giovedì 12 ottobre 2023

[Cinema] Speciale H. P. Lovecraft (Le vergini di Dunwich, Dagon - La mutazione del male, La creatura)

Di lui ne ho già, seppur sporadicamente, ma comunque densamente, parlato, di Howard Phillips Lovecraft, spesso citato come H. P. Lovecraft, ovvio, uno degli autori più influenti nel campo della letteratura fantastica e dell'orrore, che nell'ultimo periodo ho incontrato sempre più spesso. Nel campo videoludico (saga Penumbra, Dagon ed altri), letterario (Necronomicon ed altri) e cinematografico in primis (basta spulciare il blog un po' lì e un po' là). A tal proposito (da qui che l'etichetta di scrittore infilmabile è nata), portare H. P. Lovecraft sullo schermo è un'impresa difficile, perché i racconti di questo scrittore hanno una tale peculiarità, sono così lugubri, malsani ed onirici, che mal si prestano ad essere rappresentati graficamente. Le ambientazioni e le suggestioni ideate da quel geniale scrittore sono perfette per essere lette, perché rapiscono totalmente il lettore nell'oscuro mondo dell'ignoto. Tuttavia, le stesse storie rappresentate in un film perdono molto del loro fascino, perché ci privano dell'elemento più forte che hanno i suoi racconti, cioè la capacità di farci viaggiare con l'immaginazione. Ci riuscì sorprendentemente Richard Stanley con il suo Il colore venuto dallo spazio, ma ben pochi altri son riusciti nell'intento. E in questo senso, proprio in virtù di questa specie di ricerca della "verità" che ho visto questi tre film, tratti dai racconti o riferiti alle opere di Lovecraft. E il risultato è questo, non propriamente eccellente.

Le vergini di Dunwich (Horror 1970) - Portare Lovecraft sullo schermo è impresa ardua e lo conferma pienamente anche questo film, che si limita a prendere spunto molto superficialmente da un celebre racconto dello scrittore di Providence per imboccare rapidamente la strada di un horrorino seriale, lontano anni luce dall'atmosfera di angoscia che si sprigiona dalla pagina scritta. E tuttavia non male. L'atmosfera in parte c'è, nella fotografia e nelle scenografie: il regista è infatti lo scenografo Daniel Haller (quello del ciclo di Poe diretto da Roger Corman) che, però, perde colpi nella narrazione. Poche incongruenze sì, ma molta carne al fuoco, forse troppa, e il film ne risente (opinabili comunque certi inserimenti: il rito come iniziazione sessuale che nulla c'entra con Lovecraft). Discutibile inoltre la scelta degli attori principali, il legnoso Dean Stockwell e l'anzitempo sfiorita Sandra Dee. Belle ed ispirate invece, le sequenze in cui appare il mostro, nelle quali si alternano colori, giochi di luce e suoni inquietanti, ed i titoli di testa animati di ispirazione psichedelica (è girato nel '69), di notevole effetto (in un certo senso più lovecraftiani del film in sé), ma non bastano a risollevare le sorti del film. Di un film di alti e bassi, certamente non esaltante ma non inguardabile. Voto: 5,5
Dagon - La mutazione del male (Horror/Fantastico 2001) - Naufragati sulle coste spagnole due giovani americani si trovano in un villaggio abitato da strane creature. L'accoppiata Brian Yuzna-Stuart Gordon dà vita ad un'altra trasposizione filmica degli scritti di Lovecraft. Stavolta l'ispirazione è presa dai racconti brevi Dagon e soprattutto La maschera di Innsmouth, amalgamandoli ed apportandovi qualche piccola modifica. Come noto, trasferire su pellicola le atmosfere orrorifiche e soprannaturali create dal solitario di Providence è un'impresa quasi impossibile. In questo caso specifico non aiuta né la povera produzione spagnola né l'adattamento della storia ai giorni nostri. Gli sviluppi tecnologici dell'ultimo secolo rendono infatti difficilmente accettabile una vicenda di isolamento totale come quella narrata nel film. Per di più la trama è messa in scena in maniera parecchio ingenua ed il protagonista compie talmente tante idiozie che diventa subito antipatico. D'altro canto, c'è da riconoscere che la coppia di autori cerca di rispettare la pagina scritta e dimostra tutta la sua passione per l'opera del Sommo. L'atmosfera malsana del piovoso villaggio con i suoi mostruosi abitanti ciondolanti e cantilenanti è resa molto bene e pure il finale, con qualche inatteso ma riuscito momento splatter, risulta d'effetto. Punti dolenti sono indubbiamente gli effetti speciali (scadente computer grafica) ed il cast, specialmente l'imbambolato protagonista. Le ragazze per lo meno sono carine, mentre c'è da segnalare la presenza dell'unico nome noto, il vecchio Francisco Rabal (qui al suo ultimo film), che fa una fine orribile. Facendo le necessarie "tare" per le tante ingenuità dovute soprattutto alla scarsità di mezzi, la sufficienza se la merita tutta. Voto: 6

