Per vedere le serie programmate di quest'ultimo mese ho avuto a disposizione più tempo di quello prefissato, cosicché ne ho approfittato (complice alcune serie natalizie e prodotti di breve durata) per vederne ulteriormente altre, raggiungendo un numero considerevole di serie (16) che mai avevo raggiunto (e in questo senso poiché difficile era mantenere lo "stile classico" del post, il suddetto prende spunto dal "Cinema" mensile e ne copia schema di "visualizzazione"). Tuttavia e paradossalmente non c'è stato tempo per vedere le seconde stagioni di Nuovo Santa Clause cercasi e Odio il Natale che in concomitanza sono state distribuite, un dispiacere soprattutto per la seconda (chi ha visto sa). Ma in ogni caso posso ritenermi soddisfatto, dalla visione di serie che hanno finito il loro ciclo, da miniserie che da tempo volevo vedere, da serie a ragion veduta o ingiustamente cancellate ed infine da nuove serie di cui spero presto potrò vedere ulteriori stagioni.
Rabbit Hole (1a stagione) - Un buonissimo prodotto, capace di avere momenti incredibilmente drammatici alternati ad altri incredibilmente stupidi e per questo divertenti, ironici, ma mai sopra le righe, mai fastidiosi. Non è un capolavoro, certamente, ma nemmeno un compitino a casa fatto per accontentare il pubblico. Rispetto a certe ultime uscite, con budget incredibilmente più alti, sa il fatto suo e non si limita a essere un semplice passatempo. Sotto la patina dell'azione (comunque poca rispetto ad altre serie) e dell'adrenalina c'è molto di più. Ed è proprio guardando a questo di più che la serie diventa interessante e nemmeno scontata (Kiefer Sutherland è una garanzia, Charles Dance idem). I continui capovolgimenti di fronte, con le dovute spiegazioni annesse, sono costruiti bene e risultano credibili e il finale, risolutivo, chiude la faccenda lasciando però uno spiraglio per una seconda, si spera altrettanto intrigante, stagione. Voto: 7,5
His Dark Materials - Queste oscure materie (3a stagione) - L'epico viaggio di His Dark Materials arriva alla sua conclusione portandoci a vivere un epico scontro che chiude ogni questione rimasta irrisolta. L'esaltante finale di stagione riesce ad emozionare concretizzando tutto ciò che era stato (in verità non benissimo) costruito nelle stagioni passate, anche se non manca (anche questa volta) qualche scivolone in fase di scrittura (la contrazione degli eventi va a minare il coinvolgimento emotivo, quanto la linearità del racconto, scomposto in micro storie alcune volte scollegate). Ma non solo, uno dei difetti principali si riscontra nella regia delle scene d'azione, con la battaglia finale degli angeli tanto attesa che risulta essere sì spettacolare, ma caratterizzata da un minutaggio ridotto e lasciata in background per motivi di budget, che non può non lasciare perplessi. Alla fine, e per la fine però va bene anche così (non è stata tutta inutile la visione). Voto: 6
The Pursuit of Love - Rincorrendo l'amore (Miniserie) - Una miniserie piacevole da seguire, senza avere però nulla di particolarmente eccezionale che la faccia emergere, a parte forse Lily James, ovvero e ad essere onesti, il motivo che mi ha spinto alla visione e l'unico vero motivo d'interesse. Una (mini)serie che racconta con frizzantezza le contraddizioni e le speranze della passione e della realtà di ogni giorno, guardando con dignità ad entrambi i cammini percorsi dalle sue protagoniste. La suddetta, diretta e anche scritta da Emily Mortimer (basandosi sul romanzo omonimo) rimane molto legata ai ritmi e ai colori del romance drama, genere a cui appartiene in tutto e per tutto. La storyline di Linda si conclude però nel modo più banale possibile, una nota stonata in una (mini)serie che si era impegnata nel non cadere in stereotipi o in narrazioni al femminile inutilmente melense. Ma in ogni caso non male e non propriamente inutile prodotto. Voto: 6
Notte stellata (1a stagione) - Serie sci-fi di produzione Amazon (che ha molti modelli di riferimento, tra i principali Lost) che porta in seno un valore realizzativo notevole ed una narrazione affascinante ed intrigante impreziosita dalle ottime interpretazioni di Sissy Spacek e J.K. Simmons, Night Sky sceglie temi toccanti e dà il meglio di sé quando si sofferma sul trascorso emotivo dei suoi protagonisti raccontando la terza età dell'amore, a fronte di una componente thriller meno riuscita e del finale diluito verso un cliffhanger che lascia più interrogativi che risposte. E siccome cancellata è, e finale non ha od avrà, amaro in bocca c'è, peccato. Voto: 6,5
