giovedì 14 novembre 2019

[Cinema] The Conjuring Universe

E' stato probabilmente cinque anni fa quando vidi The Conjuring - L'evocazione, quando non faceva parte di qualcosa di più grande venuto dopo, poi non so perché ma non ho più seguito il "filo del discorso", ho rimandato e rimandato, però dopo 5 film, e grazie alla Promessa, ho potuto finalmente riprenderlo (ripartendo dall'inizio). Ed è così che ho visto i primi capitoli di questa particolare ed agghiacciante saga, denominata successivamente come il "The Conjuring Universe", che è forse una delle saghe horror più di successo degli ultimi anni. Da The Nun ai racconti della vita dei coniugi Ed e Lorraine Warren, tutti i film della serie includono sia eventi storici realmente accaduti, che verità e idee completamente inventate. I vari capitoli sono disseminati di sacrilegi, sedute spiritiche e elementi soprannaturali che possono benissimo funzionare come storie indipendenti, ma che in realtà sono tutte meticolosamente intrecciate (anche se la sensazione che qualcosa non torni c'è ugualmente), attraverso le storie di bambole di porcellana, suore e persino uno zootropio di stagno d'epoca. Cominciato nel 2013 con The Conjuring (appunto) di James Wan (che è rimasto come produttore esecutivo di tutti gli episodi successivi), il The Conjuring Universe ha preso il via dal racconto della vita di Ed e Lorraine Warren, una coppia di Monroe, in Connecticut, realmente vissuta e che ha dedicato la sua vita ad investigare sugli eventi soprannaturali. Le loro indagini hanno permesso all'universo cinematografico di espandersi (è tuttora in espansione), introducendo diversi personaggi demoniaci (che pian piano faranno il loro debutto in singolo). Ma i vari episodi della saga non sono mai usciti nelle sale secondo un ordine cronologico preciso. Ed è questo forse l'unico difetto di questa saga, giacché tra spin-off, sequel e prequel ogni tanto ci si perde, proprio perché tutti i capitoli sono uno collegato con un altro o gli altri. In tal senso fa specie che La Llorona - Le lacrime del male (che ovviamente devo ancora vedere, come Annabelle 3, entrambi usciti quest'anno) sia entrato in questo universo cinematografico quasi per caso. Tuttavia alcuni pregi notevoli questa saga ha, soprattutto uno, ed è indubbiamente quello di andare (quasi sempre) oltre la media del genere e dei suoi simili (che si attestano intorno alla mediocrità o giù di lì). Però a tal proposito si spera che non allunghino troppo il discorso, per non depauperare ulteriormente (giacché la base è sempre quella) un mercato già logoro di suo, anche se appunto qui la qualità e quantità è migliore. In ogni caso ecco cosa ne penso io di capitolo in capitolo, visti e recensiti in ordine di uscita.
L'evocazione - The Conjuring (Horror, Usa 2013)
Tema e genere: Horror soprannaturale basato sui fatti riportati dalla coppia di ricercatori del paranormale Ed e Lorraine Warren, le cui esperienze in precedenza avevano già ispirato film come Amityville Horror e The Haunting in Connecticut.
Trama: Una famiglia si trasferisce in una villa di campagna, scatenando l'ira di oscure presenze: due famosi demonologi si occupano del caso.
