lunedì 31 maggio 2021

I film del periodo (17-31 Maggio 2021)

Dovevo 4 giorni fa fare il richiamo, ma per (paradossali) ingerenze non è successo, spero in settimana, comunque ho da comunicarvi una piccola novità, inerente all'Angolo Vintage, semplicemente rubrica che dopo oggi (e l'ultimo film, film ultimo Pre 2000 della collezione Japan Animation) se ne andrà beatamente in vacanza. Non è un addio infatti, ma un arrivederci, presumibilmente all'anno prossimo. Durante questo primo scorcio d'anno sono stati così tanti i film Vintage, e tanti ancora saranno (la Promessa ne prevede parecchi), che vederne altri era decisamente troppo (ed alla fine dell'anno ne avrò visti più di 50). Cosicché chiudo temporaneamente e punto tutto sul resto, sulle pellicole recenti e prime visioni. Ed a proposito di ciò, ecco di nuovo e d'importante recentemente da me visto.

Volevo nascondermi (Biografico/Dramma 2020) - Il fresco vincitore di ben 7 David di Donatello nell'edizione di quest'anno (tra cui quello per il miglior film), è un film riuscito solo in parte. Fotografia e ambientazione campagnola contribuiscono sì a fornire la cornice più adatta al mostruoso lavoro di Elio Germano, che si trasfigura letteralmente nel pittore svizzero-emiliano (sicuramente meritati i Premi assegnategli, prima a Berlino e poi ai David), tuttavia il film viene un po' a fatica, perché, invece di tentare la via del racconto organico, traccia un ritratto per frammenti, incisivi, significativi, aderenti al personaggio quanto si vuole, ma confluenti in un insieme nevrotico, capace di mettere a prova. In sostanza un one man show attorno a questo malinconico, tormentato e folle genio, interessante soprattutto per chi ha amato (o perlomeno conosca) l'artista. Giorgio Diritti si concentra sull'uomo, sull'infanzia che ne ha turbato la psiche e sulla sua ricerca di un'accettazione da parte del prossimo. I fatti pedissequi destano poche emozioni in quanto manca la connotazione del periodo storico (dopotutto siamo a cavallo della Seconda Guerra) anche se a livello ambientale l'uso del dialetto ci riporta all'epoca dei fatti. La sceneggiatura non è un granché, i personaggi secondari non sono ben sviluppati e i salti temporali rendono molto confusionario il tutto, rischiando di rovinare un film che nel complesso non è male. Meglio è sicuramente la buona colonna sonora che accompagna dolcemente i momenti in cui si vive la natura in tutta la sua essenza. A conti fatti buono, ma non buonissimo. Voto: 6+

