lunedì 9 novembre 2020

I film del periodo (26 Ottobre - 8 Novembre 2020)

L'anno mio cinematografico volge quasi al termine, altri tre contenitori come questo mi dividono infatti dalla "chiusura" e dalle conseguenti classifiche finali, ed è quasi tempo quindi di preparare il terreno per il prossimo anno (anche se manca praticamente un mese). Un anno che, come sarà per la serie vedrà molte pellicole rimaste in sospeso avere finalmente una visione, che sarà particolarmente corposo come questo che sta per finire. In tal senso, ai fini di stilare La Promessa 2021, ufficializzo il fatto che un posto dei 10 disponibili sarà riservato alle vostre richieste di mesi fa, uno alla Disney (ho live action, ma non solo, in arretrato) e uno alla filmografia di David Lynch (la parte 2 dopo la parte 1 di quest'anno), gli altri posti invece, devo ancora decidere (e accetto suggerimenti). Detto ciò è ovvio che molto deve ancora accadere, molte pellicole hanno da passare da questi miei schermi, esattamente come questi di oggi, perciò calma e cioccolato caldo.

SEMAFORO VERDE PER...
L'ufficiale e la spia (Storico/Dramma 2019) - Se si riesce a passare la prima metà del film, decisamente prolissa, retorica, pomposa (come d'altronde doveva essere l'ambiente militare nella Francia di fine Ottocento), L'ufficiale e la spia (tratto dall'omonimo romanzo del 2013 di Robert Harris, anche co-autore della sceneggiatura assieme al regista) si rivela una visione decisamente godibile (tutta la vicenda si segue con attenzione), che associa l'evidente importanza e attendibilità dei contenuti con una narrazione snella, solida ma scorrevole. Il ritorno di Roman Polanski dietro la macchina da presa dopo Quello che non so di lei è nel segno dell'impegno civile e, ancora una volta, della memoria, è infatti ben chiaro il focus della vicenda (l'affare Dreyfus) sull'antisemitismo che ne diede il via. In un clima europeo enormemente teso e in una montante campagna di odio verso gli ebrei ebbe luogo uno scandalo tanto potente da spaccare l'opinione pubblica in due e causare dimissioni di alti ufficiali e ministri francesi. Tutto questo ne L'ufficiale e la spia c'è, e Polanski restituisce con grande perizia allo spettatore quell'atmosfera confusa e rabbiosa nella quale (attenzione che arriva la strizzatina d'occhio alla contemporaneità) intervennero giornalisti, politici e perfino "liberi pensatori" di vasta influenza come lo scrittore Emile Zola a muovere le acque generando dubbi, sospetti, complotti e controcomplotti (la Storia ha dato ragione agli accusatori, a ogni modo). E' difficile muovere critiche vere a questo film se non fosse che manca di sentimento, è come se il pittore fosse troppo preso dai dettagli da dimenticarsi cosa dipinge. La rappresentazione politica è uno sfondo, lo stesso Dreyfrus lo è, un quasi irriconoscibile (ma pur sempre bravo) Louis Garrel, ed il personaggio di Picquart (comunque impeccabilmente interpretato da Jean Dujardin), sebbene il protagonista della storia, rimane alquanto evanescente (nel buon cast non manca in ogni caso Emmanuelle Seigner e c'è pure una particina anche per Luca Barbareschi, che è del resto fra i produttori). Questo J'accuse manca di qualcosa nella sua perfezione, manca di una vera e propria anima, è tutto concentrato sulla sua storia, anzi, sulla STORIA. Nonostante questo è un film più che dignitoso appunto su un pezzo di storia con molte ombre e pochissime luci della Francia di fine '800. Voto: 7 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

