martedì 24 marzo 2020

I film visti in settimana (16-22 Marzo 2020)

Meglio della scorsa settimana, almeno per quanto riguarda gli alti, con un potente ed intenso film (che al momento si piazza sul podio dei migliori film dell'anno visti), perché per quanto riguarda i bassi, due i film mediocri. Per quanto riguarda il resto ovviamente è nella media della sufficienza.

The Vanishing - Il mistero del faro (Thriller 2018) - La storia di questo film si basa su un evento realmente accaduto, un caso irrisolto successo sulle isole Flannan, tre guardiani scomparvero nel nulla senza lasciare traccia. E' il cosiddetto mistero delle isole Flannan, dicembre 1900, un rebus tuttora insoluto che ha dato adito a molte congetture, alcune persino di carattere soprannaturale. Non è il caso di quella degli sceneggiatori Joe Bone e Celyn Jones, che in The Vanishing - Il mistero del faro, regalano al regista Kristoffer Nyholm (Taboo) la loro versione dei fatti, fantasiosa sì ma con raziocinio thriller e derive squisitamente umane. Infatti, in questa interessante versione dei fatti, ogni mistero ha una spiegazione terrena, riconducibile a dicotomie dell'uomo. E appunto questo thriller psicologico gioca su varie tematiche come l'avidità, la paranoia e l'isolamento. Il faro, punto di riferimento per le navi, diventa una sorta di prigione quando i protagonisti si ritroveranno in una situazione estrema e non potranno contattare la terra ferma per via di una radio non funzionante. L'ambientazione grigia e cupa aumenta l'inquietudine e la sensazione di insicurezza che pervade i personaggi. Il ritmo del film si alterna a momenti frenetici, dove le scelte da fare devono essere prese molto velocemente, a momento lenti, di riflessione, dove l'angoscia e le decisioni prese devono essere affrontate. Se da una parte abbiamo quindi una narrazione che cerca di ricostruire i fatti di una vicenda, dall'altra parte troviamo la rappresentazione dell'animo umano con tutte le sue imperfezioni e le sue debolezze. E il risultato è lodevole, perché anche se non risulta così disturbante ed incisivo come vorrebbe essere, riesce a portare sullo schermo una storia convincente con dei buoni risvolti emotivi, mettendo appunto delle persone ordinarie (e tutte ben interpretate, nei panni dei tre guardiani ecco Gerard Butler, Connor Swindells e Peter Mullan, quest'ultimo soprattutto su altissimi livelli) in una situazione straordinaria. Una situazione che mette più che in altre occasioni con il faro protagonista (La luce sugli oceani e Cold Skin, ed uno presto qui arriverà), spietatamente in mostra le atroci ambizioni dell'essere umano. Peccato per il finale che sembra non reggere tutte le teorizzazioni e il filosofeggiare precedenti, ma la ricompensa è una mezz'oretta centrale efficace, nuda e cruda, oltre ad un clima claustrofobico che conferma quanto il fascio di luce del faro sia sempre l'ideale per illuminare fobie, insicurezze e solitudini. Tutto tranne che indimenticabile, comunque buon film. Voto: 6+ [Qui più info e più dettagli]

Descendants 3 (Musicale, Fantasy 2019) - Continua il racconto tra il bene e il male nel terzo ed ultimo capitolo della serie Descendants, il nuovo Disney Channel Original Movie che vede alla regia Kenny Ortega, già regista dei primi due capitoli della saga, che qui cura anche le coreografie ed è uno dei produttori esecutivi. E quello che succede è che le figlie e i figli adolescenti dei Cattivi Disney più famosi, Mal (Dove Cameron), Evie (Sofia Carson), Carlos (Cameron Boyce) e Jay (Booboo Stewart), ritornano sull'Isola degli Sperduti per reclutare un nuovo gruppo di discendenti che si uniscano a loro ad Auradon Prep. Quando però una violazione della barriera metterà a repentaglio la sicurezza di Auradon, Mal farà di tutto per proteggere il regno dalla minaccia dei suoi nemici Uma (China Anne McClain) e Hades (Cheyenne Jackson), ma nuovi pericoli si nascondono fra le mura di Auradon. E quello che ne viene è un film semplicemente in linea con i precedenti, che continua a regalare spettacolo, musica e tanto buonismo. Un film che seppur si farà ricordare per essere stato l'ultimo film di Cameron Boyce, attore ed interprete di Carlos, morto la notte del 6 luglio 2019 per un improvviso attacco epilettico, riesce a non sfigurare di fronte ad Un'Avventura qualsiasi. Infatti le musiche sempre rigorosamente non doppiate e con i sottotitoli si fanno nuovamente apprezzare, la storia seppur alquanto politicamente corretta, cattivi si diventa e non si nasce, ha una sua coerenza. L'unico neo gli effetti speciali, perché essendo la Disney molto meglio si poteva e doveva fare. E tuttavia se un piacere rivedere all'opera la bella Dove Cameron, se non tempo perso è aver visto questo film, difficile è giudicarlo positivamente, perché di questi tempi è pure fin troppo tollerante e retorico. Voto: 5 [Qui più info e più dettagli]

