Quest'anno, anzi, lo scorso anno ho voluto completare le classifiche finali non solo per chiudere l'anno cinematografico nel modo più onesto possibile, ma anche per permettere a questo mio classico post natalizio, di natura esclusivamente cinematografica, di uscire in tempo, per dare insomma tempo (a voi) di vedere (se lo ritenete giusto o se il mio giudizio lo permetterà, è a vostra discrezione) questi film che oggi recensisco prima dell'ufficiale conclusione delle feste. E così, prima del mio momentaneo congedo di una settimana e ovviamente dell'arrivo dell'Epifania, ecco quali sono stati i film di Natale che visto su Sky. Prima però vorrei parlarvi di un inedito cortometraggio visto sempre grazie al canale tematico della piattaforma satellitare, un cortometraggio di 28 minuti intitolato Babbo Natale deve morire. Già, questo cortometraggio di produzione Britannica del 2014, dal titolo originale Marked, ha un titolo abbastanza particolare, come particolare è appunto la trama di questo semplice, lineare ed interessante corto, un corto dolce amaro che mescolando risate e suspense, diverte e fa riflettere. In Marked infatti, una storia nella quale riecheggia la lezione di Dickens, Kiefer Sutherland e Stephen Fry sono alle prese con crisi, fallimenti e un incontro davvero inatteso, un incontro che avrà ripercussioni importanti nella vita di questo povero cristo che ha causa di problemi economici accetta di compiere un'omicidio su commissione, salvo poi cambiare (ovviamente) idea. Beh sì, niente di originale, tuttavia tranquillamente vedibile, anche se il momento migliore è quando riecheggia Shake up Christmas dei Train, che però da solo vale la visione. Perciò dategli un'occhiata se ci riuscite. Ma adesso ecco i film.
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giovedì 3 gennaio 2019
I film di Natale visti su Sky (2018)
mercoledì 30 maggio 2018
I peggiori film del mese (Maggio 2018)
Essendo questo un post negativo, volevo oggi darvi una notizia cinematograficamente positiva con una piccola anticipazione su una (spettacolare e straordinaria) saga vista di recente che mi ha impegnato parecchio, che spiega in parte la diminuzione dei peggiori film visti del mese, e del suo conseguente corposo post. In questo mese infatti, ho fatto di nuovo conoscenza con un parassita davvero letale e disgustoso e con una donna davvero d'acciaio. Qualcuno avrà forse capito, soprattutto avendo Sky, ma comunque vi basterà aspettare venerdì per capire di cosa sto parlando e a cosa mi riferisco, perché nel frattempo purtroppo dovrete accontentarvi di conoscere i peggiori film che questo (in parte avulso) mese mi ha regalato.
La casa di famiglia (Commedia, Italia 2017): Una gradevole commedia con un canovaccio classico che conduce all'altrettanto classico gioco degli equivoci, questo è in sintesi il fulcro della pellicola. Pellicola che appunto non sembra avere nulla di particolare sotto l'orizzonte, tuttavia nonostante parecchie sbavature (una durata troppo breve, una punta inutilmente malinconica nella narrazione perché superficiale, alcuni personaggi e situazioni, bullismo, stereotipi e banalità, al limite della correttezza), essa, che racconta di 4 fratelli alle prese con un "infelice" risveglio dal coma dell'amato Padre, è ben recitata (Stefano Fresi sempre bravo al pari di Matilde Gioli, ma spicca Luigi Diberti nella parte del padre), priva di volgarità, dinamica dal punto di vista dei dialoghi e del ritmo narrativo. Anche se forse, anzi, quasi certamente, c'era del materiale per fare qualcosa di meglio, poiché si ride davvero poco. Infatti il fulcro del film, che è quello di far sembrare viva un'abitazione oramai mezza vuota e in vendita, non sempre viene sfruttato a dovere. Certo, alcuni divertenti e paradossali momenti ci sono e funzionano, ma alla fine rimane davvero poco di una commedia troppo semplice che, seppur segna un netto miglioramento registico di Augusto Fornari dopo il pessimo Torno indietro e cambio vita del 2015, non convince fino in fondo. Giacché nonostante il discreto apporto di un buon cast (comprendente notevoli attori italiani), poco resta, poco diverte e poco fa riflettere, anche se tutto fila piacevolmente liscio. Voto: 5,5
mercoledì 20 dicembre 2017
Tutti gli altri film visti durante il 2017: Commedia (Il fascino indiscreto dell'amore, Moglie e marito, Insospettabili sospetti & Masterminds)
Eccoci arrivati all'ultimo appuntamento della rassegna filmica istituita per non lasciare nessun film indietro, e per chiudere come si deve, ecco il genere commedia, che brillantemente quest'anno si è fatta discretamente valere. Come la protagonista anche io non sono indifferente al fascino del Giappone (e dell'estremo oriente in generale) ed anche se non ho quasi mai approfondito o assecondato il mio interesse, seppur ho visto tante pellicole, orientali più che giapponesi (animazione e wuxia), questo film del 2014 di Stefan Liberski ha avuto il merito di riaccendere questa passione dormiente, che ultimamente ha avuto altresì un picco per la visita, e quindi il racconto fotografico e non, di due blogger che ci sono state pochissimo tempo fa. Perché anche se Il fascino indiscreto dell'amore (Tokyo Fiancée), è una gradevole commedia romantica, forse adatta più ad un pubblico femminile, è comunque capace di accontentare tutti, mostrando sentimento e passionalità tali da rendere tutto molto scorrevole, coinvolgente e godibile. Denso di avvenimenti seppur al contempo un po' ridondante, questo è un film infatti ad ogni modo (e a suo modo) assai godibile, dato che si ride e ci si commuove in egual misura. Giacché il racconto, questo racconto (per niente stucchevole) tratto dal romanzo "Né di Eva, né di Adamo" di Amélie Nathomb, della singolare scoperta dell'amore da parte di una giovane donna belga in Giappone, tra le gioie e i dolori del toccante scontro culturale tra Oriente e Occidente, scivola via senza grossi problemi. Il film infatti, nell'ambito di una produzione Belgio, Francia, Canada, girato tutto in Giappone, che ha per protagonisti la giovane attrice belga Pauline Etienne, e dall'attore giapponese Taichi Inoue, è piacevole per la delicatezza con cui la storia sentimentale tra i due protagonisti viene raccontata e presentata, e pertanto essa risulta sicuramente piacevole.