SEMAFORO GIALLO PER...
Dolor y gloria (Dramma 2019) - Il film più autobiografico di Pedro Almodovar ed uno tra i suoi più colorati e pop, qualità messe lì quasi a contrastare i tristi acciacchi fisici e mentali del protagonista, un regista di mezza età ormai a corto d'ispirazione. E' la fotografia di un artista in crisi che porta però ad una lenta risalita, raccontata con partecipe amabilità grazie ad un mix di flashback della propria infanzia e della madre in particolare (non tutti riusciti), moderne scoperte (l'eroina da fumare che allevia le sofferenze) e toccanti incontri ancora dal passato (la sorprendente visita del primo amore). Il regista spagnolo sembra aver placato gli eccessi del suo solito cinema, e pur confezionando per un intenso Antonio Banderas uno dei suoi personaggi più maturi della sua filmografia, la pellicola non riesce a solleticare le corde del cuore, persa in un limbo di nostalgia e commiserazione, il finale però è molto poetico. Per Almodovar in ogni caso un piccolo passo in avanti dopo Julieta, seppur anche qui ci si poteva aspettare di più sul piano emozionale. C'è anche qualche bella scena ma nulla che resti davvero nella memoria, siamo però e comunque in presenza di un buon film. Voto: 6 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

Attacco a Mumbai (Dramma/Thriller 2018) - Un film che si pone sulle orme dello United 93 di Paul Greengrass. Un resoconto abbastanza documentaristico degli avvenimenti (che arriva pochi anni dopo il film intimista e poco riuscito di Nicolas Saada) che flagellarono Mumbai in quelle drammatiche ore, in particolar modo il regista Anthony Maras, sceglie di concentrarsi (nuovamente) sulla missione di morte che ebbe l'effetto più plateale e clamoroso, quella perpetrata ai danni degli ospiti del celebre albergo Taj Mahal (se lì era Stacy Martin qui ecco Armie Hammer e Nazanin Boniadi più Jason Isaacs, che pare tuttavia un riempimento narrativo). L'azione dei terroristi non viene mai spettacolarizzata, anzi, va dato atto ad una rappresentazione che ne sottolinea la crudezza. Gli stessi terroristi sono mostrati in una veste più umana, pur mantenendo intatta la loro ferocia. I personaggi comunque non hanno un vero e proprio sviluppo (pure alquanto stereotipati). Viene privilegiata la successione degli eventi, con l'attesa di quelle forze speciali indiane accorse in colpevole ritardo. Magari anche un accenno al perché di questo tragico ritardo, ai limiti dell'inspiegabile, avrebbe chiarito meglio questo aspetto. Nonostante questo, e nonostante una certa enfatizzazione, buon film è questo, un film in cui corretta è comunque la prova degli attori (con menzione d'onore per Dev Patel e Anupam Kher). Voto: 6 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

Finché morte non ci separi (Horror/Commedia 2019) - Non c'è soltanto Parasite a raccontare la lotta di classe, seppur con un prodotto molto più di genere come un horror-comedy diviso fra il classico e il moderno, tra un'impostazione sanguinolenta e divertita e una graffiante satira sociale. Un prodotto che, senza pretese alcune (è intrattenimento e niente più, impensabile pensare di raggiungere il livello dell'ottimo film coreano), riesce, mantenendo costantemente la vena ironica e il black humor, alla grande a intrattenere e divertire (un'ora e mezza di giostra degli orrori con una gioiosa esplosione di sangue). I personaggi sono ben caratterizzati e ci si "affeziona" subito alla loro assurdità e stravaganza (Samara Weaving qui sposa sanguinaria alla Beatrix Kiddo è splendida). Buono il ritmo (buono anche l'uso piuttosto macabro di alcune canzoncine altrimenti innocue), notevole la scelta della location (la villa è infatti di per sé un'altra protagonista, con i suoi anfratti bui, i quadri inquietanti, i passavivande). Esempio di soggetto semplice, portato ad alti livelli grazie a un buon lavoro di fantasia registica, quella di Matt Bettinelli-Olpin (attore e regista in V/H/S) e Tyler Gillett (anch'esso in V/H/S ed insieme già alla regia de La stirpe del male). Forse il finale poteva essere migliore (inatteso, pure troppo, è coerente ma seppur gustoso, esagerato), però nel complesso film sufficiente e ben riuscito. Voto: 6+ [Qui più dettagli, Qui Scheda]

