Sarà stato un caso, sarà stata la programmazione cinematografica di Sky, ma dopo due adattamenti cinematografici della regina dei gialli Agata Christie, opportunamente visti, eccone altri tre che ho ovviamente visto. Tre adattamenti che hanno riempito il palinsesto della collezione "Ottobre con Agata Christie", tre adattamenti che tuttavia bisogna sottolineare sono tutte miniserie britanniche, tre adattamenti a tre racconti davvero interessanti, ecco quali. Basata sull'intramontabile romanzo omonimo (uno dei più celebri) di Agatha Christie, sceneggiata da Sarah Phelps e diretta da Craig Viveiros, Dieci piccoli indiani (And Then There Were None) è una miniserie televisiva britannica (composta originariamente da tre puntate e poi da due nell'edizione italiana) del 2015, una miniserie che, offrendo allo spettatore un adattamento contemporaneamente nuovo e fedele, non delude né i fan del romanzo, né quelli delle produzioni BBC (che negli ultimi anni sta proponendo discreti prodotti), perché riesce tenere incollato allo schermo anche chi conosce già la trama del giallo più venduto al mondo. Come in molti altri romanzi della Regina del Giallo, la scelta di una location circoscritta fa sì che il responsabile dei crimini si nasconda necessariamente fra i protagonisti, la miniserie infatti ci racconta di otto sconosciuti che vengono convocati dai misteriosi coniugi Owen nella loro tenuta (una villa principesca ed isolata, posta su di un isola al largo della costa del Devon), lì gli otto si uniranno ad una coppia di domestici che già si trova sul posto (10 personaggi, 10 piccoli indiani, come nella filastrocca per bambini), tutti che in attesa di incontrare i padroni di casa, ad uno ad uno però i convenuti iniziano a cadere come mosche (scatenando in questo modo fra i sopravvissuti la caccia all'assassino). Non era dunque facile mantenere alta la suspense, ma la realizzazione impeccabile, l'ottima recitazione degli attori, le atmosfere inquietanti e la colonna sonora adeguata costringono anche lo spettatore più consapevole a chiedersi se davvero il mistero si risolverà come da copione, quest'ultimo infatti offre tre ore di giallo/mystery ad alta dose di tensione emotiva. Così tanta che ci si ritrova comunque ad empatizzare con i personaggi, non così tanto innocenti. Perché anche non avendo letto il libro, quest'opera calligrafica, attenta alla confezione ed elegante nella forma e curata nella messa in scena, riesce davvero ad affascinare e coinvolgere.
Certamente i 180 minuti sono eccessivi se si pensa che il primo (e forse più riuscito) film tratto dal romanzo (era 1946) durava 86 minuti circa. Quindi un prodotto pensato per la tv, che tuttavia, anche concedendosi numerosi flashback nel tentativo di raccontare gli scheletri negli armadi di ogni personaggio, riesce nell'impresa di non perdere tensione nonostante la dilatazione dei tempi. Tensione (l'escalation degli omicidi) che rimane costante non tanto per i soliti escamotage (carrellate negli anfratti più nascosti della casa, rumori improvvisi e via dicendo), e non tanto in verità dal ritmo narrativo, seppur in costante accelerazione (da atmosfere sempre più cupe e da inquadrature via via più claustrofobiche che trasformano i preziosi, curatissimi interni in una prigione senza via di fuga) ma "solamente" ben cadenzato, quanto per le performance degli interpreti (su cui svettano la poliedrica Maeve Dermody, il carismatico Aidan Turner e un Charles Dance sempre meravigliosamente impenetrabile, non dimenticando tra gli altri Toby Stephens, Sam Neil e Douglas Booth) che si accusano l'un l'altro, non ammettono le proprie colpe, non vogliono espiare i propri peccati, ma verranno inchiodati alle rispettive responsabilità in modi non proprio ortodossi, attraverso il solito meccanismo di una morte dopo l'altra, fino allo svelamento finale, che meritava in verità un po' più di impegno. E insomma un lavoro che, seppur lontano dal far sobbalzare dalla poltrona, incuriosisce, convince e si fa valere abbastanza, anche perché tralasciando l'adattamento del romanzo della Christie, And Then There Were None è l'esempio di perfetto giallo. La miniserie infatti spalma la sua storyline equilibrando le due puntate in maniera eccelsa senza appesantirsi totalmente nella parte finale. La sempre presente cura al dettaglio, non solo scenografico, e interpretazioni ponderate, ma potenti e di grande impatto, sono difatti la formula perfetta per un prodotto televisivo ben riuscito, tanto da essere incredibilmente migliore dell'adattamento cinematografico fatto da Kenneth Branagh ad uno dei romanzi più famosi della scrittrice britannica, quel Assassinio sull'Orient Express che ha spaccato critica e pubblico, rimasto leggermente deluso da un adattamento carino ma freddo e non del tutto convincente. Voto: 6,5
