sabato 21 novembre 2020

I film del periodo (9-19 Novembre 2020)

A distanza di pochi mesi da quando l'ho visto la prima volta, ecco la seconda, infatti, nella notte di Halloween, Sky ha mandato in onda in prima visione Il colore venuto dallo spazio (Color Out of Space), ed ho così avuto l'occasione di vederlo doppiato in italiano. Sì perché per lo speciale H. P. Lovecraft del 20 Agosto scorso decisi (ma era l'unico modo) di vederlo sottotitolato (sempre grazie al Guardaroba di Giuseppe). Ebbene, quello che posso dire è che seppur perda leggermente per questo "particolare", e comunque il doppiaggio non è affatto malaccio, la potenza visiva e la validità cinematografica rimane inalterata. Perché insomma piaciuto mi era e piaciuto mi è, ed a proposito di quello che mi è piaciuto, ecco cosa in questi ultimi 10 giorni mi ha soddisfatto e/o deluso.

SEMAFORO VERDE PER...
Cattive acque (Dramma/Thriller 2019) - Regista dalla spiccata personalità, Todd Haynes (quello dell'elegante e raffinato Carol per intenderci) mette da parte il suo stile per dirigere un film che si colloca nel solco della tradizione americana delle pellicole con forte vocazione all'impegno civile. Una storia (di sicuro impatto) ben raccontata (e con una sceneggiatura che fa presa, che anche se non decolla mai con impeti emotivi o grossi colpi di scena, intrattiene per quello che deve) di opposizione allo strapotere industriale. Ben sottolineata la fragilità del protagonista, che paga un notevole pegno personale alla sua battaglia, impersonato dal bravissimo Mark Ruffalo che mette in ombra il resto del (gran) cast. Cattive acque è infatti un film d'inchiesta, contro i poteri forti, contro le industrie, contro le istituzioni, contro la lentezza della burocrazia. Sottilmente acuto e riflessivo: anche se le fabbriche avvelenano l'uomo, l'uomo ne ha bisogno per lavorare, per vivere. L'avvocato Rob Billott (Mark Ruffalo qui per metà produttore) se ne accorgerà sulla propria pelle. Difensore di aziende chimiche si "convertirà" grazie ad un "vaccaro", quando questi gli mostrerà come le sue mucche impazziscano nel bere le acque sporche. Motivo? Teflon, un agente chimico che riveste utensili domestici come le pentole. La fabbrica smaltisce veleno e le falde acquifere sono contaminate. Colpisce e mette una certa impotenza, soprattutto leggendo gli impressionanti titoli di coda. Certo, niente di nuovo rispetto ad altre pellicole di genere, anzi, è pure un po' troppo verboso, malgrado ciò è avvincente, è ben interpretato e diretto con mano sicura dal regista, di cui questo non è forse il suo migliore, ma è in ogni caso un valido prodotto. Voto: 7 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

La famosa invasione degli orsi in Sicilia (Animazione/Avventura 2019) - Che bel dipinto, amaro e al tempo stesso vellutato, edificante per i ragazzi e ammonitore per gli adulti. Tratto dal romanzo di Dino Buzzati e doppiato dalle grandi voci di Toni Servillo, Antonio Albanese, Corrado Guzzanti ed il maestro Andrea Camilleri (e non solo), La famosa invasione degli orsi in Sicilia ha avuto bisogno di 6 anni di lavorazione per diventare quello che è: un bel lungometraggio animato d'autore in 2D, vintage nel gusto ed eterno nella tematica, come la penna che l'ha scritto. Il racconto di Buzzati è infatti una grande metafora della convivenza e viene brillantemente tradotto in immagini da Lorenzo Mattotti. Lo stile grafico è affascinante e restituisce una Sicilia inventata e suggestiva, con alte montagne e una prorompente natura. Altrettanto affascinanti e stilizzate le figure "viventi", animate in modo fluido e capaci di ergersi protagoniste di un racconto sulla tolleranza ricco di significato (la maturità per farci guardare dentro prima di puntare il dito contro l'altro e la leggerezza per farci guardare all'altro con un sorriso, o almeno provarci) e (appunto) ben doppiato, con un riuscito lavoro sulle diverse inflessioni dialettali. Non si può dire che ne risulti un'opera travolgente, ma sicuramente un'ottimo lavoro, meritevole di visione, e d'attenzioni, come fu per Gatta Cenerentola. Voto: 7 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