Recensione: Partiamo dicendo che i canonici ingredienti da film horror sono tutti ben presenti: casa in campagna isolata, famigliola felice che rimane sconvolta dagli eventi, presenze più o meno demoniache, porte che scricchiolano, strane bambole, persone possedute ed esorcismi. Insomma fino a qui nulla di nuovo. Ciò che fa però funzionare il film è la capacità del regista James Wan di evocare (senza inventarsi nulla) la paura con i vecchi strumenti del mestiere: appunto una famiglia, una presenza demoniaca e una casa che da qualsiasi impressione tranne quella di essere un posto sicuro e accomodante, tipico delle abitazioni degli horror anni '70-'80, ma gestendo bene la suspense. A ciò ci si aggiunga in questa pellicola costruita come si deve (la trama inizialmente procede lenta ma senza intoppi, lo sviluppo di tutta la vicenda è buono rendendosi in grado di suscitare interesse e curiosità nello spettatore), una buona attenzione per i dettagli percettivi, visivi o uditivi che siano (discreta la fotografia di John R. Leonetti, che sguazza nelle ombre ma con la capacità di non farci perdere alcun dettaglio né di affaticarci la vista, ed azzeccate le apocalittiche musiche di Joseph Bishara, discreto inoltre il trucco), anche se poi non fa gridare al miracolo (il che è comunque un demerito relativo). E come se non bastassero, si fa subito forza con un'introduzione efficace dei coniugi Warren, il che conferisce una cospicua dose di credibilità, apre con furbizia ulteriori strade (vedi la bambola "Annabelle", che vedrà poi un "suo" film), insomma ogni mossa ha dietro un suo perché, tangibile o meno all'interno del film. E così sfruttando vagonate di archetipi del genere, dai rumori ai dettagli demoniaci, riesce a creare una buona suspense, anche se a dire il vero poi quando deve esplodere definitivamente paventa qualche balbettio in più. In tal senso risulta emblematica la parte finale (altresì un po' ingenua), infatti quando sopraggiunge il più bello poi quest'ultimo non dura a sufficienza (risoluzione non in linea con la durata del film) per ghiacciare il sangue (anche se il messaggio è positivo). Stimolanti invece i titoli di coda, studiati per accrescere ulteriormente la soggezione, d'altronde nel cinema di James Wan la maestria nell'utilizzo del mezzo va di pari passo con un'idea globale che guarda indietro, riprendendo stilemi collaudati, ed ancor di più avanti per aprirsi sempre più strade. Molto apprezzato dal pubblico, probabilmente più scaltro che completamente riuscito, ha evidenti meriti, qualcosa di meno convincente e può contare su un buon cast che va dal feticcio horror dell'autore (Patrick Wilson, già presente in Insidious) a delle vere donne sopra la media come Vera Farmiga (candidata Premio Oscar nel 2010 con "Oltre le nuvole") e Lili Taylor che sanno conferire ai loro personaggi paure e consapevolezza. Era difficile apportare grosse novità su un tema che è stato ritrattato più e più volte, ma c'è da dire che il regista James Wan (colui che nel 2004 ha creato il primo, e forse unico meritevole di una certa attenzione, della saga di Saw) è del tutto in grado di rendere la pellicola molto interessante (giacché sa come muovere la macchina per creare la suspense giusta in sequenze al cardiopalma). Questo a dimostrazione che in un mondo in cui (quello del cinema) le idee scarseggiano, se il film viene girato da un regista che sa il fatto suo, ne uscirà lo stesso un buon prodotto. Un prodotto di discreta fattura, che decisamente sa spaventare, mantenendo una certa credibilità. Un buon film che tiene attaccati alla poltrona e a un film horror non si può chiedere molto altro. Un buon horror, che a tutti gli appassionati del genere non può di certo mancare.
Regia/Sceneggiatura/Aspetto tecnico/Cast: Il film si inserisce appieno nel filone della case infestate, cui lo stesso James Wan (che anche qui coglie l'occasione per mettere in scena il suo feticismo per le bambole) si era già cimentato nel precedente (e più originale, un po' migliore) Insidious. L'impronta è chiaramente fideistica, tanto che lo si può definire un film religioso (un po' come L'esorcista), ed in base a questo approccio regia e sceneggiatura si sono mosse nell'orchestrazione dell'intreccio (a lieto fine grazie a Dio) e della messinscena (suspense da j-horror, senza truculenze né morti violente) improntata alla suspense. Ormai i fan dell'horror conoscono a menadito le situazioni proposte, ciò non toglie che l'abile Wan riesca ad imbastire momenti di sicuro impatto (altre volte invece tende a ritardare un po' troppo il momento clou). Ciò è possibile anche grazie a personaggi meno stereotipati del solito, fra cui spiccano senz'altro i coniugi Warren (interpretati con convinzione da Patrick Wilson, già presente in Insidious, e Vera Farmiga, quantomai a suo agio in questa prova nell'horror), sorta di esorcisti laici dalla fede incrollabile ma di umana fragilità. Buono infine l'impianto scenico e fotografico della pellicola, in cui tutto è finalizzato a rendere l'atmosfera e le ambientazione delle pellicole horror datate proprio anni '70, anni in cui è ambientato il film.