Kindred (1a stagione) - Essendo molti gli elementi combinati, tra viaggi nel tempo, alberi genealogici, enigmi da risolvere e ancora altri viaggi nel tempo, Kindred risulta un pochino confusionaria e perde molto dal punto di vista emozionale, tralasciando tutto il comparto intimo legato ai personaggi, che se fosse stato indagato maggiormente sarebbe stato meglio. Per il resto, Kindred avvince e trova un buon equilibrio tra il tema storico (declinato in un complesso dramma familiare e politico, ricco di personaggi e di sotto-trame generalmente ben gestite) e la materia sci-fi del plot, che avrebbe dovuto dipanarsi con più chiarezza in un prosieguo che purtroppo non vedremo mai. Una circostanza che lascia l'amaro in bocca, a dispetto del generale buon livello del prodotto. Voto: 6+
La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra (Miniserie) - Lo spunto di partenza è a dir poco logoro ed abusato, ma non guarda tanto ad Hitchcock ma ad una pellicola più recente di cui riprende più di un elemento (era venuta male, Netflix ci ha riprovato, ma è uscito anche peggio). Ciononostante va dato atto alla sceneggiatura di riuscire comunque a creare interesse nello spettatore (certo, non spasmodico) per capire cosa ci sia di vero in ciò che si vede sullo schermo. E ci sono anche chiari, chiarissimi intenti parodici (il finale su tutto) non solo verso il genere, ma piuttosto verso un certo tipo di storie, i loro elementi e le incredibili facilonerie e ridicolaggini di cui a volte sono intrisi. Insomma, premesse buone ma un esito più che insufficiente. L'interpretazione di Kristen Bell, con qualità altalenante, non basta a tenere in piedi il tutto, a salvare questa miniserie prevedibile e scontata, e con un titolo ridicolo, dalla mediocrità. Voto: 4,5
One Piece (1a stagione) - Una serie con dei difetti, ma dai tanti pregi, tra cui quello più grande: riuscire a soddisfare durante la visione, riportando a schermo sia una sorta di stile cartoonesco, che lo spirito dell'opera da cui tutto è nato. Lo show riesce a mantenere la sospensione dell'incredulità, rendendo credibile tutto ciò che succede nell'ambientazione creata, quindi, ciò che visto fuori contesto avrebbe normalmente fatto storcere il naso, qui viene assorbito e processato senza troppi problemi dallo spettatore. Riusciti a far questo, si è già a più di metà dell'opera. In più le dinamiche interpersonali tra i membri della ciurma vengono rappresentate con estrema sensibilità, aggiungendo anche profondità emotiva, nuove difficoltà e sfumature. Il ritmo è abbastanza serrato, anche se le scene action sono minori di quanto ci si potesse aspettare. One Piece (in equilibrio tra fedeltà e innovazione) è pura magia, superando i confini dei cultori dell'anime con una prima stagione che si presenta come un trampolino di lancio verso l'eccellenza. Un viaggio avventuroso e irresistibile che promette di diventare una delle migliori serie del 2023. Voto: 8
Peacemaker (1a stagione) - Discreto "telefilm" dove la mano di James Gunn si vede sia nella regia (nelle prime puntate dove è regista) che nella sceneggiatura con personaggi ben caratterizzati e integrati nella trama. Nell'esagerazione si resta comunque nella coerenza e il tutto ben si adatta allo stile eroi/fumetti. Nonostante la sensazione di "già visto" inizi ben presto a farsi sentire, la serie si conferma piacevole e divertente, soprattutto grazie alla capacità dell'autore di far affezionare ai suoi personaggi. Il suo umorismo dissacrante, che mette alla berlina i classici action hero anni '80 e i supereroi, che riporta in azione (dopo The Suicide Squad uscito nel 2021) l'omonimo personaggio, perfettamente incarnato dal wrestler John Cena, seppur reiterato funziona ancora. C'è un po' di tutto, 8 episodi che vanno sempre in crescendo, davvero non male, ma non eccezionale (ad esser sincero non mi è piaciuta la sigla iniziale). Voto: 6,5
The Idol (1a stagione) - Sam Levinson questa volta inciampa, ma non cade, poiché anche se i problemi della serie sono molteplici, dopo prodotti quali Euphoria, Malcolm & Marie, con The Idol dimostra nuovamente di possedere delle doti registiche e stilistiche non indifferenti. Semplicemente, un'occasione persa. Ad un soggetto interessante, infatti, si affianca una sceneggiatura che, complici determinati problemi, non riesce a lasciare il segno, risolvendo velocemente, e in modo confuso, tutti gli intrecci creati nella prima parte della narrazione. Merita attenzione, però, l'ottima interpretazione di Lily-Rose Depp (sexy e disinibita come nessuna). E nonostante i numerosi difetti, The Idol è un prodotto godibile, che grazie a musica e fotografia compone alcuni fotogrammi difficili da dimenticare. Ed a proposito della musica (Abel Tesfaye in arte The Weeknd ci mette bene la zampa), si tratta di una colonna sonora di veri talenti, a metà tra il disturbante e il piacevole, un perfetto connubio di emozioni diverse, esattamente quelle che scatena The Idol durante la sua visione, di una serie davvero particolare. Voto: 5,5