SEMAFORO GIALLO (E/O ARANCIONE) PER...
The Little House (Dramma 2014) - Amori inespressi, non corrisposti, agognati senza che il coraggio per esprimerli, esplicitarli, possa almeno per un attimo chiarire una inadeguatezza sentimentale che passa oltre la giovinezza e scorre lungo tutta una vita, trascorsa con umiltà ed obbedienza a servire una famiglia agiata tra le mura di una graziosa casa dal tetto rosso, quella casa perfetta, quasi affettata, artificiosa, manierata, quasi fiabesca, che appare sempre come sfondo ed ambientazione, così diversa da tutte le altre della zona. L'ottantaquattrenne instancabile regista nipponico Yoji Yamada (terzo suo film che vedo, visto dopo Tokyo Family) dirige lo struggente e sentimentale The Little House, un film di stampo tradizionalista incentrato sulla figura di una giovane cameriera di nome Taki, proveniente dalla campagna che, impiegata come domestica in una casa borghese, diviene la testimone triste e sofferente, ma anche affidabile, di una storia d'amore clandestina tra la padrona di casa ed un giovane seducente musicista di cui la giovane risulta invano innamorata. Sullo sfondo di una sanguinosa guerra come fu il secondo conflitto mondiale, La maison au toit rouge (questo il titolo dell'edizione francese) è un accorato, sentito ritratto di una figura femminile che sceglie suo malgrado di vivere per gli altri, ed è anche la storia di un riscatto tardivo rivendicato dai nipoti della donna dopo la morte di quest'ultima. Tratto dall'omonimo romanzo di Kyoko Nakajima, un melodramma fine e raffinato, forse un po' prevedibile, ma di innegabile presa. Voto: 6,5 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

Wolf Call - Minaccia in alto mare (Guerra/Thriller 2019) - Thriller sottomarino di produzione e di maestranze interamente francesi, fra cui figurano Mathieu Kassovitz, Omar Sy e Reda Kateb, oltre all'emergente François Civil, Wolf Call è l'esordio del regista Antonin Baudry e di fatto costituisce una non variante sul genere, ossia nulla che non si sia già visto, se non fosse per una genialata: un analista reclutato a bordo è in grado, grazie ad un udito addestrato e fuori dal comune, di carpire i movimenti esterni al sommergibile, leggendone i suoni attraverso quel magnifico conduttore che è l'acqua. Da questa sua capacità nasce un "malinteso" che rischierà di scatenare una guerra nucleare. Fa il suo lavoro Wolf Call, intanto sfruttando a dovere la sempre affascinante location del sommergibile, resa egregiamente grazie ad una minuziosa ricostruzione che pecca solo quando si va in esterni (insufficiente la computer grafica nelle scene subacquee), e poi gioca su un meccanismo genera ansia elementare, cioè l'impossibilità di comunicare e di distinguere il vero dal falso, uno dei mali del nostro secolo. I difetti poi ci sono, a cominciare da alcuni personaggi deboli (il secondo in comando interpretato da Omar Sy), ed altri solo accennati da goffi intermezzi (Paula Beer mai inutile è però e mai sarà). Non è Caccia a ottobre rosso, e scopiazza pure da Allarme Rosso, tuttavia ritmo e tensione sono mediamente garantiti, almeno per tutta la seconda parte. E così al netto di un certa confusione all'inizio e di qualche divagazione inutile, il risultato è un film coinvolgente in grado di tener desta l'attenzione fino all'epilogo, meno pompato e convenzionale di quanto con tutta probabilità sarebbe stato se girato negli USA. Voto: 6,5 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