Commento FinaleJames Wan utilizza tutti gli espedienti classici del cinema dell'orrore per creare un film sulla possessione dove il sangue non scorre praticamente mai. Si tratta di porte che cigolano, armadi che sbattono o ombre nel buio, il risultato poteva essere elementare ma James Wan ha una certa attenzione per i dettagli e dimostra un certo talento nel far inquadrare la casa infestata con i suoi piani lunghi e gli zoom lenti. In finale si tratta quindi di un gradevole ritorno al classico, dove non contano le morti ma solo gli spaventi e soprattutto un buon esempio di horror dove senza banalità si può dimostrare come il bene vincerebbe sul male nella maniera più semplice.
ConsigliatoL'evocazione è un film da vedere e rivedere, esempio che con una buona idea e uno stile/omaggio che vira ai film horror che hanno fatto storia, si può costruire un prodotto di intrattenimento degno del nome che porta. Se siete amanti dei film che trattano fenomeni di poltergeist, antiche maledizioni, case infestate e indagatori del paranormale questo film fa sicuramente per voi, ma anche per lo spettatore che storce il naso facilmente che "ha già visto tutto", The Conjuring può regalare ugualmente 112 minuti di intrattenimento senza spremere troppo le meningi.
Voto: 6,5
[Qui più dettagli]
Annabelle (Horror, Usa 2014)
Tema e genere: Horror soprannaturale spin-off di The Conjuring - L'evocazione, anch'esso basato su fatti che la coppia di demonologi Ed e Lorraine Warren sostiene essere realmente accaduti.
Trama: John Form regala alla moglie incinta Mia una rara bambola d'epoca, vestita con un abito da sposa. Durante una terribile notte, però, la coppia vede la propria abitazione attaccata violentemente dai membri di una setta satanica. Sangue e terrore non sono la sola cosa che l'assalto lascia loro. Gli adepti hanno infatti evocato un'entità diabolica che niente sembra poter scalfire: Annabelle.
Recensione: Un horror non proprio da buttare è Annabelle, prequel (pur possedendo una trama indipendente) del bel L'evocazione - The Conjuring di James Wan (di cui sopra) che qui produce affidando la regia al suo fido direttore della fotografia, John R. Leonetti. Il film, nello stile e nella narrazione segue da vicino le cose migliori di The Conjuring, ovvero una confezione impeccabile e insolita per un horror, che nella maggioranza dei casi, mostra una forma impresentabile, sciatta e approssimativa. Qui invece si avverte una grande attenzione alla messinscena, assai curata e verosimile nell'ambientazione vintage anni '70, un uso della luce e degli spazi suggestivo con una sequenza almeno, quella in soffitta, di grande effetto e ampio spazio lasciato agli artifici classici del genere. Una colonna sonora efficace, una gestione della suspense che in un paio di sequenze (i vari oggetti stregati della casa e l'entrata in scena del prete) centra l'obiettivo. Leonetti non ha il talento di Wan, è più che altro un buon impaginatore e la sua storia (l'ennesima variazione della casa infestata) è poco originale (a parte qualche piccola interessante diversità) ma ci mette molto mestiere e non si rifugia nelle facili scorciatoie, fatta eccezione per una risoluzione della vicenda un po' grossolana (però non troppo banale). Come già nel film precedente, si crea inquietudine e tensione senza grossi effetti ma spesso utilizzando con intelligenza la macchina da presa (i brevi ma numerosi piani sequenza), facendo parlare, per così dire, oggetti inanimati e spesso immobili, come la bambola protagonista che per la maggior parte del film è una bambola davvero che non si muove né comunica in alcun modo. Insomma, senza la complessità anche tematica e religiosa del film di Wan, Leonetti porta a casa il risultato facendo leva sulle paure più nascoste e oggettivandole nella storia (la setta di Manson che fa capolino diverse volte) e in situazioni di difficoltà e fragilità. Soprattutto, ha il merito di non raccontare baggianate sul male che cerca di scavare nel modo più essenziale e verosimile possibile. Al di là di un finale debole e di qualche manierismo di troppo, un horror sufficientemente riuscito. L'opera completa è infatti (il tempo poi è gestito in maniera ottimale non suscitando mai noia) apprezzabile.