Minari (Dramma 2020) - Il quasi esordiente Lee Isaac Chung racconta una famiglia in cattività, dove ognuno è alla ricerca della propria realizzazione e fondamentalmente di una collocazione identitaria in una terra che non è ancora propria. La mancanza di collaborazione in questa ricerca porta ad un'ovvia crisi che rischia di far saltare definitivamente il già fragile equilibrio, ma è solo quando la crisi, letteralmente, esplode che i protagonisti ritroveranno ciò che è più importante per loro: l'amore famigliare. Minari è una storia insolita e delicata, intima, capace di emozionare e di far sorridere, che vede nella coppia nonna-nipote, il più grande il più piccolo del nucleo, il punto di interesse attorno al quale ruota la storia e che simbolicamente la rappresenta nel suo andamento. Minari è un film dolce e amaro che mostra la demistificazione del sogno americano, le aspirazioni, i sentimenti e le emozioni di una famiglia coreana emigrata negli Stati Uniti in cerca di fortuna. La prima sensazione che ho avuto era che fosse un reboot di Un affare di famiglia, poi passano i primi 10 minuti e il film cresce, ma non fa meglio di quel bellissimo film. Ecco, a mio avviso manca quel qualcosa in più che quel film aveva, ma comunque sia mi è piaciuto abbastanza. Minari infatti, sorprende ugualmente e in positivo per la sua leggerezza e sensibilità, non forzando niente per cercare di stupire. Si apprezza, inoltre, come è stata dettagliatamente rappresentata una famiglia emigrata (eccetto il piccolo David) con tutti i suoi problemi annessi, senza mai cadere nel melodrammatico. La regia è al servizio della storia, come lo sono le note del commento musicale. Quest'ultimo soprattutto ho apprezzato in particolar modo, bellissima è difatti la dolcissima colonna sonora originale. Bravi tutti gli attori: Yoon Yeo-jeong nella parte della nonnina fuori come un balcone ha vinto l'Oscar per la migliore interpretazione di non protagonista (l'unico a fronte delle 6 candidature), l'abbiamo già vista in The Housemaid (2010) e In Another Country (2012)Steven Yeun lo avevamo visto recitare la parte dell'amico ricco e viziato nel film Burning di Lee Chang-dong del 2018. La storia è proprio carina e lascia qualcosa al termine della visione, davvero un bel film. Voto: 7
Le cose che verranno - L'avenir (Dramma 2016) - Film estremamente ambizioso, nel tentativo di coniugare la crisi esistenziale di una donna giunta a quella soglia in cui il rapporto con l'anziana madre diviene ingestibile, quello con il marito naufraga nel più banale dei modi, con quella intellettuale di un'insegnante di filosofia spiazzata dal rapporto con la generazione degli ex-allievi, del prediletto ex-allievo (la figura più debole dell'intero film, incapace di sostenere il ruolo fondamentale assegnatogli, ma, c'è da dire, tutti i personaggi risultano troppo sbiaditi nel confronto con una Huppert che divora lo schermo), giovani intellettuali alla ricerca di nuove strade (che di nuovo, in realtà, non paiono avere molto), spiazzata ancor più da una logica editoriale che pretende di imporre i dettami di un marketing attento unicamente all'immagine a pubblicazioni di nicchia. Promettenti premesse, complicate da dotte citazioni letterarie e musicali, che la sceneggiatura non riesce a sostenere, a sviluppare, via via incartandosi in una ripetitività priva di sbocchi diversi da un finale deludente. Si salva Isabelle Huppert, capace di rendere credibile un personaggio difficile tramite uno stile interpretativo che nulla concede all'accattivante, tutt'altro, capace di durezze ed asprezze quanto di subitanee fragilità. Regia (di Mia Hansen-Løve) senza fronzoli, scorrevole e non superficiale, mentre lo screenplay appare talvolta fragile e incompiuto. Un film che sinceramente non rivedrei, racconta una storia piuttosto comune, lo fa con garbo, senza eccessi ma anche con freddezza e distacco. Voto: 5,5

The Breadwinner (Animazione/Dramma 2017) - Nella Kabul dominata dal fanatismo talebano la famiglia di Parvana, rimasta senza il padre (incarcerato senza motivo), viene presa di mira dai fondamentalisti che la costringono a mille prove e sotterfugi per sopravvivere e riconquistare la dignità. L'essenzialità del disegno animato riesce a trasmettere la sofferenza e il dramma non meno che un reportage sul campo, con in più la delicatezza di un racconto educativo anche per l'infanzia, grazie al doppio registro fra il realistico e il fiabesco (anche se perlopiù adatto a un pubblico non troppo giovane). Questo bel film d'animazione infatti, delicato e poetico nel tratto fortemente stilizzato ma forte e crudo nel raccontare le vicende familiari della piccola protagonista e l'assurdità delirante delle imposizioni e dei divieti che deve affrontare, viene impreziosito da splendidi inserti in cui la realtà cupa e disperata si trasfigura in una fiaba di iniziazione piena di colori ed incanti. In questo senso, di qualità la colonna sonora, buono anche il doppiaggio italiano. La regista, Nora Twomey, quale ha collaborato con Tomm Moore ne La canzone del mare, ci regala quindi una storia poetica e toccante, un film (seppur non perfetto e non così tanto emozionante o coinvolgente come ci si aspettava) coraggioso ed indispensabile, un film possibilmente da vedersi. Meritata la candidatura per il miglior film d'animazione ai Premi Oscar del 2018. Voto: 7

Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn (Fantasy/Azione 2020) - Dopo aver visto il trailer e letto alcune recensioni mi aspettavo molto di peggio, invece il film si lascia piacevolmente guardare, molto curato nella fotografia, nelle scenografie (tanti colori e kitsch esagerato, forse troppo) e nella coreografia delle scene d'azione e la Margot Robbie è l'interprete ideale del personaggio, peccato solo che non decolli, per una trama confusa e poco interessante (con personaggi macchiette e monotoni) ma soprattutto per un ritmo altalenante che alterna momenti riusciti a parti francamente noiose. L'azione a tratti sì diverte, ma è tutto il resto della cornice a mancare di brillantezza di scrittura ed equilibrio narrativo. Atmosfere insistentemente "woman power", per quanto la storia si basi su di un fumetto (pulp) della DC. Si parla sempre di Joker o di Batman senza che mai nemmeno si vedano e c'è un cattivo davvero scelto male (Ewan McGregor non funziona proprio). Le coprotagoniste (anche per quanto belle, soprattutto Mary Elizabeth Winstead e Jurnee Smollett-Bell di Lovecraft Country) non riescono proprio ad uscire dall'ombra di Margot Robbie tanto che queste Birds of Prey alla fine non se le fila nessuno (anonima la regia dell'esordiente Cathy Yan). Suicide Squad, almeno, aveva una bellissima colonna sonora. Troppa musica fracassona e invadente, seppure la scelta delle tracce non sia male. Un film guardabile e nulla più, che vorrebbe rifarsi come "Deadpool" al femminile, ma l'operazione è riuscita solo in parte (certamente lontana come livello qualitativo). Voto: 5
Il diritto di opporsi (Biografico/Dramma 2019) - Buon esempio di cinema dal forte impegno civile, Just Mercy traendo le mosse da eventi reali (si basa sul libro di memorie pubblicato dallo stesso avvocato Bryan Stevenson, ancora oggi attivo ed impegnato a combattere le ingiustizie del sistema legale) riflette in maniera canonica sul concetto di "diritto", elemento imprescindibile per una società che si consideri in salute, lavorando dall'interno della corrotta macchina di giustizia e rovesciandone le consapevolezze attraverso un processo di implosione. Piuttosto netta e con poche sfumature la collocazione morale delle forze in gioco: i neri sono i buoni, i bianchi i cattivi. Questa rappresentazione netta e poco stratificata (probabilmente anche vera) addormenta un po' la capacità critica in favore di un sentimentalismo che ricerca l'effetto, indugiando sui volti contriti dei protagonisti. Senza guizzi la parte processuale, assente quella investigativa che poteva ricostruire il delitto. Cede alla retorica nella parte finale, ma era da mettere in preventivo, mi avrebbe stupito il contrario. Discreti Michael B. Jordan e Brie Larson (seppur quest'ultima è un po' in disparte rispetto agli altri), fantastici Jamie Foxx (in sottrazione) e Tim Blake Nelson nel ruolo del testimone chiave del processo. Un lavoro (assimilabile a Marcia per la libertà ma con una storia più potente) dall'impianto classico, un dramma per famiglie che tutto sommato va a segno. Da non perdere i titoli di coda, in cui appaiono i veri protagonisti di questa incredibile storia. Una storia che indigna, dalla sceneggiatura diretta che racconta fatto dopo fatto senza fronzoli, supportata da una regia classica (quella di Destin Daniel Cretton) che permette alle emozioni di farsi largo (però non troppo). Voto: 6,5