Underwater (Horror/Thriller 2020) - "Quando Alien incontra The Abyss" riassume sin troppo sinteticamente e a bruciapelo il fulcro e la sorpresa di un thriller subacqueo che il bravo regista William Eubank (che si era già fatto notare con The Signal, che qui gioca con il genere fanta horror in salsa marina e vince la scommessa) dimostra di saper condurre nel rispetto di una tensione che diventa spesso palpabile (inizia subito con dell'azione adrenalinica e non si ferma mai per un respiro fino ai titoli di coda), nonostante i luoghi comuni ed i molti predecessori, citati sopra e non solo, che hanno già affrontato le medesime tematiche. In tal senso l'originalità non risiede certo in questo film, nonostante ciò si lascia guardare amabilmente, con un notevole senso claustrofobico e quel pizzico di ironia utile a stemperare le situazioni maggiormente scabrose. Zeppo di cliché sì, ma con un comparto d'effetti speciali di tutto rispetto e un buon cast. Kristen Stewart è la Ellen Ripley degli abissi, si trova subito ad affrontare il disastro, a piedi scalzi, canotta sexy e capello platinato, e non dispiace (come sempre). E' lei la protagonista, sempre, poi arriva anche Vincent Cassel, il Capitano, che sa più di quanto voglia far credere, ci sono anche T. J. Miller, Mamoudou AthieJohn Gallagher Jr. Lasciando perdere le deboli interazioni tra i personaggi e lo scontato messaggio ecologista, a mio avviso Underwater (un buon film di genere, che non ha avuto il successo sperato) si rivela come intrattenimento più che dignitoso. Voto: 6+ [Qui più dettagli, Qui Scheda]

A Ciambra (Dramma 2017) - Globalmente un buon film, che ha le sue qualità maggiori nel coraggio e nella "scorrettezza". Sì, perché in tempi di politicamente corretto a tutti i costi, la pellicola "osa" ritrarre la comunità Rom di Gioia Tauro, nel modo in cui molti si aspetterebbero, alimentando così, agli occhi "sbagliati", i luoghi comuni che da sempre circolano su quel popolo. E così Pio (il ragazzo protagonista) è, forse, una sorta di personaggio pasoliniano destinato sin da subito alla sconfitta, al crimine, a non essere redento. Lo sguardo del regista (Jonas Carpignano) è realista, lucido e spietato. Un film duro e per nulla edificante e consolatorio. Che forse per questo non coinvolge, difficile entrare nella storia, nei personaggi (comunque ben interpretati dall'intera famiglia Amato), anche perché poi non si capisce manco cosa dicono. Già, perché non so se nella versione originale ci sono i sottotitoli, ma in quella capitatami nemmeno l'ombra, e quindi un po' di irritazione l'ho avuta. Nonostante ciò, resta un buon film, un film senza dubbio da vedere. Voto: 6 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

Tutto il mio folle amore (Dramma 2019) - Gabriele Salvatores (che finalmente torna a essere interessante dopo le incerte derive supereroistiche) tratta un argomento non facile, lo fa toccando le corde dei sentimenti, del rapporto tra un padre, che è fuggito quando suo figlio è nato, e un figlio che non ha mai visto suo padre e che a causa dell'autismo è sempre stato costretto a una vita troppo "ingabbiata". La storia è davvero bella (anche perché vera), Giulio Pranno esalta il suo personaggio con un'interpretazione meritevole. Ma il film sembra non riuscire a "sbocciare", fermandosi agli strati superficiali sia delle vicende dei personaggi che ai rapporti interpersonali tra i protagonisti. Gioca tutto sull'emozione (siamo sulla scia del recente, sempre italiano, Mio fratello rincorre i dinosauri solo che in questo caso la parte drammatica è predominante su tutto) ma non riesce a far "immergere" completamente nella storia. Il finale poi è forzato e senza senso. Tuttavia, molto bravo Claudio Santamaria, come tutto il resto del cast (comprendente anche Diego Abatantuono), buona la realizzazione, e la struttura on the road premia, dando comunque un ritmo vivace all'intera pellicola, una pellicola semplice che si fa guardare. Voto: 6 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