La creatura (Horror 1988) - L'esile creatura del titolo non ha stretti legami con la mitologia dei "Grandi Antichi" lovecraftiani: il solitario di Providence non sarebbe fiero del risultato ottenuto su grande schermo e frutto dell'opera del francese Jean-Paul Ouellette (che ne firmerà anche un seguito nel 1993) anche se, nonostante tutto, questo film ebbe il merito di rendere internazionale un horror francese in tempi "cinematografici" poco prolifici per la nazione. Qualche insistito effetto gore riesce comunque a far dimenticare la pochezza dello script (alquanto semplicistico) e della recitazione (molto mediocre, zero carisma). Di positivo infatti, c'è il trucco della creatura (discreto nonostante i pochi mezzi), l'ambientazione (una villa abbandonata oggetto di turpi leggende) e quell'atmosfera tipica degli horror anni '80 (simpatica la canzone "Up there"), ma purtroppo il resto è pochissima roba. Il regista narra difatti Lovecraft come uno slasher adolescenziale ammiccando vagamente all'inarrivabile Sam Raimi, il risultato è nell'insieme alquanto molesto. Guardabile, ma con il cervello staccato. Voto: 5

10 commenti:

  1. Aspettando "Alle montagne della follia" di Guillermo, penso che le migliori trasposizioni di H.P. arrivano per vie traverse, un po' come "In the mouth of Madness" di Carpenter o "E tu vivrai nel terrore...l'Aldilà" e "Paura nella città dei morti viventi" di Fulci. Non male però quello adattato da Stuqrt Gordon per la serie Master of Horror.

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    1. Ah già, "Il colore dallo spazio" è stato un ottimo adattamento cinematografico.

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    2. Beh sì, quello di Carpenter poi, forse il migliore degli adattamenti...impossibile non è riuscirci, ma impervia la via indubbiamente.

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  2. Beh, guardo molto spesso gli horror ma i film descritti qui non sono terrificanti dal punto di vista dell'orrore. Concordo con i tuoi voti e anch'io avrei dato un 6 al Dragon anche se alle vergini forse assegnerei mezzo punto in più per il cast.

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    1. E dovevano esserlo invece terrificanti, ma comunque scene che funzionano ci sono, però non sufficienti.

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  3. Ciao Pietro, permettimi di essere più "drastico", fino ad ora nessuno è riuscito a trasporre le opere di Lovecraft, troppo complesse anche per un cinema che cerca di essere complesso, la profondità dell'orrore "loveraftiano" va al di là di ciò che può la "pellicola", alcuni dei film che hai proposto sono interessanti come cinematografia di genere ma cosi in fondo nel baratro dell'anima di Lovecraft non è sceso mai nessuno.
    Buona serata.

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    1. PS. Quanto ho affermato vale per me, non è un pensiero assoluto, ciao a presto.

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    2. Ma certo, no problema. Comunque mi riferivo ad Il seme della follia come uno dei migliori o il migliore adattamento mai fatto.

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  4. Ciao Pietro, grazie per gli auguri al mio blog, anche il tuo mi pare che ci sua da tanto tempo!

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    1. Beh, quasi la metà, ovvero 8 anni, che in effetti però è tanto tempo ;)

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