The Hunt (Thriller/Azione 2020) - Pur utilizzando un espediente già rivisto e per certi versi classico (feroce caccia all'uomo), si rivela un film che miscela diversi generi, tra action, horror plasmati insieme con una tonalità che vira molto sulla black comedy, mettendo sul piatto una riflessione del momento attuale e politico della scena statunitense (anche se Trump finalmente non c'è più). La metafora è chiarissima e proprio giocando su tale chiarezza che Craig Zobel (passo in avanti per lui dopo Sopravvissuti) mette di fronte un'ala liberal sadica ed assassina e delle potenziali vittime che, a parte la protagonista, sono talmente odiosi che riesce difficile empatizzare con loro. Sorprendente nei primi minuti dove potenziali protagonisti... non si rivelano tali, qualche buon ribaltamento di cliché ed un finale che cita esplicitamente Kill Bill. Non perfetto, ma comunque molto buono con una Betty Gilpin (star della serie Netflix Glow) tosta e bastarda come poche (Hilary Swank invece appare poco ma è un villain davvero riuscito) e dal buon ritmo che concede poche pause. Merita almeno una visione. Voto: 6,5

Il ritorno di Mary Poppins (Musicale/Fantasy 2018) - Il primo Mary Poppins era pervaso da una magia che questo sequel (o sarebbe più corretto dire remake visto che la trama ricalca molto l'originale) proprio non ha. Intendiamoci da un punto di vista prettamente figurativo il film è fatto benissimo: ottime scenografie, bellissimi costumi (candidature meritate), notevoli effetti speciali (la parte cartoonesca è tra le migliori) e tutto sommato discreta recitazione da parte di tutto il cast, a cominciare dalla brava Emily Blunt. Carini anche i camei di Meryl Streep e di Dick Van Dyke, nonché quello della Signora in giallo, ovvero Angela Lansbury. Purtroppo il film lascia molto a desiderare sul lato emotivo. Le psicologie dei personaggi (adulti) sono fin troppo infantili ed è proprio su questo che si sarebbe dovuto lavorare di più: bisognava rendere questi personaggi un po' meno puerili. Inoltre il difetto più grosso del film riguarda la colonna sonora (peraltro due delle quattro candidature agli Oscar nel 2019 proprio in questo campo). A differenza del primo Mary Poppins dove tra le varie canzoni ce n'erano tre che sono rimaste nella storia ("Basta un poco di zucchero", "Supercalifragilistichespiralidoso" e "Cam camini spazzacamin") qui invece le canzoni (che ammiccano agli originali senza averne freschezza e orecchiabilità) sono tutte una più anonima dell'altra. Insomma il regista (quel Rob Marshall di cui purtroppo ci si ricorda anche per il pessimo recente fantasy musicale Into the Woods), anche se riesce a commuovere con i ricordi della madre venuta a mancare, non è riuscito a fare il miracolo e a replicare la magia. Mary Poppins è e rimarrà unica ed irripetibile. Comunque carino, e si lascia guardare. Voto: 6

ANGOLO VINTAGE
Goshu il violoncellista (Animazione/Musicale/Fantasy 1982) - Il primo lungometraggio (seppur dalla durata non superiore ai 62 minuti) dopo il mediometraggio Panda! Go, Panda!, diretto da Isao Takahata all'inizio degli anni ottanta funziona egregiamente come tegola in testa per rendersi conto dell'appiattimento a cui sono stati sottoposti gli anime negli anni duemila. Il tratto risulta talmente unico e particolare che pare quasi di trovarsi di fronte a un lavoro di animazione europeo, piuttosto che tipicamente orientale. Stessa sensazione non suscita la storia invece (sceneggiata dallo stesso regista sulla base dell'omonimo racconto dello scrittore Kenji Miyazawa), gli animali che aiutano il violoncellista a migliorare nelle performance è invece pienamente in zona shintoismo. Il ritmo è piuttosto blando, sostanzialmente non succede nulla per tutto il film, il protagonista passa dall'atteggiamento belligerante nei confronti dei poveri animaletti che vengono a rompergli le scatole per invitarlo a suonare, a comprendere e capire perché lo stiano facendo e diventa un musicista di successo. Insomma, un classico. Isao Takahata dimostra nuovamente un buon talento (egli aumenta le proprie skill) e sensibilità verso tutte le creature, qualità che poi esploderanno al massimo nei suoi successivi lavori. Questo resta discreto, ancora sicuramente godibile e magari più adatto ai bambini, cresciuti e meno. Un'opera (che nella sua semplicità riesce comunque ad emozionare e coinvolgere) da consigliare a tutti gli amanti della musica, soprattutto se alla ricerca di un prodotto divertente e leggero. Voto: 6,5