Regia/Sceneggiatura/Aspetto tecnico/Cast: Per la regia di John R. Leonetti, Annabelle è il prequel del più inneggiato "The Conjuring" di James Wan, qui però il regista si affida ad una coppia di attori semisconosciuti (Ward Horton più che Annabelle Wallis, lei già vista in altri film) che a livello interpretativo (il doppiaggio poi non è affatto eccelso, anzi) non regge il confronto con il film predecessore risultando così il punto più debole della pellicola altrimenti davvero ben costruita e particolareggiata (tecnicamente è infatti di buon livello, regia ricercata, lenta e incentrata sul creare tensione, fotografia fredda che fa percepire l'oblio dei protagonisti davanti alla manifestazione del male e un comparto audio notevole ed immersivo). La sceneggiatura non presenta gravi buchi narrativi e scorre bene per tutta la durata. Annabelle presenta alcune scene con un buon livello di suspense e fornisce gli spaventi necessari per far saltare lo spettatore sulla sedia almeno due o tre volte, che è poi il motivo di base per cui si vanno a vedere certi tipi di film. E insomma John R. Leonetti (dopo il non esaltante, ma non disprezzabile, Wish Upon), si dimostra onesto mestierante, dimostrando (azzeccando la gran parte delle riprese) di non essere da meno di Wan.
Commento Finale: Un horror non povero di suspense e di sobbalzi. Buona la ricercatezza dell'orrido anche nella figura della bambola già presente nella pellicola precedente, ritmo abbastanza incalzante e inquietante al punto giusto, un prodotto sufficiente, con unica pecca la recitazione dei protagonisti non proprio eccellente, spicca tra le migliori la donna di colore che diviene amica della protagonista. Regia sapiente, colonna sonora ed effetti audio molto buoni.
ConsigliatoAnnabelle non aggiunge niente al genere horror soprannaturale/demoniaco, e anche se può vantarsi di essere un degno esponente di esso e sicuramente di quello che un film horror dovrebbe sempre fare, saper incutere terrore, è per una visione occasionale, quando il convento non passa di meglio.
Voto: 6
[Qui più dettagli]
The Conjuring - Il caso Enfield (Horror, Usa 2016)
Tema e genere: Sequel del film horror soprannaturale del 2013 The Conjuring - L'evocazione.
Trama: I coniugi Warren vengono chiamati dalla Chiesa in Inghilterra per far luce su uno strano caso di possessione.
Recensione: Gran bell'horror, sequel forse migliore del già buon primo episodio. Credo infatti che Il caso Enfield (che ha l'innegabile merito di andare a parare su atmosfere completamente diverse rispetto alla versione del 2013, visto anche il cambio di location e di paese) rientri appieno nella ristretta cerchia di film all'altezza, se non di un pelo superiori ai predecessori, infatti se il primo risulta superiore a questo per la storia di base più horror, questo risulta sicuramente superiore per il delineamento e la cura dei personaggi basandosi su un cast di ancor più alto livello. Altro punto a favore è senz'altro la scelta di puntare il più possibile sul "realismo" piuttosto che sul sovrannaturale ed ho apprezzato moltissimo l'introduzione del personaggio della scettica a fare da contraltare ai coniugi Warren (la cui alchimia è decisamente cresciuta dal primo capitolo). James Wan (che torna a dirigere un episodio della saga da lui creata) riesce persino ad introdurre sequenze di notevole tenerezza qua e là e soprattutto riesce a tener vivo fin quasi alla fine il pur minimo dubbio che tutto quello si è visto e detto altro non è che realmente una invenzione della madre disperata e questo solo grazie al regista (che imbastisce un racconto di grande tensione dove c'è spazio per la paura ma dove il male, per quanto spropositato, non ha mai l'ultima parola). Altra ottima scelta inoltre, almeno per me, quella di ridurre al minimo possibile la CGI per lasciare il posto fin dove possibile al trucco ed ai costumi (e quindi di aumentare ulteriormente la dose di "realismo"). A tal proposito qui la confezione è di livello, come il cast che, come nel primo episodio, vede protagonista l'efficace coppia formata da Patrick Wilson e Vera Farmiga. Non dimentichiamoci però di quelli che dovrebbero essere i veri protagonisti: gli spaventi. E qui ve ne sono a bizzeffe e quasi mai telefonati (la scena dell'uomo torto è senz'altro efficace). Persino la sceneggiatura è abbastanza solida, con un buon colpo di scena verso la fine ben giocato. Ovviamente non mancano i punti dolenti, specialmente sul finale, dove ci sono alcune sequenze e trovate un po' forzate o comunque troppo sbrigative (specialmente la cacciata del demone che avviene troppo velocemente, un po' di tempo in più, visto la durata della pellicola, non credo avrebbe guastato), ma nel complesso un più che discreto horror e un buon film. Qualcuno avrà forse storto la bocca davanti alla banalità e alla ripetitività dello svolgimento (famiglia, casa infestata, esorcizzazione del demone, finale) però The Conjuring - Il caso Enfield ha una sua coerenza ben definita: all'interno di una serializzazione di film, cerca di dare in pasto allo spettatore una formula ben nota, cambiandone le modalità, ma rimanendo fedele alle meccaniche, e riesce a regalare cose buone (anzi, indemoniate).
