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lunedì 20 novembre 2023

Le serie tv del mese (Novembre 2023)

Per il prossimo mese è previsto che io veda e recensisca un bel bottino di serie, più di quanto mai fatto, ma nemmeno in questo mese mi sono poi tanto risparmiato, tant'è che ho visto pure, anche se mezz'ora o meno di tempo l'avrei potuto trovare ugualmente, la seconda stagione di I Am Groot. Una seconda stagione (piena di buffe esplorazioni) che ne conferma la semplicità ed efficacia dei corti dedicati al personaggio dei Guardiani della Galassia (con la voce di Vin Diesel). Cinque nuove (baby)storie che mostrano un'altra fase della crescita dell'arbusto, ovvero pubertà e pre-adolescenza, con un'animazione fluida, dinamica e molto slapstick. Poche settimane fa "prendeva" parte all'ultimo viaggio dei Guardiani, nel capitolo conclusivo della trilogia di James Gunn (Qui recensione Vol. 3), ora lo si ritrova nella sua versione più dolce e irriverente (sempre su Disney Plus). Baby Groot, un po' cresciuto rispetto alla prima stagione (qui il mio commento), animato da una curiosità invincibile e una naturale propensione a cercar guai. Brevi, tecnicamente ottimi e divertenti, manca la "magia del gruppo" sì, ma è sempre bello ritrovarlo in "azione", tutto semplice però tremendamente efficace. Comunque ecco cos'altro ho visto in quest'ultimo mese dell'anno, di novembre vinaio.

Das Boot (3a stagione) - Una nuova stagione, della serie di guerra prodotta da Bavaria Fiction e Sky Studios, migliore delle precedenti. Si attenuano i difetti, si acuiscono i pregi. La trama continua sempre a vacillare di tanto in tanto, complice l'intreccio di più storie, lentezza e derive narrative (inutili in certi casi) non sono alleate dell'intera struttura (ecco pure alcuni archi che vengono spazzati via rapidamente), ma Das Boot continua (ed ancor meglio) ad impressionare con la sua plausibilmente evocazione atmosferica della vita durante il Secondo Conflitto Mondiale. Non c'è modo di sfuggire alla brutalità della guerra. Ma ciò che questa serie fa così bene è trasmettere le aree grigie della vita: non tutti i "cattivi" sono "cattivi" e non tutti i "buoni" sono "buoni", abbiamo sempre una scelta su come comportarci. Ci muoviamo dal mare aperto (che resta centrale motore narrativo e quello più convincente), a Dusseldorf e Kiel in Germania, a Liverpool in Inghilterra e a Lisbona in Portogallo per seguire tre trame in questa stagione. Una stagione preferibile alle altre, ma pur sempre altalenante. Voto: 6

Tulsa King (1a stagione) - Sylvester Stallone, lontano dai suoi ruoli abituali (qui decisamente più cattivo ed ambiguo) e alla prima volta (da protagonista) in una serie tv, è talmente bravo che quasi dispiace non si sia cimentato in nulla di simile prima. L'attore dimostra una notevole maturità ed offre (probabilmente) una delle sue migliori prove attoriali di sempre. La trama, a sfondo gangsteristico, raccoglie l'eredità dei classici film sul tema di Scorsese & Co, ma con un taglio meno drammatico, a tratti (specialmente nelle prime puntate) stemperato da qualche slancio ironico. L'attenzione viene mantenuta alta, la violenza non manca e la curiosità per la prossima (confermata) stagione è tanta (lo zampino di Taylor Sheridan, creatore della serie, si nota, si vede e si sente). Tulsa King si può quindi vedere, certo, nulla di nuovo nel campo malavitoso-cinema, tutto secondo canoni, ma è bella da seguire. Forse le puntate sono troppo brevi, qualcosa non funziona al 100%, ma nel complesso semplice, movimentata, ben girata e piacevole. Per il momento alquanto più che sufficiente per un buon giudizio. Voto: 7

martedì 31 gennaio 2023

I film del mese (Gennaio 2023)

No, non mi sono dimenticato del Giorno della Memoria, che infinitamente dovrebbe esserci, semplicemente quest'anno ho preferito inserire i film, che per l'appunto stavolta sono ben due, in questo post mensile che racchiude tutte le visioni del mese (il primo Addio, signor Haffmann, ambientato nella Parigi dell'occupazione nazista, il secondo Harry Haft: Storia di un sopravvissuto, un racconto straordinario su un uomo che ha superato ogni previsione per rimanere in vita), post che da quest'anno non avrà il suo Angolo Vintage, ci penseranno gli speciali Cinema (come quello su Stephen King giorni fa) a rimpinguare il "settore", il 2023 è ancora lungo, lunghissimo. In ogni caso, e come detto, ben due film della Memoria, entrambi visti su Sky (ed entrambi ho inserito a fine lista). A proposito di Sky, come per le serie tv di venerdì scorso, è stata quella "piattaforma" l'unico fruitore cinematografico per questo mese (e non sarà l'unica volta, o l'unica piattaforma). Sedici film tra diversi generi e diversi valori, poche sorprese ma tante cose vedibili.