Ecco infine i film scartati ed evitati del periodo: Calibro 9, Legacy of Lies - Gioco d'inganni, Rogue, Il concorso, Tripla minaccia, The Outpost.

29 commenti:

  1. Non ne ho visto nemmeno uno, ma mi incuriosice "Le cose che verranno", nonostante la tua stroncatura.

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    1. Beh sì, è un film quasi tutto al femminile, ci sta che ti incuriosisca ;)

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  2. Il ritorno di Mary Poppins confermo, è carino e anche commovente..ma me ne sono già dimenticato, mentre del primo ce se ne ricorda ancora dopo 50 anni :D

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    1. Beh sì, diciamo che anche se non lo facevano non cambiava niente..

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  3. Pensa che nonostante tu sappia quanto adori Margot, mi sono evitato sta roba lontana comunque anni luce anche dal peggior Deadpool..
    p.s. ma dopo lo spettacolare Edge of Tomorrow..me posso guarda' Emily che fa Mary Poppins?! Non ce la posso fa.. ;)

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    1. Margot è sempre una gioia per gli occhi, e in questo film almeno c'era lei da guardare..
      Ma guarda, ci sta pure bene in quei panni, però forse è meglio di no, vediti A quiet place se non l'hai visto ;)

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    2. Quindi, il nuovo Mary Poppins non si può guardare o comunque diamo una chance ad Emily?

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    3. Emily si fa sempre ben guardare, il film brutto non è, perciò perché no? ;)

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  4. Non ne ho visto nessuno, accipicchia!

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  5. Buongiorno Pietro carissimo.
    Di questi film da te scelti ne ho visto tre.
    "Volevo nascondermi" mi ha davvero stupito e devo essere sincera inizialmente mi ha molto infastidito veder descritto in quel modo uno dei più grandi artisti che ci siano mai stati in Italia e nel mondo.
    Come se volessero farlo apparire di nuovo sbagliato, come veder di nuovo violentato il suo essere uomo.
    Poi ho compreso.
    La descrizione che abbiamo di lui, di tutti coloro che lo hanno conosciuto, è esattamente come nel film.
    È talmente fedele alla realtà da farti provare addirittura il fastidio che tutti avevano nell'avvicinarlo e nel frequentarlo.
    Quindi, per me ovviamente, è uno dei migliori film su artisti che abbia mai visto negli ultimi anni.
    Ho visto il dolcissimo "Minari". Sì, dolcissimo perché la delicatezza di come vengono affrontati i vari problemi rispecchia molto la realtà dei personaggi e dell'ambientazione temporale. Forse un tantino dispersivo nei tempi delle scene. Quindi in pratica condivido il tuo giudizio circa la sua tiepidezza.
    Ho visto anche "Birds of Prey" e condivido molto la tua descrizione. Divertente e bella recitazione e scene ma la storia è davvero poco soddisfacente. Mi aspettavo di più.
    Ora sono in attesa di guardare la nuova storia di Mary Poppins. Ci sono attrici ed attori che mi piacciono, per cui spero di non rimanerne troppo delusa.
    Per gli altri tuoi suggerimenti vedremo.
    Grazie di cuore Pietro, sempre belle queste tue recensioni. Ciao.

