Guzzanti che da solo riesce a strappare sorrisi e piacevoli intermezzi. Non ci si annoia, poiché nonostante le sensazioni avverse ai personaggi, si segue con un certo interesse, grazie anche alle tematiche di una certa attualità che sono state, sono e saranno fonti di discussioni tra gente che ha culture diverse, religioni diverse e modi di fare diversi. Quasi discreto, se preso nel verso giusto, e comunque la durata esigua aiuta. Voto: 6
I fratelli Sisters (Western 2018) - Un miscuglio sui generis del vecchio e nuovo West (eppure anche anomalo, perché ha molti momenti che lo rendono a tratti una commedia, davvero comici e quasi grotteschi) ci viene riproposto da Jacques Audiard (vincitore del Leone d'argento alla Mostra di Venezia 2018 per la sua regia che per la prima volta dirige un film in inglese), che abbandona le periferie dell'urbe (quelle de Il profeta e del suo ultimo discusso Dheepan per esempio) per trasportarci nel 1851 al fianco di due fuorilegge in un lungo (brutale e animalesco nella sua violenza e avidità) viaggio che va dall'Oregon alla California nell'epoca dei vecchi speroni. I protagonisti in stato di grazia (Joaquin Phoenix mai così cinico, John C. Reilly saggio, protettivo ma anche spietato, Jake Gyllenhaal detective dal cuore d'oro, Riz Ahmed un avido chimico genialoide e Rutger Hauer glaciale e crudele anche solo per un paio di pose) ci fanno appassionare, divertire e tifare distintamente e a turno per ognuno di loro. I temi sono i classici della storia e il copione e la sceneggiatura non offrono spunti più interessanti di quello che si vede da più di un secolo, ma il sontuoso gruppo di star riesce con la propria mimica facciale e interpretativa a farci passare due piacevoli ore. Insomma cosa chiedere di più a un western moderno? Uno svolgimento finale diverso. Perché si ribadisce a più riprese, anche in modo un po' presuntuoso, che questi personaggi si evolvono e non sono piatti, hanno uno sviluppo e cambiano nel corso della storia, ma il cambiamento finale è troppo repentino e anche poco giustificato, a mio avviso. Non tanto quello del fratello sensibile, che aveva dato segnali in questo senso, ma il cambiamento del fratello insensibile non ha quasi fondamento. Purtroppo il voler costruire un finale buonista (e diverso) fa inciampare la sceneggiatura (se proprio si voleva inscenare una redenzione, andava preparata meglio e con qualche accorgimento di trama in più), peccato. Comunque al di là di ciò, I fratelli Sisters, tratto dal romanzo Arrivano i Sister di Patrick DeWitt, è un buon film, anche grazie alla buona fotografia ed alle buone musiche. Voto: 6,5
Dragon Ball Super: Broly - Il film (Animazione 2018) - C'è un legame molto forte in Italia fra i nati negli anni '80-'90 e Dragon Ball. Goku, Vegeta e tutti gli altri sono stati fra i compagni preferiti di un'intera generazione cresciuta a pane e cartoni. Irriverente, sopra le righe, lungo ed esagerato, ma anche divertentissimo, emozionante e geniale, Dragon Ball ha lasciato un segno indelebile nella cultura pop. Akira Toriyama (che si è occupato di sceneggiatura e character design del film) fu fra i primi a far uscire gli esseri umani dai robot negli anni '80, e a renderli protagonisti delle storie fantascienza in tutta la loro inconfondibile fisicità. Ed è sempre lui a portare in scena uno dei personaggi più amati dal pubblico della saga cercando di renderlo canonico all'interno della Saga Super. Una leggenda che viene dotata di un background dettagliato e diverso da quello che i fan avevano imparato a conoscere finora (e in ben due film). E' ancora un Saiyan dall'immenso potere, ma ha un animo buono e vive tenuto sotto scacco dal padre, tramite un collare che porta al collo e che rilascia potenti scariche elettriche. E il risultato è più che apprezzabile. Il film infatti, che è scisso in due archi temporali ben distinti e profondamente discordi, per ritmo e forma: il primo, di "formazione", illustra la storia della razza dei Saiyan, il secondo, volto allo spettacolo cinematografico propriamente detto, è incentrato sull'interminabile lotta che scaturisce dalla decisione di Re Cold, mirata ad affidare all'intimidatorio Freezer un posto di rilievo nella successione gerarchica, che è sempre al limite della parodia, intrattiene e diverte. Come prevedibile in un film di Dragon Ball, le scazzottate la fanno da padrone, peccato solo che siano un po' troppo vibranti, per colpa dell'animazione (a metà tra tradizione ed innovazione) e dei colori vividissimi. In ogni caso montagne spaccate, urla, trasformazioni continue e attacchi speciali consueti non mancano e non deludono. Alcune belle sorprese, anche cose inedite, l'umorismo è, come sempre, uno dei marchi di fabbrica della storia, non male neanche la colonna sonora decisamente kitsch, ma comunque in questo lungometraggio non tutto sembra funzionare perfettamente. Ha però e complessivamente tutti gli elementi che finora hanno entusiasmato i fan della saga, il che ne fa un discreto prodotto da fruire per qualsiasi fascia d'età, il che ne fa un film, che può suscitare forti emozioni negli animi più nostalgici, da vedere. Voto: 6,5
Ecco infine i film scartati ed evitati: Escape Plan 3 - L'ultima sfida, Sunset Contract.
