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venerdì 28 giugno 2024

I film del mese (Giugno 2024)

Un mese di grandi firme, come probabilmente mai era successo prima, tra candidati (passati e presenti) e vincitori (recenti) dei Premi Oscar, tra vincitori (di oggi) dei David di Donatello e mostri leggendari, tra film acclamati e film diretti da acclamatissimi registi, un mese, questo di giugno che pare agosto, quindi parecchio impegnativo ma per di più positivo. In ogni caso, e mai come questa volta, così tante informazioni sulle disponibilità di visione dei film coinvolti. Ecco infatti, che cominciando dai due film visti su RaiPlay, bisogna sottolineare che Speak No Evil, andato in onda il primo maggio sui canali Rai e reso disponibile presumibilmente per una settimana dalla stessa piattaforma, non è più disponibile, al contrario The Quiet Girl, disponibile in esclusiva da 4 maggio, lo è ancora. Sono scaduti invece due film visti su Prime Video, il 30 maggio L'ultimo yakuza e il 9 giugno Saw X. Infine ho visto Aftersun su Cielo, poiché esso lì è andato in onda il 3 giugno scorso, e non so se in qualche modo è recuperabile su Sky, mentre presumibilmente tornerà disponibile per la settimana di visione premium di Infinity Plus il film Il colore viola, che io ho visto nella settimana utile tra il 7 e il 13 giugno scorso. Tutti gli altri, e chiudo, disponibili ancora ed agevolmente dalle loro rispettive piattaforme.

[Sky] Oppenheimer (Storico/Dramma/Thriller 2023) - Si può dire molto su Christopher Nolan, ma oggettivamente parlando, è un regista che ha una grande maestria tecnica, a prescindere dal gradimento dei suoi film. Affidandogli un intreccio politico ancora intrigante nonostante gli anni trascorsi, attori di calibro (con Cillian Murphy in prima linea) e le eccellenti musiche di Ludwig Göransson, il film si presenta praticamente su un piatto d'argento. Nolan, abile nel gestire diversi piani temporali, offre una sceneggiatura quasi impeccabile. Personalmente, trovo il tema del comunismo poco coinvolgente e avrei ridotto la presenza del Maccartismo, beneficiando anche la durata del film. La ricerca della perfezione può portare a dettagli eccessivi, che io chiamerei "scorie". A parte questo, è difficile trovare altri difetti. Tre ore di cinema denso e ricco di informazioni, trasformato dal montaggio in un complesso gioco di cronologie e prospettive che genera una tensione crescente e tangibile. Per chi si aspettava un film esclusivamente sulla fisica atomica, Oppenheimer si focalizza sulla figura e sull'impatto del suo lavoro, includendo il prima, il durante e le conseguenze della creazione. In sostanza, Oppenheimer conferma che il cinema di Nolan è un "prestigio" che invita alla riflessione sulle scelte morali e rappresenta un'industria in cui ogni creativo si spinge oltre i propri limiti (meritati i 7 Oscar vinti). Nolan continua a stupire: dopo l'eccesso di Tenet, ora è tornato sulla giusta via, rendendo ogni suo film un evento imperdibile, grazie a un talento che è ancora molto presente. Voto: 8-

[Prime Video] L'ultimo yakuza (Thriller/Azione 2019) - "First Love" narra la storia romantica e tragica di due protagonisti: un pugile con un tumore incurabile e una giovane tossicodipendente costretta a prostituirsi. È un racconto con uno sfondo oscuro, arricchito dagli elementi distintivi del cinema di Takashi Miike: poliziotti corrotti, il mondo degli yakuza, la mafia cinese, tradimenti e piani complessi che si frantumano. In questo contesto, Miike si esprime e diverte, coinvolgendo lo spettatore con la sua violenza esagerata e grottesca, mescolando e scomponendo i generi, e concludendo con un finale romantico e dolce, insolito per i suoi film. La sceneggiatura è ben curata, ma la presenza di numerosi personaggi, non tutti adeguatamente sviluppati, genera confusione, specialmente nella prima parte. Nella seconda, le cose migliorano notevolmente, al punto che una scena diventa un cartone animato per ragioni di budget, eppure ciò passa inosservato e risulta perfetto. Un'opera minore del celebre regista giapponese, ma comunque piacevole e divertente. Voto: 6,5

martedì 14 dicembre 2021

I film del periodo (1-12 Dicembre 2021)