La scuola cattolica (Dramma 2021) - Un film (tratto dall'omonimo romanzo) che mira a ricostruire l'ambiente alto borghese in cui avvenne il celebre omicidio del Circeo. Il regista (Stefano Mordini) scava nelle psicologie dei personaggi partendo da un ipotetico ruolo nella genesi del delitto dovuto all'ambiente malsano dal punto di vista morale (di certo far ricadere la colpa alla dottrina cattolica è sbagliato ed inesatto, giacché erano per lo più universitari, e in questo senso fuorviante è il titolo), ma alcuni personaggi sono decisamente pleonastici e i continui salti temporali non giovano alla "compattezza" della pellicola. Sono invece pregevoli la ricostruzione ambientale e la prova del cast, con attori giovani assai credibili (tra questi la buona Benedetta Porcaroli). C'è qualche lentezza, qualche sotto-trama inutile, ma il film si lascia guardare e gli ultimi venti minuti colpiscono con discreta crudezza, seppur rimane la sensazione a fine visione, assai amara per la verità, di un racconto che volesse dare una spiegazione e/o addirittura una giustificazione a ciò che di terribile e inenarrabile successe. Voto: 6

Chi è senza peccato - The Dry (Dramma/Thriller 2020) - Tra dramma e poliziesco, The Dry si avvale di una forza narrativa su due piani paralleli, presente e passato, che sono destinati ad essere legati. Il protagonista (un poliziotto), che dalla città torna nella cittadina di provincia natia, non è un elemento nuovo, ma il regista Robert Connolly riesce ad amalgamare benissimo una vicenda coinvolgente insieme ad altri aspetti come l'ambientazione particolare e flashback determinanti (certo la sceneggiatura prevede che a distanza di poche ore si risolvano 2 casi di omicidio distanziati di 20 anni, ma pazienza). Il microcosmo di questa piccola cittadina australiana sembra un po' quello di Cane di Paglia di Sam Peckinpah, tra ubriaconi, bifolchi e personaggi che hanno qualcosa da nascondere. Valido il finale, dove tutto bene o male si viene a collimare, ed anche la "siccità" del titolo si rivela importante. Bravo Eric Bana e bene il resto del cast. Un film ben confezionato, un "giallo" interessante dove tutto è al posto giusto, ma per essere un thriller naviga su un mare piatto, noioso a tratti, nonostante ciò buono. Voto: 6+

venerdì 29 maggio 2020

I film del periodo (11-31 Maggio 2020)

Dopo averne parlato settimana scorsa, ecco il post, sui film visti ultimamente, tanto atteso. Atteso perché primo di una lunga serie di post cinematografici periodici, in cui farvi vedere come l'ho strutturato secondo le mie nuove disposizioni. In modo semplice direi, per quanto riguarda nuove ed ultimissime visioni, una suddivisione in tre categorie (che saranno associate a dei colori in riferimento ad un semaforo), consigliati, senza infamia né lode, sconsigliati. Dopo tutto ciò ecco la categoria vintage, presumibile che ogni qualvolta proporrò questo tipo di post avrò visto infatti un film pre-2000, e quindi piccola recensione anche a queste pellicole. Per finire la classica lista dei film che nel periodo corrente ho deciso di non vedere. Ho pensato di fare così e credo sarà sempre questo il metodo da utilizzare. Comunque per questa prima volta c'è da fare delle precisazioni sui film che ho visto in questo periodo. Il 12 maggio nel post relativo alla settimana cinematografica precedente avevo anticipato la visione in settimana di Endgame, e qui c'è, era previsto poi che la settimana dopo vedessi (come successe ad inizio marzo, qui) alcuni film passati (negli ultimi due mesi però) in prima visione in chiaro, e qui ci sono tutti, infine approfittando della rassegna di Sky di inizio maggio dedicata a Quentin Tarantino (10 giorni e tutti i suoi film), era quasi automatico che insieme al suo ultimo film andato in onda in esclusiva avrei rivisto alcuni dei suoi cult, così ho fatto e qui ci sono due film, paradossalmente due film agli antipodi nella sua cinematografia, uno dei migliori ed uno dei "peggiori". Detto ciò ecco le mie visioni dell'ultimo periodo.