7 uomini a mollo (Sportivo/Dramma/Commedia 2018) - La Francia ancora una volta sugli scudi per una riuscita commedia sportiva, che riunisce alcuni dei migliori attori francofoni (Mathieu Amalric, Guillaume Canet, Benoît Poelvoorde) diretti dal collega Gilles Lellouche. Lo sport come terapia e strumento di riscatto non è certo un tema nuovo ma il film è fresco, simpatico (anche perché quando mai si è vista una squadra di nuoto sincronizzato maschile). L'epilogo eccede in ruffianeria, contraddicendo lo spirito decoubertiniano, ma è impossibile non fare il tifo per questo gruppo di depressi/sfigati che riesce a risollevare la testa. Dalle crisi di coppia, alla depressione post licenziamento, sono molti i momenti di difficoltà che affrontano i nostri aspiranti nuotatori, e dopo qualche difficoltà iniziale, ognuno trova conforto nella disgrazia dell'altro, trasformando lo spogliatoio della piscina in un luogo di confronto e di conforto. La ritrovata fiducia in se stessi e nella vita genera una serie di conseguenze positive, come veniamo a sapere nel finale. Il regista è bravo a evitare scivoloni nella melensaggine o nell'umorismo terra terra. Riesce a darci, sia pure abbozzati con pochi tratti, dei personaggi veri, che potrebbero essere nostri vicini di casa o nostri amici. Forse convenzionale, stereotipato, ma sincero (diverte e fa pensare), e questo basta. Voto: 6 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

Bad Education (Biografico/Dramma 2019) - Dal più grosso scandalo che ha scosso l'istruzione pubblica USA, un commedia acida (di produzione HBO) sulle falle di un sistema basato sulla competizione tra le scuole per guadagnare prestigio e quindi finanziamenti. Lo stile è da dark comedy con punte di grottesco, gli manca un po' di epica ma gli elementi per riflettere li scova tutti e propone due grandi prove di Hugh Jackman e Allison Janney. Avidità, vanità e stupidità non trovano ostacoli alla loro diffusione tra chi avrebbe dovuto accorgersene e tocca a una studentessa redattrice aprire il vaso di Pandora. Un film dal ritmo incalzante quello di Cory Finley, superiore all'interessante ma imperfetto Amiche di sangue, perché oltre alla buona resa visiva, mette sul piatto una storia molto solida ed un'ottima caratterizzazione dei personaggi. Egli punta tutto sulla personalità contraddittoria (sulla carta inscalfibile) di Frank e della spregiudicata Pamela senza tralasciare "gli altri ingranaggi" del criminoso e quasi incredibile congegno, e fa centro (in più ecco dialoghi grintosi e colonna sonora spiazzante). Un buon film, vincitore dell'Emmy Awards 2020 per il miglior film per la televisione, assolutamente da vedere. Voto: 6,5 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

Le avventure di Wuba (Avventura/Fantastico 2018) - Seguito del campione d'incassi Il regno di Wuba, si mantiene più o meno sui livelli apprezzabili del primo film, anche se pecca un po' in spettacolarità. Questa volta Raman Hui preferisce puntare più sull'aspetto sentimentale della storia, anche se l'action è ben evidente soprattutto all'inizio e alla fine, cercando di instillare nello spettatore discrete dosi di emozionalità. Gli effetti speciali appaiono migliorati, il cast (che stavolta si avvale dell'apporto di un attore del calibro di Tony Leung Chiu Wai, quello di In the Mood for Love, Hero ed altri grandi film) offre buone interpretazioni e il ritmo degli eventi non cala quasi mai, garantendo una visione discreta e appagante. Voto: 6 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