Dopo Dieci piccoli indiani, la BBC (che aveva già confermato la realizzazione di 7 drammi tratti dai gialli della Regina del Giallo) continua con gli adattamenti dei gialli di Agatha Christie con la miniserie Testimone d'accusa, miniserie di produzione 2016 diretta da Julian Jarrold (regista famoso in Gran Bretagna perché artefice di importanti adattamenti). Purtroppo però al contrario del precedente, questa trasposizione del celebre omonimo racconto di Agata Christie, non è per niente impeccabile, è stranamente prevedibile e non eccellentemente interpretata, risultando per questo una trasposizione al massimo sufficiente. The Witness for the Prosecution infatti, miniserie da tre puntate poi convertite in un film lungo 120 minuti, un legal thriller come se ne vedono a migliaia, è prolisso, lento e a tratti anche pesante. Perché certo, malgrado questi limiti, è comunque un film, una miniserie degna di nota, innanzitutto per l'ambientazione volutamente lugubre e squallida, per le atmosfere, suggestivamente cupe e fosche e per le interpretazioni comunque in linea con gli standard di una produzione di discreto livello, da Toby Jones ad Andrea Riseborough, da Billy Howle a Kim Cattrall, ma il ritmo lento, con tantissime dissolvenze e tempi morti che seppur funzionali al racconto, spesso spezzano la tensione, proprio non aiuta. In tal senso il confronto con il capolavoro (secondo alcuni) di Billy Wilder (che io però non ho visto) è del tutto improponibile. La miniserie infatti, che ci porta nella Londra degli anni Venti, dove la ricca e affascinante Emily French viene brutalmente assassinata nella sua casa, fatto di cui viene accusato il giovane amante francese Leonard Vole, a cui la donna ha lasciato la sua fortuna, molto spesso non convince, perché anche non conoscendo il romanzo molti punti (il finale soprattutto) sono facilmente intuibili ad uno primo sguardo. Come se non bastasse, la sotto-trama dell'avvocato difensore di lui, l'avvocato che convinto dell'innocenza dell'imputato lo difende a spada tratta, è di una lentezza, piattezza disarmante. Egli infatti, che malgrado la sua cagionevole salute e un grave lutto (che ne ha compromesso la serenità familiare) non molla di un centimetro, da vita ad una sotto-trama, seppur importante per capire la sua personalità (un animo triste che si fa "abbindolare" dalla voce canora soave della compagna dell'incriminato ex soldato, una comunque brava ma odiosa Andrea Riseborough), e del perché tanta è la sua ferocia nel voler a tutti i costi scagionare un giovane nullafacente accusato di un crimine decisamente ambiguo, quasi inutile. Non è di certo inutile questa miniserie, perché qualcosa di buono ha comunque, oltre all'ambientazione e l'atmosfera, ovvero una dolce colonna sonora, ma è personalmente in definitiva il peggior adattamento visto. Perché certo, in verità ad alcuni certi colpi di scena (che ovviamente non svelo) si potrebbe sussultare o rimane gelati, ma nel complesso la delusione la fa da padrone. Voto: 5+
Dopo aver scritto la sceneggiatura sia di And Then There Were None (Dieci piccoli indiani) che di Witness For The Prosecution (Testimone d'accusa), entrambe per la BBC, Sarah Phelps (cresciuta cinematograficamente con il passabile Grandi Speranze) non s'è mica fermata, e ne ha adattato un altro (e non è detto che sarà l'ultima volta), sempre per la BBC, ovvero Ordeal By Innocence. Le due verità (appunto Ordeal by innocence) infatti, adattamento del 2018, prodotto da Amazon Originals, tratto dall'omonimo romanzo del 1957 di Agatha Christie e diretto da Sandra Goldbacher (Victoria), è il terzo dei sette adattamenti finora usciti (almeno così credo). La miniserie, nell'originale in tre parti, nella versione italiana in due, riadatta (dato che a quanto ne so l'ambientazione cronologica è diversa e alcune cose variano rispetto all'origine letterario) in tinte dark il famoso romanzo della Christie, particolarmente amato dalla stessa autrice: il risultato, seppur molto diverso dal romanzo di partenza (ma non posso comunque confermare), è apprezzabile e affascinante, con un grande approfondimento alle vicende personali dei