Gloria Bell (Dramma 2018) - Io proprio non capisco perché un regista decida di rifare un suo film, perché si continuano a fare remake di film che non hanno bisogno di rifacimenti, perché fare film che difficilmente quindi possono essere migliori dell'originale. Evidentemente per Sebastian Lelio, la sua Gloria aveva ancora qualcosa da dire, in un'altra lingua e in un altro Paese, cosi sostituisce Paulina García (che a Berlino vinse il premio per la miglior interpretazione femminile) con Julianne Moore, e mette John Turturro al posto di Sergio Hernández, sposta il film dall'America del Sud all'America del Nord e da Gloria realizza Gloria Bell. Julianne Moore è più allegra e naturalmente più affascinante di quella minimale e dolente interpretata da Garcia. Sullo sfondo Los Angeles sostituisce Santiago e Lelio, accortamente, adatta i meccanismi al cinema hollywoodiano, cosi se nel film originale Gloria rappresentava il volto contemporaneo del Cile e le speranze del regista per il proprio Paese, qui non c'è quel radicamento, e la storia assume un significato più universale. A fare la differenza in questo remake, però, è il miglioramento della messa in scena (molte scene rimangono invariate, ma alcune vengono tecnicamente migliorate). Oltre a un lavoro di rifacimento di alcuni dialoghi per renderli pertinenti alle diverse aree geografiche, c'è anche spazio per il perfezionamento di alcuni simbolismi (dal pavone al gatto, quest'ultimo che diventa, poiché continua ad introdursi nell'appartamento della protagonista, metafora della vita), viene inoltre affinata la fotografia, che è pure suggestiva, ed orecchiabile è la colonna sonora, con l'immancabile Gloria di Umberto Tozzi, nella versione di Laura Branigan, e con tante altre bellissime canzoni che vengono canticchiate dalla protagonista. Tuttavia se tecnicamente un passo avanti, uno indietro fa il resto, giacché l'originale era un film con una sensibilità tutta particolare, che sapeva cogliere appieno le sottili inquietudini e i fugaci presagi di una donna normale, uno spirito libero i cui figli avevano lasciato il nido e il divorzio aveva riportato allo stato di donna single, vicina alla terza età ma ancora viva e vitale, facilmente desiderabile, qui invece qualcosa si perde. Gloria Bell però non è un brutto film, anzi: è un'operazione ben condotta, che permette a Julianne Moore di brillare in una storia che parla di adulti sulla soglia della vecchiaia, intrisa di quotidianità e realismo. Ciò nonostante questa non può che apparire come uno spreco di tempo e risorse del regista cileno premio Oscar (per Una donna fantastica), poteva infatti forse evitare. Voto: 6+ [Qui più info e più dettagli]
Cafarnao - Caos e miracoli (Dramma 2018) - I film impostati su situazioni sociali particolari, sono sempre ben accetti. Questo tipo di produzioni, in genere, ha qualcosa di importante da trasmettere. Accade anche con Cafarnao, il film di Nadine Labaki riprende dinamiche di alcune realtà (vere) drammatiche e sottosviluppate, dove la vita è quasi un optional. Cafarnao è la storia di un dodicenne messe spalle al muro, figlio di nessuno in un mondo spietato e glaciale. Cafarnao è un film tenero e duro allo stesso tempo, ben realizzato e anche riflessivo. Il film della Labaki è non a caso un vero "cafarnao" di tematiche. Dalla crisi dei rifugiati siriani a quella delle baraccopoli libanesi, dal maltrattamento infantile all'abuso sui minori. Il tutto per approdare a un epilogo spiazzante: Zain (il piccolo protagonista) che cita in tribunale i propri genitori per averlo fatto nascere. Ma, d'altronde, si può comunque parlare di nascita quando non esiste un documento a certificarlo? In questo senso molto buona è la descrizione del contesto di miseria assoluta. Non tanto di una miseria puramente materiale, ma una miseria morale. Un dedalo di strade e di esistenze gettate sulla strada di Beirut, ma che possono essere di altre città nel mondo, dove l'infanzia viene quotidianamente violata e dove tale deriva viene assecondata dalle stesse figure genitoriali, che accettano supinamente uno status quo senza ribellarsi, accettandolo e degradandosi ancora di più in un vortice perverso che coinvolge i figli. Zain rappresenta la ribellione a tutto ciò. Tuttavia non mancano dei momenti in cui certe situazioni sembrano troppo artefatte e vengono enfatizzate eccessivamente (rallenti e colonna sonora), tanto da far pensare non a torto, ad un'operazione un po' ricattatoria e furbetta. Nel complesso, però, si consiglia la visione. Nel complesso è tutto sommato un film con più luci che ombre. E poi è difficile non riconoscere a questo film della regista di Caramel ed E ora dove andiamo? un grande impegno etico, oltre che emotivo. Ed è così che Cafarnao - Caos e miracoli, che fu in competizione prima per la Palma d'oro a Cannes e poi per l'Oscar come miglior film straniero, in cui bravissimi gli attori tutti, talmente bravi da far pensare allo spettatore che le vite che si stanno vedendo sullo schermo sono le loro e che non sono figlie di una sceneggiatura, che è un film coraggioso ma delicato, che spazia attraverso le più disperate vicende umane con grande tatto e umanità, senza comunque rinunciare all'ironia, è proprio un gran bel film. Un film tenero, violento, sfaccettato, proprio come le vite dei protagonisti. Voto: 7,5 [Qui più info e più dettagli]