lunedì 11 settembre 2017
Ben-Hur (2016)
È consuetudine (ormai acquisita, sarebbe una novità il contrario) di Hollywood sfornare remake o sequel di film che hanno avuto successo, e in certi casi che hanno fatto la storia del cinema. Ma alcuni rifacimenti cinematografici però non li avremmo proprio voluti vedere. L'ultimo caso e ultimo della serie (perché negli anni molti altri sono stati i casi simili e quasi tutti in negativo) è Ben-Hur, film del 2016 diretto da Timur Bekmambetov, che quasi svilisce il capolavoro kolossal del 1959 di William Wyler, con protagonista un immenso Charlton Heston e vincitore di ben 11 Oscar (solo Titanic di James Cameron è riuscito a eguagliarlo). Tra i due film infatti non c'è proprio partita, tra l'epica della Hollywood di fine anni Cinquanta e quella fredda dei giorni nostri c'è un muro invalicabile che sinceramente non andava minimamente infranto. E invece eccoci qui ancora una volta a recensire l'ennesimo remake che sarebbe subitamente da cancellare, se solo potessimo. Giacché questo remake non fa altro che deludere lo spettatore che invece, ingannato dal trailer, si aspetta un film vulcanico, dinamico, avvincente, ben ritmato, con una sceneggiatura che certamente non avrebbe fatto rimpiangere l'originale scritto da Lew Wallace nel 1959. Difatti, senza voler usare ipocriti e ingenui eufemismi, questo film, diretto da un regista personalmente sconosciuto, ri-scritto e ri-sceneggiato dagli statunitensi John Ridley (seppur vincitore del Premio Oscar 2013 per la migliore sceneggiatura non originale del Film 12 Years a Slave) e Keitt R. Clarke (quasi sconosciuto al grande pubblico cinematografico americano avendo realizzato poche sceneggiature importanti, The Way Back (2010), In Search of Dr. Seuss (1994), ma forse più conosciuto come produttore e scrittore statunitense), è quasi dilettantesco e certamente inutile da farsi.
sabato 26 agosto 2017
Now You See Me 2 (2016)
Now You See Me 2, film del 2016 diretto da Jon M. Chu, si presenta sin da subito molto diverso dal primo film, di cui questo è appunto il sequel, però nel senso negativo del termine. Infatti mentre il primo era bellissimo e coinvolgeva in continuazione lo spettatore, in quanto appena si svolgeva un trucco vi era una rapida spiegazione seguita a ruota da un'altra magia, questo secondo proprio non lo è. La trama difatti risulta forzata e abbastanza prevedibile fin dall'inizio e laddove nel primo capitolo comunque alla fine tutto risultava almeno credibile, qui appare quasi tutto palesemente non fattibile e impossibile. E quindi come quasi tutti i sequel, non si dimostra all'altezza del precedente. Giacché il primo Now you see me aveva un grande potenziale, non si era mai vista infatti una squadra di maghi tanto abile e tanto coinvolgente (tanto che fu come sottolineato anche spesso nella mia recensione di più di un anno fa, qui, uno dei miei preferiti del genere), ma adesso questo grande potenziale si perde totalmente. Partendo dalla trama, essa non ha coerenza, cose fin troppo approssimate e irreali (specialmente nelle scene finali) anche per un film del genere in cui è l'immaginazione del regista l'unico limite. Ed è appunto il regista che non sa gestire la cinepresa, tranne per qualcosina, anche se in questo caso le riprese non riescono a catturare l'attenzione e la voglia di continuare si affievolisce.