Regia/Sceneggiatura/Aspetto tecnico/Cast: Pur non presentando la vicenda, al pari della precedente, grandi elementi di originalità, se non supposte radici o legami alla sconcertante realtà di fatti, a quanto pare realmente accaduti, questo "Caso Enfield", dal nome della famiglia perseguitata dalle apparizioni malefiche, è senz'altro diretto con gran mestiere, riprese sinuose e striscianti dal basso tecnicamente molto efficaci, una ricostruzione d'ambiente anni '70 molto accurata (tanto che anche la fotografia restituisce un'atmosfera inquietante e piacevole al contempo, estranea e casalinga, perfettamente aderente allo stile del film), un coordinamento delle scene di suspense davvero studiato con molta perizia, sufficiente a creare, se non vero spavento, almeno diverse occasioni di coinvolgimento piuttosto riuscite. D'altro canto si sapeva, James Wan è uno specialista del genere, e anche in questa occasione riesce a non deludere, perché appunto anche se la storia non è delle più originali (a tratti ricalca ingenuamente L'Esorcista) e la sceneggiatura è troppo prolissa e divaga rispetto al nucleo narrativo, si possono trovare delle idee davvero forti. Alla coppia ormai consolidata e valida rappresentata da Patrick Wilson e Vera Farmiga, l'australiana Frances O'Connor si dimostra una presenza carismatica degna di sostituire la precedente Lili Taylor, mentre tra le altre apparizioni, notiamo la presenza di Franka Potente in un piccolo ma non trascurabile ruolo di opinionista scettica e diffidente.
Commento FinaleThe Conjuring - Il caso Enfield ci tiene compagnia per più di due ore offrendoci il pacchetto completo previsto da un film horror a tema demoniaco: possessioni, oggetti che si muovono da soli, salti dalla poltrona e improvvise apparizioni demoniache. Sfortunatamente non è tutto oro quel che luccica, giacché non tutto è imprevedibile, tuttavia è un più che discreto film molto curato dal punto di vista registico e con una coppia di protagonisti decisamente convincenti e a proprio agio nei panni dei coniugi Warren. James Wan si dimostra abile con la macchina da presa e le prestazioni fornite da Vera Farmiga e Patrick Wilson contribuiscono a innalzare la qualità del prodotto finale che sa regalare allo spettatore alcuni momenti di puro spavento. Wan attinge a tutti quei trucchi già usati in mille altri film per spaventare il pubblico. Se siete disposti ad accettarlo allora nulla impedisce di trascorrere i 133 minuti della pellicola in modo divertente e, soprattutto, spaventevole.
Consigliato: Sì, sopratutto a tutti coloro che vogliono ammirare un horror che suggestioni senza però turbare particolarmente i sogni.
Voto: 7
[Qui più dettagli]
Annabelle 2: Creation (Horror, Usa 2017)
Tema e genere: Prequel del film del 2014 Annabelle (di cui sopra), e narra della creazione e delle origini della malefica e temuta bambola posseduta Annabelle, una dei protagonisti di numerose vicende paranormali studiate dalla coppia di demonologi Ed e Lorraine Warren.
Trama: Diversi anni dopo la tragica morte della loro piccola figlia, un creatore di bambole e sua moglie accolgono in casa una suora e diverse ragazze di un orfanotrofio. Queste diventeranno presto l'obiettivo di Annabelle, la diabolica bambola creata dall'uomo.