Questa è l'ultima possibilità di snocciolare alcune informazioni, news e quant'altro, quindi mi prendo questo spazio e inizio dicendo che appunto con questo post cinematografico (che tra l'altro contiene le ultime cartucce che potessi quest'anno sparare, compreso un film ripescato dal "cestino") chiudo la stagione, dandovi però appuntamento alle consuete classifiche finali generali, che saranno pubblicate da lunedì prossimo fino alla fine del mese. Ma rimanendo in ambito cinematografico, in quest'ultimo periodo (diciamo abbastanza soddisfacente) con la visione di due film candidati agli Oscar (uno dei due peraltro ne ha vinto uno) chiudo il capitolo (all'interno delle Promesse cinematografiche) inerente appunto ai recuperi da Oscar (nomination) dal 2016 in poi. Ed anche se non tutti ho visto ancora di quelli di quest'anno (all'appello ne mancano nove) sono contento d'averlo completato, unico neo il film A War (Krigen) del 2015 che non sono riuscito in questi anni a reperire da nessuna parte (spero di trovarlo prima o poi). Seconda cosa, ho visto da Sky Arte un interessante breve documentario sulla vita e sull'arte di un regista giapponese di cui proprio quest'anno ho visto quattro film (la "retrospettiva" trovate Qui), il documentario infatti, dal titolo I mille volti di Takeshi Kitano, mi ha portato alla scoperta di alcuni dei segreti "celati" di questo grandissimo artista/personaggio, alquanto unico e particolare (lo consiglio caldamente a tutti, ma soprattutto, se non l'ha già visto, all'amico Franco, suo grande estimatore). Infine, ma questo non c'entra con il cinema, anzi riguarda noi della blogosfera, per causa di forza maggiore quest'anno non ci sarà Il Franken-Meme di Nocturnia (fino all'anno scorso bello e pronto, potete "riscoprirlo" Qui), l'edizione 2021 infatti, del "meme" utile a far conoscere e farvi conoscere i miei e i nostri blog preferiti, ho deciso di non fare, e per due motivi. Primo per rispetto di un "collega" recentemente scomparso, secondo perché in verità ho conosciuto pochi nuovi blog, di cui solo uno (quello di Pakos), frequentato assiduamente, era inutile quindi proporre. Dopotutto è (divenuto, visto il momento di flessione) triste premiare (per quanto meritevoli ogniqualvolta) sempre gli stessi, oppure nominare (sempre più) blog che per vari motivi lasciano la blogosfera. Detto ciò concludo, e semplicemente auguro a tutti Buon Natale e Felice Anno Nuovo.

Willy's Wonderland (Horror/Azione 2021) - "The Banana Splits Movie vs. Nicolas Cage": questo sarebbe il sottotitolo più indicato per l'opera in questione. Il regista Kevin Lewis, ben conscio di ciò che il pubblico si aspetta da simili premesse, imposta Cage in modalità massacratore over-the-top à la Mandy (gli taglia del tutto pure i dialoghi, completando così la sua metamorfosi in pupazzone semovente) e gli fa prendere a sganassoni un mucchio di robot assassini. Il divertimento sta tutto qui, fra balletti dell'eroe, duelli leoniani, botte da orbi e "Free Bird" sul finale. Il resto (splatter incluso) è un contorno scipito. Voto: 5

Quelli che mi vogliono morto (Dramma/Thriller/Azione 2021) - Bimbo nei boschi inseguito da killer che lo devono far fuori a tutti i costi. Thriller survival che parte con il forte handicap costituito dall'attendibilità della Angelina Jolie come pompiere paracadutista oppressa dai sensi di colpi. Digerito il personaggio e la banalità del plot, il resto si fa seguire senza problemi, nonostante gli stereotipi a manetta e incongruità sparse, grazie all'ambientazione silvestre con bei paesaggi. Film action di routine non indecoroso ma prevedibile, derivativo e certo molto deludente rispetto al film con cui Taylor Sheridan ha esordito nella regia. Voto: 5+

Way Down - Rapina alla banca di Spagna (Thriller/Azione 2021) - Anche Jaume Balagueró (regista di Rec 4: Apocalypse, suo precedente film visto) si cimenta nell'heist movie, considerando il successo mondiale de La casa di carta. Una rapina considerata impossibile da mettere in opera, l'elaborato piano con il genietto/faccia da bamboccio di turno, ma nessuno spunto veramente originale che non sia stato già visto negli ultimi anni (comunque affascinanti i metodi della banda cosi come la lunga sequenza della rapina). Il regista spagnolo ha offerto decisamente di meglio nella sua carriera, tuttavia questo film garantisce una certa dose intrattenimento (buona l'idea di affiancare tutto ai mondiali di calcio del 2010), partendo dal presupposto che di sorprese se ne trovano poche. Voto: 5,5

mercoledì 3 giugno 2020

[Cinema] Takashi Miike Filmography - Parte 2 (Visitor Q, The Happiness of the Katakuris, Gozu, Lesson of the evil)

Continua il viaggio alla scoperta e riscoperta di uno dei registi più "folli" del cinema orientale, ed anche uno dei più eclettici, prolifici ed originali di sempre, ovvero Takashi Miike. Lo scorso anno, per le promesse cinematografiche precedenti, la suddetta escursione (qui) fu insomma solo un piccolo assaggio, ma è quest'anno, sempre grazie alla Promessa cinematografica, che finalmente il viaggio si può dire partito, però non di certo finito, Miike tornerà nuovamente su questi schermi, forse con film che ancora devono essere prodotti oppure con altri della sua sterminata filmografia, chissà.