American Horror Stories (2a stagione) - Anche questa stagione di American Horror Stories si conferma, purtroppo, una grande delusione. I lati negativi sono molti, e probabilmente il più grave è la sceneggiatura quasi mai curata e con gravissimi problemi che diventano sempre più noti nel corso degli episodi (ogni tanto tornano gli attori più ricorrenti come Denis O'Hare o Cody Fern, ma la maggior parte sono attori "nuovi", non del tutto ahimè buoni). Esclusi da questi gravi problemi sono sicuramente i primi due episodi, che hanno una sceneggiatura notevole e un perfetto lato tecnico, accompagnati da delle ottime colonne sonore (anche se il finale "collegato" del primo e la poca originalità del secondo gli fanno perdere punti). Ma per il resto, come detto, questa seconda stagione si mantiene sui livelli di mediocrità (generale) della prima. Purtroppo spesso ci sono finali "brutti", e il peggiore di tutti è l'ultimo episodio del lago, brutto davvero. Voto: 5,5
Ahsoka (Miniserie) - Ex allieva di Anakin Skywalker, Ahsoka Tano cerca di contrastare le forze ribelli che si oppongono alla neonata repubblica galattica. Ennesimo prodotto della "galassia" cinematografica e televisiva di Star Wars, Ahsoka introduce in live action un interessante personaggio femminile intorno a cui si sviluppa una storia che, anche se non troppo originale, è piacevole da seguire. Una miniserie che alterna momenti di azione concitata ad altri più brillanti legati alla presenza di personaggi ben tratteggiati come il droide Huyang e villain di spessore (ottimi come sempre gli effetti speciali). Un prodotto estremamente curato, sia tecnicamente che narrativamente, insieme a The Mandalorian è il prodotto che mette tasselli fondamentali per il proseguo della Storia, in questo senso risulta quindi godibile, agli appassionati, ma non solo. Non perfetta ma con tanto cuore, fan-service ben fatto ed in grado di ricordarci cosa sia Star Wars. Voto: 6,5
Loki (2a stagione) - Dopo la (in parte) deludente prima stagione ero arrivato tiepido all'esordio di questa seconda stagione, che invece si è rivelata meglio di come mi aspettavo, uno crescendo sorprendente ed efficace. La serie prende tutto quanto di buono fatto precedentemente, cancella le stonature e amplia ancora di più i suoi orizzonti. Nonostante un blocco di episodi centrali inutilmente complicati e tutto sommato abbastanza superflui, e una gestione dei personaggi (protagonista a parte) piuttosto pigra, la seconda stagione di Loki porta a casa il risultato grazie ad un finale potente ed emozionante, che chiude in modo più che soddisfacente tutta la trama relativa alla TVA, lasciando aperte alcune interessanti prospettive per il futuro dell'MCU (su tutte il nuovo ruolo del dio norreno). Voto: 6,5
Nuovo Santa Clause cercasi (1a stagione) - Nuovo Santa Clause cercasi continua le avventure natalizie di Scott Calvin nei panni di uno dei Babbo Natale più amati del cinema recente. Dopo un terzo capitolo dimenticabile, l'approdo sul piccolo schermo sembra funzionare e riportare quella magia tipica della festività invernale che aveva contraddistinto il primo film del 1994 (qui la recensione), così come una simpatica riflessione sulla terza età e il ricambio generazionale. Tim Allen nei panni di Babbo Natale scatena l'effetto nostalgia, ma la serie Disney Plus riesce anche a fotografare la nostra epoca complessa, disillusa e meno avvezza alla magia (già pronta la seconda stagione). Per questo, e per tanto altro, impossibile parlar male (nonostante ce ne sarebbero di cose da dire), meglio lasciarsi trasportare, tornando a sorridere rievocando la propria infanzia, e non c'è nulla di più bello che rendere felice il bambino che è in noi, soprattutto a Natale. Voto: 6+