Questa settimana arrivo più preparata, con lo stesso senso di "sì, bello, ma lo dimenticherò in fretta" per I Fratelli Sisters (ma io e i western non andiamo d'accordo), mentre qualcosa di più The Party ce l'ha, ma essendoci Cillian sono di parte, e poi i drammi da camera sono la mia gioia.
RispondiEliminaConfermi che ho fatto bene a saltare il musicarello Un'Avventura, mentre La prima pietra un po' continua a incuriosirmi, sempre questione di quell'unico spazio.
A parte che sei sempre preparatissima, non speravo di meglio dal tuo giudizio, sono proprio due film così infatti ;)
EliminaIo credevo che non fosse un musicarello, invece purtroppo sì, mentre La prima pietra io direi di provare :)
Ho visto solo I Fratelli Sisters ed a me è piaciucchiato, condivido comunque che ci siano alcune scelte di narrazione, specie verso la fine, che non mi sono piaciute.
RispondiEliminaMolto promettente l'inizio, poi va via che è un piacere, però alla fine sfortunatamente scivola, però nessun pentimento nell'averlo visto ;)
EliminaIn questo periodo vedo poca tv, ma leggo molto!
RispondiEliminaL'importante è tenersi impegnati, fare sempre qualcosa e non essere pigri ;)
EliminaRecupera Il giglio nero, assolutamente. Io l'ho trovato agghiacciante anche a discapito del codice Hayes vigente all'epoca!
RispondiEliminaThe Party, altro esempio di wit velenoso, una bellissima sorpresa.
Gli altri non li ho visti, i prodotti a marchio Dragonball se non sono legati a Piccolo non valgono nulla u.u
Io penso di averlo visto, a tratti sicuramente sì, però una ripassata ci starebbe ;)
EliminaSoprattutto il finale, di The Party, mi ha sorpreso.. :D
Un cameo di Piccolo però c'è...
Anche io questo periodo zero tv (che è anche meglio) solo libri e Serie Tv quindi mi trovo proprio impreparata ihihi
RispondiEliminaDella tv commerciale si può pure fare a meno effettivamente..
EliminaHo visto solo "Un'avventura", al cinema, e sono stata molto più indulgente di te, perché adoro Battisti e qualsiasi cosa abbia a che fare con lui, per me è un'emozione.
RispondiEliminaQuindi non sono imparziale.
Ma qual era la canzone che ti piace e che mancava?
La canzone è soprattutto I giardini di marzo (ed alcuni altri classici come Emozioni), ma forse è meglio così, ne sarebbero uscite a pezzi...comunque indulgente sì, ma fino ad un certo punto, e in ogni caso Battisti esce senza macchia.
EliminaBellissima I giardini di Marzo. Dovevano metterla, diamine!
EliminaComunque lo devo vedere. Non ho grandi aspettative e probabilmente mi basteranno le canzoni di Battisti..
Però sei stato severissimo! :D
Il più brutto musicarello, lo dico con il cuore in mano, fu quello degli 883.
E col cuore dico che è vero, però le canzoni con la storia aveva più senso che invece qui, dove per fortuna ci sono le canzoni, alcune almeno..
Elimina"Montagne spaccate, urla, trasformazioni continue e attacchi speciali consueti".
RispondiEliminaOh, hai riassunto in nove parole duemila puntate di Dragonball :D.
Sì, la differenza è che hanno in questo film spettacolarizzato questo concetto, con colori e movimenti pazzeschi ;)
EliminaLa Prima Pietra faceva ridere dal trailer anche se puzza di sensibilizzazione buonista lontano chilometri! E tu me lo confermi. Se mi capita non giro cambio canale, da come ne parli, potrei digerirlo (adoro Guzzanti, pure se è un sinistroide 😝).
RispondiEliminaI Fratelli Sorelle far ridere come titolo 😄 Comunque è tra quelli che voglio vedere!
Ieri sera sul 20 sono riuscito a vedere un film, dopo tanto! Ora vedo se lo ha recensito 😉
E' un film comunque di stampo sociale, però La prima pietra non fa solo riflettere ;)
EliminaE' un titolo secondo me geniale, purtroppo non lo è il film, però è passabile :)
Ho letto il messaggio...non c'è perché l'ho scartato mesi fa, era troppo banale...