Museo - Folle rapina a Città del Messico (Dramma/Thriller 2018) - Juan, con la complicità un po' riluttante dell'amico Benjamin, decide di fare un colpo al museo di antropologia di Città del Messico, per goliardica irrequietudine ma anche per lucrarci sopra. Il titolo è per certi versi ingannevole: più che un film su una (vera) rapina (realmente accaduta durante le festività natalizie del 1985) si tratta di una pellicola che parla soprattutto di un'impasse generazionale fatta di mezzi spiantati che girano a vuoto, come più volte ammesso dagli stessi. Certo, l'incredibile furto (non solo per l'importanza della refurtiva ma anche per come venne realizzato) ha una parte non piccola nell'economia della storia e dei contenuti, ma sembra quasi una scusa per parlare di altro. Il regista Alonso Ruizpalacios fa della rapina solo un pretesto per cogliere lo spirito di inadeguatezza dei due giovani e riflette sulla distonia tra slanci, colpi di testa, ingenuità e l'impossibilità di gestirne le conseguenze. E lo fa bene, niente di sorprendente però, anche se alla fine si segue con piacere il girovagare dei due protagonisti (Juan viene interpretato da un sempre bravissimo Gael García Bernal) che non si rendono conto di quanto fatto. A conti fatti, buon film. Voto: 6 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

SEMAFORO ROSSO PER...
Dragged Across Concrete - Poliziotti al limite (Poliziesco/Dramma 2018) - Grosse aspettative per questo thriller poliziesco noir drammatico in cui due onesti poliziotti, sospesi dal servizio, passano dalla parte del crimine per far fronte a difficoltà economiche. S. Craig Zahler però non replica il rigore e la durezza del film precedente (dei film precedenti, rispetto a Cell Block 99 la violenza, pur sempre presente, è molto più contenuta): gli stereotipi sono oltre il limite di guardia (il fratello paralitico, la moglie malata, l'anello nascosto, e via discorrendo), il ritmo latita fra una prima parte "attendista" estenuante ed un epilogo frettoloso, certi personaggi secondari sembrano buttati nella mischia a caso (la neo mamma depressa interpretata da Jennifer Carpenter). La buona prova di Mel Gibson e Vince Vaughn non salva un film troppo lungo e sfilacciato, un film pochino deludente. Voto: 5,5 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

Georgetown (Dramma/Giallo 2019) - Una storia (tratta da una storia vera, che ha riempito le cronache dei quotidiani una decina di anni fa) decisamente incredibile, quella che sta alla base del film, e che permette di sviluppare un critica non da poco alla società dell'apparenza e delle pubbliche relazioni, società che permette a personaggi come quello di Ulrich Mott di trovarci posto e vendere fumo. Christoph Waltz, al suo debutto alla regia, interpreta con stile ma forse non è proprio indovinato o lui stesso non rende al massimo quando non c'è Tarantino dietro le quinte. Seconda parte con esiti non tutti convincenti, come poco limpide rimangono alcune peculiarità della consorte vittima del raggiro (una Vanessa Redgrave che a 92 anni è ancora sul pezzo). Il montaggio serrato e la non banale struttura narrativa rendono sì avvincente la visione, ma la parte finale, come tutto il resto del film (che si muove in modo piuttosto prevedibile attraverso diversi piani temporali, che il montaggio giustappone, togliendo tuttavia ogni suspense e ogni dubbio, anche grazie al personaggio della figlia Amanda interpretata da Annette Bening), deludono. Forse è meglio che lasci ad altri l'onere della regia e si concentri sui suoi ruoli d'attore. Voto: 5 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