Visitor Q (Dramma, Horror 2001) - Senza dubbio uno dei film più controversi e provocatori diretti dal regista, per i temi trattati e per tanto altro. Allucinante oserei dire, alcune scene ti rimangono impresse, questo film racchiude tutto il peggio che un'essere umano possa concepire, ovvero prostituzione da parte della figlia, bullismo da parte dei compagni di scuola (veramente pesanti le umiliazioni che deve subire), la pazzia della moglie che prova piacere nel procurarsi ferite di vario genere ed infine il padre autore di atti di necrofilia, violenza, incesto e omicidi in partecipazione con la moglie, tutto in un clima freddo senza emozioni dove le immagini osservate dal "visitatore" ignoto parlano da sole. Un film crudo come pochi altri, dove la follia la fa da padrone, la quale paradossalmente unirà la famiglia che prima della visita di Q era totalmente disunita, in un nucleo solido. Un film assurdo, amorale, fastidioso, ma salvato dall'ironia macabra e a volte cartoonesca, dall'abilità realistica e credibile del digitale, tuttavia un po' penalizzato da una certa prolissità nella prima parte (nonostante la durata sia già abbastanza contenuta). Arrivi in ogni caso a fine di questo film molto strano che non sai assolutamente che voto mettere: ci può stare sia un'insufficienza che un giudizio pienamente positivo. Io sto nel mezzo: una sufficienza (ma piena) un po' per il grottesco (al suo limite estremo) di alcune scene, un po' per il finale e un altro po' per la rappresentazione della perversione di questa famiglia giapponese. Comunque, voto a parte, è da premiare Takashi Miike per il coraggio (che di certo non gli manca) nel portare alla luce una pellicola di questo genere. Forse estremo, ma visionario, nel senso buono del termine. Voto: 6,5

lunedì 26 agosto 2019

[Cinema] Takashi Miike Filmography (Sukiyaki Western Django, Ichi the Killer, As the Gods Will, Yakuza Apocalypse)

Credo già di aver di lui parlato in occasione della recensione del suo interessante e bel live action Yattaman: Il film, del perché Takashi Miike è diverso da qualsiasi altro regista, del suo stile unico e controverso, del perché sia considerato uno dei registi più "folli" del cinema orientale, ed anche uno dei più eclettici, prolifici ed originali di sempre (ha al suo attivo, dal suo debutto nel 1991, oltre 100 tra film ed episodi televisivi di dorama, praticamente fiction), ma ripetersi non è sbagliato, se si parla appunto di questo incredibile ed ambiguo (in senso buono) regista. Un regista noto per i suoi film estremamente violenti e inquietanti, pregni di sequenze splatter e di bizzarre perversioni sessuali. Tuttavia Miike non è solo gore, splatter e perversioni, è anche un grandissimo regista e sceneggiatore dallo stile appunto inconfondibile. Perché dietro la forma violenta e disturbante delle sue opere, si nascondono tematiche profonde e ricorrenti: i rapporti familiari, l'amicizia, l'amore, la fedeltà al proprio gruppo (spesso si tratta di gruppi criminali), la solitudine e l'isolamento. Però analizzare, seppur superficialmente, tutti questi aspetti è impresa ardua e che lascio volentieri ad altri più coraggiosi e più esperti di me. Io mi limito solo a vedere ed a "gustarmi" il suo cinema. E infatti non potevo fare a meno di lui, dei suoi film, anche se consapevole che la mia conoscenza si basa su un campione limitato, avendo visto una percentuale minima della filmografia totale di Miike (stare al passo è quasi impossibile), anche quest'anno. Difatti, approfittando delle mie ormai consuete (anche se questo è solo il secondo anno) Promesse Cinematografiche, eccomi ora e adesso a presentare un pezzettino della sua (prolifica) filmografia che ho visto recentemente. Quattro pellicole che trasudano il suo cinema da tutti i pori, quattro film di cui alcune scene è impossibile dimenticare.

venerdì 4 maggio 2018

Yattaman: Il film (2009)