SEMAFORO ROSSO PER...
Godzilla II - King of the Monsters (Sci-fi/Azione 2019) - Doveva essere per Michael Dougherty, dopo due buoni prodotti quali La vendetta di Halloween e soprattutto Krampus, la sua prova del nove da regista, ma l'esame risulta fallito. Perché certo, le colpe per un film mediocre come questo, sequel del Godzilla del 2014, non possono imputarsi solo a lui, però poteva certamente curare meglio ogni aspetto della pellicola, una pellicola che impressiona più per il titolo altisonante che per meriti intrinsechi, che funziona molto bene come film di mostri, a brillare c'è Godzilla, questo sì, ma intorno al lucertolone c'è poco altro. Ciò che manca davvero è uno sviluppo concreto, un filo narrativo che colleghi queste creature alle loro origini leggendarie. Spettacolare la bellezza delle battaglie tra le creature mitologiche, ma, mentre le scene d'azione sono di grande impatto, ad essere confusionaria è la trama (che mette in fila improbabili sparate ambientaliste, cattivoni senza scrupoli neanche troppo coinvolti nell'evolversi dei fatti e famiglie disfunzionali guarda caso da rimettere insieme). Il personaggio interpretato da Vera Farmiga non è credibile, anche il personaggio interpretato da Kyle Chandler sembra essere completamente inutile (fuori parte anche l'esperto Ken Watanabe, e non è la prima volta per lui purtroppo). Con la dinamica del film e tutte le potenti scene d'azione, si sarebbe potuto pensare tranquillamente di eliminare quasi tutte le scene con gli esseri umani. Di conseguenza siamo decisamente indietro dal primo adrenalinico e più che discreto capitolo. Nel complesso è infatti un Monster Movie guardabile ma non del tutto soddisfacente, anzi, quasi per niente, si salvano gli scontri tra i mostri e poche altre scene, ma era doveroso visto il budget stratosferico messo a disposizione. Si dice che sia un episodio "interlocutorio", confido perciò nel seguito, che senza dubbio vedrò, sperando in un'opera, seppur d'intrattenimento, un minimo più verosimile e meno basata sulla rielaborazione di stereotipi e schemi visti e rivisti. Viva i mostri, abbasso gli umani! Ultima nota: avrebbero potuto "truccarla" in maniera diversa, Millie Bobby Brown, pare uscita direttamente da Stranger Things! Voto: 5+ [Qui più dettagli, Qui Scheda]

Strange but true (Dramma/Thriller 2019) - Cinque anni dopo la morte del fidanzato in un incidente, Melissa si presenta a casa della madre di lui dichiarando in assoluta buona fede di essere incinta del morto: miracolo dell'amore, fecondazione con spermatozoi congelati oppure il mistero ha un'altra spiegazione? Thriller dalle discrete potenzialità che, dopo una discreta partenza, finiscono per arenarsi nella mediocrità di una trama sensazionalistica fitta di forzature e comportamenti insensati. L'inizio è da thriller puro, con un ansiogeno inseguimento nel bosco, dopo i primi minuti però le atmosfere sembrano voler spaziare tra velleità mystery e suggestioni religiose. E con le locandine che facevano presagire risvolti romantici, di carne al fuoco ve ne era parecchia sulla carta: Strange but true purtroppo non mantiene nessuna delle premesse di partenza e con lo stanco procedere degli eventi il film si rivela finalmente nella sua essenza, morbosa e soporifera. Nell'adattare l'omonimo romanzo di John Searles il regista Rowan Athale non trova la corretta chiave di lettura, rivelandosi incapace sia di emozionare che di suscitare la minima dose di suspense a tema, sprecando, oltre allo spunto, anche l'ottimo cast a sua disposizione (e non si parla solo di Brian Cox, ma anche di Nick Robinson, di Amy Ryan, di Greg Kinnear e soprattutto di Margaret Qualley), qui vittima di personaggi mai credibili o genuini. Voto: 5 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