C'era una volta a Los Angeles (Azione/Commedia 2017) - Una scalcinata coppia di detective privati di Venice si trova coinvolta in un tourbillon di strampalate vicende. E' un thriller? E' una commedia demenziale? E' un pulp? E' un action? E' un po' tutto questo. Infatti si può dire che Venice sia la spiaggia di Los Angeles, un quartiere multicolore, molto vivace e persino kitsch, paradiso di surfisti e skaters, dove è facile incontrare locali strani e personaggi improbabili, come quelli che costellano questa particolare pellicola. E personaggi improbabili fanno cose improbabili, se non peggio, come quelle che si vedono in questo film. Il filo conduttore è parecchio labile, ma serve a tenere insieme alcune paradossali vicende che in qualche strambo modo si intrecciano tra loro. Ogni tanto la storia riesce a divertire ed a strappare qualche risatina, ma non è che accada troppo spesso. Notevole è il cast di questo curioso film, che oltre a Bruce WillisJohn Goodman, può vantare il gigantesco Jason Momoa e l'imbranato Thomas Middleditch, tutti disposti a prendersi amichevolmente in giro in ruoli al limite del grottesco. In più ci sono diverse guest star di fama, che si concedono piccoli camei. Regia degli sconosciuti fratelli Cullen e colonna sonora che strizza un po' troppo l'occhio a quella di Pulp Fiction. Uno scanzonato divertissement, un po' folle, che non arriva alla sufficienza. Voto: 5+ [Qui più dettagli, Qui Scheda]

Un cavallo per la strega (Dramma/Giallo 2020) - Racconto estremamente affascinante della brava Agatha Christie sviluppato (originariamente) in una miniserie di due puntate (ma in Italia uscito come unico film). Diretta da Leonora Lonsdale, la miniserie è scritta da Sarah Phelps, l'autrice che si è occupata degli altri adattamenti dei romanzi di Christie usciti negli ultimi anni (l'ultimo The ABC Murders). The Pale Horse arriva dopo ben quattro miniserie nelle quali Phelps ha stravolto le aspettative del pubblico, in una new wave che abbandona le formule più classiche. Le versioni di Sarah Phelps sono per questo a volte controverse per il piglio iconoclasta dell'autrice. Il tentativo è sempre interessante ma non sempre riescono, come in questo caso. The Pale Horse non è davvero un whodunit, quanto il viaggio patetico di un uomo dentro la paura della propria morte. Come tale funziona benissimo, diventando un nuovo bel capitolo del folk horror inglese, ma per il resto proprio no. A essere debole, in The Pale Horse, è proprio l'indagine, che non ha quella progressione implacabile verso la soluzione che ci si aspetta da una miniserie/pellicola di questo tipo. Il punto di partenza della lista è perfetto e gli fa da contraltare il classico spiegone che mette le cose in fila: in mezzo, però, c'è tanta confusione e anche tante deviazioni che sembrano buttate lì un po' a caso. Il finale poi è arrovellato e pieno di colpi di scena nel colpo di scena centrale. Si resta spiazzati, o basiti...dipende. Certamente destabilizza aprendosi a diverse (anzi a troppe) interpretazioni. Va bene che la trama riesca comunque a catturare, che la fotografia sia efficace e gli interpreti siano ben scelti, soprattutto Rufus Sewell, perché Kaya Scodelario fa solo da abbellimento (un gran bell'abbellimento in ogni caso), però non è detto che basti. Detto questo, ci sarà tuttavia d'aspettarsi altri adattamenti, speriamo bene. Voto: 5 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