lunedì 10 giugno 2019

Gli Incredibili 2 (2018)

Tema e genere: Sequel de Gli Incredibili - Una "normale" famiglia di supereroi del 2004, è il 20esimo film prodotto dalla Pixar Animation Studios, ed è incentrato nuovamente sulle vicende di un'insolita famiglia di supereroi.
Trama: I supereroi sono nuovamente fuorilegge ma qualcuno vorrebbe riportarli in auge. Questa volta però tocca a Elastigirl fare la parte del leone, mentre suo marito resta a casa con i bambini.
Recensione: Nel 2004 lo scenario cinematografico era ben diverso da quello attuale, in particolar modo per un genere che ora domina i botteghini e fa parlare molto di sé, ma che 15 anni fa era ancora di là dall'esplodere nella connotazione odierna: i cinecomics di stampo supereroistico. È quindi in un contesto piuttosto vergine che si muoveva The Incredibles (in Italia Gli Incredibili – Una "normale" famiglia di supereroi), tuttavia, pur arrivando a distanza di più di dieci anni, pur uscendo in un periodo di sovraesposizione di questo genere sul grande schermo, questo sequel riesce a non sfigurare di fronte al primo bel capitolo, mantenendo perfino in parte l'effetto sorpresa, grazie anche all'aggiunta di nuovi spassosi personaggi e ad una buona sceneggiatura che schiaccia l'occhio anche agli spettatori più grandi. Anzi di più, in questo caso infatti la Disney Pixar con questo sequel riesce inoltre a consegnarci un seguito assolutamente all'altezza dell'originale, addirittura migliore (anche se l'effetto emozionale e d'impatto rimane basso), del quale appare come una natura continuazione e anziché, come spesso accade, una forzatura priva di originalità e spessore. Gli Incredibili 2 difatti, prende avvio dalle scene finali del primo film, dall'affiatatissima famiglia di supereroi finalmente pronta a sconfiggere un nuovo Super Cattivo: il Minatore, in diretta continuità quindi con lo status quo che ricordavamo. Non cambiano neanche le dinamiche, i supereroi, infatti, sono ancora illegali. Tuttavia un eccentrico milionario, affiancato dalla geniale e stravagante sorella, fanno appello a Hellen (aka Elastigirl) per rivalorizzare e risanare l'immagine pubblica dei supereroi, per poterli rendere di nuovo "legali". Ma per fare ciò qualcosa deve cambiare, ed infatti le avventure della famiglia Parr continuano, però prendendo una strada inattesa. Questa volta difatti, spetta a Mr. Incredible tenere le redini della famiglia, mentre Elastigirl è impegnata in una duplice missione: fare la portavoce dei diritti dei supereroi e investigare su un nuovo supercattivo. Helen e Robert dunque si invertono i ruoli in un'ottica moderna e se vogliamo molto politically correct, con lui che resta a casa a badare ai piccoli, mentre lei va a "guadagnare il pane" per entrambi. Robert così si ritrova a casa con una figlia in preda alle turbe adolescenziali, un ragazzino alle prese con difficoltà nella matematica e il piccolo ed incontenibile Jack Jack. Quest'ultimo in particolare si diverte a sperimentare tutta una serie di nuovi superpoteri e si potrebbe dire che alla fine sia lui il vero protagonista del film: con le sue faccette buffe e le gag esilaranti riesce a dare una ventata di novità alla storia. Ad ogni modo il compito dell'uomo di casa si rivela piuttosto arduo per Mr. Incredibile, che però, preso anche da un certo orgoglio maschile, si rifiuta di interpellare la moglie e dimostrarle di non saper gestire la situazione, finendo per improvvisare e provare qualsiasi cosa per mantenere tutto sotto controllo.

martedì 4 giugno 2019

Gli Incredibili (2004)