Il sole è anche una stella (Romantico/Dramma 2019) - La regista del sorprendente Prima di Domani in un film che racconta un amore messo a dura prova da ostacoli molto realistici e attuali, ma che risulta comunque banale e privo di una vera originalità o denuncia. I canoni della love story vengono seguiti per tutto il film, la storia di per sé è già vista anche se "dammi un giorno e ti farò innamorare di me" lascia al racconto una velata nota originale, perché forse è vero che basta un istante per innamorarsi, o magari solo qualche ora. Questa è la sfida per entrambi, mettendo da parte impegni e desideri, trovano la forza di affermare ciò in cui credono e che cercheranno di ottenere in tutti i modi. Il legame con le proprie origini e tradizioni è marginale, e il film tenta di dargli un'importanza che però non traspare, senza riuscire neanche a creare un giusto equilibrio tra questo tema e quello dell'amore. Certo, il film regala comunque delle emozioni in alcuni momenti, anche grazie alla bravura dei due ragazzi protagonisti (Yara Shahidi e Charles Melton), ma nemmeno la regia della Ry Russo-Young sembra andare oltre il convenzionale, vestendosi di immagini e scelte abusate senza mai schiudersi a una pura ispirazione creativa. In sintesi, Il sole è anche una stella (basato sull'omonimo romanzo per ragazzi di Nicola Yoon, artefice anche del romanzo Noi siamo tutto trasportato ugualmente al cinema però con buoni risultati) avrebbe potuto essere una poesia sulla simbiosi fra caso e destino (resta infatti apprezzabile la volontà di non far prevalere uno sull'altro, concedendosi il fascino del mistero), ma rimane un teen movie che vuole far sognare i ragazzi e che adopera i temi del multiculturalismo, della diversità e delle barriere culturali e sociali senza snocciolarli o, più facilmente, concedere loro l'importanza che assumerebbero nel contesto rappresentato. Voto: 5,5 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

Annabelle 3 (Horror 2019) - Un (grande) passo indietro rispetto al capitolo secondo, riuscito meglio. Questo terzo capitolo della saga di Annabelle sa un po' di carrozzone di mostri e spiriti, manca tutta una certa atmosfera fondamentale per un horror, ovvero una contestualizzazione dell'infestazione. Qui invece gli spiriti escono fuori da un "cilindro", ognuno decontestualizzato. Mi è parso più che altro un grande gioco, quasi uno sfizio all'interno di un brand che ha permesso di fare anche questo. Per il resto come horror molto classico, fin troppo. Protagonisti presi dai più elementari cliché del genere teen horror, reazioni e situazioni semplicistiche. L'unica cosa è che il comparto tecnico e i tempi delle scene horror sono azzeccati, come in genere riescono a fare in questa catena di film dell'universo The Conjuring. Su quello posso comunque dire che è un prodotto sufficiente. Però purtroppo tutto il resto, situazione, dinamiche, personaggi, ambientazione, mi portano a calare la votazione, così tanto che La Llorona è leggermente migliore. Perché certo, alla fine si fa vedere senza annoiare (anonima è però la regia di Gary Dauberman), ma un vero perché non c'è, la coppia Patrick Wilson-Vera Farmiga appare solo all'inizio e alla fine, senza mai entrare davvero nell'azione, sostituiti dai classici teen (pure interpretati da giovani attori niente male, su tutti la Mckenna Grace di The Bad Seed e la Madison Iseman dei due nuovi Jumanji) che danno luogo pure a un umorismo inaspettatamente sciocco. Solo per i fan scatenati della saga. Voto: 4,5 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

ANGOLO VINTAGE
Il ritorno dei morti viventi (Horror/Commedia 1985) - Uno dei B-movie più popolari degli anni ottanta (ottimo esempio di contaminazione tra horror e commedia). Che sia "di culto" non c'è dubbio, fu infatti il primo zombie-movie con dei morti viventi ancora più agghiaccianti, in quanto capaci di correre, parlare e perfino pianificare degli attacchi "strategici" contro gli esseri umani. Ma se da una parte il coinvolgimento rimane alto per l'efficace rilettura dello zombie e per alcuni inserti comedy ben mixati alla matrice horror, non è possibile sorvolare su una recitazione non proprio brillante. Il seguito non ufficiale di Night of the Living Dead inoltre non convince abbastanza nella scrittura del plot e dei personaggi, questi infatti abbondantemente stereotipati e poco definiti nella loro rappresentazione. Rimane, ad ogni modo, un buon prodotto dal piglio personale, quello di Dan O'Bannon, qui nei panni di regista per la prima volta dopo averne vestiti tanti in quelli di sceneggiatore (panni coi quali ha firmato capolavori, grandi film e grandi B-Movie, Alien, Atto di forza e Space Vampires), e che può vantare effetti speciali veramente notevoli, l'animazione di certi zombi è difatti impressionante (l'interrogatorio dello zombi-donna-putrefatta in primis), e poi alcune scene sono alquanto spaventose. Abbastanza divertente comunque, con alcune sequenze riuscite divenute giustamente di culto: il ballo nudo di Linnea Quigley sulla tomba, gli zombi che fuoriescono in chiave heavy-metal (in tal senso interessante il tema hard-rock principale, anche nella musica), la camera ardente emblematicamente considerata luogo di rifugio, lo zombi parlante che chiama i rinforzi via radio. Certo, a volte il tono vira un po' troppo verso la parodia, però non mancano i momenti più classicamente horror e le scene truculente. E così che in definitiva, godibile ed apprezzabile come produzione indipendente a basso costo, per la sua discreta miscela di splatter e comicità, forse artisticamente potevano sicuramente curarlo di più, ma il film fa (ancora) una discreta figura nei "pochi" lungometraggi dedicati agli zombi, anzi, certamente tra i più memorabili. Voto: 7 [Qui più dettagli, Qui Scheda]