Non ci resta che il crimine (Commedia 2019) - L'attore, sceneggiatore e regista Massimiliano Bruno prende chiaramente spunto, sin dal titolo, da Massimo Troisi e Roberto Benigni (Non ci resta che piangere, 1984) spostando ovviamente il contesto in un passato relativamente più recente (tre amici, che campano alla meglio, si ritrovano all'improvviso nella Roma al tempo del mundial 1982, in mezzo ai luoghi della banda della Magliana). Se la scenografia, supportata dalla cura della messa in scena (caratterizzata da costumi, auto d'epoca, pettinature e pezzi musicali sui generis) rappresenta il pezzo forte del film (eccezionale la rapina in banca, con il gruppo di malviventi truccato come i Kiss e i Rockets), purtroppo meno coinvolgente (e ingiustificato) è il nucleo narrativo. Il come e perché i tre protagonisti (in parte figli d'arte, Marco Giallini, Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi) si ritrovano a vivere proprio in quegli anni, non è minimamente motivato. Certo, in un film di questo tipo, quel che conta è il grado di affinità con il cinema del periodo (ovvero Anni '80). E da questo punto di vista, Non ci resta che il crimine, non sfiora nemmeno lontanamente il genere. Primo, perché raschia il fondo del barile mostrando una configurazione un po' commedia, un po' noir, e molto (pasticciosamente) fantastico (nonché poliziesco), secondo, per un insieme di gag che dovrebbero far ridere e che invece non lo fanno, al massimo si sorride, ma spesso forzatamente. Da segnalare il "valore aggiunto", rappresentato da una modica (ma d'effetto) dose di erotismo, ironicamente esposto e ben rappresentato dalla sensuale (e brava) Ilenia Pastorelli, ottima attrice in precedenza premiata per l'eccezionale performance in Lo chiamavano Jeeg Robot. Nonostante ciò questo film risulta ugualmente mediocre. Ed è un peccato perché l'idea era buona, ma il solo fatto di aver sprecato Edoardo Leo è grave. Ed è così che questo è sicuramente il peggior film di Massimiliano Bruno. Voto: 5 [Qui più info e più dettagli]