Tema e genere: Film d'animazione che si ispira ai fumetti e i film dei supereroi.
Trama: A causa dell'accrescersi del malcontento popolare causato dagli "effetti collaterali" delle imprese dei supereroi, conosciuti per brevità come "Super", questi vengono costretti a porre fine alle loro attività di vigilanti. Ma per Mr. Incredible è dura non aiutare il mondo. E quando gli sarà data l'occasione per tornare a rendersi utile, anche se in un modo imprevedibile, coinvolgerà tutta la famiglia.
Recensione: In procinto di vedere il sequel, ho colto l'occasione di rivedere "l'originale", un film, Gli Incredibili, premio Oscar nel 2005 come miglior film d'animazione che, come l'anno scorso all'epoca dell'uscita dissi, non è mai stato uno dei miei preferiti. E' innegabile tuttavia non "dare a Cesare quel che è di Cesare" dicendo che è questo (anche a distanza di 15 anni) un buonissimo film d'animazione. Un film che non mi sento di elevare a capolavoro anche perché non lo è affatto, è un film d'animazione impeccabile, con una ottima regia, con una portentosa colonna sonora, dei buoni personaggi sia primari che secondari con il proprio carisma che li contraddistingue dagli altri e una sempre eccezionale CGI, ma non ti entra dentro (come fu per me all'epoca) come gli altri, non ti da (e non mi dette) emozioni forti come quelle per esempio che ho provato in Wall-E o altri (soprattutto gli ultimi), ed è quindi questa la pecca che grava sull'operato finale dell'opera sesta della Pixar. Pixar, la casa della lampada da tavolo saltellante mamma di alcuni clamorosi successi prima, Toy Story, A Bug's Life, Monsters, Inc. e Alla ricerca di Nemo, giusto per citare qualche titolo, ma soprattutto dopo, e tutti capaci di incassare cifre che sarebbe fin troppo sobrio definire stratosferiche. Le ragioni di questi trionfi che sembrano ripetersi puntualmente ad ogni nuova uscita (o almeno quasi tutti) sono da ricercarsi in un'azzeccata mescolanza di fattori, presenti tutti anche in questa produzione. Si comincia con la tecnica realizzativa, sopraffina come sempre, fino alla genialità della narrazione, della sceneggiatura. Avventura, commedia, fantasy, humor e tante mirabolanti scene d'azione in questo film d'animazione che mescola la spy story alla parodia dei supereroi, con personaggi simpaticissimi e ben dettagliati e ambientazioni di stupefacente realismo. Film che porta (e portò) per la prima volta personaggi umani sullo schermo (questa è infatti la prima volta in cui la Pixar si cimentò con le persone), ma in una dimensione super. Un mondo dai connotati anni sessanta che però è proiettato verso il futuro lasciando nella bocca dello spettatore il tipico gusto di un "Bond movie" degli anni settanta. Un mondo in cui (a volte) le migliori intenzioni producono effetti nefasti: i passeggeri di un treno salvato dal disastro dal super eroe Mr. Incredibile gli fanno causa per danni. Il governo, preoccupato per i continui risarcimenti, vara un programma per togliere i super eroi di mezzo, costruendo loro una nuova, innocua identità. È questo lo spunto (indubbiamente geniale) de Gli Incredibili, ma geniale è anche il resto, perché apparentemente si tratterebbe della solita tiritera avente come fulcro la rivalsa di quei supereroi ormai fin troppo abusati, ma la realtà, all'esame dei fatti, è ben diversa.

venerdì 28 settembre 2018

Gli altri film del mese (Settembre 2018)

In questo mese di Settembre, che è radicalmente cambiato in tre giorni, da un clima mite a un clima decisamente fresco, non ho visto nessun documentario, non è successo niente di particolarmente importante o interessante e il mio mese cinematografico, come sempre, è passato tra alti e bassi. E quindi colgo quest'occasione per informarvi che il 22 Ottobre comincerà la nuova stagione "banneristica", che ad Halloween consiglierò nuovamente uno o due film da vedere nella notte delle streghe (a tal proposito, non avendo ancora deciso i suddetti film, accetto consigli da chiunque sappia dirmi un titolo abbastanza recente da vedere, sperando che non l'abbia già visto), che il Primo Novembre giustamente non pubblicherò niente, che il Franken-Meme e un post natalizio, cinematografico o meno, ci sarà, e che infine, come già anticipato ad inizio anno, le classifiche finali (che quest'anno saranno anche sulle migliori canzoni dell'anno ed i film "vintage" visti, oltre a quella ovviamente sui videogiochi) saranno stilate e quindi pubblicate entro l'anno. La mia stagione cinematografica infatti si chiuderà probabilmente a fine novembre o inizio dicembre, di ciò sarete a conoscenza in uno specifico post in cui spero di informarvi anche dell'avvenuta conclusione delle mie promesse cinematografiche (e tanto altro). E quindi da metà dicembre in poi il blog pubblicherà le consuete corpose classifiche, ma nel frattempo state sicuri di trovare sul blog, da qui al momento cruciale, sempre più recensioni, soprattutto di tante pellicole che ancora mi mancano, perché sì, la lista di film da vedere, invece di diminuire, si sta vertiginosamente allungando, e quindi di materiale ci sarà parecchio da giudicare.