Recensione: Seguito cronologico di Annabelle ma in sostanza (come detto) è un prequel (oltreché ulteriore spin-off di L'evocazione), il film ha come protagonista, la malefica bambola, già vista nel primo film della serie. Solitamente i prequel nascono penalizzati dal fatto di raccontare avvenimenti che in qualche modo sono già conosciuti o possono essere intuiti, non nella fattispecie. La storia, pur essendo piuttosto semplice, è innegabilmente coinvolgente e suggestivamente carica di tensione, riportando con sagacia narrativa gli accadimenti, sino a un rapido ed efficace "trait d'union" con il film precedente. Il regista David F. Sandberg conosce bene il genere horror (è lui ad aver ideato il corto poi diventato lungometraggio, lo spaventoso Lights Out: Terrore nel buio) e il sottogenere di cui fa parte il film, quello delle "bambole possedute e assassine" che è stato ampiamente sfruttato, cinematograficamente parlando, tuttavia manipolando abilmente il materiale a disposizione, utilizzando la sua maestria e nei limiti imposti dal contenuto target commerciale, riesce comunque a  realizzare un  prodotto assolutamente efficace e riuscito, che riesce spesso a far accapponare la pelle. Il film, anche se privo di elementi nuovi e infarcito dei canonici cliché e di  un uso smodato, dei più tipici e adoperati espedienti per suscitare paura, è perfettamente funzionale allo scopo. Il regista maneggia con destrezza le tecniche atte a  produrre spavento, riuscendo a trarre la massima resa dalla storia. L'ambientazione conferisce un giusto tocco "vintage" al contesto malinconico e inquietante, nel quale la trama si sviluppa, avvolta in atmosfere sinistre. E così Annabelle 2, pur costituendo nel complesso un film perfettibile e di per sé dimenticabile, si colloca su un buon livello nel panorama del genere, come d'altronde lo sono state finora tutte le pellicole generate da The Conjuring: un risultato per nulla scontato che fa ben sperare anche per gli altri prequel, sequel o spin-off che verranno, se saranno realizzati dalla stessa squadra.
Regia/Sceneggiatura/Aspetto tecnico/Cast: Il regista dell'acclamato Lights Out non crea né distrugge nulla, applicando topoi ben assodati a una struttura dinamica quanto basta a scrollare di dosso al film la patina di déjà vu, regalandogli sfumature e dettagli in grado di farci ricollegare agli altri prodotti della saga horror. La sceneggiatura riesce a tal proposito, in maniera piuttosto soddisfacente, ad assolvere il suo compito, raccontando una storia che, seppure a tratti sappia di già visto e alla fine risulti non del tutto imprevedibile, non manca di intrattenere a dovere, dosando con opportunità spaventi e suggestioni, oltre a qualche colpo di scena. Il tutto coadiuvato da una regia (appunto) saggia e spinta quanto basta per ricreare l'habitat che lo spettatore amante della saga vuole vedere, nonché da un cast ricco e molto efficace, perché anche se manca una prestazione al di sopra delle altre, questo è però dovuto al fatto che in realtà la bambola e il demone sono i veri protagonisti della pellicola e ciò fa sì che i personaggi umani siano soltanto le vittime di un gioco troppo più grande di loro, buona la performance di Talitha Bateman e della giovane Lulu Wilson, volto già noto agli amanti del genere, poiché protagonista di Oujia - L'origine del male. Attorno a loro gravitano le figure degli adulti, soprattutto Miranda Otto e il burbero Anthony LaPaglia. Anche la musica gioca un ruolo fondamentale nel film, ripresentando lo stesso motivetto nei momenti clou e alternando l'ansia scaturita da quest'ultimo all'esaltazione di altre note e di altri momenti.
Commento Finale: Pur essendo un buon horror, il prequel di Annabelle (di cui sopra) pecca qua e là nella storia, dalla quale ci si aspettava un po' di più: maggiori dettagli, magari qualche novità. Tuttavia Annabelle 2: Creation è un prodotto soddisfacente, grazie anche al regista, che dopo l'apprezzato Lights Out, stupisce e terrorizza nuovamente (anche se meno rispetto a quest'ultimo).
Consigliato: Nell'insieme un buon prodotto di intrattenimento di genere rivolto soprattutto agli amanti di questo filone filmico.
Voto: 6
[Qui più dettagli]
The Nun - La vocazione del male (Horror, Usa 2018)
Tema e genere: Spin-off di The Conjuring - Il caso Enfield (di cui sopra), ed è incentrato sul demone con sembianze di suora Valak, antagonista del film citato.
Trama: Una giovane suora di clausura si toglie la vita in un'abbazia della Romania. Dal Vaticano per far luce sull'evento vengono mandati un prete con un burrascoso passato alle spalle e una giovane novizia sulla soglia dei voti. Insieme sveleranno il profano segreto dell'ordine, mettendo a repentaglio non solo le loro vite ma anche la loro fede e le loro anime.