ANGOLO VINTAGE
Unbreakable - Il predestinato (Fantascienza/Thriller 2000) - La notizia di un film che doveva unire i personaggi di David Dunn e Kevin Crumb, rispettivamente i protagonisti del film in questione e di Split, sempre e solo per mano di M. Night Shyamalan, l'impellenza quindi di rivedere questo primo film della trilogia era abbastanza alta, e così ho provveduto. Unbreakable ci pone difronte ad un nuovo modo di raccontare la storia della nascita di un novello supereroe, discostandosi completamente dai molti suoi simili, anche moderni. Il regista inizia a creare il suo universo di supereroi in un periodo in cui non erano in voga e realizza un'opera non male, ma che presenta diversi punti deboli e non molto convincenti. A livello tecnico di regia e montaggio è sempre un bel vedere, così com'è efficace la fotografia, peccato che risulti essere a tratti spenta e ricca di monotonia stancante, colpa di una sceneggiatura non propriamente solida. C'è infatti qualche momento di perplessità, però per essere un film su super uomini tutto sommato è accettabile. Non ci sono molte scene d'azione (qualcuna in più per migliorare il ritmo non guastava) ma le prove di Bruce Willis lontano dai soliti cliché e di Samuel L. Jackson nel ruolo del mentore misterioso riescono a portare questa ombrosa pellicola nella giusta direzione. Ancora bello è il finale a "sorpresa", un colpo di scena che tuttavia competere con quello de Il sesto senso dell'anno prima mai potrebbe. Certamente da riscoprire, aspettando l'ultimo capitolo, se ancora non lo si è visto. Voto: 6,5 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

Ecco infine i film scartati ed evitati del periodo: Un amore per caso, Submergence, Goleador - Il mistero degli arbitri addormentati, Doppio sospetto, Mi chiamo Francesco Totti, Hammer of the Gods, The Elevator.

23 commenti:

  1. Sicuramente guarderò con Lorenzo "La famosa invasione degli orsi in Sicilia" se passerà in chiaro.
    Gli altri non li conosco, tranne "Unbreakable" che vidi una sera a casa mia con alcuni amici, moltissimi anni fa, quando ancora si noleggiavano le cassette.
    Non era il mio genere, ma mi piacque, dai.

    Come mai hai scartato il fil su Totti? Ne stanno parlando benissimo.

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    1. Sì, tanto carino, per grandi e piccini ;)
      Sorpresona, un cinecomic che ti piace è bello :)
      Tu dici perché? Perché è Totti, e non c'entra il tifo..

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  2. A detta di molti Unbreakable è uno dei migliori film di supereroi, e lo è anche per noi :)

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    1. Beh non esageriamo, bello sì, ma per me l'MCU è il Re incontrastato..

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  3. D'accordissimo su Color Out Of Space, Cattive Acque e Underwater.
    E dopo la prima visione di Unbreakable ero d'accordissimo anche su quello, poi l'ho rivisto un paio di volte e ad ogni visione è aumentato notevolmente l'apprezzamento nei confronti di un film che ha in qualche modo anticipato i tempi, raccontando di supereroi in maniera decisamente diversa a quella a cui eravamo abituati.

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  4. Doppio sospetto invece è da vedere. E a te piacerebbe, sono pronto a scommetterci..

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  5. Dei film che hai recensito, mi interessa molto questo: "La famosa invasione degli orsi in Sicilia". Grande cast di doppiatori, senza dubbio! Questa è un'operazione di animazione che merita, senza dubbio.
    L'altro film che guarderò è quello su Totti.
    Ammetto, mai stato particolarmente simpatico...

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    1. Sì, l'Italia nell'animazione quando vuole è in grado di fare grandi cose ;)
      Solo ai Romanisti probabilmente lo è...

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  6. Underwater lo ero venuto a cercare un mesetto fa ma non lo avevi ancora recensito.
    Concordo su tutto anche se i cliché a me non hanno dato fastidio, alla fine in questi film claustrofobici non è che hai tante alternative.
    Non mi hanno fatto impazzire i mostri che a parte le scene d'azione (poche, per fortuna), hanno poco spazio e avrei preferito saperne di più.
    Ti sei dimenticato di citare il grandissimo de La Festa Prima delle Feste (non vedo l'ora di rivederlo, ormai è uno dei miei natalizi preferiti), fa sempre il cazzone quello 😂

    Di Un Cavallo Per la Strega, se mi hai letto sulla chat GL, conosci la mia. Concordo anche qui su tutto, è un no anche per me, anche se devo ammettere che l'ho consigliato alla mia lei, si rovina sul finale, troppo ambiguo, aperto, su cui ragionare per ore (infatti sono andato pure a cercare le spiegazioni su internet) e per i miei gusti questo è un fallimento. Però il mezzo intrattiene e incolla al televisore, cosa da non sottovalutare.