giovedì 31 maggio 2018

Gli altri film del mese (Maggio 2018)

Dopo mesi di attesa, rimandi e controversie, finalmente le questioni in sospeso rimaste impantanate per parecchio tempo, sembrano ormai arrivate in via di definizione, e sembrerebbe aprire ad importanti scenari. In questo mese di Maggio infatti, non solo è arrivata l'ufficialità di avvenuta vendita della casa della mia defunta nonna (anche se la riscossione bancaria è ancora a metà percorso), vendita che potrebbe aiutare il "sogno" di cambiare casa a prendere corpo (anche se potrebbe restare comunque tale, giacché non è una cosa facile), ma anche la questione legata alla pensione di mio padre (dopo parecchi problemi di certificazione ed altro) sembra essere in via di risoluzione (in un mese dovrebbe risolversi tutto), fatto che ovviamente consentirà un sostegno economico sicuro dopo un anno e mezzo senza stipendio. E quindi finalmente un po' di notizie positive in questo mese, quinto mese dell'anno che nel tempo ha riservato momenti belli misti ad alcune amarezze. Di certo in campo cinematografico il discorso è diverso, tuttavia dopo gli immancabili peggiori film di ieri, eccoci oggi con le altre pellicole (le ultime due passate in televisione ultimamente) viste durante il suddetto mese, pellicole moderatamente sorprendenti e consigliabili alla visione.

mercoledì 10 gennaio 2018

I migliori attori dei film visti nel 2017

Non credo ci sia bisogno di dire che i film non sarebbero tali, soprattutto nel caso in cui essi sono alquanto belli, intensi ed avvincenti se, non ci fossero degli attori (e attrici che ci saranno domani) capaci a sopportare il tutto e a renderlo interessante e coinvolgente, però siccome in quest'occasione è proprio grazie alla loro bravura che mi ritrovo a fare la classifica de I migliori attori dei film visti nel 2017, (qui l'edizione 2016) è doveroso dire complimenti a loro. Perché se il loro talento ci permette di gustarci un film è solo merito loro, merito di grandi attori come questi qui che sto per presentarvi, cominciando da chi merita certamente una menzione per il loro prezioso contributo.

20. Stefano Accorsi per il sorprendente Veloce come il vento - 19. Joaquin Phoenix per l'affascinante Vizio di Forma - 18. Viggo Mortensen per Captain Fantastic (solo grazie a lui digeribile) - 17. Jason Mitchell per il buon Straight Outta Compton - 16. Hugh Jackman per l'agghiacciante Prisoners - 15. L'efficacissima coppia Omar Sy-James Thierree per Mister Chocolat - 14. Michael Fassbender per l'intenso Macbeth, senza dimenticare Steve Jobs e X-Men Apocalisse - 13. Armie Hammer per il sorprendente action Mine, ma anche The Birth Of A Nation - 12. Il bravissimo Stephen James per il discreto Race: il colore della vittoria - 11. La funzionale e affiatatissima coppia George Clooney-Jack O'Connell nell'originale Money Monster

venerdì 3 novembre 2017

Miss Peregrine: La casa dei ragazzi speciali (2016)

"Edward mani di forbice", "Il mistero di Sleepy Hollow", "The Nightmare before Christmas" sono solo alcuni dei titoli che ci hanno permesso di poterci addentrare nel meraviglioso mondo cinematografico di Tim Burton e di poterne apprezzare appieno la straordinaria originalità. Grazie anche alle sue straordinarie capacità di animatore, sceneggiatore, disegnatore e scrittore il visionario regista statunitense ha, infatti, costruito un immaginario filmico assai personale che sicuramente occupa un posto d'onore nel cuore di qualunque spettatore (di certo il mio). I suoi lavori sono come belle e raffinate fiabe dalle tinte gotiche e dalle atmosfere dark, in grado di trasportarci in mondi surreali dai quali non vorremmo più uscire. Non a caso questo è quello che accade al protagonista di quest'ultimo suo film del 2016, Miss Peregrine: La casa dei ragazzi speciali (Miss Peregrine's Home for Peculiar Children), che si ritroverà catapultato in una realtà fantastica dalla quale non vorrà più staccarsi. Jake (Asa Butterfield), un ragazzo timido ed impacciato, dopo la morte dell'adorato nonno (Terrence Stamp), seguendo gli indizi che questo gli ha lasciato, cerca di ricostruire la vita passata del nonno che aveva sempre sentito raccontare come fosse una bella favola, popolata da esseri speciali e piena di meravigliose avventure e di cui conserva solo sbiadite fotografie. Quando Jake lascia la Florida ed arriva nel Galles, viene finalmente a sapere che i racconti di suo nonno non erano solamente frutto della sua immaginazione senile e man mano che prosegue nella ricerca della verità verrà a contatto con una realtà inimmaginabile che lo aiuterà soprattutto a conoscere meglio se stesso.