L'angelo del male - Brightburn (Horror 2019) - L'idea alla base di questo film è tra le più semplici e promettenti di sempre: prendendo spunto dalla genesi di personaggi dei fumetti quali Superman, il film si chiede cosa potrebbe accadere se un bambino venuto dallo spazio e accolto benevolmente in una famiglia di contadini, reagisse in modo violento nel momento in cui scopre le sue origini. Da salvatore a possibile causa della fine del mondo il passo è breve, e se una storia simile è stata già affrontata nello sci-fi Freaks, qui ne esploriamo le eventualità più macabre ed estreme. Scritto da Brian e Mark Gunn, rispettivamente fratello e cugino di James Gunn, che si inserisce in produzione, il film (diretto da David Yarovesky) narra di una famiglia (la mamma è Elizabeth Banks) che accoglie un neonato atterrato nel loro ranch con una navicella, chiamandolo Brandon e crescendolo come il figlio mai avuto. Verso i tredici anni, però, Brandon scopre i suoi poteri e la rabbia per la bugia sulle sue origini, assieme a un sinistro richiamo dell'astronave, portano il ragazzo a diventare un cacciatore e uccidere chiunque lo meriti, almeno secondo la sua visione da adolescente irato. In Brightburn non c'è un momento che richieda per davvero la massima attenzione da parte dello spettatore, arrivando ai titoli di coda senza veri sussulti al di là di alcuni Jumpscare, disseminati lungo la pellicola. Al di là di quel che può apparire dall'incipit della trama, Brightburn è un vero e proprio horror con qualche punta di splatter, utile più a marcare l'animo spietato di Brandon che non a provocare disgusto. Verso metà pellicola l'interesse viene meno, e lo stesso film viaggia con il pilota automatico fino all'inevitabile finale, che ne rivela qualche sopita ambizione produttiva. Un film che cerca in tutti i modi di essere più grande di quel che è, ma non presenta il giusto passo né, tanto meno, le scarpe adatte per un viaggio meno banale. Molto lontanamente (più che altro, a livello qualitativo) siamo dalle parti di Chronicle di Josh Trank, dove se si ragionava sulla figura dell'eroe e dell'adolescenza, mista ai temi dei superpoteri e del superuomo "dannunziano" che ne tratteggiavano un quadro perfetto. Al contrario, Brightburn sembra essere un semplicistico parto nerd senza alcuna inventiva, incastrato nei suoi meccanismi di genere horror e quindi impossibilitato a sperimentare oltre una certa linea narrativa. Ciò detto, pur rammaricandosi per l'occasione sprecata, il risultato è comunque passabile. Voto: 6 [Qui più info e più dettagli]

Ecco infine i film scartati ed evitati della settimana: Bullet Head, Dolcissime, King Danylo - L'onore del re, Io, Leonardo, Dark Hall.

30 commenti:

  1. Brightburn bello sanguinolento, anche se poi un po' si perde, non è male però ;-) Cheers

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    1. Assolutamente, con una chicca finale niente male, ovvero quando parte Bad Guy ;)

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  2. Ho visto solo Brightburn e tutto sommato fa il suo.

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    1. Sì, per essere un esperimento è abbastanza riuscito ;)

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  3. Di questi ho visto Non ci resta che il crimine e Brightburn e concordo notevolmente con entrambi i giudizi espressi. Brightburn forse l'ho gradito un pelino di più, ma comunque non l'ho trovato travolgente.

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    1. Travolgente no, però l'incipit mi ha un po' gasato, sai Superman io lo adoro ;)

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  4. Questa volta faccio l'en plein: visto nessuno e a ben vedere, solo uno mi interessa.
    Ovvero, Cafarnao che è dalla nomination agli Oscar che ho in lista ma manca la spinta giusta per recuperarlo. Lo avevamo messo in programma al cineforum del cinema con cui collaboro, ma è ovviamente saltata tutta la stagione. A questo punto, rimedierò in casa.