    Unbreakable a me era piaciuto tantissimo al cinema. Però i supereroi mi avevano rotto ancora prima della moda cinecomic (e soprattutto MCU 🤢), preferivo più il lato misterioso, impronta del regista.

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    1. Scusa, T.J. Miller lo hai citato. Dato che in giro sto senza connessione, mi salvo i post offline, li leggo e scrivo un commento su un foglio di appunti. Poi copio e incollo. Questo lo avevo scritto stamattina alle 5, poi ho riletto velocemente e mi sono accorto che lo avevi nominato ma mi sono dimenticato di correggere.

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    2. Sì è lui, simpatico cazzone anche in Deadpool :D
      Diciamo che preferisco altri tipi di giallo, più semplicistici, dove il finale è chiuso.
      Non dispiace no, per i supereroi sono al contrario, però caspita se non è affascinante ;)

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  7. Cattive acque era stato l'ultimo film visto al cinema prima che chiudessero tutti per il primo lockdown, è molto interessante e scioccante per l'argomento che tratta.
    Underwater e soprattutto Dragged Across Concrete per me hanno un bel semaforo verde ma mi sa che tu e Zahler non andiate troppo d'accordo o sbaglio? Carino anche Georgetown, ma Waltz mi è diventato un po' troppo macchietta negli ultimi tempi.

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    1. Sì, è come da noi per l'amianto, sconvolgente...
      Underwater non più di così perché è un po' troppo simile ad altri, e Georgetown machiettistico quasi tutto...
      Sbagli, piaciuti i primi due, solo che in questo non c'è il guizzo che m'aspettavo di vedere, comunque continuerò a seguirlo ;)

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  8. Ho visto Cattive acque qualche mese fa su Sky e ho apprezzato molto l'argomento e il modo in cui è stato trattato. Confesso che dopo aver visto questo film, sono andata a controllare subito tutte le mie pentole e padelle antiaderenti. Mark Ruffalo mi è piaciuto molto in queste vesti e non mi dispiaciuta neanche Anne Hathaway, mi ha sorpreso molto.
    Underwater lo avevo visto al cinema, l'anno scorso forse e l'ho rivisto anche su Sky, non un film importante o impressionante ma comunque carino da vedere.
    Non mi è dispiaciuto neanche "Un cavallo per la strega", la realizzazione non è stata straordinaria ma essendo ispirato ad un romanzo di Agatha Christie, intriga e sorprende.
    Ho visto anche gli altri film del semaforo rosso ma non avrei nient'altro da aggiungere rispetto a quanto già detto da te.
    Saluti!

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    1. Hai fatto bene a controllare le pentole, ma il danno è fatto purtroppo..
      Carino sì Underwater, ingiustamente bersagliato dalla critica!
      Stavolta la Christie non m'è piaciuta, belle le sue storie, ma questa non tanto..
      Ok, ciao e a presto ;)

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  9. Ho visto Cattive acque e mi è piaciuto molto. Pensavo di essere di parte visto che amo Ruffalo e qualunque cosa faccia la apprezzo. Ma vedo che è un giudizio condiviso da molti. La Du Pont, con il suo teflon, ha causato la morte tantissime persone e credo che questo film sia stato necessario per comprendere la misura della tragedia e dello scandalo. Mi pare che la questione non sia ancora del tutto risolta.

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    1. Ancora no purtroppo, e pensa che se non avessi visto il film, non avrei saputo questa sconvolgente storia. Per quanto riguarda Ruffalo, sempre piaciuto anche a me ;)

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  10. Noooo, Dragged Across Concrete bocciato? Avevo grandi aspettative dopo i primi due film di Zahler! :--(

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    1. Anch'io le avevo, comunque un'occhiata potresti darla, ci sono pellicole ben peggiori ed evitabili..

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