mercoledì 30 agosto 2017

Kong: Skull Island (2017)

Era da tanto che non subivo una scossa di adrenalina nel vedere un film, quest'anno mi è capitato due volte, per quel capolavoro di Mad Max: Fury Road e quell'altrettanto straordinario Deadpool, ma soprattutto l'anno scorso ne ebbi una forte con Godzilla, di cui Kong: Skull Island, film del 2017 diretto da Jordan Vogt-Roberts, reboot del franchise di King Kong, è una specie di sequel. Entrambi infatti fanno parte del MonsterVerse, universo filmico realizzato dalla Legendary Pictures, che ha già previsto altri due capitoli negli anni a venire. Ed erano invece anni che non si vedeva sul grande schermo e non solo (giacché l'ho visto su Infinity première del 25-31 Agosto) un film d'avventura così efficace e coinvolgente, fedele ai canoni del genere che qui vengono presentati ed esaltati con grande maestria. Un genere che andrebbe affidato alle persone giuste e che, se mal gestito, non porterà di certo novità. Dopotutto di film con mostri che uccidono persone e mostri che si uccidono tra di loro è pieno il mondo. Kong: Skull Island ha però qualcosa di diverso, un tocco in più, una cura nei dettagli e nelle inquadrature che lo rende molto più piacevole e affascinante da guardare. Grazie anche al regista, un director (il quasi esordiente Jordan Vogt-Roberts, autore dell'inedito in Italia The Kings of Summer) che fa il suo lavoro senza particolari trovate, ma comunque in grado di gestire un Monster Movie con lo scopo di incantare lo spettatore e che, prendendo le distanze dai precedenti episodi dedicati all'enorme gorilla e soprattutto pensando all'ultimo episodio diretto da Peter Jackson si allontana dalla classica formula del remake, per tentare di proporci qualcosa di nuovo senza tuttavia snaturare la figura del mostro incompreso.

lunedì 6 febbraio 2017

The Hateful Eight (2015)

Il fattore più sorprendente del cinema di Quentin Tarantino è la sua capacità di mettere in scena, con estrema e ammirabile originalità, delle tipologie di trame sostanzialmente vecchie e ormai standardizzate in 120 anni di vita della settima arte. La vicenda che ci presenta in questo suo ottavo lungometraggio, intitolato The Hateful Eight (2015, visto in anteprima su Sky grazie ad Extra ma andrà comunque in onda stasera 6 febbraio 2017 su Sky Cinema Uno e sul canale speciale Hits dedicato a Tarantino) è difatti un retaggio e un mescolamento di strutture narrative e archetipi che già sono stati portati sul grande schermo in passato da altri registi, niente di così nuovo e sensazionale quindi se analizziamo la grammatica del film o se studiamo le strutture soggiacenti che ne plasmano la forma e danno vita ai contenuti. Ma questo suo ispirarsi a altre pellicole va oltre la citazione (e l'autocitazione) fine a se stessa, Tarantino infatti sa bene come utilizzare il cinema che più ama, sa rimescolare tra loro le varie situazioni e le singole trame, sfornando sempre un prodotto nuovo e dall'aspetto accattivante. Lo aveva fatto in passato e lo ha fatto ancora adesso in questo splendido western che va di diritto a collocarsi tra le più belle pellicole che abbia mai girato, anche se non a livello degli altri suoi capolavori. E nel giocare a mescolare tra loro i vari ingredienti, Tarantino riesce così a generare una creatura del tutto particolare, a fondare addirittura un nuovo genere, essa si traveste da Western, ma di quel preciso cinema non porta che l'estetica ed i suoni, la musica del maestro Ennio Morricone (vincitore per di un Premio Oscar più che meritato) e qualche riferimento storico piazzato accuratamente nei momenti opportuni. La storia degli 8 protagonisti è un thriller in tutto e per tutto, che prende forma sequenza dopo sequenza fino a palesarsi come tale una volta che la vicenda giunge ad una precisa maturazione e tocca le vette più alte di pathos. Il film si apre benissimo con un lungo piano sequenza accompagnato dalla superba colonna sonora di Morricone, che fa già presagire le atmosfere horror\thriller che ci aspettano. Poi si prosegue con una serie di dialoghi, forse un po' prolissi (che capisco possano stancare un po'), tra i primi quattro protagonisti, durante i quali vengono chiariti fatti e relazioni che diverranno poi essenziali per il resto del film. Finalmente si arriva al vero cuore pulsante del film, l'emporio di Minnie (probabilmente un nome "disneyano" non a caso), in cui si svolgerà tutto il resto del film, dove un cacciatore di taglie sta portando la sua prigioniera a Red Rock per consegnarla alla giustizia ma dove all'interno della locanda stessa trova degli strani individui e sente lo strano sentore che nessuno è chi dice di essere, e da qui in poi sarà paranoia e suspense costante, fino allo scoppiettante e violentissimo finale che ci ripaga della lunga attesa (per la cronaca è persino più violento di quanto prevedessi, e più "divertente", sono sicuro che Tarantino era euforico mentre lo girava).

