giovedì 18 aprile 2024

[Games] Videogiochi del periodo (Marzo/Aprile 2024)

A volte ci vuole una certa preparazione, preparazione fisica e/o mentale per affrontare, in questo caso nel campo puramente videoludico, le sfide più complesse, ma anche quelle più semplici. Ebbene, non c'è preparazione migliore se non quella che permette al giocatore di entrare nel mood del gioco, di esplorare anticipatamente la sua componente narrativa, però non con il classico tutorial iniziale, ma con un gioco che appunto anticipa il gioco stesso (e quest'ultimo nella sua versione ovviamente completa). Parlo di Ghostwire: Tokyo - Prelude, una brevissima visual novel gratuita (dalla durata esigua di circa 30 minuti) che racconta la storia prima degli eventi di Ghostwire: Tokyo. Essa è infatti (nonostante sia stata creata da un team completamente diverso e sia di genere altrettanto differente) una buona storia prequel per chiunque sia interessato a giocare a Ghostwire: Tokyo, gioco che appunto, un'entusiasmante avventura dinamica, che insieme ad una affascinante avventura ed un adrenalinico action, completano il quadro dei giochi finiti (ma non completati al 100%) negli ultimi due mesi. Un'introduzione che per quanto è contato in verità poco, ho apprezzato, ma non quanto il seguito però, che dalla recensione similmente s'intende, ho letteralmente adorato.

Ghostwire: Tokyo - Un action game a tinte horror sicuramente non esente da difetti, il gioco ha decisamente tante (troppe) attività secondarie, il combat system si basa sull'uso di tre poteri (elementali in questo caso) che non cambierà di molto durante tutta l'avventura (però ci si diverte un sacco, soprattutto estirpare l'essenza delle entità maligne dà un buon feedback), e la varietà dei nemici non è altissima, ma sono difetti abbastanza trascurabili se il gioco ti prende bene (e infatti alla fine ho ceduto, nonostante i dubbi iniziali mi sono fatto anche un bel numero di quest secondarie), e il titolo ha davvero moltissimo da offrire, per intrattenerti per tutta la sua durata. Ghostwire: Tokyo rappresenta il biglietto d'ingresso di Tango Gameworks all'interno del contesto degli action open world, in questo caso il mood risulta molto interessante, ovvero quello degli Yokai. Le entità giapponesi, i fantasmi del Sol levante, qui sono descritti in maniera minuziosa (come in parte faceva l'altrettanto bellissimo Nioh). La riproduzione di Tokyo è probabilmente la migliore che ho mai visto in un gioco. Infatti, per merito di un comparto grafico e artistico all'altezza, la capitale nipponica tratteggiata nella produzione Bethesda ammalia e abbaglia, sprizzando folklore da ogni poro. Risulta invece un po' tedioso alla lunga il metodo scelto per "ricaricare" gli attacchi. Dovremo accumulare etere, che si trova uccidendo nemici o rompendo oggetti "posseduti". Troppi a mio parere ne sono necessari per accumulare la quantità utile di magia. A disposizione avremo anche un arco, che risulta però molto lento, più vari talismani dai molteplici effetti. La trama è molto semplice ma riesce a coinvolgere ed incuriosire, nonostante infatti non brilli, riesce a lasciare il segno verso le battute finali. In questo senso, non è un gioco che vuole spaventare, ma soprattutto considerando le fasi finali del plot, non mancheranno momenti toccanti ed altri più inquietanti. Per la città sono disponibili missioni/attività secondarie, alcune ispirate, altre veramente banali e palesemente un riempitivo inutile. A mio parere, invece di farcire la mappa di troppe attività secondarie "allungabrodo" si poteva fare di più dal lato del movimento verticale del personaggio e inserire un parkour un pochino più efficace, visto che spesso ci troveremo a passare per i tetti degli edifici. In breve, il punto forte di questo gioco rimane sicuramente l'ambientazione e l'atmosfera. Il punto debole è averlo riempito di robe superflue e azioni ripetute, anche necessarie per proseguire con la trama, che alla lunga vengono a noia. A parte qualche calo di frame e piccoli bug non ho riscontrato altri problemi durante la mia partita. Shinji Mikami, pur solo in veste di executive producer, fa insomma un altro centro, regalandoci l'ennesimo titolo imperfetto, ma dotato di estremo carattere e carisma, della sua carriera. Voto: 8-
Call of the Sea - Un buon titolo sotto quasi tutti gli aspetti. Siamo di fronte ad una rilettura molto intelligente delle opere di H.P. Lovecraft e di fronte ad una bella avventura grafica vecchio stile. Un puzzle game narrativo molto semplice, una storia d'amore e mistero che, per quanto pregna di riferimenti ad altre opere, è assolutamente godibile fino alle fasi finali di gioco. Call of the Sea è un esperimento interessante ma imperfetto, che denota qualche (legittimo) errore di inesperienza. Al gioco manca infatti solo una maggior cura per i dettagli e anche un po' di coraggio e tempo in più, ed è un vero peccato perché questo avrebbe portato ad un risultato decisamente migliore. L'avventura però, per struttura della storia, dei personaggi e dei dialoghi è degna di nota, rendendo l'esperienza di gioco coinvolgente e interessante, risultando mai banale, con un finale letteralmente nelle nostre mani. Call of the Sea è un buon esordio, il titolo è completamente incentrato sul risolvere gli enigmi e nel mentre esploriamo per trovare la soluzione nella mappa ci saranno disseminate molte lettere che narrano cosa è successo alla spedizione di nostro marito che è arrivato sull'Isola per trovare una cura alla malattia della moglie (la protagonista). Gli enigmi, a parte alcuni, sono abbastanza semplici da capire ma comunque non immediati quindi bisogna starci un po' a riflettere. Un difetto è la lentezza della protagonista, sebbene non sia troppo evidente nella maggior parte del gioco, ci sono momenti in cui devi attraversare aree ampie e farlo lentamente può risultare tedioso in certe parti. In generale comunque il titolo è più che consigliato nonostante qualche difetto. Perché sì, probabilmente non rimarrà fra gli esempi più notevoli del genere, ma bisogna rendere merito al fatto che riesce ad offrire una visione alternativa dell'universo narrativo lovecraftiano, potenzialmente capace di soddisfare (anche) chi non ha voglia di mostri o spaventi. In generale, la sensazione è quella di un'avventura scritta in maniera gradevole e mediamente godibile da giocare, ma non memorabile. Un racconto comunque non banale che lascia buone sensazioni per il futuro dello studio spagnolo, da gustare senza troppe pretese verso un finale piuttosto ispirato. Voto: 7