mercoledì 28 settembre 2016
I film visti in tv in questo mese di Settembre
Anche se sono passati un po' di giorni da quando li hanno mandati in onda in televisione, e da alcuni dalla mia visione ecco le mie quattro recensioni dei film visti durante questo mese, cominciando da The Danish Girl, controverso e delicato film del 2015 diretto da Tom Hooper (Les Misérables e Il discorso del re) che si avvale di un cast di livello, da Eddie Redmayne ad Alicia Vikander, da Ben Whishaw a Matthias Schoenaerts, per raccontare il dramma umano e sociale nella Danimarca di inizio '900, quello Einar Wegener, una delle prime persone a essere identificata come transessuale e la prima a essersi sottoposta a un intervento chirurgico di riassegnazione sessuale. Il film infatti, liberamente ispirato alle vite dei pittori danesi Lili Elbe e Gerda Wegener, adattamento del romanzo La danese (The Danish Girl), scritto nel 2000 da David Ebershoff, racconta di un pittore danese, (che sente prorompere in sé una natura femminile), pioniere del transgender che da Copenaghen (quando le problematiche sull'identità di genere venivano viste esclusivamente come patologie o, peggio, veri e propri casi di schizofrenia) arriva fino a Dresda per coronare il sogno di diventare donna. Aiutato e supportato attraverso molte difficoltà da una moglie da cui è sempre meno attratto, Einar conscio che quella che intende provare è un'operazione mai tentata prima e dai rischi immani, decide ugualmente di tentare poiché l'idea che muove il personaggio è chiara, piuttosto che rimanere se stessi nel corpo di qualcun altro, meglio la morte. Il messaggio del film invece non lo è altrettanto, così preso a rimanere equilibrato tra il dipinto agiografico di un pioniere dell'omosessualità e la condanna ad una medicina rozza ed incapace, in cui solo un coraggioso dottore ripudiato dalla scienza ufficiale capisce la tragedia interiore del protagonista. La parte migliore del film è la prima, quando la vera natura di Einar si palesa prima per scherzo, e per la complicità involontaria della moglie Gerda (una splendida Alicia Vikander), poi sempre più consapevolmente per entrambi i coniugi, con una metabolizzazione della nuova realtà infarcita di paura mista ad amore incondizionato.
lunedì 16 maggio 2016
Oblivion (2013)
Oblivion è un innovativo, originale e intrigante film di fantascienza del 2013 scritto, diretto e prodotto da Joseph Kosinski (Tron: Legacy), con protagonista il sempreverde Tom Cruise. Spesso certi tipi di film come questo partono, nascono, con aspettative alte senza riuscire a mantenerle. Questo non è il caso di Oblivion, che non solo conferma le attese ma addirittura le supera. Questo è un giocattolo fantascientifico di elevatissima qualità, effetti speciali strabilianti, molto verosimili e del tutto sottese alla storia, stupende ambientazioni, scenografie e colonna sonora, molto curate le scene di azione, dunque tra i migliori film del genere degli ultimi decenni. Qualche lacuna nella sceneggiatura (nei dialoghi sempliciotti e nel tratteggiare i coprotagonisti) lascia un residuo di amaro in bocca, perché poteva essere un capolavoro, ma lo è quasi. Ho subito apprezzato "Oblivion" anzitutto proprio perché non crea false illusioni, il film inizia in un certo modo e crea una precisa idea nello spettatore il quale però poi, a un certo punto, si aspetta decisamente di più. Ebbene, il regista non delude in questo, attuando un'inaspettata serie di risvolti narrativi (semplici ed efficaci) che rendono la storia credibile e intrigante, soprattutto nell'ultima mezz'ora. E con un bel finale interpretabile (diciamo così) e diverso dal solito. Lodevole l'idea di vagare tra le lande, gli anfratti e i resti di edifici di una Terra distrutta e disabitata. Concettualmente, nulla di originale, sia chiaro, ma come struttura narrativa, davvero eccellente, curata, coerente e abbastanza imprevedibile. Un plauso a questo sconosciuto regista anche e soprattutto per l'idea di fondo che permea sottilmente tutto il film, ritrovare se stessi nell'oblio dei ricordi. Ma veniamo alla trama. Tutto inizia attraverso la spiegazione di quanto è avvenuto sulla Terra. Siamo nell'anno 2077. Sessant'anni fa il nostro pianeta è stato il campo di battaglia di una guerra nucleare contro una razza aliena chiamata Scavengers che voleva invadere la Terra. Questo scontro è stato vinto dagli umani ma la Terra è stata completamente devastata. Anche la Luna è stata distrutta (l’immagine di questo satellite fatto a pezzi nel cielo è spettacolare, veramente realistica), generando così notevoli cambiamenti climatici. L’umanità è pertanto costretta a lasciare la Terra per dirigersi verso il pianeta Titano. L’esodo è possibile grazie a dei macchinari che estrapolano le risorse naturali (in particolare l’acqua che viene risucchiata da gigantesche macchine) per poter generare vita su quest'altro pianeta.
mercoledì 17 febbraio 2016
Prime Visioni Mediaset: Now you see me (2013), Una donna per amica (2014) & 50 sfumature di grigio (2015)
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