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    1. Mi meraviglio di te, visto anche il tipo di film che è Cafarnao (ci vai a nozze), ma giustamente non è dipeso solo da te, buon recupero tuttavia di un gran bel film ;)

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  5. E meno male che merita il podio...
    7.5 non me lo dava nemmeno quella strega della mia prof. di matematica. 😂😂😜

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    1. Al momento sì, poi potrebbe darsi finisca fuori dai primi 10, e me lo auguro, significherebbe che avrò visto film anche migliori ;)

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  6. Brightburn l'ho trovato molto interessante, peccato per i tagli con cui è arrivato in Italia (recuperabili, il che fa un po' ridere, sul canale Youtube ufficiale del distributore).

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    1. Tagli? Non sapevo di questi tagli, devo assolutamente approfondire ;)

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  7. Mi hai ricordato che devo proprio vedere brightburn... sarà anche un parto nerd, ma già che fu censurato incuriosisce non poco^^

    Moz-

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    1. Sì ho saputo, e sono anche le scene splatter migliori, che comunque sono ugualmente forti..

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  8. Ho visto sia Non ci resta che il crimine che L'angelo del male e condivido in pieno la tua recensione.
    Mi segno Gloria Bell, vedi mai che il remake sia più bello dell'originale?

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    1. Difficile, per me non è questo il caso, ma dipende da chi guarda ;)

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  9. Descendants 3 lo voglio recuperare perché ho visto i primi due film e tutto sommato sono carini. :)

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  10. A me è piaciuto Non Ci Resta Che il Crimine ma ammetto che dal trailer avevo aspettative molto più alte. Diciamo che mi aspettavo un 8, mi sono ritrovato un prodotto poco più che sufficiente. Gli do il 7 solo per il culo della Pastorelli! 🐷

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    1. Effettivamente è un culo davvero notevole, ma resto della mia idea ;)

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    2. Visto The Vanishing tra i due film che ti avevo accennato, l'altro non me lo ricordo ma ora mi spremo le meningi (roba in TV).
      Conoscevo bene la storia vera e le varie supposizioni e sono soddisfatto da ciò che hanno inventato per questo film ma concordo che si poteva fare di più. Il tuo voto ci sta tutto!

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    3. Ah sì? La conoscevi? Io no, ma comunque ha soddisfatto entrambi ed è bene ;)

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    4. Sì, mi era capitato in un video su YT (troppo incentrato sul paranormale 👎) 3 o 4 anni fa e avevo approfondito.

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    5. Bazzico, ed ho sempre bazzicato poco su YouTube :D

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    6. Ripasso per L'angelo del Male.
      Concordo con ogni tua parola, nulla da contraddire. Giusto un paio di cose da aggiungere, del tutto personali.
      1) Sapendo che sono un appassionato e cultore di Superman, me lo hanno consigliato in tanti, quindi avevo altissime aspettative, quindi credo sia dovuta a queste se mi ha deluso.
      2) L'ho trovato lentissimo (visto da solo e non l'ho certo consigliato alla signora Ema). Non riusciva mai a decollare e secondo me manco decolla mai... se non nei titoli di coda, l'unica parte interessante, col pazzo complottista di YouTube (Merl di TWD) che parla di avvistamenti di tutti super tizi che somigliano alla Lega della Giustizia 😁

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    7. Maledette aspettative, io sarà che non sapevo quasi niente e mi sorprese.
      Dai però le scene che attacca (hai visto quella dell'occhio?) sono sorprendenti ed inquietanti, una sufficienza ci sta ;)

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  11. Le tette della Pastorelli, ahahah, più che la Pastorelli in sé (scherzo, è brava, e lo ha ampiamente dimostrato in Jeeg).
    Di questi film ho visto solo "Non ci resta che il crimine" e concordo con il tuo giudizio.
    Per me il film più bello di Bruno (forse l'unico bello) è "Viva l'Italia", grazie anche al mattatore Michele Placido.

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    1. Ci sono entrambi gli aspetti della Pastorelli sì :D
      Per me invece rimane Gli ultimi saranno ultimi, Viva l'Italia sul podio però ;)

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  12. Posso solo dire che l'idea alla base di Brightburn è una scopiazzata di un racconto pubblicato nel mio primo libro. Correva l'anno 2013. Dubito però che riuscirei a intentare una causa legale.

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    1. Addirittura, caspita! Dubito però l'abbiano letto gli sceneggiatori..

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