Ecco infine i film scartati ed evitati del periodo: Sono solo fantasmi, La legge della giungla, 1989: La svolta, Operazione Hummingbird - È tutto appeso a un filo, Final Score, Le regine del crimine, Jesus Rolls - Quintana è tornato!, Galveston, Antigang - Nell'ombra del crimine, Alice e il sindaco.

32 commenti:

  1. Annabelle 3 mi ha annoiata, nonostante lei mi terrorizzi: c'era troppa carne al fuoco, alla fine sembrava la sagra del mostro da votare per un prossimo capitolo del franchise, quindi anche no.
    Finchè morte non ci separi invece l'ho adorato, altro che semaforo giallo, una delle commedie horror più divertenti e intelligenti degli ultimi anni.

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    1. Già, e poi sembrava più un fantasy che un horror...
      Beh sì, diverso dal solito, intelligente indubbiamente, forse qualcosa in più meritava, ma per i miei standard reputo così ;)

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  2. Ho guardato "Finché morte non ci separi".
    È strepitoso! Volevo scrivetelo.
    Vedremo per gli altri film che hai suggerito.
    Per apprezzare "Il ritorno dei morti vivrnti" si dovrebbero conoscere bene la trama ed i personaggi, altrimenti non si comprende bene la storia. Questo per me sarebbe uno sbaglio enorme.
    Io ho il gioco, per cui conosco bene i risvolti.
    Forse guarderò anche questo film, vedremo. Visto quanta impressione mi fanno gli zombie.😨
    Ciao caro Pietro, grazie.

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    1. L'hai scritto, perfetto così ;)
      Il gioco? Davvero? Non sapevo niente, fantastico! Ma se ti piace quello non puoi non vedere anche il film, su dai :)

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  3. Finché morte non ci separi e L'ufficiale e la spia potrei recuperarli più avanti!

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  4. Non ne ho visto nessuno, ma mio fratello ha visto Annabelle 3 e ne è rimasto molto deluso. Quindi sarebbe d'accordo con te.

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    1. Già, come moltissimi altri, praticamente non è piaciuto a nessuno..

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  5. Ciao Pietro! A me "Dolor y gloria" nel complesso è piaciuto :-) Non conosco gli altri film!

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  6. Ho visto solo Annabelle 3 ma è passato un po' (da fan del conjuring-verse, li guardo appena escono, tranne la Llorona che ancora mi manca).
    Quando un horror non mi piace, tendo a cancellarlo dalla memoria e così è successo con questo. Lo stavo per riguardare su SkyGo perché ero convinto mi mancasse... riguardando il trailer qualcosa mi è tornata in mente. Il resto posso ricordarlo grazie alla tua recensione. Concordo un po' su tutto.
    A me ha pesato molto il poco utlizzo dei coniugi Warren e la virata teen l'avrei evitata.
    Un passo indietro, vero, per una saga che non mi aveva mai deluso.