lunedì 24 ottobre 2016

Hitman: Agent 47 & Barely Lethal (2015)

Anche se è passata quasi una settimana da quando li ho visti, oggi vi parlerò di due film action, due pellicole completamente diverse, ambedue mediocri, ma decisamente movimentate anche se nel primo muoiono praticamente tutti, nel secondo, cosa che sembra incredibile, non muore nessuno. Ma partiamo dal primo, che è il reboot (quasi sequel) di un film che nel 2007 non ebbe tanta fortuna (inspiegabile l'idea di trasportarlo nuovamente dopo il primo sconfortante esito), che a sua volta era tratto, come in questo caso, da un famoso videogioco, di cui ne ho sempre sentito parlare, che conosco, ma non c'ho mai giocato, ossia Hitman (l'assassino più freddo e insensibile della realtà virtuale). Hitman: Agent 47 infatti, film del 2015 diretto da Aleksander Bach, è tratto dalla serie di videogiochi Hitman, già portato sul grande schermo nel 2007 col film Hitman: L'assassino. Come è facile intuire perciò gli ingredienti di Hitman: agent 47, sono: pistole, coltelli, smoking e cravatta rossa. Una ricetta appetitosa, per gli amanti degli action movies e del video game cui è tratto il film, meno per i cultori di un cinema più ricercato. La trama ovviamente è quella dell'universo del gioco, in cui agenti creati in laboratorio e clonati per non avere sentimenti, lavorano come sicari e ricevono missioni che devono portare a termine, solo che nella vita dell'Agente 47 entra una variabile inattesa (di nuovo): una donna. Stavolta però con più importanza del mero oggetto sessuale di riferimento. Questa volta infatti, a differenza del primo film in cui era inseguito dall'esercito russo per tutta l'Europa orientale, è lui (Rupert Friend) a dover inseguire e in seguito a proteggere una ragazza, Kate van Dees (Hannah Ware), figlia del genetista, Peter Litvenko (Ciárn Hinds), creatore, anni addietro, di un programma che realizzava agenti come Hitman, 'umani senza umanità', ovvero, simil androidi impossibilitati a provare emozioni e sentimenti, ma semplici soldati mercenari, dotati di un codice a barra inciso sulla nuca e qualità fisiche oltre la norma, usati solo per eseguire gli obiettivi che venivano loro assegnati. A ricercare la ragazza ad ogni costo, come mezzo per giungere al padre però, ci sono anche John Smith (Zachary Quinto) e gli altri scagnozzi di Antoine LeClerq (Thomas Kretschmann) un altro diabolico personaggio rinchiuso nel suo bunker di sicurezza, che vuol far ripartire il vile programma genetico del dott. Litvenko per creare nuovi androidi umani per loschi piani di distruzione. Ovviamente la caccia tra Berlino e Singapore sarà spietata, animata da una certa suspense ed in questo turbinio di colpi ad effetto, salti mortali e proiettili vaganti si giungerà sino alla fine del film con un finale a sorpresa (ma non così sorprendente).

venerdì 16 settembre 2016

Big Game & Tracers (2014)