RecensioneThe Nun, di fatto il terzo spin-off della celebre saga horror di The Conjuring, doveva rispondere con chiarezza sulle origini di Valak, la nefasta e tenebrosa suora spesso indagata dai coniugi Warren e protagonista di The Conjuring - Il Caso Enfield (la storia si svolge circa vent'anni prima e narra dunque le origini della diabolica creatura, per poi ricongiungersi solo nel finale alla pellicola di riferimento, della quale riprende dinamiche e atmosfere sovrannaturali). L'ha fatto, anche se rimangono ancora nel dubbio molte cose, peccato che poi l'abbia fatto anche in modo alquanto deludente. Anzi, di più, se dopo la seconda costola dedicata alla bambola demoniaca Annabelle (di cui sopra) avevo sperato che la saga continuasse sulla buona strada, purtroppo qui non accade, giacché The Nun rimane forse troppo anonimo e standardizzato rispetto ai capitoli colleghi. E' infatti un passo indietro per l'intero franchise e un'occasione mancata per il grande potenziale a disposizione del regista. Il prequel diretto da Corin Hardy tende difatti troppo a slegarsi, a farci perdere il filo del discorso, infognandosi in scene di poco senso che si preoccupano più di trascinare vagonate di cliché che di trovare quel pizzico di originalità tanto anelata. Che poi non è tanto la trama abbastanza scontata e prevedibile o i cliché (che comunque non possono mancare) a non convincere, quanto il fatto che più che di un film horror lo si può considerare un gotico racconto del terrore dai toni quasi fantastici, che cercando ingenuamente di trarre giovamento nell'accostamento con Dracula di Bram Stoker sbaglia (soprattutto introducendo inizialmente una certa inutile ironia). Malgrado le suggestive ambientazioni, ricreate da una curata scenografia, e qualche buona idea visiva offerta da regia ed effetti speciali, mancano infatti i momenti di vero spavento e anche la tensione non riesce mai a raggiungere livelli particolarmente elevati. Neanche le prove attoriali del cast sono particolarmente ispirate, né Demián Bichir, né Taissa Farmiga (sorella della Vera e nota soprattutto per i suoi ruoli nella serie televisiva antologica AHS), né gli altri (da Charlotte Hope a Jonas Bloquet) offrono più del dovuto. Tuttavia a risollevare parzialmente le sorti di un film che difficilmente resterà nei cuori degli amanti del genere horror e della saga di The Conjuring in particolare, ecco una colonna sonora, dal sapore medievale ed epico, davvero interessante, e una presenza, quella della suora indemoniata, discretamente impattante. Nel complesso però l'impressione finale è che questo film sia stato una forzatura, fatto in fretta e furia per accontentare un desiderio della fan base che però, ne sono convinto, avrebbe aspettato volentieri ancora del tempo pur di vedere un film degno del franchise a cui appartiene. Di meglio ci si aspetta dai prossimi.
Regia/Sceneggiatura/Aspetto tecnico/Cast: Sceneggiato da Gary Dauberman e prodotto da Peter Safran e James Wan, The Nun sembra volerci dare tanti piccoli indizi e una sola cosa certa: l'esistenza di Valak. Purtroppo lo fa in modo banale, con componenti ampiamente prevedibili e pronosticabili. Questo non significa che la pellicola sia un tripudio di déjà vu ma la struttura degli svolgimenti lascia poco spazio alle sorprese e ai colpi di scena. A questo si aggiunge anche una regia per niente degna di nota e le performance attoriali abbastanza statiche. Danno sicuramente supporto alla storia i colori tetri e l'architettura gotica, la nebbia soffocante, la colonna sonora fatta di rumori esterni (con una breve parentesi della musica che fuoriesce dalla radio in piena notte, dettaglio immancabile dei film della saga) e la fotografia, con quella mania di contrapporre luce e tenebre che dà luminosità al bene, senza oscurare del tutto il male, ma nel complesso poco convincente.