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    1. Vedendolo si ha infatti la sensazione che potevano pure risparmiarselo..

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    2. È vero, la location di Finché Morte è davvero bella e sì, è un buon intrattenimento, esagerato in alcune parti.

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    3. Già, ma è anche l'attrice a dare una marcia in più ;)

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  7. Sono uno dei pochi "non fan" de "Il ritorno dei morti viventi". Sapevo di non trovarmi di fronte uno zombie film canonico, ma francamente non ho trovato tutta questa genialità che taluni gli attribuiscono.
    Certo il "confezionamento" del film è sicuramente di livello.
    Ps Sono solo fantasmi, dacci un'occhiata :) anche se il cinema italiano ti piace poco

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    1. Ma perché era la prima volta che gli zombie erano visti/utilizzati in modo diverso, comico, è stato da apripista insomma, ed è un merito ;)
      P.s. Manco se mi pagano! :D

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  8. Anche io non mi straccio le vesti per Dolor y Gloria, incensatissimo e premiatissimo ma per me dimenticabile...

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    1. Per me si può dire lo stesso del suo regista, ma non lo dico a voce alta per non essere squartato dalla brigata dei critici cinematografici! :--D

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    2. Beh guarda, non che a me piaccia così tanto comunque..

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  9. Ecco, io ad esempio tranne il cult anni '80 (eh sì, belli i tempi dell'horror che sa anche farti ridere!) avrei visto davvero SONO SOLO FANTASMI... il resto non ho visto niente.
    Annabelle ha fatto l'acido.

    Moz-

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    1. Ami il trash quindi, ma meglio quello americano che italiano..

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  10. Visti solo L'ufficiale e la spia e Dolor y Gloria. Sul primo mi trovi d'accordo. Manca di sentimento questa storia, autentica ma bistrattata da Polansky al solo scopo di farci soldi.

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  11. Polanski è riuscito a fare un film storico che sa appassionare dall'inizio alla fine: teso e attento, non mi ha mai fatto sbadigliare. Visto il tema "pesante" e una certa teatralità, non è cosa da poco.

    Amor y Gloria è invece nel mio cuore da quando l'ho visto. Un Almodovar al suo meglio, tanta malinconia e una fotografia e dei colori che mi hanno fatto applaudire. Non a caso, è stato nel mio podio e pure il mio header ;)

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    1. Esatto, più appassionante che emozionante, ma nel complesso valido proprio perché riesce a farlo benissimo ;)
      Alcune sequenze in verità mi hanno colpito, ma non l'ha fatto il resto, comunque non male :)

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  12. "Dolor y gloria" l'ho visto come il racconto di uno che se ne sbatte di quanto possa essere bello o giusto il proprio lavoro, ma lo fa perché ha voglia di farlo.
    Un film più sincero che bello, per me.

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  13. Concordo pienamente con quanto hai detto sul film L'ufficiale e la spia, lo rivedrei volentieri diverse volte. Io avrei assegnato il semaforo verde anche per Attacco a Mumbai pur accettando che non è allo stesso livello. Il secondo film mi ha impressionato per la sequenzialità e il carattere documentaristico, bel film e grade Dev Patel!
    Vorrei solo aggiungere qualcosa su Annabelle 3. Come ben saprai, ho visto tutta la saga Conjuring e ogni tanto ne rivedo uno dei tanti film, tutti tranne La Llorona, perché li trovo un bel modo per far passare e perdere il tempo. Anabelle 3 non è il mio film preferito della saga, non è neanche L'Annabelle preferita per cosi dire in quanto secondo me sia Annabelle del 2014 sia Annabelle creations sono state realizzate meglio però secondo me è comunque un film che si può vedere.

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    1. Proprio perché non è allo stesso livello che non l'ho messo lì ;)
      Annabelle 3 vedere sì, ma poi meglio dimenticare..

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  14. Io, invece, mi sono emozionata moltissimo guardando Dolor Y Gloria.
    Finché morte non ci separi è deliziosissimo, si concorda.
    Tutti gli altri, ahimè, non li ho visti.
    Con Annabelle mi sono fermata al secondo e penso che lì rimarrò.

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