potenziali colpevoli e delle loro storie. A differenza di altri libri (o film/miniserie) dello stesso genere difatti, le procedure dell'indagine investigativa non costituiscono in questo caso il fulcro della narrazione e ciò che soprattutto risulta centrale è la fine analisi psicologica dei personaggi, l'acuta disamina dei lati oscuri della natura umana e dei sentimenti di rancore e astio che si sviluppano silenziosi per anni fino a sfociare in un feroce atto di violenza. L'inaspettata risoluzione della storia (seppur non "nuova", nel senso letterario che cinematografico, dato che hanno usato lo stesso espediente conclusivo in parecchi film successivamente) sorprende più i lettori che gli spettatori, eppure qualifica Le due verità come una delle più apprezzabili e riuscite opere della regina del giallo inglese in tv. Tuttavia, se eccezionale è il cast, e l'approfondimento sulle indagini è minuzioso, e nel finale si ha la sensazione piacevole della quadratura di tutto (anche se come detto esso vira in favore di una trama gialla più classica), purtroppo il ritmo è spesso esageratamente lento, tanto che francamente le tre parti avrebbero potuto tranquillamente essere due, anzi una. Ma andiamo con ordine, prima di tutto Ordeal By Innocence, che lo possiamo riassumere in una frase "una famiglia nasconde tanti oscuri segreti" (un po' come in Mistero a Crooked House) è ben interpretato, ha una buona atmosfera, una giusta ambientazione e una trama abbastanza contorta, essa infatti, che si svolge nella bellissima casa sul lago di Sunny Point, dove una facoltosa e ricca donna (interpretata da Anne Chancellor) viene assassinata brutalmente, del suo omicidio viene immediatamente accusato il figlio adottivo Jack, noto per il carattere aggressivo ed impulsivo, salvo poi scoprire che diciotto mesi dopo un certo Arthur Calgary (interpretato dal Luke Treadaway di A spasso con Bob) afferma di avere (anche se ormai è tardi, è morto in carcere) l'alibi per scagionarlo, appassiona e coinvolge, anche se non a grandissimi livelli, perché il thriller che ne segue dopo l'introduzione è leggermente prolissa seppur intrigante, giacché mentre il padrone di casa (Bill Nighy, sempre indecifrabile) è in procinto di convolare a nuove nozze con la segretaria Gwenda (la giovane e procace Alice Eve) tutto s'infittisce, è ovvio infatti che se Jack non era l'assassino, allora deve essere stato qualcun altro che si trovava a Sunny Point. I vari membri della famiglia iniziano così a guardarsi con diffidenza gli uni con gli altri e la lussuosa dimora si rivela pian piano essere un covo di menzogne e di segreti inconfessati. Ma il segreto sarà svelato, e la miniserie, nonostante alcuni difettucci, grazie all'interpretazione del discreto cast (quest'ultimo comprendente anche la bella Ella Purnell del passabile fantasy Miss Peregrine: La casa dei ragazzi speciali e Matthew Goode) e ai pregi riscontrati, riesce a farsi apprezzare sufficientemente, anche perché il lavoro della maestra del mistero è ancora sempre attuale e in grado di stupire sinceramente e probabilmente tutti, lettori (nonostante le differenze con il libro) e spettatori. Voto: 6
Dieci piccoli indiani è stato finalmente adattato in modo decente? Corro a vederlo subito! ;) thanks
RispondiEliminaSecondo il mio modesto parere sì, quindi buona visione ;)
EliminaAnche su Sky si sta assistendo ad un forte impulso nel programmare Agatha Christie. Ho letto con molto interesse le tue recensioni molto dettagliate ed efficaci. Complimenti, non è facile trovare gente capace veramente, sul web (ma non solo lì), a recensire.
RispondiEliminaPS: arrivo dal Blog di Mariella Doremifasol
In verità ci sono tantissime persone più esperte di me, ma grazie del complimento ;)
EliminaPer quanto riguarda Agatha Christie spero l'impulso continui :)
p.s. Ok, bene ;)
Ti ho già detto che quando ancora potevo leggere, il giallo era il mio genere preferito?
RispondiEliminaE di Agatha Christie ne ho letti molti, ma non li ricordo più. Chissà se avevo letto anche questo.
In ogni caso, se passa in chiaro avvisami. Questo lo guardo volentieri. :*
Non so se me l'hai detto, ma lo so adesso, e quindi quando capiteranno in tv te lo dirò ;)
EliminaCiao! Io adoro leggere i gialli di Agatha Christie, ne sono una grande fan. Mi capita spesso di vedere i vecchi film di Poirot in tv ed ho anche visto Dieci piccoli indiani a teatro e la versione di Kenneth Branagh di Assassinio sull'Orient Express. Questi film mi mancano!