Dash & Lily (1a stagione) - Una dolce serie sulle gioie e le solitudini delle feste che riempie il cuore, scalda gli animi e ci immerge in sfide coraggiose, come il sorprendere improvvisamente un pubblico di lettori Strand con il canto puntualmente stonato. Una storia leggera che trasmette una buona dose di ottimismo e di fiducia nei confronti del prossimo. Peccato solo per alcuni difetti insiti nell'opera, tra cui una piattezza contenutistica di fondo e un ritmo (soprattutto durante la seconda metà stagione) incapace di catturare pienamente l'attenzione. Un altro appunto che si può rivolgere alla serie è il finale abbastanza sbrigativo. Rispetto al resto degli episodi, il lieto fine (ovviamente) non soddisfa a pieno: relegato agli ultimi minuti, sembra lasciare più un senso di vuoto che emozioni (in questo senso dispiace finisca tutto qui). In ogni caso Dash & Lily è una commedia romantica di Natale ben costruita, scorrevole e tutto sommato godibile. Molta della sua forza risiede sicuramente nell'ambientazione newyorkese, ma sono apprezzabili anche i due attori protagonisti. Bella, e perfetta da consumarsi a Natale. Voto: 7
Julestorm - La tempesta di Natale (1a stagione) - Per-Olav Sørensen realizza una miniserie dal sapore natalizio ma con una personalità particolare. Andando oltre gli stereotipi del genere proposti dal cinema americano, tratteggia un racconto più minimale dal punto di vista espressivo ma non meno importante o coinvolgente. L'essenzialità narrativa nordica, infatti, trova il giusto compromesso con le emozioni e le atmosfere tipiche del periodo per un viaggio all'interno delle umane debolezze. Sei episodi in cui una girandola di personaggi è bloccata da una tempesta di neve in aeroporto a Oslo. Le loro storie si intrecceranno, fino a rivelare i lati più intimi della loro personalità e della vita, il tutto ricercando una riflessione, semplice, su cosa sia davvero il Natale. L'atmosfera è leggera, ma l'emozione è tanta. Una miniserie delicata e commovente, che funziona nella sua apparente semplicità. Imperdibile a e per Natale. Voto: 7+
Odio il Natale (1a stagione) - Una serie tenera e dolce, piena d'amore e battute divertenti, che ci regala una storia interessante e piena di temi attuali. Uno di quei prodotti semplici ma che riesce comunque a lasciare il segno. Una serie fresca e leggera, ma capace anche di far riflettere sull'importanza di trovare il proprio posto nel mondo, seguendo le proprie aspirazioni. Una commedia vera, onesta e spontanea in cui la completa rottura della quarta parete (simil Fleabag) si rivela una scelta vincente. Adattamento di Natale con uno sconosciuto, serie norvegese che non ho (ancora) visto, Odio in Natale segue Gianna (una perfetta Pilar Fogliati) nei 24 giorni che la separano da quella cena in famiglia, tra app di dating, grossolani errori di valutazione, notti di sesso liberatorie e svariati dubbi. Non mancano passaggi rivedibili ed altro, nonostante ciò, ecco un prodotto italiano di buona qualità e dalla scrittura intelligente, capace di parlare a tutti, di esaltare le ambientazioni nostrane e di lasciarci con la voglia di continuare a scoprire il favoloso e bizzarro mondo di Gianna nella già pronta seconda stagione. Voto: 7
Sulla Finestra blablah ti avevo avvisato ma non mi hai dato retta. Parodia riuscita male. Però il film mi era piaciuto.
RispondiEliminaBasta, smetto di seguirti perché non ti è piaciuta la sigla iniziale di Peacemaker! Il giudizio, che va in base ai gusti, ci sta, anche se io l'ho trovata ottima ma sulla sigla non te la perdono 😜
Su Santa Clause concordo anche se per me va ben oltre la sufficienza. Ti consiglio la seconda che è ancora più bella. Magari un 7 glielo concedi 😁
Non ricordo il finale sbrigativo di Dash & Lily ma concordo sul giudizio positivo. Miniserie davvero ben fatta.
Invece per Julestorm stavolta sei stato tu quello più buono. Ho adorato il tema ma si poteva fare di più, mi ha perso episodio dopo episodio ma resta sufficiente.
Stessa cosa per Odio il Natale. Per me era da sufficienza ma poi il finale aperto mi ha fatto bestemmiare, quindi per me insufficiente. E poi manco la volevo vedere, perché è il remake di una miniserie norvegese (con la stessa che fa la cantante in Julestorm), già conclusa e che volevo vedere ma poi mi è sparita dai suggeriti, infatti mi sono promesso di guardare quella e l'ho fatto, finita ieri e ne parlerò nei prossimi giorni. Quest'anno è uscito un altro remake, versione negra del Sudafrica ma sta bene là, 3 volte sono troppe e pure questa avrà il finale aperto.
Ma a non tutti non era piaciuto, perciò ho provato, comunque fortunatamente La finestra è pesato niente..
EliminaA parte che la sigla non era necessaria...di Peacemaker mi sono innamorato dell'aquila :D
Vedrò l'anno prossimo certamente la seconda di Santa Clause ;)
Anche l'ideatore della serie norvegese è lo stesso di Julestorm, comunque dipende se lo vedo o meno, ma la sudafricana anche no..