Big Game: Caccia al Presidente (Big Game) è un atipico e originale (non tanto però) film d'azione finlandese del 2014 diretto da Jalmari Helander. Il film, presentato al Toronto International Film Festival 2014, vede come protagonisti principali il bravissimo Samuel L. Jackson e il giovane Onni Tommila. Il film appare fin da subito un'imitazione delle grandi pellicole hollywoodiane, una specie di omaggio al cinema action-avventuroso a cavallo tra anni '80 e '90, parecchie sono infatti le citazioni, alcune delle quali palesi, da E.T. a Indiana Jones, passando per The Karate Kid, giù sino ad accenni più o meno vaghi al filone action-complottista anni '90. Ma Big Game va oltre la mera operazione nostalgia, proponendo un intrattenimento familiare anche se in modo atipico, dato che in questo film il presidente al contrario di quello di Wolfgang Petersen in 'Air force One', che vedeva il presidente americano trasformarsi in una sorta di Rambo per sbarazzarsi dei dirottatori che lo tenevano in ostaggio, qui invece l'inquilino della Casa Bianca (Samuel Lee Jackson in versione Barak Obama), è distante anni luce da quello intraprendente e pugnace interpretato da Harrison Ford, addirittura le sue sorti (queste si altrettanto funeste) vengono affidate al piccolo Oskari, il tredicenne che lo aiuterà a salvarsi da chi lo vuole morto. Si perché anche qui l'Air Force One, in questo caso diretto a Helsinki, per un pre-vertice del G8, è soggetto a un attentato terroristico. Un gruppo terroristico infatti, lancia da terra dei missili che colpiscono l'aereo e i caccia che lo scortano, ma solo dopo che il presidente (sotto consiglio del capo della sicurezza) entra in una capsula di salvataggio per salvarsi. Poiché il piano complottistico ordito contro di lui non prevede difatti solo l'abbattimento dell'Air Force One, ma di rapirlo ed esibirlo come un trofeo. Ma ovviamente i piani cambieranno quando il giovane Oskari, che si trova nei paraggi per un rito di passaggio all'età adulta (deve infatti dimostrare di essere un uomo tramite una battuta di caccia), aprirà la capsula e l'aiuterà a mettersi in salvo. I due quindi dovranno far fronte a un diverso tipo di caccia in cui interpretano il ruolo di prede anche se Oskari non dimenticherà la sua missione.

mercoledì 23 marzo 2016

Kingsman: Secret Service (2014)

Questo non è il classico film di spionaggio, non è il classico film alla James Bond in cui un megalomane cattivo usa stratagemmi strampalati per uccidere l'eroe di turno che a sua volta si impegna con un piano altrettanto strampalato e d'effetto che immancabilmente riesce, non è il classico film con un finale scontato e prevedibile o dove prima di morire un discorso strappalacrime serve, questo non è quel tipo di film, questo è Kingsman: Secret Service (2014), uno spettacolare, ironico, imprevedibile e incredibile thriller action, veramente pazzo e divertente oltre che di grande impatto visivo. La pellicola è l'adattamento cinematografico di un famoso e recente fumetto (che non conosco per niente, e non sapevo neanche fosse tratto da un fumetto) The Secret Service di Mark Millar realizzato per l'etichetta Millarworld. Si tratta del quarto lungometraggio tratto dai fumetti Millarworld, dopo Wanted, Kick-Ass e Kick-Ass 2. Proprio da questi due ultimi film, la pellicola sembra prendere ispirazione o almeno prendere a esempio per costruire, una storia, un film di un certo livello, di un certo stile, di un particolare modo, quello grottesco e fumettistico che fa della pellicola uno dei migliori del suo genere, anche se un particolare genere non c'è, è qualcosa di diverso, qualcosa di meglio, di epico. Non ho mai visto niente del genere, ecco perché questo folle film è qualcosa di unico e nuovo. La pellicola racconta le mitiche avventure di Eggsy, che in passato, era un ragazzo promettente, ha lasciato la scuola, l'accademia dei marines, l'atletica, nonostante avesse le potenzialità per eccellere. È abituato a vivere ai margini della società, a vedere sua madre sfruttata dal boss della banda locale, ed è dovuto crescere senza suo padre. Non sa che suo padre era un Kingsman ed è morto da eroe. Tutto ciò che ha di lui è un medaglione con un numero di telefono, da chiamare in caso di guai. Proprio attraverso quel numero di telefono Eggsy entrerà in contatto con Harry Hart (Colin Firth), un esperto Kingsman con un debito di vita nei confronti del padre del ragazzo. Harry, nome in codice Galahad, prenderà Eggsy sotto la sua ala, conducendolo alla selezione per entrare nell'agenzia segreta e farlo diventare un Kingsman, un gentleman addestrato al combattimento, alla sopravvivenza, all'uso delle armi, a compiere ogni genere di missione senza entrare mai nel merito e senza comparire mai sui giornali, offrendogli l'occasione di una nuova vita, una vita da spia, una vita da Kingsman. Ma la selezione sarà spietata (a tratti un po' prevedibile) e la minaccia vera è dietro l'angolo.