Partiamo da un presupposto importante per questa recensione e per questa pellicola facente parte delle mie promesse cinematografiche 2018, ovvero che questa roba assurda non va giudicata come un normale film. Se no, si dice subito che è totalmente improponibile, spesso imbarazzante per le scemenze proposte, malgrado qualche bella situazione umoristica, tanto che a volte viene da dire che il traduttore si è preso delle belle licenze (anche se in verità è uno primi che vedo di questo genere in ambito non occidentale). Giudicandolo invece per la totale pazzia che è, non è poi malvagio, anzi. Bisogna avere in mente i cartoni animati da cui prende ispirazione, che a loro volta erano strampalati assai. Questa pellicola del 2009 infatti, è il live action di uno cartoni (degli anni '80) più folli e bizzarri forse di sempre, cioè Yattaman, uno dei miei cartoni preferiti da bambino, come avrete potuto constatare nella mia Compilation Geek di settimane fa. Non a caso il prologo di questa pazza pellicola è ricco d'azione e d'ironia, risultando, soprattutto grazie alla capacità di rimanere altamente fedele al bizzarro spirito del cartoon, dal quale riprende addirittura i temi musicali, immediatamente accattivante ed infine risultando un prodotto godibile e riuscito. Proprio perché Yattaman (Yatterman nella versione internazionale) è un prodotto di semplice intrattenimento senza doppi fini, senza profondi messaggi, senza eroi oscuri e tetre controparti: puro divertissement d'autore senza pretenziosità e quasi senza passi falsi. In tal senso, dato che si tratta di una produzione che doveva miscelare adeguatamente attori reali e CGI, si è scelto di puntare interamente sull'affetto dei fan verso l'opera, sia in patria (dove ha ottenuto un successo clamoroso) che fuori, e si è deciso di affidare il progetto al regista Takashi Miike (The Call: Non rispondere, la trilogia di Dead or Alive13 Assassini e tanto altro) che nella carriera ha alternato produzioni abbastanza discutibili a film inaspettati e più che piacevoli. Non a caso è uno dei registi più incredibili e visionari (per molti un genio perverso) della scena cinematografica asiatica, più semplicemente la visione spesso estrema del "Tarantino d'Oriente", un regista forse e soprattutto amato per i film ambientati nel mondo della Yakuza che tuttavia si è negli anni dimostrato un regista poliedrico che prendendo spesso spunto per le sue sceneggiature dalla produzione manga e tanto altro, ha saputo abbracciare generi e tematiche disparate riuscendo sempre a prevalere.

venerdì 2 ottobre 2015

I miei personalissimi Razzie Awards di Settembre (2015)

I Golden Raspberry Awards (letteralmente "Premi Lamponi Dorati") detti anche Razzie Awards (dall'espressione "to razz": "spernacchiare", "prendere in giro"), vengono assegnati in una cerimonia annuale tenuta a Los Angeles per riconoscere gli attori, gli sceneggiatori, i registi, i film e le canzoni peggiori della stagione cinematografica precedente. Fondato dal giornalista americano John J. B. Wilson nel 1981, l'evento precede di un giorno l'assegnazione dei Premi OscarL'ironico premio consegnato dalla Raspberry Foundation consiste in un lampone appoggiato su un nastro Super8 dipinto in oro dal valore di 4,97 dollari. In questa nuova rubrica (spero mensile, dipende dai film..) descriverò i film che ho visto ma che non mi sono piaciuti, che reputo orribili e inguardabili e che ne sconsiglio la visione (lasciando comunque libero il giudizio, non obbligo nessuno a non vederli) dando in premio un immaginario Razzie Awards.
Enemies Closer - Nemici giurati, andato in onda qualche tempo fa su rete4, è un film d'azione del 2013. Nel profondo della foresta su di un'isola tra il confine USA-Canada, il boss di un cartello della droga (Xander) è alla ricerca di un grosso carico perduto in zona. Il ranger Henry (ex-Navy Seals) sta facendo di tutto per sfuggire al boss ma a causa di una serie di vicissitudini e coincidenze sfortunate si ritrova a essere intrappolato all'interno della foresta. Ma un uomo, Clay (che ritiene il ranger colpevole di aver lasciato morire suo fratello in guerra) medita vendetta. I due nemici giurati però capiscono che devono lavorare insieme per sopravvivere allo spietato boss, e quindi fare una scelta: mettere da parte le rivalità e lavorare insieme o morire da soli. La storia è interessante ma gli interpreti no, un irriconoscibile Jean-Claude Van Damme nei panni del boss fa rabbrividire per scarsa interpretazione e ruolo non convenzionale. Voto: 4