RispondiEliminaMi piacerebbe sapere da un fan cosa ne pensa di questi adattamenti, se li vedi fammelo sapere ;)
EliminaDi questi ho visto solo Dieci Piccoli Indiani e l'ho trovato un discreto adattamento. Avevo anche visto l'originale del '46 e la particolare versione ambientata in Africa, dove gli indiani tornano a essere effettivamente dei negretti. :)
RispondiEliminaCioè davvero c'è quella particolare versione? Stento quasi a crederci :D
EliminaIn ogni caso la storia è davvero eccezionale ;)
Sì, con anche finale alternativo!
EliminaAh sì? allora forse gli darò un'occhiata ;)
EliminaHo visto i primi due, 10 piccoli indiani e testimone d'accusa e per quanto riguarda il primo film, concordo con te su tutto. Per quanto riguarda il secondo, io non l'ho trovato cosi male, magari perché non avevo letto il libro a differenza del primo e quindi il finale mi ha sorpreso veramente. Concordo con quanto hai detto sulla recitazione degli attori ma sarei stata un pochino più generosa con i voti sia per il primo, che secondo me si merita anche un 8 e per il secondo a cui potrei dare anche un 6.5
RispondiEliminaSaluti,
Flo
Io non ho letto nessun romanzo, ma stranamente il finale del secondo non mi ha stupito per niente, come detto, forse perché capito "il gioco" tutto mi è sembrato già scritto...per quanto riguarda le recitazioni è colpa di alcuni che appaiono un po' forzati e sopra le righe ad abbassare il voto complessivo ;)
EliminaCaspiterina non ho visto nulla. Dovrò recuperare. Ciao Pietro e grazie dei suggerimenti.
RispondiEliminaCiao, di niente e buon recupero ;)
EliminaGrazie per queste recensioni, "Dieci piccoli indiani" voglio recuperarlo quando lo trasmetteranno in chiaro!😊
RispondiEliminaCredo che una volta l'abbiano già fatto, ma io non lo vidi, però prima o poi lo rifaranno ;)
EliminaSono un fan della Christie. Ho SkyGo, Cosa aspetto?
RispondiEliminaIl primo mi sa che lo guardo stasera stessa! Nonostante il tuo voto e che sia decompresso.
Il secondo lo lascio per ultimo, mi stimoli con le atmosfere ma mi smonti per la lentezza.
Per il terzo peccato per le differenze con il libro e per qualche momento lento ma lo guarderò, non subito ma sicuramente prima del secondo!
Fan? non l'avrei mai creduto :D
EliminaDiciamo che prima li vedi tutti e poi mi dici se avevo ragione o meno ;)
Eccolo il post di cui mi avevi accennato quando ho commentato la tua recensione di Assassinio sull'Orient Express! 😊
RispondiEliminaAllora: Dieci piccoli indiani, il libro, è insieme a Il Natale di Poirot e a Trappola per topi (l'adattamento teatrale di Tre topolini ciechi), il giallo della Christie che amo di più.
Le varie trasposizioni cinematografiche che ho visto non mi hanno mai soddisfatto a pieno e non amo che il finale sia stato quasi sempre modificato (alleggerito, diciamo ) pur se la stessa Christie l'aveva fatto nell'adattamento teatrale del romanzo. Per me IL finale giusto, originale e geniale è solo l'originale del libro.
Sono curiosa di vedere che effetto mi farà questa miniserie... cercherò di trovarla.
Testimone d"accusa mi interessa un poco meno perché non è tra le storie della cara Agatha che più mi hanno coinvolto (parlo sempre dei libri, eh).
Le due verità invece mi intriga: un romanzo molto molto bello, che scruta a fondo l'animo umano. Ho visto il film che ne hanno tratto negli anni 80 con Donald Sutherland, Prova d'innocenza, e non è male. Mi incuriosisce questo nuovo adattamento... da cercare e vedere, quindi!
Grazie per avermi segnalato queste (per me) novità 👍
E buona serata!
Già, è proprio questo il post ;)
EliminaDi dieci piccoli indiani ho visto solo questo, ho saputo e letto di altri e un giorno potrei recuperarli, come nel caso di Testimone d'accusa, per vedere se il problema è l'adattamento o il romanzo stesso, ma anche de Le due verità, anche se poi in verità non ricordo precisamente se li ho visti o meno già tutti :)
Grazie a te, è stato un piacere, buona serata a te :D