Commento FinaleThe Nun - La vocazione del Male non è il film che i fan meritavano e che si aspettavano. Il fascino tetro delle ambientazioni e qualche suggestiva idea visiva non riescono infatti a tenere alta l'asticella del terrore in questo debole spin-off della saga horror paranormale The Conjuring. Peccato perché l'impatto visivo del personaggio di Valak è memorabile, ma la sua aura malefica non viene mai percepita con grande convinzione. Una sceneggiatura più impegnata, attenta e coraggiosa avrebbe fatto la differenza. Un cast quasi totalmente sottotono conclude un pacchetto che nel complesso lascia a desiderare.
ConsigliatoThe Nun è un film di congiunzione e come tale va visto: incompleto se ci si aspetta di trovare riferimenti certi al resto del Conjuring Universe, godibile e ideale per chi si aspetta un prodotto mistery/horror/thriller da vedere senza troppi pensieri.
Voto: 5+
[Qui più dettagli]

12 commenti:

  1. Ottima idea quella di giocarsi tutti i film in un solo post, li ho visti tutte ma alcuni non mi fanno nemmeno venire voglia di commentarli, non tutti, ma qualcuno si lo ammetto. In compenso il tuo super post è spettacolare! ;-) Cheers

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In alcuni casi è meglio tutto in uno, come appunto in questo e tanti altri che son passati e che in futuro ci saranno ancora ;)

      Elimina
  2. Me ne mancano alcuni, ma in generale ho apprezzato di più i due Conjuring.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Guarda caso i due migliori, e infatti aspetto con trepidazione il terzo ;)

      Elimina
  3. Non ricordo esattamente quali ho visto e quali no, ma so che Annabelle mi deluse. Mi aspettavo molto di più e invece in molte scene ridevo...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh non è mica perfetto, però qualche piccola novità c'è ed è ben accetta ;)

      Elimina
  4. L'unico che mi manca è Annabelle 3. Gli altri visiti e piaciuti tutti. Però, scusa, La Llorona appartiene al franchising di The Conjuring? Non mi pare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì che appartiene, e non sono io a dirlo ma Wikipedia dalla pagina "The Conjuring (serie di film)" che testualmente dice "Nell'ottobre 2017, è stato annunciato che James Wan stava producendo un film horror diretto da Michael Chaves e interpretato da Linda Cardellini, inizialmente intitolato The Children. Sebbene sia stato pubblicizzato come film indipendente, è ambientato nello stesso universo, con Tony Amendola che riprende il ruolo di Annabelle nei panni di Padre Perez."

      Elimina
  5. La mia saga horror preferita! Tra alti e bassi, non riesco più a staccarmene e ormai credo di non avere più neanche un giudizio obbiettivo, mi piacciono tutti. Mi ha deluso solo uno ma non ricordo se il primo o il secondo Annabelle, sono passati troppi anni. A memoria direi il primo (concordo sull'interpretazione degli attori) ma leggendoti e rinfrescandomi la memoria, mi viene il dubbio...
    Il migliore è Il caso Enfield ed è giusto che tu gli abbia dato il voto più alto.
    The Nun è l'unico che ho visto al cinema ma a differenza tua mi ritengo soddisfatto (o forse, come scrivevo all'inizio, ormai mi piace tutto 😝).
    Ho visto Annabelle 3 sabato ma aspetto che lo guardi anche tu per parlarne.
    La Llorona, a parte non conoscerlo, manco sapevo facesse parte di questo universo. Devo recuperare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Aspettavo infatti il tuo commento, ed eccolo qui, cosa dirti però non so, diciamo che per quanto molti hanno esagerato, questa saga è una bella novità ;)

      Elimina
  6. Concordo con le tue valutazioni, anch'io trovo che The Nun è stato il film più debole della saga Conjuring e sui luoghi comuni presenti anche nei libri di Bram Stoker ormai sai come la penso, no ho parlato molto quando ho recensito anch'io questo film. Non ho avuto occasione di parlare di Vera Farmiga, mi piace molto, ha un fascino particolare ed è molto intensa. L'ho apprezzata molto nel film "L'uomo sul treno" e "Il bambino con il pigiama a righe." Ha un magnetismo che intravedo anche nella sua sorella più piccola, Taissa, da cui mi aspetto molto nei prossimi anni. Comunque meritati i voti per i film Conjuring.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, ora non ricordo con esattezza, ma credo di saperlo, in ogni caso è un peccato perché poteva venirne fuori anche da lì qualcosa di buono come gli altri ;)
      Mentre sulla Farmiga, sorella grande ha in effetti un fascino particolare, sorella piccola ha del talento :)

      Elimina