RAGE 2: Deluxe Edition - Ripetitivo e grezzo questo Rage 2, sequel di Rage, che ricordo poco ma che ritengo migliore. Basato più sulla quantità delle missioni da fare che sulla qualità delle stesse (spesso monotone). Rage 2 è ricco di gran belle sparatorie e armi, ma senza queste sarebbe un'esperienza dimenticabile. Rage 2 è quindi un'esperienza, seppur sorprendentemente soddisfacente per certe caratteristiche, abbastanza modesta, ricca di cliché e poco ispirata che si appoggia su un gunplay spettacolare e delle battaglie infinite che a volte riescono a mantenere la promessa della follia comunicata dagli sviluppatori, ma il suo deludente mondo di gioco non fa altro che sprecarne il potenziale. Se come FPS funziona (quando non ci pensano i problemi tecnici o il basso livello della sfida), è tutto il contorno ad affossarlo, dall'open-world spoglio e fine a se stesso, alla ripetitività di situazioni proposte (e persino assets), alla trama che senza infamia e senza lode ci trascina fino al frettoloso finale. La storia di Rage 2 insomma, non brilla per originalità. Tutto è lineare e ben lontano da quella finezza narrativa di ben simili titoli. Non tutto però è da bocciare: il colpo d'occhio infatti sarà pienamente appagato da scenari post-apocalittici ben delineati, da città decrepite ma convincenti e da un mix assolutamente unico di sabbia, ruggine e colori fluorescenti. Si poteva fare di meglio? Questo è certo: la componente narrativa è scialba, quella tecnica non è certamente allo stato dell'arte e l'end-game deludente. E quindi? Cosa rimane? Beh, in realtà rimane un gunplay divertente, variegato e adrenalinico, un FPS che permette di sfogare e scaricare lo stress senza mettere troppo alla prova. Perfetto per chi non cerca la sfida (almeno non sempre) ma, appunto, solo una buona scusa per sterminare ed uccidere tutto ciò che trova sulla strada. Da consigliare soprattutto se si ha apprezzato il primo, perché non sarà entusiasmante sempre, ma sa essere comunque frenetico ed esaltante, in particolar modo quando spinge l'acceleratore e mostra tutta la sua personalità. Voto: 6,5

2 commenti:

  1. Ghostwire: Tokyo lo proverei, se mi capitasse gratis (sono da poco iscritto a Steam e Epic Games e sto mettendo nella libreria tutti i giochi ma il mio portatile è adatto giusto a quegli indie bidimensionali, questo non so se lo reggerebbe). Non sapevo ci fosse invischiato il sommo Mikami!
    Call of the Sea peccato per la prima persona, perché nonostante ciò lo potrei provare. Alla fine, quando ti ho dato retta su Vanishing of Ethan Carter, non me ne sono pentito (nonostante fosse un titolo mediocre e lento).
    RAGE 2: Deluxe Edition non lo so...

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    Risposte
    1. Non direttamente ma Mikami c'è, e il gioco ne è la prova, perché è fantastico ;)
      La prima persona poco importa se ti piacciono i puzzle adventure.. :)
      Rage 2 solo per i fan...

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