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    1. Buongiorno, ecco, io non conoscevo né lui né la sua arte, questo ha contato, per gli altri è diverso, ma in ogni caso un capolavoro non è affatto. Su Minari e Birds of Prey poco da aggiungere, entrambi tuttavia potevano dare di più. Mary Poppins Returns? Tutto dipende dal ricordo dell'originale, e da quello che si aspetta di vedere, bruttissima non è comunque. Ciao ;)

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  6. Di questi ho visto solo Il Ritorno di Mary Poppins e sono d'accordo con te su tutto, non poteva certo essere all'altezza dell'originale ma si lascia guardare e Emily Blunt è bravissima (a me era piaciuto anche Into the Woods, a dire il vero, pur con i suoi difetti di cui ho parlato da me). Però ho sentito solo le canzoni tradotte, quindi lo devo rivedere in originale per valutare meglio le canzoni. Posso dire però che, alla prima apparizione di Mary Poppins, ho pianto un pochino...

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    1. Beh sì, effetto fa la sua entrata, perché Mary Poppins è Mary Poppins, un mito ;)
      Le canzoni? Avrei preferito in inglese sottotitolate in italiano, che ultimamente tradotte non funzionano nessuna..

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  7. Minari mi è piaciuto tanto. Quasi non ci credo eppure è così. Bel film, bravi attori (la nonna strepitosa) una storia semplice che però non annoia. Forse abbiamo bisogno più che mai di film come questo.

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    1. Ci vogliono sempre film così, film che fortunatamente ancora fanno e funzionano ;)

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  8. Non ne ho visto neanche uno 😅 però mi incuriosiscono il sequel di Mary Poppins, Birds of Prey e Minari. 😊

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    1. Diversissimi tra loro, eppure vedibili tutti e tre, quindi va bene ;)

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  9. Ciao Pietro, non ho visto nessuno di questi film e non me ne ispira nessuno xD
    Però passo volentieri a farti un saluto perché è proprio una vita che manco da qui :) Spero tu stia bene :) un grande abbraccio :)

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    1. Non ti preoccupare, grazie d'esser passata, e comunque sì, sto bene, spero anche tu, e ricambio l'abbraccio ;)

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  10. Ricordo una serie televisiva su Ligabue impersonata dal compianto Flavio Bucci, semplicemente magnifica. Non ho visto il remake anche se Elio Germano mi piace molto come attore. Contraria ai rifacimenti cinematografici vedi Mary Poppins, quando poi è stato interpretato da attori cantanti e ballerini troppo bravi per fare un confronto. Buio per gli altri film. Forse ho visto il trailer di the Hunt..Abbraccione serale

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    1. Sì, ne ho sentito parlare, ma non ho mai visto la serie, comunque il film su Ligabue non è male. Qualità, bravura e tanto altro, confronto impossibile tra i/le due Mary Poppins, per le nuove generazioni tuttavia ci sta. Ciao!

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  11. Io di qeusti ho visto "Birds of Prey" e devo dire che concordo con la tua idea: pensavo peggio ma alla fine si è rivelato un film carino ma non indimenticabile.

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    1. Beh sì, anche perché c'è pure di peggio in giro, quindi meglio che niente ;)

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  12. Ho visto solo The Hunt e devo dire che mi ha divertito e non poco, oltre ad aver apprezzato la satira politica alle sue spalle.

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  13. Direi che con The Hunt concordiamo, anche se io promuovo solo la prima metà. È comunque da vedere.
    Fa ridere leggere di Trump oggi, quando la presidenza di Bidet ha fatto solo danni e che ha fatto pentire tanti americani che lo hanno votato solo per togliersi di torno il precedente presidente 😆

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    1. E succederà di nuovo...che di certo Biden almeno fa meno paura di Trump...

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